Carla Fracci, la regina della danza classica

Carla Fracci (Carolina Fracci), ballerina italiana, nasce a Milano il 20 agosto del 1936 e, sin da piccola, dimostra il suo talento per la danza; la sua innata eleganza, il suo portamento signorile e raffinato come quello di un cigno, l’hanno portata a diventare una delle più brave ballerine al mondo. Non a caso, dal New York Times, nel 1981, fu definita la prima ballerina assoluta.

Figlia di Luigi Fracci di origine sarde, sergente maggiore degli alpini in Russia stabilito a Milano dopo il ritorno dall’unione Sovietica e di Santa Rocca, operaia alla Innocenti di Milano, Carla, con l’arrivo della guerra, assieme all’intero nucleo familiare, si trasferisce dalla madre di Santa (Argelide) nella campagna di Volongo.

Al termine della guerra, Luigi Fracci, ottenne un posto come impiegato dell’azienda tranviaria come conducente a Milano e, da lì a poco, tornò insieme con la sua famiglia, nuovamente nella loro città natale. Carla, che aveva da poco iniziato la quinta elementare, quasi ogni pomeriggio, dopo aver terminato i compiti per la scuola, andava con la sua mamma e il suo papà al circolo ricreativo dell’azienda di trasporti dove, durante una festa di ballo, alcuni colleghi di lavoro di Luigi notarono, sin da subito, la grande capacità che la bambina aveva nel seguire a ritmo la musica riuscendo, perfettamente, a stare a passo con le note. Così, pochi giorni dopo la festa, grazie a chi l’aveva notata e convinto i genitori che fosse un talento sprecato e che studiando, probabilmente, sarebbe diventata una brava ballerina, Carla riuscì a sostenere un’audizione al Teatro alla Scala. Non fu arduo superare la selezione; la giovane aspirante ballerina fu immediatamente notata per il suo immenso talento, ma, come per tutte le passioni, anche la danza ha bisogno di tempo e dedizione, sacrifici e determinazione, inoltre, la danza classica richiede una severa disciplina e rigide regole da rispettare e, anche se questo a Carla non mancava, nei primi tempi, provò molta difficoltà ad adeguarsi in una circostanza per lei totalmente nuova e soffocante: Carla era solita danzare, correre e giocare negli spazi aperti come in campagna da sua nonna e, quindi, sentiva di dover fare grande sforzo per ambientarsi in un posto chiuso senza sentire nostalgia della libertà.

Per trovare continui stimoli, incoraggiamenti e riuscire a sentirsi ugualmente a suo agio quando danzava, Carla, pensava ai momenti trascorsi con sua nonna in campagna, momenti in cui si sentiva libera come una libellula: la libellula è stata per lei il simbolo che l’ha accompagnata durante tutta la sua carriera da ballerina, perché era per lei l’emblema della leggerezza, e questi pensieri gioiosi e positivi l’hanno sostenuta nei momenti di sconforto e aiutata a risollevarsi ogni volta che crollava sia psicologicamente che fisicamente.

Un altro pilastro della sua vita, soprattutto durante la sua carriera, per Carla è stata Margot Fonteyn, sua compagna di danza nonché migliore amica.

Margot riuscì a far sentire Carla a proprio agio, ponendole un differente punto di vista nei confronti di quella disciplina tanto severa che la Fracci spesso non riusciva a reggere: la danza le avrebbe portate lontano, magari insieme, e le avrebbe fatto viaggiare, sognare, appassionare e vivere davvero, e a queste parole, Carla, si strinse forte per tutta la vita. Margot regalò a Carla una spilla d’oro a forma di libellula che quest’ultima avrebbe portato sempre con sé, come una sorta di portafortuna.

Carla aveva una forte passione per la danza classica e stava finalmente credendo fortemente nelle sue doti, e oramai il suo talento stava diventando evidente agli occhi di tutti: dopo soli due anni di studio alla Scala, la Fracci, divenne danzatrice solista (prima ballerina). Si diplomò nel 1954 e fu il giorno più emozionante della sua vita insieme al giorno del suo matrimonio: la mitica danzatrice italiana trovò tempo anche per la sfera amorosa, sposò il regista Beppe Menegatti nel 1964 e nel 1969 diede alla luce il figlio Francesco. Beppe, da quel momento in poi, gestì la regia delle creazioni interpretate da Carla.

Il London Festival Ballet, il Sadler’s Welles Ballet (ora Royal Ballet), il Balletto di Stoccarda e il Balletto reale svedese furono le compagnie con le quali la Fracci danzò tra la fine degli Anni Cinquanta e gli Anni Settanta.

Il cavallo di battaglia della Fracci era Giselle, a lei seguirono tante altre interpretazioni di ruoli drammatici e romantici come La Sylphide, Romeo e Giulietta, Coppélia, Francesca da Rimini, Medea.

La sua strada era spianata e la Fracci non poteva che godersi tutto quel successo che cresceva di giorno in giorno; Carla danzò con diversi noti ballerini come il grande Rudolf Nureyev, Vladimir Vasiliev, Henning Kronstam, Alexander Goduov, Gheorghe lancu, Marinel Stefanescu, e con il mitico Roberto Bolle.

La Fracci iniziò a comparire anche nelle serie televisive come quella dello sceneggiato Rai, diretto da Renato Castellani nel 1982. Mentre, alla fine degli Anni ‘80, la regina della danza diresse il corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli.

Dal 1996 al 1997 diresse il corpo di ballo dell’arena di Verona. Interpretò anche ruoli nei programmi: Il pomeriggio di fauno, Onegin, La vita di Maria, A.M.W., La bambola di Kokoschka. Furono innumerevoli le sue interpretazioni nel corso di quegli anni e tutti ruoli principali. Donna forte, caparbia e temeraria era diventata la Fracci, tanto da riuscire a coprire diversi ruoli nel corso della sua vita: dal 1994 fu membro dell’Accademia di Belle Arti di Brera e dal 1995 fu presidente dell’associazione ambientalista Altritalia Ambiente. Ancora, nel 2004 fu nominata Ambasciatrice di buona volontà della FAO. Anche lo Zecchino d’Oro la invitò nel 1997 come ospite alla serata finale della 40esima edizione.

Per ben 10 lunghi anni diresse il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dal 2000 al 2010. Nel 2008 fece parte dell’album “Studentessi”, con il gruppo rock “Elio e le storie tese”. Anche non più in giovane età la suprema della danza continuava a praticare le sue passioni: dicembre 2013 pubblicò la sua prima autobiografia con Arnoldo Mondadori Editore, intitolata “Passo dopo Passo” a cura di Enrico Rotelli.

Nel giugno del 2009 fino al 2014 è stata Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze. Nel 2015 è stata ambasciatrice di Expo. Carla Fracci è morta il 27 maggio del 2021 a 84 anni. La determinazione e l’audacia della Fracci, icona nel mondo della danza classica, sarà di grande insegnamento per chiunque abbia un sogno da realizzare.

Alessandra Federico

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