Le barriere non solo architettoniche

Le barriere sono qualsiasi cosa che impedisca o renda difficoltoso ed insicuro il movimento.

Queste barriere nascono da molto lontano e non si circoscrivono esclusivamente a quelle erette   dai  progettisti ma sono quelle che innalziamo con la nostra mente, chiudendoci in un cieco egoismo che caratterizza tutti i nostri gesti e che definisce il nostro comportamento sociale.

“Le barriere alla comunicazione sono muri e fili spinati che impediscono la relazione intima e lo spazio e della reciproca accoglienza” (Dott. Pietro Lombardo).

Cosi il progettista  non tiene  conto  di chi    dovrà utilizzare   gli strumenti   o percorrere  i luoghi da lui   realizzati ed ognuno si  comporta  e  compie azioni  che  non tengono  conto  delle necessità o desideri degli  altri.

La soluzione all’abbattimento delle barriere deve principalmente essere quella che va ad incidere sulla loro reale causa, le barriere mentali, l’egoismo che condiziona ogni nostra decisione, comportamento ed attività e che ci ritorna sotto forma di invivibilità ambientale, violenza,  insicurezza difficoltà a vivere a pieno la nostra vita.

E  questo  lo  vediamo evidente  in ogni aspetto  della vita  sociale  nella disaffezione nel proprio ruolo, che sia di genitore, insegnante, impiegato, operaio, amministratore pubblico, nel nostro  comportamento nei confronti dell’ambiente  dove riversiamo dappertutto ed in maniera selvaggia  i rifiuti, guidando moto, auto, bici e monopattini senza rispettare le regole, salendo  su  marciapiedi oppure andando contromano, guidando e parlando allo smartphone, occupando abusivamente  spazi  pubblici con tavoli, merce,  cassonetti  dei rifiuti, etc.

Tutto nell’indifferenza generale anche di chi dovrebbe vigilare.

Alessandra Federico

Baccalà Village a San Marco Evangelista: un tripudio di sapori , cultura e divertimento.

Prosegue il Baccalà Village, la kermesse gastronomica itinerante dedicata al baccalà, giunta alla sua quarta tappa. L’appuntamento di questo inizio autunno si terrà a San Marco Evangelista (CE), presso l’ampio Polo Fieristico A1 Expo (uscita Caserta Sud), da oggi, Venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre, ingresso libero dalle ore 18 alle 24. L’evento è ideato dallo chef “scellato” (come si autodefinisce) Antonio Peluso, della Locanda del Baccalà di Marcianise. Per questa tappa, Peluso ha previsto due importanti novità: la partecipazione degli chef stellati e delle star dei social, in particolare di TikTok, il pizzaiolo Errico Porzio e lo chef Peppe Di Napoli dell’omonima pescheria e due nuovi piatti da scegliere nelle tre consuete proposte di menu, ovvero il baccalà alla brace e la zuppa di baccalà con patate. Nelle tre classiche proposte di menu, logicamente il baccalà sarà l’ingrediente principale: una prima proposta dove si potrà scegliere un antipasto, un primo tra paccheri con pomodorini, olive e capperi e baccalà, risotto al radicchio, provola e baccalà e ziti alla genovese di mare con baccalà, oltre alla bevanda, al dolce e al caffè. Un secondo menu dove ci sarà sempre un antipasto a scelta e un secondo a scelta tra baccalà fritto con contorno, baccalà in cassuola o gratinato al forno con mandorle, e ovviamente bibita, dolce e caffè, e poi il menu completo con antipasto, primo, secondo, dolce, bibita e caffè. Mentre per gli amanti della pizza ci saranno la pizza bianca e quella rossa, entrambe ovviamente con baccalà. Per coloro che non sono amanti del baccalà saranno a disposizione le stesse proposte gastronomiche, prive però dell’ingrediente protagonista. Tra i dessert, oltre alla consueta sfogliatella classica napoletana e al cioccolatino al baccalà già raccontato da chef Peluso nel suo libro “50 Sfumature di Baccalà”, spicca la novità assoluta della graffa di Zio Savino, food influencer e volto noto televisivo. Venerdì 29 settembre alle 19.30 è in programma un incontro dedicato alla tradizione del baccalà, e moderato dal direttore responsabile della Buona Tavola Magazine Renato Rocco, coi seguenti relatori: il giornalista del Mattino e critico enogastronomico Luciano Pignataro, l’Assessore della Regione Campania all’Agricoltura Nicola Caputo, il Presidente della Provincia di Caserta Giorgio Magliocca, Antonio Limone direttore dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno e i sindaci delle precedenti tappe del Baccalà Village 2023. Porteranno poi i saluti istituzionali il sindaco di San Marco Evangelista Marco Cicala e ovviamente il padrone di casa Antimo Caturano, Presidente dell’A1 Expo. “Dopo aver sdoganato questo alimento dal tradizionale consumo invernale, tipico del periodo natalizio, l’obiettivo è dimostrare che si può gustare il baccalà a prezzi popolari, nonostante il periodo che stiamo attraversando e il costo della materia prima. Anche con soli 15, 18 euro, ad esempio”, assicura lo chef Peluso. Il pensiero va già alla quinta e ultima tappa 2023 del Baccalà Village, prevista per il prossimo Natale a Pignataro Maggiore (CE), con cui salutare l’anno e rimandare alla prossima e terza edizione del 2024 con nuove date e tappe tutte da scoprire.
Ivan Matteo Criscuolo

