La chiusura domenicale dei negozi, quali i vantaggi

La chiusura dei negozi la domenica favorisce i piccoli commercianti e una parte dei lavoratori. I consumatori possono risentirne e sono una vasta platea. Il governo dovrebbe considerare le conseguenze sul benessere collettivo e trovare il giusto equilibrio in una realtà multiculturale e varia quale del nostro Paese.

L’obiettivo dichiarato di questa riforma sull’apertura di domenica dei negozi, sta nel far ottenere un beneficio ai dipendenti degli esercizi commerciali che pare siano “costretti” a lavorare di domenica a scapito dell’armonia familiare.

A riguardo va ricordato che il lavoro domenicale garantisce un supplemento salariale previsto dai contratti collettivi e si potrebbe stabilire un sistema volontario da parte dei lavoratori e quindi, già oggi i lavoratori di tale settore hanno  l’opzione di scambiare parte del loro tempo libero per un maggiore introito. Infatti, per alcuni di loro, lavorare la domenica può essere una scelta e non una costrizione e  il maggior reddito che ne scaturisce serve proprio a preservare la loro serenità familiare. Occorre quindi maggiormente valorizzare la scelta individuale da parte del lavoratore.

Inoltre, considerando i dati Istat,si osserva che il commercio al dettaglio conta 1 milione e 800 mila addetti. Non tutti i negozi sono aperti la domenica e alcuni fanno orario ridotto. Presupponendo che la domenica lavorino la metà delle persone di un giorno feriale, di questi, un quarto lavorerebbe comunque se i negozi rimanessero aperti il 25 per cento del tempo. In base alla riforma, il limite massimo di riduzione dei posti di lavoro è di circa 100 mila e, molti di questi addetti verrebbero riutilizzati nei giorni feriali, specie il sabato. Quale potrebbe essere la quota riallocata è difficile dire. Assumendo che vari da un minimo del 50 per cento a un massimo del 90 per cento, i posti di lavoro persi potrebbero collocarsi fra i 50 mila e i 10 mila.  Dal punto di vista degli esercizi, la riforma aiuta i piccoli commercianti che si avvalgono di minore personale e hanno maggiori difficoltà a garantire l’apertura domenicale e penalizza la grande distribuzione, che si vede privata della possibilità di fare ampi affari in una giornata in cui molte famiglie sono libere da obblighi lavorativi e più disponibili a recarsi nei grandi outlet. Infine, si può anche immaginare che una frazione dei consumatori che oggi scelgono di destinare parte del loro giorno di riposo allo shopping, potranno comunque continuare a farlo on line,visitando una pagina web invece che un centro commerciale.

Danilo Turco

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