Decadenza della cittadinanza nell’Unione europea

In seguito agli attentati terroristici commessi in Europa la decadenza della cittadinanza è diventata un tema molto discusso. Nella maggioranza degli Stati europei è prevista la possibilità di privare un cittadino della sua cittadinanza, ma non esplicitamente nel caso del contrasto al terrorismo.

Molteplici sono le motivazioni inerenti alla perita della cittadinanza in Europa, come ad esempio l’atto di slealtà o di tradimento verso lo Stato. Le disposizioni giuridiche sono differenti a seconda del Paese. Nell’UE, solo Francia, Paesi Bassi e Romania fanno riferimento in modo specifico al crimine di terrorismo. Ciò non significa che solo questi tre Stati possono privare della cittadinanza un cittadino che ha commesso un attentato terroristico. La competenza inerente alla decadenza della cittadinanza spetta al Ministro dell’Interno ed è discrezionale. Tuttavia il destinatario del provvedimento ha il diritto di fare ricorso. Il Belgio ha rinforzato le sue leggi nel 2015 affinché i crimini di terrorismo siano seguiti dalla decadenza della cittadinanza.

La frode nell’acquisizione della cittadinanza è un altro motivo che in Europa può privare una persona della sua cittadinanza. Tale condizione è prevista da 25 Stati UE, solo Croazia, Polonia e Svezia non la prevedono. L’impegno militare o l’integrazione in un servizio pubblico senza autorizzazione, sono per alcuni Paesi UE (Austria, Spagna, Francia, Grecia e Italia) cause di decadenza della cittadinanza.

Infine, diversi Stati membri limitano il possesso di più cittadinanze. La Germania ad esempio ancora oggi riconosce la doppia cittadinanza solo in specifici casi: coesistenza con la cittadinanza di altri Stati dell’UE e/o della Svizzera o, per i figli degli immigrati, che dal 2014 non devono più scegliere tra la nazionalità tedesca e quella del loro Paese d’origine prima dei 23 anni.

In particolari circostanze Germania, Austria, Danimarca, Spagna, Paesi Bassi e Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), prevedono la decadenza di una cittadinanza nel caso in cui un cittadino ne ottenga un’altra.

Molti Stati UE vietano l’apolidia nel caso di decadimento della cittadinanza. Il contrasto all’apolidia è oggetto della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, della Convenzione di New York del 1961 sulla riduzione dei casi di apolidia e, della Convenzione europea sulla cittadinanza del 1997. Gli Stati che hanno ratificato la convenzione del 1961 vietano l’apolidia. Francia, Lettonia, Paesi Bassi e Malta hanno codificato l’impossibilità de rendere apolide un loro cittadino.

 

Danilo Turco

 

 

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