Il Museo di Nola ospita la tavola rotonda “Disabilità e diritti per una società più inclusiva”

Si terrà oggi 16 giugno 2023 alle ore 16:30 presso il Museo storico archeologico di Nola, Via Senatore Cocozza, 1 – Nola (NA), la tavola rotonda in presenza e online dal titolo “Disabilità e diritti per una società più inclusiva” organizzato dal Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”.

 Il Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” prosegue anche quest’anno il suo impegno nell’ambito del Service sulla Disabilità con un secondo momento di approfondimento che segue quello che ha riscosso notevole successo lo scorso anno.

A Nola si discute di “Disabilità e diritti per una società più inclusiva”

Si terrà domani venerdì 16 giugno alle ore 16:30 presso il Museo storico archeologico di Nola, Via Senatore Cocozza, 1 – Nola (NA), la tavola rotonda in presenza e online dal titolo “Disabilità e diritti per una società più inclusiva” organizzato dal Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”.

 Il Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” prosegue anche quest’anno il suo impegno nell’ambito del Service sulla Disabilità con un secondo momento di approfondimento che segue quello che ha riscosso notevole successo lo scorso anno.

Una tavola rotonda, quella organizzata nel Museo di Nola, che si propone di essere un importante momento di incontro/confronto e riflessione su alcune delle principali tematiche legate alla tutela dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie e sull’importanza di riuscire a mettere insieme sinergie in grado di rendere la società realmente inclusiva.

Spesso, forse troppo spesso, le famiglie vengono lasciate sole a districarsi nei meandri della burocrazia per poter agire i diritti garantiti dalla legislazione e dalla normativa di cui, peraltro, a volte non sono neppure a conoscenza, facendosi interamente carico, anche economicamente, del gravoso impegno di assistere i propri cari, con le conseguenti difficoltà di conciliare, in particolare per le donne, la vita lavorativa con quella familiare e personale.

La mancanza di  adeguati supporti territoriali, in particolare nel Sud del nostro Paese, aggrava la situazione, rendendo sempre meno inclusiva la nostra società.

Porteranno i loro saluti:

Dott. Aniello Manzi, Presidente Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”

Prof. Gaetano Manfredi, Sindaco della Città Metropolitana di Napoli

Dott. Carlo Bonauro, Sindaco del Comune di Nola

Dott. Giacomo Franzese, Direttore Museo storico archeologico di Nola

Dott.ssa Isabella Bonfiglio, Consigliera di Parità della Città Metropolitana di Napoli

Avv. Immacolata Troianiello, Presidente Consiglio dell’0rdine degli Avvocati di Napoli

Avv. Arcangelo Urraro, Segretario Unione regionale dei Fori campani

Dott. Ing. Gennaro Annunziata, Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli Prof.ssa Maura Striano, Assessore alla Scuola e all’istruzione del Comune di Napoli

Dott.ssa Esther Flocco, Presidente nazionale AIMC Associazione Italiana Maestri Cattolici

Avv. Giusi Lanzaro, Presidente Il Circoscrizione Distretto 108 YA Lions Club International

Dott. Tommaso Di Napoli, II Vice Governatore Distretto 108 YA Lions Club International

Dott. Pasquale Bruscino, I Vice Governatore Distretto 108 YA Lions Club International

 Introduce e modera

Dott.ssa Bianca Desideri, Giornalista-Giurista,Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”

 Interventi

Avv. Claudio De Leo, Coordinatore Service Disabilità Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”

Avv. Francesco Urraro, Consiglio di Presidenza del Consiglio di Stato

Prof. Massimo Fragola, Docente di Diritto dell’Unione Europea Università della Calabria –

Presidente SSIP Seminario Permanente di Studi Internazionali

Dott.ssa Patrizia Ordasso, Responsabile DC AP Affari Sindacali Gruppo Intesa Sanpaolo

