Simone Martini: il celebre artista del 1300

Simone Martini è stato un pittore e miniatore italiano. Uno dei più influenti artisti del Trecento. Ingaggiato dal governo della comunità, dopo essere cresciuto nella bottega di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, fece la sua comparsa come primo pittore della città in cui era nato (Siena 1284) per dipingere la Maestà del Palazzo Pubblico di Siena. Da lì a poco venne chiamato dagli Angiò a Napoli (1317) per eseguire l’opera di San Ludovico di Tolosa che incorona il re Roberto. Tornato da Napoli, nel 1321, ridipinse i volti della Vergine, (della Maestà del Palazzo Pubblico di Siena) del bambino, delle due Sante e dei due angeli a loro più vicini, donando all’opera un profondo cambiamento. Ancora, tra il 1315 e il 1320 si trasferì ad Assisi per eseguire gli affreschi delle scene della vita di San Martino, situate nell’omonima cappella della Chiesa inferiore della Basilica di San Francesco, portando anche in questa meravigliosa opera un cambiamento stilistico. Simone, in quel tempo, era l’unico pittore che riusciva a livellare con Giotto; difatti, di fronte alle prove di quest’ultimo, Martini si confronta con i suoi affreschi e li recupera, anche se in un contesto molto diverso e cioè secondo uno stile di fatto cortese ridimensionando i personaggi in una forma più vera e più concreta.

Questo  permise all’artista di aprire la strada a un naturalismo nuovo e personale.
Anche l’importante opera napoletana raffigurante San Ludovico da Tolosa che incorona re Roberto,  (eseguita nel 1317, anno della colonizzazione del santo, e realizzato sempre dal grande artista senese), rappresenta, nella scena,  tutto il carattere di un’investitura: con la corona re Roberto riceve la sua legittimità da Ludovico, che al trono aveva rinunciato per seguire la propria vocazione. Procede la fama per l’audace maestro senese con la realizzazione di grandi opere d’arte come il glorioso Guidoriccio da Fogliano (1330), sempre per il Palazzo Pubblico di Siena. Sembrano incrementarsi i successivi sviluppi della pittura nordeuropea grazie al segno grafico teso nelle altre opere d’affresco di Simone ad Avignone nel 1336 (nel frattempo divenuta nuova sede della corte papale), con le pitture per la chiesa di Notre Dame des Doms eseguite per il cardinale Jacopo Stefaneschi: il dolcissimo affresco che raffigura il redentore e la madonna dell’umiltà. Ancora, nel 1342, Simone raffigura le amatissime scene raffigurate con stile teso e concentrato, delle Storie della Passione con il ritorno di Gesù fanciullo dopo la disputa coi Dottori. Poco tempo dopo ci sarebbe stata la creazione della memorabile annunciazione.

L’annunciazione
L’Annunciazione (dipinta da Simone nel 1333) riprende l’ispirazione cortese e fiabesca per il suo splendore dal fondo oro. Eseguita sempre per il Duomo di Siena, in collaborazione con Lippo Memi, Donato Martini, e Tederico Memmi.  Una meravigliosa opera d’arte dallo sfondo oro pervade lo spazio della rappresentazione con il suo bagliore. Il rilievo, appena accennato, quasi si perde nei contorni. I colori della vergine e dell’angelo sono incantevolmente luminosi e con il pavimento  in marmo dai colori diversi danno un tocco di eleganza e raffinatezza.  È dunque facile perdersi fra sogno e realtà e l’atteggiamento delicato delle figure domina l’intera opera tanto da donargli un effetto tridimensionale e non solo, i bordi ricamati delle vesti e la quadrettatura del manto dell’arcangelo Gabriele, le striature del piumaggio delle ali diventano di contributo per dare quel tocco di preziosità che regala un’atmosfera fiabesca. Da rimanere estasiati dinnanzi a tale capolavoro, principalmente perché l’opera rappresenta quel momento dell’annunciazione in cui l’arcangelo Gabriele giunge dal cielo per salutare la Vergine. Da quel momento in poi, l’artista senese eseguì diverse opere come l’affresco nella chiesa di santa Caterina d’Alessandria a Pisa, oppure il dipinto di San Luca Evangelista (J. Paul Getty Museum Los Angeles- tecnica tempera su tavola). Gli ultimi anni di vita, Simone, decise di trascorrerli ad Avignone dove impiegava il suo tempo a dipingere per sé stesso. L’illustre artista morì ad Avignone nel 1344.

Alessandra Federico

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