Capodanno cinese, l’anno del cane

Xinniankuaile, felice anno nuovo agli amici cinesi. Draghi e leoni danzanti al ritmo dei tamburi e dai colori brillanti la fanno da padroni per le strade e le piazze delle città in Cina e nelle Chinatown del mondo: si celebra ChunJie, la Festa di Primavera, o capodanno cinese, che coincide con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno e quest’anno cade il 16 febbraio. Si entra nell’anno del Cane, secondo l’ordine in cui, nella tradizione, i 12 animali dell’oroscopo cinese si sono presentati davanti a Buddha: il topo, il bue, la tigre, il coniglio, il drago, il serpente, il cavallo, la capra, la scimmia, il gallo, il cane e il maiale.Grandi feste si svolgono soprattutto in Malesia, dove la comunità cinese rappresenta circa il 25% della popolazione e all’evento vengono dedicati più giorni in un clima generale di allegria e ospitalità. Clima molto diverso, invece, quest’anno a Pechino, dove il nuovo anno si festeggia senza fuochi d’artificio per combattere l’inquinamento. L’atmosfera nella prima notte dell’anno è surreale. Strade deserte pattugliate dalla polizia, illuminate solo dalle insegne dei negozi o da qualche decorazione luminosa. Pochissima la gente in giro. In Cina la festa è molto osservata: gli abitanti si spostano per gite e riunioni di famiglia e il Paese si tinge di rosso, colore tipico di questa ricorrenza. Nella capitale cinese, dunque, i festeggiamenti sono stati insolitamente silenziosi. Forte il contrasto con gli anni precedenti, quando gli abitanti di Pechino accendevano i petardi rossi nei giardini dei palazzi e sui marciapiedi, e i fuochi d’artificio illuminavano il cielo in continuazione. Abitudine che si è scontrata con la decisione, adottata l’anno scorso da 440 città, di impedire l’uso dei botti. Ogni anno centinaia di milioni di cinesi rientrano nelle regioni di origine per celebrare il Capodanno lunare con le famiglie e si tratta dello spostamento annuale di persone più grande al mondo: dal 1° al 10 febbraio, i passeggeri cinesi hanno già realizzato 732 milioni di spostamenti in treno, auto, imbarcazioni o via aereo, anche se le vacanze sono cominciate ufficialmente ieri, giovedì. Nel 2017 i cinesi avevano realizzato circa 3 miliardi di spostamenti nel periodo del Capodanno lunare. E questo mette ogni anno a dura prova i trasporti, con treni stracolmi di passeggeri, che spesso finiscono per viaggiare in piedi.

Nicola Massaro

Wall Street e i nuovi modelli di sviluppo

Spazi e tempi minimi per accelerare la ripresa in Italia, se si prosegue e si accelera la strada del recupero del debito.

L’attuale calo di Wall Street con l’aumento dei tassi è notizia non gradita a Donald Trump che si era attribuito i meriti del rialzo. E’ anche una notizia ancora peggiore per un Paese indebitato come l’Italia, specie se iniziasse una guerra commerciale tra Europa e Usa, il cui vero bersaglio di Trump è la Germania. Intanto Berlino, varato il nuovo governo, si appresta a effettuare una virata storica: passare da un modello di sviluppo basato sull’export a un paradigma fondato sulle infrastrutture e la crescita dei consumi interni, affidato alla regia del nuovo ministro delle Finanze, il socialdemocratico Olav Scholz, già ministro del Lavoro al tempo delle riforme di inizio millennio , quando è stato garantito il rilancio dell’industria d’oltre Reno. Questa può essere una buona notizia per l’Italia, se si riesce ad accelerare la strada della ripresa, come è stato per il Portogallo, ottenendo un forte recupero della stabilità finanziaria senza incidere fortemente con i sacrifici dell’austerità. Infatti, al momento l’Italia ha fatto meglio delle previsioni, con un Pil salito dell’1,5%, mezzo punto in più rispetto alle stime elaborate a inizio anno dagli economisti, condizione favorevole per poter accelerare la ripresa.