Dott. Giuseppe Desideri, Segretario Generale UMEC-WUCT  World Union of Catholic Teachers Ing. Franco Del Conte, Segretario Generale AIPROS Associazioen Italiana Professionisti della Sicurezza

Prof. Alessandro Pepino, Delegato del Rettore per la Disabilitàe DSA Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Dott.ssa Giovanna De Leo, Responsabile Cure Primarie ASL NA3 Sud-Distretto 54 –

Responsabile GMA “Squadra supporto dei Leader”Area statistiche e ricerca formativa Distretto 108 YA Lions Club International

Ing. Paola Astuto, Coordinatrice Commissione Pari Opportunità dell’0rdine degli Ingegneri della Provincia di Napoli

Dott. Giovanni Meo, Referente Distrettuale del Service “Un poster per la pace” e già Referente

Distrettuale “Cani Guida” Distretto108 YA Lions Club International

Dott. Maurizio di Gennaro, Presidente CdA Coop.Umanista Mazra – Coop. soc.a r.l.Onlus

 Conclusioni  

Prof. Franco Scarpino, Governatore Distretto 108 YA Lions Club International

La tavola rotonda ha valore per l’acquisizione di n. 3 crediti formativi presso l’Ordine degli Avvocati di Napoli e n. 3 crediti formativi presso l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli.

Segreteria Organizzativa Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”: Dott.ssa Gelsomina Cepparulo – Avv. Claudio De Leo – Dott.ssa Bianca Desideri

Ordine degli Ingegneri della Provincia di Napoli: Ing. Giuseppe Angri – Ing. Paola Astuto

L’evento è in corso di approvazione del COA di Nola per il riconoscimento del patrocinio morale.

Con la partecipazione degli Istituti scolastici: l.S.l.S. “G. Albertini” Nola – L.C.L.“G. Carducci” Nola -l.S.l.S.“L. De Medici” – Ottaviano.

Si ringrazia: lstituto I.P.S.S.E.0.A “Carmine Russo” di Cicciano.

 

 

Napoli finalmente si avvera il sogno del 3 scudetto, domenica si replica la festa al Maradona

Un’atmosfera di attesa e di festa quella che si è vissuto e si continua a vivere in questi giorni a Napoli per il tanto atteso scudetto che finalmente si è concretizzato in trasferta. Sono stati necessari ben 33 anni perché finalmente i tifosi del Napoli potessero festeggiare il terzo scudetto in città e in tutto il mondo.

Un cocktail vincente quello che ha portato alla vittoria, una vittoria corale dell’intera squadra, dei tifosi e di tutta la città che da mesi ha atteso e preparato la festa colorando con nastri di bianco e azzurro le vie di una Napoli invasa dai turisti.

Un sogno tanto atteso ma ben costruito nel corso degli anni, da quel doloroso cammino di rimonta dalla serie C fino alla vittoria che ha coronato attesa e sacrifici.

Domenica al Maradona sarà sicuramente di nuovo festa.

Antonio Desideri

40 anni di attività per il Classic Car Club Napoli

Il Classic Car Club Napoli è giunto al quarantesimo anno di attività! Un bel traguardo per un sodalizio che ha saputo radicarsi sul territorio diventando il punto di riferimento per gli amanti dei veicoli d’epoca: federato ASI (Automotoclub Storico Italiano) è al primo posto in Italia come numero di soci, anche quest’anno sopra le 5.000 unità; ben 18 Manovelle d’Oro (massimo riconoscimento ASI per qualità delle manifestazioni organizzate) conquistate negli ultimi 25 anni; da quest’anno il Triangolo d’Oro ha ricevuto il FIVA National Event Certificate che inserisce il più rinomato raduno del sodalizio napoletano fra i migliori al mondo. Sono questi alcuni dei traguardi più prestigiosi nella bacheca del Club. L’associazione napoletana è attivissima nella promozione della cultura motoristica e del territorio in cui vive e opera. I suoi raduni fanno conoscere la nostra regione e la nostra enogastronomia, risultando un volano eccezionale nel pubblicizzare turisticamente la Campania e le sue eccellenze.

Artefice di questo successo è senza ombra di dubbio il presidente Giuseppe Cannella, da 27 anni alla guida del Classic Car Club Napoli. Si schernisce il presidente: “noi abbiamo sempre lavorato con tanta passione e umiltà, consapevoli però delle nostre capacità. Tutto è partito nel 1996 con Vincenzo Sportiello, che mi propose di intraprendere questa avventura. Il Classic Car Club Napoli aveva all’epoca 92 soci e c’erano mire per smembrarlo da parte di altri club più strutturati ed importanti in Campania. Fu quasi una scommessa”.

