Istat: l’inflazione al +1,3%

Secondo i dati dell’Istat il tasso di inflazione a giugno è sceso a +1,3% su base annua (dal +1,4% annunciato nella stima preliminare).

Tasso che desta comunque preoccupazione. L’incidenza dell’aumento dei prezzi, secondo l’Istituto di ricerca,  pesa in misura notevolmente maggiore sui redditi medio-bassi.

L’accelerazione del tasso di inflazione – secondo l’Istat  – è trainata dai prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto (soprattutto carburanti, frutta fresca e vegetali freschi).

Quello che più interessa alle famiglie è il tasso relativo al “carrello della spesa” che  aumenta del +2,2%.

“Un contributo inflazionistico deriva anche dai prezzi dei trasporti, che da inizio anno mostrano tensioni crescenti” – prosegue l’Istituto di statistica.

Federconsumatori interviene affermando  che “si tratta di “un classico”, in vista dell’estate. Non appena il traffico sulle strade aumenta in vista delle vacanze o dei brevi soggiorni fuori casa, ecco che i prezzi dei carburanti subiscono una impennata. Tutto ciò non farà altro che incidere negativamente sull’andamento, già tiepido, della domanda turistica”.

Prosegue sottolineando che con l’inflazione a questo livello “gli aggravi a carico di ogni famiglia ammontano a +384,80 Euro annui”.

Federconsumatori sottolinea che questi aumenti risultano insostenibili per le famiglie, che devono affrontare spese non proporzionate alle retribuzioni percepite.

Il risultato atteso è quello di una contrazione contrazione e contenimento della domanda interna.

“A fronte di tali dati si rendono sempre più urgenti e necessari interventi in grado di imprimere una svolta radicale a tale andamento, attraverso un serio il rilancio dell’occupazione ed una attenta redistribuzione dei redditi” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori Nazionale. “Si tratta di un’operazione fondamentale per gettare basi solide per una crescita equilibrata e sostenibile.”

Alessandra Desideri

 

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