Su questo, l’ ex direttore esecutivo per l’Italia al Fmi ed ex commissario alla spending review, ritiene che se si riuscisse a congelare la spesa primaria in termini reali per tre anni (limitando cioè l’aumento delle spese sotto il tasso di inflazione entro il 2020) l’Italia “pareggerebbe i conti pubblici”. Si tratterebbe di uno sforzo sopportabile e necessario, dal momento che la crescita si avvicina a un punto e mezzo percentuale e perché se si diffonderà nel mondo la recessione, la mancanza di  riduzione del nostro debito italiano ci porterà ad affrontare una salita impervia, che vedrà il debito pubblico alto e in salita in una economia che non cresce, azzoppata dagli oneri finanziari. La crisi delle Borse ci ammonisce che il bel tempo non dura all’infinito e quindi non bisogna perdere l’occasione. Quindi, le Borse tornano a perdere terreno, con il mercato dei Bond (i rendimenti sono saliti su nuovi massimi pluriennali in paesi virtuosi come Usa, Germania e Canada) e l’attuale fase di correzione dei mercati non viene ritenuta un crollo maggiore, dettato dal panico, bensì viene giudicata un ripiegamento salutare e fisiologico dalla maggior parte degli analisti e dei gestori. Questo non fa prevedere che le Borse sono pronte a tornare a crescere come è accaduto nel 2017 e a gennaio 2018. Oggi l’azionario si trova penalizzato proprio dal timore di un ritorno dell’inflazione e di un rialzo dei tassi e, paradossalmente sono le notizie economiche positive (report occupazionale USA) che fanno innervosire gli investitori, dopo la pubblicazione dei dati macro sussidi di disoccupazione Usa settimanali, che oggi risultano aver raggiunto i record minimi.

Nel frattempo, accade che mentre le banche centrali stanno attuando una strategia di rientro delle politiche espansive, la Banca d’Inghilterra non ha alzato i tassi di interesse, ma potrebbe assumere una posizione più aggressiva nel prossimo marzo e durante tutto l’anno, con una stretta che potrebbe imporre sino a quattro rialzi dei tassi.

Danilo Turco

Addio allo storico napoletano Giuseppe Galasso

 

Italia ancora orfana di un altro intellettuale di rilevo.

Giuseppe Galasso si è spento all’età di 88 anni, nella sua casa di Pozzuoli, lo scorso 12 febbraio. È stato, e sarà sempre, uno degli interpreti più acuti del pensiero storicista di Benedetto Croce, di cui, probabilmente, è stato anche tra gli eredi più appassionati.

Storico per vocazione, Galasso è stato tra i massimi studiosi del Regno di Napoli e non ebbe mai alcuna considerazione del recente revival neoborbonico, ritenendolo del tutto infondato e strumentale, più volte segnalandone la scarsa consistenza sul Corriere del Mezzogiorno. Anzi, Galasso, napoletano affezionatissimo, nel bicentenario della nascita di Cavour aveva scritto la prefazione per una raccolta di scritti del conte piemontese (edita da Bur, 2010), sottolineando con forza la vocazione nazionale della politica seguita dal grande statista. Inoltre, soltanto lo scorso 12 novembre aveva attirato un pubblico folto e attento al teatro Bellini di Napoli con una lezione sulla Repubblica napoletana del 1799, organizzata dall’editore Laterza.

Il suo attivismo, sociale e politico, è letteralmente durato tutta la sua vita. Laureatosi in Storia medievale, nel 1953 vinse una borsa di studio al crociano Istituto italiano di studi storici, del quale divenne segretario nel 1956. La sua carriera accademica era stata rapida e brillante, tanto da caratterizzarlo già negli anni Sessanta come una figura emergente della storiografia dell’età medievale e moderna. In seguito, dal 1972 al 1979, fu preside della facoltà di Lettere e Filosofia all’Università Federico II di Napoli, poi tra il 1978 e il 1983 presidente della Biennale di Venezia. La carriera politica fu altrettanto importante: Consigliere comunale del Partito repubblicano, Galasso fu eletto sindaco di Napoli nel 1975, ma dovette rinunciare all’incarico per l’impossibilità di trovare un accordo tra i partiti nel formare la giunta. Più tardi, approdò alla politica nazionale; eletto deputato del Pri nel 1983, assunse l’incarico di Sottosegretario ai Beni Culturali nel governo guidato da Craxi e qui si distinse per il suo impegno a favore dell’ambiente. Riuscì a far approvare nel 1985 il provvedimento noto appunto come “legge Galasso”, la prima disciplina organica adottata nell’Italia repubblicana per la tutela del paesaggio. Poi fu Sottosegretario anche all’Intervento pubblico nel Mezzogiorno nei governi De Mita e Andreotti, terminando la sua esperienza a Montecitorio con il crollo della Prima Repubblica nel 1994.

Nel suo ultimo editoriale sulla sua rivista Acropoli, prossima all’uscita, una riflessione lucida sulle prossime elezioni politiche del 4 marzo, segno inequivocabile di un intellettuale vivo fino all’ultimo respiro.

