Finanze pubbliche italiane, Ue e necessaria manovra correttiva

L’Italia ha tempo fino ad aprile per eseguire una manovra correttiva dei suoi conti pubblici pari a 3,4 miliardi di euro. Una tale operazione rappresenta un importante banco di prova per il nuovo staff di governo ed è necessaria per evitare una procedura d’infrazione ai danni dell’Italia per eccessivo deficit.

Mercoledì 22 febbraio, la Commissione europea ha riaffermato l’importanza di una correzione (pari a 3,4 miliardi di euro) dei conti pubblici italiani al fine di evitare l’avvio di una procedura di infrazione per eccessivo deficit. Tale operazione, in apparenza minima, non è facile per il nuovo governo, data la decomposizione politica generale innescata dal referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.

L’Italia, oltre a essere interessata da una stagnazione economica ventennale, deve fronteggiare anche un massiccio indebitamento (più del 130% del PIL), nonostante il debole deficit di bilancio (2,4%). Il presidente del Consiglio Gentiloni, privo di un calendario elettorale definito e a causa di un limitato margine di manovra dovuto al frammentato contesto politico italiano, ha difficoltà a rassicurare i suoi omologhi europei. Infatti, venerdì 24 febbraio, nasce anche “Democratici e Progressisti”, un nuovo movimento creato da una scissione dei dissidenti del PD guidati da Roberto Speranza ed Enrico Rossi. Tuttavia, il Premier afferma che attuerà le manovre correttive senza aumentare le imposte, bensì incrementando la tassazione sul gioco e la lotta contro l’evasione fiscale.

La prospettiva di una nuova legge elettorale, di matrice essenzialmente proporzionale, suscita inquietudini circa il raggiungimento di una maggioranza stabile, a causa di uno scenario politico sostanzialmente diviso in 3 parti in cui l’unica forza omogenea è il non classificabile Movimento 5 Stelle. L’Italia ha tempo fino al 30 aprile per comunicare le sue intenzioni a Bruxelles.

Danilo Turco

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