Alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna spopola il made in China

 

È stata la Cina il paese ospite d’onore quest’anno alla Bologna Children’s Book Fair, la Fiera del Libro per ragazzi che da 55 anni è il punto di riferimento per editori, autori, illustratori che lavorano nel mondo dell’editoria per l’infanzia. Tra gli appuntamenti più in vista di quest’anno   sono da sottolineare: il primo congresso europeo delle librerie indipendenti e il convegno per celebrare i 65 anni del prestigioso The New York Times Best Illustrated Children’s Books Award, l’unico premio al mondo che giudica il merito artistico dei libri valutandone le illustrazioni indipendentemente dal testo.

Il Dragone e la sua eccellenza, però, sono stati al centro dell’intera manifestazione.

La Cina ormai esporta in occidente anche i suoi eroi letterari, che già popolano l’immaginario dei bambini, creando nell’economia cinese, che non è solo vestiti ed acciaio, un microcosmo dai risvolti davvero interessanti.

Ci sono 367 milioni di ragazzi sotto i 18 anni in Cina, più dell’intera popolazione degli Stati Uniti e con lo sviluppo economico la domanda di cultura si è allargata enormemente. Tra i titoli più richiesti da grandi e piccini: Le avventure di Cipollino, di Gianni Rodari, Peppa Pig e il cofanetto del bestseller locale Piante contro zombie, che dal 2012 ha venduto circa 120 milioni di copie.

Nel suo complesso il mercato cinese conta un volume di circa 780 milioni di libri l’anno, con un potenziale che nei progetti del più grande editore del settore, Li Xueqian, può addirittura raddoppiare. Tuttavia, anche in Cina si combatte con il problema dei troppi titoli stampati all’anno, dei quali molti di bassa qualità, questo porta indecisione nei consumatori, famiglie ed insegnanti. Ciò, alla lunga, rappresenterebbe un problema, contando che per le famiglie della classe media cinese la lettura rappresenta un trampolino di lancio per i propri figli; mettere i bambini in età prescolare a contatto da subito con la parola scritta li attrezza ad affrontare un sistema scolastico dalle condizioni spietate. Giocare di sponda con le scuole, per l’industria del libro è, quindi, un canale di influenza, non solo di profitti.

Anche rispetto agli acquisti di libri on line, in formato digitale o cartaceo, si possono fare alcune riflessioni. La divaricazione culturale è evidente tra i giovani cinesi di città e quelli che in città non vivono: nove libri su dieci vengono acquistati e letti solo nelle grandi città, mentre nell’altra metà del paese il provincialismo e l’isolamento culturale sono ancora spaventosi.

Rimane il fatto che la fetta di giovani lettori cinesi è consistente. Quanto ai gusti, la scelta ricade molto spesso sulla narrazione ufficiale della “riscossa cinese”, ossia su argomenti che mettono al centro la rinascita culturale della Cina del 1800, ad opera dei suoi poeti ed intellettuali, subito dopo l’umiliazione della guerra persa contro il Giappone. Su questo fenomeno c’è addirittura chi parla di nuovo realismo, una vera e propria corrente letteraria che affonda le sue radici nella tradizione cinese (perciò estremamente cara anche al regime politico) e che si potrebbe imporre anche all’estero, in contrapposizione a tanti autori occidentali che si limitano ad imitare le atmosfere di Harry Potter e poco altro.

Rossella Marchese

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