Rossella Marchese

La Data Economy investe Facebook con i suoi risvolti “nefasti”

Sulla copertina del mensile statunitense Wired, per questo mese è ritratto un mesto Zuckerberg, con il viso tumefatto e l’espressione dolorante, come se fosse stato preso a pugni. Ed in effetti è accaduto più o meno questo; è di qualche giorno fa la sentenza di un giudice tedesco che, di fatto, ha assestato un bel colpo all’attuale politica sui dati personali attuata da Facebook.

Dopo le richieste di un’associazione di consumatori (la Vzbv), il Tribunale ha stabilito non solo  che sarà possibile iscriversi al social network di Mark Zuckerberg anche senza alcun obbligo di fornire i propri dati personali autentici, ma, inoltre, che non sarà più considerata valida la clausola, contenuta nelle condizioni generali del social network, secondo cui l’azienda con sede a Menlo Park può cedere ad aziende terze i dati personali e l’immagine del profilo. La sentenza  berlinese ha dichiarato non valide 8 clausole delle condizioni generali e 5 impostazioni predefinite. Attualmente non è ancora passata in giudicato e il colosso del web ha già annunciato di voler ricorrere in appello contro questa decisione. Ma l’impressione è che a Berlino tiri una brutta aria per Facebook.

Facebook nasconde le preferenze che non favoriscono la tutela della privacy nel suo centro privato, senza dare informazione di questo durante la registrazione in modo sufficiente”, ha affermato il referente giuridico dell’Associazione dei consumatori, Heiko Duenkel. Un portavoce dell’azienda di Zuckerberg ha invece ribadito il massimo impegno a rispettare le regole, anche in virtù del nuovo dettame europeo in materia, in arrivo per la primavera: “stiamo lavorando per garantire che le nostre linee guida siano facili da capire e che i servizi offerti da Facebook siano conformi alle leggi” ha detto all’agenzia Reuters. Cosa che risulta un po’ difficile da credere, dati gli ultimi scandali riguardanti il commercio fuori controllo di dati sensibili sulla rete, o la bufera delle fake news, in cui sembra essere stato coinvolto anche il social network in questione e che gli ha procurato un richiamo pesantissimo dalla multinazionale Unilever, il secondo inserzionista a livello mondiale, la quale ha detto che smetterà di investire in piattaforme o ambienti che non proteggono i minori o creano divisioni nella società e promuovono rabbia e odio, prediligendo investimenti solo in piattaforme responsabili impegnate a creare un impatto positivo sulla società.

A quanto pare i 9 miliardi di dollari investiti da Unilever su Facebook, lo scorso anno, saranno solo un lontano ricordo.

Rossella Marchese

FIAF: a Salerno la premiazione di Autore dell’anno regione Campania 2017

Il foyer dell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Salerno ospita la premiazione dei finalisti della selezione fotografica per designare l’Autore dell’Anno 2017 proposta dalla FIAF Federazione Italiana Associazioni Fotografiche.

L’iniziativa ha visto la partecipazione dei soci della FIAF e degli scritti ad uno dei numerosi Circoli Campani aderenti alla Federazione Nazionale.

“Il progetto – evidenzia la FIAF – ha registrato una significativa adesione, circa 90 fotografi hanno inviato i loro lavori per le due sezioni in concorso: tradizionale e iphonografia; le opere della sezione tradizionale sono state sottoposte al vaglio delle assemblee dei Circoli FIAF campani che hanno selezionato gli autori finalisti”.

Le fotografie sono esposte nella mostra a partire da venerdì 23 febbraio, gentilmente concessa dal magnifico rettore Aurelio Tommasetti.

Il vincitore de “Autore dell’anno 2017”, è stato designato da una esclusiva Giuria Fiaf, diretta da Roberto Rossi presidente nazionale della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, Attilio Lauria Direttore Dipartimento Social Fiaf e Nicola Loviento responsabile Fiaf dell’Area Sud Italia. “Le opere selezionate – sottolineano gli organizzatori – rappresentano linguaggi fotografici diversi, dalla street al concettuale, tutti connotati da un’apprezzabile creatività e a quella sperimentalità che consente di superare l’angusto recinto della foto attenta unicamente all’estetica”.

Nella serata del 23 anche il conferimento del premio al vincitore del challenge “smorfiaf: rappresentare il numero della smorfia con una fotografia”, organizzato in collaborazione con Igers Campania.

L’evento è stato diretto dal delegato regionale Gianpiero Scafuri.

Sarà possibile visitare mostra fino al 1° marzo 2018.

