Costruire in Italia un museo che racconti la storia dell’Europa

A Bruxelles lo hanno pensato già nel 2007 e ad oggi il progetto deve essere solo eseguito: un nuovo hub culturale costruito nella ex clinica di un nobile dentista morto nel 1935, sarà il Museo d’Europa.

Il museo dovrebbe esporre su ogni piano oggetti simbolo prestati o donati dai singoli Paesi;  tutto a Bruxelles, nella capitale d’Europa, il luogo in cui le folle dovrebbero precipitarsi ad imparare com’è e come sarà fatta l’Europa.

Tuttavia sono in molti a pensare che un museo d’Europa dovrebbe essere costruito in ogni Stato membro; in Italia, ad esempio, per molti cittadini sarebbe indispensabile una sede della Casa d’Europa in ogni paese, da rendere tappa obbligata per le scolaresche in gita. E così potrebbe essere anche in Francia, Spagna, Portogallo o Germania: la presenza di un luogo fisico  in cui tutti i cittadini, specialmente quelli in corso di formazione, possano vedere materialmente e tutta insieme la complessa composizione del progetto Europa Unita, con tutti i suoi popoli, le sue identità, i suoi oggetti e i suoi paesaggi.

E siccome da Roma non si è ancora mosso nessuno, lo scrittore e critico letterario napoletano Michele Rak ha colto, per primo, la palla al balzo ed ha proposto Napoli come sede italiana della casa della storia europea. La posizione, nel cuore del Mediterraneo, e la stratificazione culturale così visibile in città, potrebbero fare di Napoli un luogo perfetto per mostrare la convivenza tra le diversità; sedi storiche e suggestive per esprimere tutto questo non mancano: tra tante, Palazzo Fuga (una volta maestoso Real Albergo dei Poveri), che si affaccia su Piazza Carlo III, l’illuminatissimo e amatissimo sovrano di Napoli e Spagna, e potrebbe essere un simbolo potente. I soldi europei, troppo spesso poco e mal spesi dal nostro Paese, potrebbero fare il resto.

Il progetto europeo della Casa d’Europa è pensato in 24 lingue, affinché tutti possano capire e riconoscersi in un’identità comunitaria, ma gli storici di Bruxelles che ci stanno lavorando su hanno pensato ad un’immagine dell’Europa a partire dall’anno Mille. Rimarrebbero fuori dalla ricostruzione storica dell’identità europea, dunque, gli Imperi di Roma e di Bisanzio, Carlomagno e i suoi paladini, gli scrittori sacri e profani che crearono con le loro penne d’oca un ponte tra la nuova Europa e l’Antico Mediterraneo, ricopiando e conservando testi che altrimenti sarebbero andati perduti per sempre; tutti esempi di come l’Europa abbia mutato pelle e fisionomia nel corso dei secoli e, pertanto, necessari.

Rossella Marchese

seers cmp badge