Caravaggio a Napoli 

Caravaggio si recò a Napoli alla fine del 1606. Visse nei quartieri spagnoli per circa un anno. Durante il suo soggiorno a Napoli l’artista dipinse molti affreschi come la Giuditta che decapita Oloferne (scomparsa). Una prima versione della Flagellazione di Cristo (1607- Musée des Beaux di Rouen), la Salomè con la testa di Golia (1607 – Kunsthistorisches Museum di Vienna), la Crocifissione di sant’Andrea (1607 – Cleveland Museum of Art).
La sua opera più importante eseguita a Napoli fu la Madonna del Rosario (1606-1607 – Kunsthistorisches Museum di Vienna). Quest’opera gli fu commissionata dai Carafa Colonna (ramo della famiglia dei Colonna) per la cappella di famiglia nella basilica di San Domenico di sant’Andrea.
Senza dubbio questo periodo per Caravaggio fu molto entusiasmante, felice e proficuo. Solo due opere del pittore sono rimaste a Napoli: Sette opere di Misericordia corporali (lo stile di Merisi usato per questo affresco fu di grande incoraggiamento per la pittura barocca partenopea, dando così vita a molti esponenti caravaggeschi tra i pittori della città. E inoltre stile di questo affresco  presentava una scena drammatica rispetto alla pittura romana). La Flagellazione di Cristo è l’altro dipinto rimasto a Napoli. (1607-1608 basilica di San Domenico Maggiore) spostato in seguito al museo di Capodimonte.
Caravaggio a Malta e in Sicilia
Nel 1607 Caravaggio lasciò Napoli e si recò a Malta grazie all’appoggio dei Colonna. Il pittore, a Malta, conobbe il maestro dell’ordine dei cavalieri di San Giovanni, Alof de Wignacourt (al quale eseguì un ritratto). L’intento di Merisi era quello di diventare cavaliere per avere l’immunità per evitare la condanna di decapitazione. Firmò, dunque, un documento nuovo che attestava che la sua città natale fosse Caravaggio (provincia di Bergamo).
Nel 1608 realizzò la decollazione di San Giovanni Battista (Concattedrale di san Giovanni di La Valletta.) Il 14 luglio del 1608 gli fu data la carica di cavaliere di grazia. Poco dopo fu arrestato in seguito ad un litigio con un cavaliere del rango superiore. (soprattutto perché si venne a sapere della sua condanna a morte). Il 6 ottobre fu rinchiuso nel carcere di Sant’Angelo a La Valletta ma grazie all’aiuto dei Colonna riuscì a scappare  e a rifugiarsi in Sicilia (Siracusa) dove fu ospitato da Mario Minniti (suo caro amico romano). Durante il soggiorno in Sicilia, l’artista studiò i reperti ellenistici e romani; l’archeologia l’aveva particolarmente affascinato. Dipinse una pala d’altare raffigurante il seppellimenti di Santa Lucia per la chiesa di Santa Lucia al sepolcro. Mentre la Resurrezione di Lazzaro e l’Adozione dei pastori li eseguì a Messina.
Il ritorno di Caravaggio a Napoli
Caravaggio tornò a Napoli alla fine dell’estate del 1609. Poco tempo dopo, sempre a Napoli, alcuni uomini (mandati dal suo rivale maltese) lo aggredirono con violenza lasciando il suo volto sfigurato.
Durante il suo secondo soggiorno napoletano dipinse il San Giovanni Battista disteso (1610), la Negazione di San Pietro, il San Giovanni Battista, il Davide con la testa di Golia.  La Salomè con la testa del Battista (per i cavalieri dell’ordine) e La Salomè con la testa del Battista destinato a Madrid. Tre tele per la chiesa di Sant’Anna dei lombardi di Napoli: il San Francesco che riceve le Stimmate, il San Francesco in meditazione e una resurrezione (perdute tutte e tre le tele durante il terremoto del 1805). L’ultimo dipinto di Caravaggio fu il Martirio di sant’Orsola (1610).
A Napoli Caravaggio viveva nel palazzo Castellammare presso la marchesa Costanza Colonna, ma dopo la notizia ricevuta della sua condanna a morte che papa paolo V stava preparando, partì subito verso Roma sul traghetto diretto a porto Ercole che sarebbe passato (segretamente) per lo scalo portuale di Palo di Ladispoli (circa 40 km da Roma). Il pittore sarebbe dovuto scendere  a Porto Ercole ma a Ladispoli fu fermato per degli accertamenti, mentre il traghetto continuò il viaggio portando via il bagaglio del pittore dove all’interno si trovavano le tre tele (Maria Maddalena in estasi, San Giovanni Battista, San Giovanni Battista disteso) e, soprattutto, all’interno della valigia c’era il prezzo concordato dal Merisi col cardinale Scipione Borghese per la sua definitiva libertà.
Merisi raggiunse Porto Ercole via mare ma era ormai troppo stanco, affaticato, e malato di febbre alta a causa di un’infiammazione intestinale trascurata. L’artista rimase a Porto Ercole e fu curato nel sanatorio Santa Maria Ausiliatrice della allora Confraternita locale di Santa Croce, (presso il retro della chiesetta di Sant’Erasmo situata nel borgo alto). Caravaggio morì proprio lì, nella chiesetta di Sant’Erasmo, il 18 luglio del 1610 a solo trentotto anni
Alessandra Federico
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