Chiusa una porta… ti sei scordato le chiavi dentro

Enzo Pacilio si è laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Firenze e si è specializzato in medicina legale e delle assicurazioni presso “La Sapienza” di Roma. E’ stato ufficiale medico dell’Aeronautica Militare. Musicista autodidatta, ha composto varie canzoni e suonato in una rock band chiamata Balbo Avenue, in onore della sua appartenenza all’Arma azzurra, con la quale ha inciso un CD. Da sempre interessato a componimenti brevi ed ironici annovera tra le sue letture preferite Topolino, Alan Ford, Ennio Flaiano, Leo Longanesi, Oscar Wilde, Mark Twain. Dal 2014 inizia a pubblicare i suoi aforismi nella sua pagina social riscuotendo apprezzamenti e decide quindi di raccoglierli in un libro che rappresenti il suo percorso creativo.

Ne “Chiusa una porta… ti sei scordato le chiavi dentro” lei compone una sorta di canzoniere fatto d’aforismi, battute comiche, freddure, giochi di parole; ci spiega com’è riuscito a condensare in modo rapido e fulmineo argomenti ricchi di chiaroscuri quali “Amore e sessualità”, “Arte, cultura, scienza”, passando per “Lavoro, economia e finanza”, “Salute e medicina”?

Ho una passione per la sintesi, quasi una necessità, da sempre. Ricordo le mie difficoltà, a scuola, di scrivere un compito in classe che superasse due fogli. Usavo degli stratagemmi; scrivere molto largo e piegare in due il foglio protocollo che in realtà aveva già i bordi. Raccontare in poche parole ciò che vedo lo trovo anche una forma di rispetto per salvaguardare un bene prezioso di chi legge: il tempo.

E’ a favore del riconoscimento della “bibliodiversità” della letteratura contro l’eccessiva predominanza della narrativa? Penso al fatto che se scriviamo la parola “aforisma” il correttore la segna come corretta ma se proviamo a scrivere la parola “aforista”, il correttore ortografico pone un segno rosso. Eppure alcuni nomi celebri come W.H. Auden o Roland Barthes hanno dedicato dei saggi notevoli all’aforisma!

Sono assolutamente favorevole. I componimenti brevi e gli aforismi sono forme di scrittura che hanno la stessa dignità della narrativa. Ritengo che possano bene rappresentare i tempi ed il mondo attuali e che possano raggiungere davvero tutti; un tipo di letteratura democratica. I social ne rappresentano uno straordinario mezzo di diffusione.

Le è capitato d’usare i suoi stessi aforismi?

Interessante domanda. No, per una sorta di pudore che rispecchia il mio modo, piuttosto umile, di confrontarmi con il prossimo. Lo troverei un atto di arroganza.

Dal 2014 lei inizia a pubblicare i suoi aforismi nella sua pagina social riscuotendo apprezzamenti. Qual è il suo rapporto con i lettori, le scrivono, le chiedono pareri ed opinioni?

Rapporto ottimo, costruttivo. A me piace molto “giocare” ed interloquire in modo ironico, ovviamente. Attraverso lo scambio di opinioni ho anche modo di comprendere meglio cosa e come arriva al lettore. Mi viene chiesto spesso quale sia la fonte di ispirazione ; la risposta è che non ce n’è una soltanto. Le situazioni paradossali sono però certamente quelle più ispiratrici.

Il suo scopo è divertire o informare?

Informare divertendo. In realtà il mio scopo è quello di vedere la realtà in maniera diversa, leggera, ma a volte spiazzante; usare la parola in modo non convenzionale significa per me aprire spazi inusuali di pensiero.

Giuseppina Capone

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