Con Vincenzo Sportiello e Luigi Iervolino (ancora oggi attivissimo all’interno del Club) comincia l’avventura. Giuseppe (Geppino per tutti) Cannella mette tutta la sua grande esperienza maturata nell’automobilismo agonistico per rilanciare il Classic Car Club Napoli: “Negli anni in cui mi cimentavo al volante nelle gare locali fondai la prima scuderia la “33” e dopo pochi anni, insieme a Dario Cusani e Ciro Nappi, creammo la Scuderia Vesuvio. Furono anni entusiasmanti e, grazie al lavoro di tutti, diventammo un punto di riferimento importantissimo per i piloti dell’epoca. Basti pensare che in poco tempo la Scuderia Vesuvio divenne la più grande squadra corse del centro sud Italia e ci levammo anche moltissime soddisfazioni con risultati di prestigio sia in Italia che all’estero. I ruoli all’epoca erano ben definiti: Ciro era il presidente, Dario era il direttore sportivo ed io il direttore tecnico. Intanto ero passato a correre con le Sport Prototipo: avevo una Chevron B19/21 con motore Cosworth 1.600 cc con cui ho gareggiato fino al 1979. Qui c’è un aneddoto che mi piace raccontare: ho corso per ben 7 anni con le stesse gomme, scelsi apposta una mescola molto dura per non doverle cambiare spesso, visti i costi, ma comunque riuscii a centrare ottimi risultati, con tante vittorie di classe. Con la Vesuvio creammo anche una scuola piloti ed anche lì siamo riusciti a lasciare il segno”.

Ma la passione per i motori di Geppino Cannella parte ancora prima: “avevo 6 anni quando scappavo in officina da mio padre ad ogni minima occasione. Lui non era molto contento ma a me inebriava l’odore della benzina ed il rombo dei motori. Ero capace di stare ore ad osservare il lavoro. Poi mio padre mi portò a vedere il Gran Premio di Napoli e lì fu la fine… – racconta sorridendo – negli anni successivi non nascondo che marinai la scuola per correre a vedere le prove del Gran Premio, letteralmente rapito dalle Formula 1 dell’epoca. Ricordo che un volta ero nel paddock e potetti avvicinarmi alla Vanwall di Stirling Moss che fu la prima vettura di Formula 1 a montare i freni a disco. La macchina era appena rientrata ai box ed io allungai le mani su quel disco scottandomi irrimediabilmente…”.

La sua esperienza continua, anche se ostacolata vivacemente dal padre: “Lui era un ex militare, abituato a comandare e non accettava insubordinazioni. Io ero attratto dalla meccanica. Ad undici anni approfittai di una sua assenza in officina per assemblare il motore di una Fiat 110. Lui tornò trovandomi a lavorare e ricordo ancora la sua reazione. Ma subito dopo mi impose di finire il montaggio e se avessi sbagliato avrei avuto il resto appresso… Quello fu il primo motore che completai ed anche se mio padre non era un uomo molto espansivo, lessi nei suoi occhi un’orgogliosa approvazione per il lavoro svolto”

Poi cominciarono le corse: “con la Fiat 500 con cui giravo tutta la settimana. Aspettavo il venerdì sera, quando mio padre andava via dall’officina per montare l’assetto e fare la messa a punto alla mia 500 e poi il sabato andavo sui campi di gara. Ho cominciato con le cronoscalate perché erano, all’epoca, le meno costose e le più vicine a Napoli. Per correre in pista avrei dovuto andare a Vallelunga, dopo Roma, e diventava certo più complicato”

Ma torniamo al Classic Car Club Napoli ed al 1996: “cominciammo questa avventura senza avere un piano preciso e conoscenze specifiche nel campo delle auto d’epoca. Avevo competenza tecnica ma su molte cose ho dovuto praticamente riformarmi professionalmente. Abbiamo seguito il cuore, cercando di raggruppare gli amici appassionati di auto. Cominciammo ad incontrarci ad ascoltare tutti i suggerimenti e cominciammo ad organizzare i primi raduni. Con il passato corsaiolo di molti soci era naturale che nascesse la Rievocazione Storica del Gran Premio di Napoli e fu subito un grande successo. A ruota sono nati il Tour della Penisola, 5 giorni in giro per i luoghi più belli della costa amalfitana e sorrentina, il Triangolo d’Oro e Ischia in Rosso (dedicato alle Ferrari di ogni epoca), 8 giorni sull’isola verde, che oggi sono i nostri raduni più importanti ed apprezzati anche a livello internazionale. Poi cominciai a capire il mondo ASI e a stringere rapporti con il presidente Roberto Loi. Sono stato commissario per i concorsi di eleganza, vice presidente della commissione tecnica e per molti anni anche consigliere federale. Ed intanto cresceva la struttura del club”

