Due donne omaggiano il grande Viviani

Autore verace, Raffaele Viviani ha saputo regalarci magnifiche pagine non solo di ammirevole intensità artistica, ma di alto valore documentario antropologico e sociologico. La sua “Bammenella ’e copp’’e Quartiere”, con tutta la sua viscerale devozione al suo uomo carnefice (“Pe’ mme ’o ’ssenziale/ è quanno me vasa carnale./ Me fa scurda’ tutt’’o mmale/ ca me facette fa’!”), la sua sudditanza masochisticamente accettata ed affettivamente giustificata (“E tutte ’e sserate,/ chillo m’accide ’e mazzate!/ Me vo’ nu bene sfrenato,/ ma nun ’o dà a pare’!”), il piccolo mondo che ruota intorno alla figura di Mast’Errico, l’irriducibile speranza della nubile che è protagonista di “’O struscio”, la penosa condizione operaia splendidamente espressa in “Fravecature”, tratteggiano realtà, psicologiche e sociali, con ogni probabilità di ardua comprensione in altri contesti geografici, ma ben vere, perciò doverose di sensibile, colta attenzione, se si vuole comprendere l’uomo in tutte le sue sfaccettature.

Ad omaggiare l’illustre poeta e drammaturgo di Castellammare di Stabia, prossimamente, il collaudato duo costituito da Anita Pavone e Tiziana Tirrito, attrici di solida esperienza, da qualche anno in felice sodalizio artistico nei ruoli di Perzechella e Serafina con i quali esplorano la più significativa napoletanità. Così sabato 15 aprile, alle 21, saranno al Piccolo teatro CTS di Caserta, coadiuvate dal fisarmonicista Giulio Fazio, per “Perzechella e Serafina e li cunti d’’a vita ’e Papilluccio”, scritto da Anita Pavone.

Difficile prevedere la qualità di un evento teatrale, oneroso ipotizzarla, ma, conoscendo la chiara bontà dell’autore de “La morte di Carnevale”, la bravura, e piacevolezza scenica, delle due protagoniste e l’efficacia dei loro spettacoli già svolti, diventa quasi urgenza garantirne qui i sicuri meriti.

Rosario Ruggiero

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