Alessandra Desideri

Gli studenti di Chiaramonti nella giornata della Memoria

Nelle centinaia d’iniziative promosse in Italia nell’ultimo sabato di gennaio, coincidente con la giornata mondiale della Memoria, la Sardegna ha preso parte con eventi forti e partecipati come la cerimonia promossa dal comune di Chiaramonti, centro interno dell’Anglona a poche decine di chilometri da Sassari.

Puntuali alle 10.30 le scolaresche del locale plesso didattico guidate dalla responsabile, professoressa Marina Zara, hanno gioiosamente stipato l’aula consiliare del comune. Accompagnati da altri docenti le classi quarta e quinta F della scuola primaria e tre classi della scuola media secondaria hanno animato l’intensa mattinata d’interventi e testimonianze.  I lavori sono stati introdotti dalla giornalista Letizia Valle che ha presentato tutti i relatori. Alternati da due interventi musicali del cantautore Franco Sechi, bravo nel proporre uno stralcio tratto da “La vita è bella” (colonna sonora dell’omonimo celebre film di Roberto Benigni, vincitore di tre Premi Oscar), ancor di più nel presentare ai bambini l’impegnativo brano “Auschwitz” di Francesco Guccini. Decisivo il passaggio emerso nell’attualità dell’orrore dell’Olocausto vissuto nella metà del Novecento rispetto alla declinazione politica mediale del dibattito europeo e italiano sul tema dei “migranti”.  La sequenza dei cartelloni e degli elaborati preparati dai gruppi di bambini, alternatisi al centro dell’aula, è stata vibrante e ricca di emozioni.

Le immagini proiettate in digitale hanno aiutato la condivisione di esperienze di straordinario impatto. Ricorrente e ripreso in più disegni, il noto binario che consentiva il capolinea dei convogli ferroviari nel campo di sterminio. Impressi dalle tenere voci alcuni versi poetici di

Hannah  Hershkowitz , la ragazzina polacca nata nel 1935, autrice di “Volevo volare come una farfalla” e altri ancora di Primo Levi.  I lavori prodotti dai giovani studenti di Chiaramonti hanno evidenziato una forte sensibilità rispetto ai temi della giornata, favorita da un importante lavoro didattico propedeutico dei docenti, supportati dal presidio della locale biblioteca comunale. Ente importante nella manifestazione con la Cooperativa Comes, attiva a Chiaramonti sin dal 2012 e rappresentata dalla bibliotecaria Caterina Marrone.

Le conclusioni della conferenza sono state affidate alla giornalista scrittrice Francesca Violante Rosso. Esperta di comunicazioni istituzionali, originaria di Tula, la relatrice ha offerto alla giovanissima platea la visitazione del percorso storico che precedette l’inconcepibile orrore della persecuzione razziale avviata dai nazisti e attuata in Italia con l’ascesa al potere di Mussolini. Un compito non facile, agevolmente sostenuto grazie alla riproposta del suo libro, “La marcia di Luigi”, pubblicato nel 2010 da Seneca Edizioni. Il testo percorre gli anni crudeli della Seconda Guerra Mondiale, vissuti nelle memorie biografiche di Luigi Cannas. Il soldato sardo di Tula, scomparso nel gennaio del 2014, pochi giorni prima della Giornata della Memoria è il protagonista nel libro, frutto di una lunga intervista. In essa si ripercorre l’estenuante marcia che il soldato sardo compì insieme a tantissimi altri compagni di sventura. Partendo a diciannove anni, per un lungo viaggio, iniziato nel marzo del 1940 con una corriera alla volta di Olbia per poi raggiungere i campi di addestramento militare a Genova. Mesi durissimi di preparazione militare, sino al folle annuncio romano del 10 giugno 1940, proclamato da Mussolini con l’entrata dell’Italia in guerra.  La narrazione semplice e penetrante di Violante Rosso ha  catturato  l’attenzione collettiva dei piccoli uditori. Le slide che ritraggono il furore dominante del Duce sulle folle ammaliate hanno suscitato riflessioni serie e inquietanti su alcuni passaggi quotidiani della nostra società contemporanea. Il messaggio che emerge da questa iniziativa responsabilizza ogni soggetto, adulto o piccino, come portatore di un contributo importante per la nostra Storia collettiva, al pari dell’illustre (non più) sconosciuto soldato Cannas. La Giornata della Memoria rimane un’esperienza da custodire e tramandare piuttosto che un esercizio da ricordare. Chiaramonti lo afferma forte e chiaro.

Luigi Coppola

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