Poi giunse un socio giovane che voleva iscrivere la Lancia Appia di famiglia: “nel 2000 si presentò al club Raffaele Cocozza. All’epoca faceva un altro lavoro, ma si dimostrò appassionato e ricco di iniziativa. Oggi è il vicepresidente del Classic Car Club Napoli ed ha cominciato anche lui ad essere molto apprezzato in ASI. Per il Classic Car Club Napoli è diventato un pilastro insostituibile. Con mia moglie Giosy(che è sempre stata al mio fianco), Valentina e Teresa sono la struttura portante del nostro sodalizio: senza il loro appoggio e dedizione difficilmente si sarebbero raggiunti questi risultati”.

Oggi il Classic Car Club Napoli è certamente una realtà consolidata ed apprezzata nel settore delle vetture d’epoca: “nel tempo ci siamo strutturati, e non solo dal punto di vista amministrativo. Abbiamo inaugurato nel 2007 la nuova sede del Club: siamo ad Agnano ed abbiamo un bell’ufficio con capannone e officina annesso, dove, fra l’altro, si tengono le nostre sedute di omologazione ASI sempre molto numerose: basti pensare che viaggiamo su 50-60 richieste all’anno di Targa Oro ASI, che è il massimo riconoscimento che la nostra federazione rilascia ai veicoli storici esaminati. Da 5 anni abbiamo acquisito una struttura adiacente che è diventato il nostro circolo culturale. Qui teniamo assemblee e premiazioni annuali, ma soprattutto l’idea è quella di lanciare un “Club” all’inglese, dove i soci possono riunirsi, consultare la libreria che stiamo facendo crescere, grazie anche alla generosità dei nostri iscritti, e scambiarsi informazioni. O anche passare qualche ora in compagnia. Nel nostro quarantesimo anniversario in questa sede terremo incontri e convegni sull’automotive e sulla promozione turistica della nostra regione”

Ma per Geppino Cannella, la voglia di fare, di migliorarsi, non si ferma qui: “cerchiamo di offrire sempre il massimo nella vita del club. Già l’assistenza a 360 gradi per la parte burocratica (pratiche, assicurazione) e, quando serve, anche consulenza tecnica. Le nostre manifestazioni puntano sempre all’eccellenza con i migliori alberghi, come il Regina Isabella a Lacco Ameno o l’Excelsior Vittoria a Sorrento, ed i migliori ristoranti dei luoghi da noi visitati. Credo che questa sia la base irrinunciabile delle iniziative targate Classic Car Club Napoli”.

Fra i sogni da inseguire c’è una “vera” rievocazione del Gran Premio di Napoli: “con le prime edizioni speravamo di spronare la giunta comunale a risistemare l’asfalto del vecchio circuito di Posillipo. Certo non sarebbe proponibile una gara automobilistica, ma far girare ad andatura turistica le vetture che all’epoca parteciparono a quella gara sarebbe straordinario. In altre città come Bari o Pescara questo si fa. Noi siamo limitati al solo rettilineo di partenza che è ancora, almeno in parte, transitabile. Il resto del tracciato è impraticabile anche per un fuoristrada, figuriamoci per vetture di Formula 1 o Prototipi. Spero sempre che i nostri amministratori si rendano conto di quale volano per il turismo potrebbe essere una manifestazione del genere”.

E poi a settembre la grande festa dei 40 anni: “stiamo preparando qualcosa di importante. Credo che ce lo meritiamo noi e tutti i nostri soci”.

Ilio Ascione

Presso la FoCS  il laboratorio di Musicoterapia MUSICAL… MENTE a CUORE

Grande partecipazione di presenza ed emotiva sabato 29 aprile per l’Open Day FoCS organizzato presso la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus a Materdei, presieduta dal prof. Antonio Lanzaro.

Un Open DAY  dedicato alla presentazione del Laboratorio di Musicoterapia.

MUSICAL… MENTE a CUORE, questo è il titolo scelto per il laboratorio e l’iniziativa che ha lanciato questo importante presidio a Materdei realizzato in collaborazione con l’Associazione “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive e l’Associazione Culturale “Napoli è”.

Interessanti tutti gli interventi che hanno messo in evidenza l’importanza del fare rete e del lavoro che le Associazioni e gli Enti del Terzo settore svolgono sui territori spesso fornendo servizi lì dove sono mancanti.

