Alla ricerca di vita altrove, scoperto un nuovo sistema planetario

La notizia ha certamente del sensazionale, se si tiene conto di quanto sterminato sia l’universo e di come da sempre l’uomo si sia interrogato sulla sua condizione all’interno di questo vasto cosmo. Ebbene, la Nasa ha annunciato la scoperta di un intero sistema solare con sette pianeti simili al nostro, sei dei quali si trovano in una zona temperata in cui la temperatura è compresa fra zero e 100 gradi, e tutto questo a “soli” 39 anni luce dalla Terra.

La ricerca, pubblicata su Nature, è stata coordinata dall’Università belga di Liegi e descrive il più grande sistema planetario mai scoperto, con tanti possibili sosia del pianeta azzurro, tutti attorno alla stella chiamata Trappist-1, il loro Sole.

La straordinarietà della scoperta sta proprio nella particolare struttura di questo sistema planetario: i suoi pianeti hanno tutti dimensioni simili a quelle della Terra e, attraverso il telescopio Trappist, installato in Cile presso lo European Southern Observatory (Eso), i ricercatori hanno scoperto che tre dei sette pianeti si trovano nella zona abitabile, cioè alla distanza ottimale dalla stella per avere acqua allo stato liquido. Potrebbero quindi ospitare oceani e, potenzialmente, la vita. I sei pianeti più vicini alla stella sono paragonabili per dimensioni e temperatura alla Terra e probabilmente potrebbero avere una composizione rocciosa.

Il Sole di questo sistema era già noto agli scienziati; scoperto nel 2016, Trappist-1 è una stella nana ultrafredda, ossia meno calda e più piccola della nostra, la sua massa è pari a un decimo rispetto a quella del Sole e la sua luminosità pari a solo 5 decimillesimi. I pianeti che le ruotano attorno sono molto più vicini tra loro di quanto non lo siano i pianeti del nostro Sistema Solare; essi, infatti, compiono un’orbita completa intorno alla loro stella nell’arco di una manciata di giorni. Vale a dire che il loro anno vola: dalla durata minima di un giorno e mezzo a un massimo di 12 giorni. Proprio questo essere così tanti e stretti vicino alla loro stella ha permesso di caratterizzarli tanto bene e concludere sulla loro similarità rispetto alla Terra.

Adesso non rimane che aspettare la prossima mossa della Nasa, che si prepara a lanciare, già nel 2018, il telescopio spaziale James Webb, il quale potrà dare le prime risposte interessanti sulla più esatta composizione dei pianeti del sistema di Trappist-1.

Rossella Marchese

seers cmp badge