Il Dott. Enrico Platone, Consigliere delegato alla Consulta Associazioni e Organizzazioni di volontariato ed ETS Municipalità 2, ha evidenziato il lavoro che l’associazionismo svolge ed ha portato i saluti dell’Avv. Roberto Marino, Presidente  Municipalità 2  Comune di Napoli.

L’incontro è stato condotto dalla giornalista dott.ssa Bianca Desideri che ha portato anche i saluti dei presidenti della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus e dell’Associazione Culturale “Napoli è” ed ha ringraziato i presenti in sala, i collaboratori e gli amici della Fondazione e tutti coloro che hanno deciso di aderire a questa iniziativa.

Il Dott. Giuseppe Palmieri, Presidente “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive ha illustrato le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del progetto presso la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus. Sono intervenuti il Dott. Francesco Maria Caso – Musicoterapista e Tecnico del non Verbale Benenzon, che sarà impegnato nella conduzione del laboratorio di Musicoterapia e che ha spiegato l’utilizzo di alcuni strumenti musicali nell’ambito delle attività laboratoriali; la dott.ssa Sara De Lorenzo dell’Associazione Voce di… Vento; la Dott.ssa Ida Piccolo, Conduttrice, Speaker e  Giornalista; la dott.ssa Maria Rosaria Toso, vice presidente dell’Associazione Voce di… Vento.

La mattinata ha visto la preziosa e brillante presenza dell’ospite d’onore, il cantautore Michele Selillo che ha parlato della sua esperienza musicale e di collaborazione con il mondo dell’associazionismo.

Musical…mente a cure è un’iniziativa fortemente voluta per venire incontro alle esigenze del territorio e delle famiglie che risiedono nella Municipalità 2. Un ulteriore importante presidio di supporto alle esigenze dei più deboli si aggiunge a Materdei a quello già attivo a cura dell’Associazione “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive nella zona Mercato.

Per informazioni e contatti: Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus – Piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3 – 80136 Napoli – tel. 081-5641419 e-mail casadelloscugnizzo@libero.it

Associazione “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive  – Corso Garibaldi n. 394 – 80142 Napoli – tel. 3290780591 e-mail: vocedivento@gmail.com.

Antonio Desideri

Open DAY  FoCS  MUSICAL… MENTE a CUORE

Appuntamento sabato 29 aprile alle ore 10.00 presso la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus in piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3, presieduta dal prof. Antonio Lanzaro,  per l’Open DAY  FoCS  MUSICAL… MENTE a CUORE che lancia il Laboratorio di Musicoterapia realizzato in collaborazione con le Associazione “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive  e Associazione Culturale “Napoli è”.

Ospite d’onore della manifestazione l’artista Michele Selillo.

Dopo i saluti dell’Avv. Roberto Marino, Presidente  Municipalità 2  Comune di Napoli; del Dott. Enrico Platone, Consigliere delegato Consulta Associazioni e Organizzazioni di volontariato ed ETS Municipalità 2; del Prof. Antonio Lanzaro, Presidente Fondazione Casa dello Scugnizzo Onlus, del Dott. Giuseppe Palmieri, Presidente “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive,  dell’Ing. Carlo Valle dell’Associazione Culturale “Napoli è”, parleranno dell’iniziativa la Dott.ssa Ida Piccolo, Conduttrice, Speaker e  Giornalista; il Dott. Francesco Maria Caso – Musicoterapista e Tecnico del non Verbale Benenzon; la Dott.ssa Bianca Desideri  – Giornalista – Direttore Centro Studi e Ricerche “Mario Borrelli” Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus.

Saranno in esposizione vari strumenti musicali del Laboratorio di Musicoterapia.

Un’iniziativa fortemente voluta per venire incontro alle esigenze del territorio e delle famiglie che risiedono nella Municipalità 2. Un ulteriore importante presidio di supporto alle esigenze dei più deboli si aggiunge a Materdei a quello già attivo a cura dell’Associazione “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive nella zona Mercato.

“La Musicoterapia sfrutta il potere della musica come strumento di coesione sociale. Con la musicoterapia si può facilitare lo sviluppo della cooperazione tra utenti eliminando qualsiasi forma di giudizio nei confronti delle manifestazioni degli stessi, rinforzando e sostenendo le motivazioni, gli interessi e le preferenze che essiesprimono, si possono anche scoprire quelle risorse che di solito non emergono e valorizzare forme diverse d’intelligenza. Attraverso la musica si impara ad ascoltare, si coltiva il benessere psicofisico, si migliora l’attenzione, si riconoscono le emozioni,si riscopre la creatività”.

Per informazioni e contatti: Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus – Piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3 – 80136 Napoli – tel. 081-5641419 e-mail casadelloscugnizzo@libero.it

Associazione “Voce di… Vento APS” Autismo e altre disabilità intellettive  – Corso Garibaldi n. 394 – 80142 Napoli – tel. 3290780591 e-mail: vocedivento@gmail.com

Anni ‘70: moda hippy, libertà e una nuova vita per la donna italiana

Il futuro apparteneva a loro: i giovani idealisti degli Anni ‘60 aspettavano impazienti il decennio successivo, decennio ricco di mutazioni sociali e di rivoluzioni. Sono stati anni che hanno totalmente cambiato il destino di un’intera generazione. Li ricordiamo, nonostante siano stati attraversati dalla generazione dell’ideologia e dal terrorismo, gli anni della più totale libertà, soprattutto per la donna, e per le rivendicazioni dei diritti di quest’ultime oramai non più considerate fenomeni di minoranza poiché aspiravano all’autorealizzazione. È stato un decennio che ha cambiato totalmente la società – come ad esempio l’avvenimento del 18 settembre 1970 quando in Italia ci fu un profondo cambiamento culturale: entrava in vigore la legge sul divorzio. Gli Anni ‘70 sono stati anni ricchi di nuovi avvenimenti e di mutamenti che hanno cambiato per sempre la visione del mondo da quel momento in avanti. Un decennio di grandi rivoluzioni tra le scuole occupate, i cortei delle donne, la nascita del primo movimento di liberazione omosessuale italiano, le manifestazioni, la scoperta della pillola anticoncezionale, delle prime esperienze riguardo all’assunzione di sostanze stupefacenti. In quei meravigliosi ma frenetici e folli Anni ‘70 c’era il coraggio di lottare e la voglia di vivere la vita. “Cambiare la società e farla diventare più giusta”, questo era l’obiettivo e i giovani che volevano ottenerlo erano in tanti e tutti volenterosi di vivere in un mondo migliore con più diritti e uguaglianze.
Anche la moda cambia
Tuttavia, di pari passo, non poteva non subire un grande mutamento anche l’abbigliamento. La moda degli Anni ‘70 assunse la forma di un grande movimento, quel movimento che stava per cambiare e rivoluzionare, appunto, anche la storia della moda. La moda si divideva secondo le diverse idee politiche: giacca di pelle, Ray Ban e la polo Lacoste erano prerogativa dei giovani di destra, invece, chi indossava l’eskimo verde abbinato ai jeans, maglioni larghi e borse a tracolla in cuoio o in tela erano quelli di sinistra. Gli hippy indossavano anche camicie larghe e lunghe tuniche trasparenti, colori sgargianti, le texture prendevano la forma di grandi fiori colorati e non solo, anche tra i lunghissimi capelli aggrovigliati sfoggiavano nastri e fermacapelli a forma di fiori e questo look era proprio il simbolo della libertà. Non a caso, la parola chiave era anti-fashion, voleva significare che tutto era permesso di indossare dai vestiti di cotone a basso costo all’Haute Couture, perché ciò che contava era non avere un look noioso e pare proprio che ci siano riuscita alla grande.
In quegli anni Elio Fiorucci fu il primo in Italia a captare questo tipo di moda e da lì a poco creò a Milano un grande emporio bazar che diventò punto d’incontro dei giovani, vi si poteva, oltretutto trovare ciò che più si desiderava per essere al passo con la bizzarra moda di quel tempo: zatteroni altissimi, jeans a zampa di elefante, camicie a fiori, e gadget colorati di tutte le forme e dimensioni, tute colorate elastiche aderenti adatte alla disco-dance. Non solo, giacche di pelle e Ray Ban per la clientela che seguiva l’altro stile di moda di quel tempo. Ma Yves Saint Laurent era, in quel periodo, lo stilista di moda più intraprendente e geniale. Le sue creazioni erano innovative e fantasiose poiché dettate dalla sua passione per l’arte. Yves credeva che l’ispirazione maggiore avrebbe potuto averla soprattutto grazie alla strada: aveva capito che avrebbe dovuto frugare, rovistare nel passato per rivisitare l’abbigliamento femminile creando così uno stile unico con il blazer, lo smoking, il trench, il tailleur-pantalone, il giubbotto di pelle che hanno immediatamente cambiato la visione riguardo alla donna. Finalmente lui e lei avevano lo stesso aspetto e rispetto in un’epoca ricca di positività, libertà e voglia di cambiare il mondo.
Alessandra Federico

Marta Marzotto, stilista e regina dei salotti

Icona dello stile italiano la Marzotto era nata a Scandiano, una piccola cittadina della provincia di Reggio Emilia nel 1931, morta il 29 luglio scorso. Figlia di un casellante delle ferrovie e di una mondina, nel 1954 sposa il conte Umberto Marzotto dal quale ha cinque figli. Tra questi Paola, nata nel 1955 e madre di Beatrice Borromeo. Stilista ed ex modella, ha lasciato un segno profondo nella vita culturale del Paese.

Marta Marzotto è morta dopo una breve malattia vissuta nella massima riservatezza circondata dall’affetto di tutti i suoi figli e nipoti. “Abbiamo raccolto il suo insegnamento, hanno dichiarato i figli, è stata una madre e una nonna molto affettuosa”. “Ho un ricordo fino all’ultimo di grande ottimismo, di fame della vita, di voracità verso la vita. Ha voluto sapere giorno per giorno le avventure di vita di ognuno di noi figli e dei nipoti. Ci ha sempre spronato ad andare avanti, faceva sempre il  tifo per nuove iniziative, per mettere a frutto i propri talenti”. Così Matteo Marzotto, il figlio più giovane della stilista ed ex modella Marta Marzotto, ha voluto ricordare la madre.

Si trasferì da piccola con la sua famiglia nel Pavese, dove insieme alla madre, Marta andò a lavorare nelle risaie. “Mi fasciavo le gambe con le pezze per proteggermi dalle foglie taglienti del riso e dalle punture di zanzare. Le bisce d’acqua e i topi mi sgusciavano tra i piedi nudi affondati nella melma, ero terrorizzata”, ricordava spesso. La svolta arrivò a Milano nel 1947; lei, adolescente e bellissima, aveva trovato lavoro in un magazzino. Fu notata da Boccassile e scritturata per fare la modella. Quattro anni dopo, durante una sfilata al Lido di Venezia, il suo sguardo incrociò quello di Umberto Marzotto, il “conte corrente” come lo chiamavano allora, per via della sua passione per le corse automobilistiche. Da quel matrimonio durato trent’anni, e piuttosto libero a dire il vero: “nella mia infedeltà ero fedelissima, sono stata un’ottima moglie”, scherzava lei, nacquero cinque figli: Paola, Vittorio Emanuele, Matteo, Maria Diamante e Annalisa, morta di fibrosi cistica nel 1989.

Musa di Renato Guttuso, adorata dal politico Lucio Magri, desiderata da Sandro Pertini: “mi telefonava tutte le mattine alle 7,45 in punto per una chiacchierata che si concludeva sempre con ‘Marta, si ricordi che lei è amata da un grande pittore e adorata da un piccolo presidente’”, ha fatto della sua vita un’opera d’arte. “Non tutti sanno che Marta Marzotto è di Reggio Emilia, che è la città in cui vivo, che ha come caratteristiche la passione, la laboriosità, l’ingegno, e tutte queste caratteristiche molto forti si ritrovano anche in lei”, ha detto Carla Gozzi, esperta di moda e volto noto di Real Time. Perché le radici di quella “libellula d’oro”, nomignolo datole da Guttuso, affondano profonde nella terra reggiana. Reggio, Scandiano, Ca’ de Caroli “aveva gli zii materni Dirce e Davide che vivevano a Ca’ de Caroli; persone umili, lui raccoglieva ferri vecchi e rottami usati, li ricordo perfettamente”, rammenta l’ex sindaco di Scandiano Valda Busani. Ma anche Valle di Albinea, dove la piccola Marta veniva in bici a trovare la nonna, una volta finite le scuole. Guerrino la metteva sulla canna e pedalando arrivavano fino alla casa di Marcellina, “dove assieme dormivano su grandi sacconi di foglie di granoturco e lenzuola che odoravano di pulito”, si legge nelle sue biografie. Di quelle umili origini, Marta Marzotto aveva fatto la sua forza. Il suo punto di rottura. Ciò che la distingueva da tutte le altre cortigiane dei salotti milanesi. La regina, indiscussa, era lei. Anche perché rideva forte, di quel mondo, di quel prendersi sul serio. Lo sapeva che si fa così per riuscire meglio ad andare avanti. “Io alla vita ho sempre sorriso, lei a me non sempre”, diceva ripensando alla morte della figlia Annalisa. E sul tempo che passava, tagliava corto: “Io non ho età, sono immortale. Bloccatemi se siete capaci”.

 

Nicola Massaro

 

 

1 2
seers cmp badge