Maggio dei Monumenti 2019 di Napoli: il diritto ad essere felici

La scelta maturata dagli organizzatori del Maggio partenopeo per quest’anno è stata davvero evocativa e prende ispirazione dal 220mo anniversario della Rivoluzione Napoletana, 1799-2019, e dal pensiero di Gaetano Filangieri, che di quella rivoluzione fu inspiratore postumo.

“Il diritto alla felicità. Filangieri e il ‘700 dei Lumi” , è stata questa la dedica precisa della edizione 25 del Maggio dei Monumenti e quest’anno più che mai il programma del Maggio è stato frutto di un lavoro interistituzionale tra i più importanti enti culturali della città: l’Università degli studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, l’Institut Français di Napoli, la Biblioteca Nazionale di Napoli, il Teatro di San Carlo, l’Istituto Italiano per gli Studi Storici “Benedetto Croce”, la Società Napoletana di Storia Patria, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli, il Museo Civico Filangieri di Napoli, Palazzo Zevallos di Stigliano e il Certame Vichiano, per citare i più rappresentativi.

Dai luoghi di Napoli dove visse e operò Gaetano Filangieri e quelli legati alla sua nobile e filantropica famiglia, ai principi illuministici tratti dalla sua opera (primo fra tutti la ricerca della felicità) che ispirarono l’intesa seppur breve esperienza della Repubblica Napoletana del 1799, i palazzi, le
chiese, i musei, i teatri e le piazze della città sono tornati ad essere espressione della vivacissima fioritura culturale e artistica della seconda metà del ‘700, che poi è il filo conduttore di tutte le iniziative.

Ci sono stati reading, concerti, spettacoli teatrali, conferenze, mostre, convegni e visite guidate, come tradizione vuole, eppure il tema da sviluppare è stato davvero ispirato e transnazionale perché quando Filangieri scrisse la sua Scienza della Legislazione, nel 1782, teorizzò il suo ideale di società giusta non attorno al concetto di proprietà, bensì a quello di felicità nazionale, e lo portò per primo in tutta Europa, intendendo come benessere di ogni singolo cittadino e fine ultimo di ogni buon governo il perseguimento di un giusto sistema di leggi e di un’istruzione pubblica e universale, basi per assicurare ad ognuno la sua quota di benessere.

Il concetto in questione veniva direttamente dalla Dichiarazione di Indipendenza americana, Filangieri e Benjamin Franklin si scrivevano, si stimavano e certamente si influenzarono a vicenda, e spinse il filosofo partenopeo a cercare di ricreare quell’utopia di società felice anche in Italia, sull’esempio di quanto era successo negli Stati Uniti con la città di Philadelphia. Tentativo in parte riuscito, ma questa è un’altra storia da raccontare.

Rossella Marchese

Rivive la Napoli dei Sedili, in mostra al Complesso di Santa Maria La Nova

Sulla scia del Maggio Napoletano, che ancora si fa sentire in città con gli ultimi eventi dedicati all’amato Gaetano Filangieri e alla sua opera tutta tesa alla ricerca di una società Settecentesca perfetta, l’Associazione Culturale Napoli è ha portato nelle sale del Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova la sua personale declinazione del Maggio dei Monumenti di quest’anno, attraverso una mostra fotografica ispirata ai Sedili Napolitani, le antiche sedi di decentramento del potere amministrativo cittadino, fino al 1800 attive in città.

Secondo Filangieri, perseguire la felicità nella sua forma massima e più sublime significa puntare alla giustizia delle leggi e alla perfetta amministrazione del potere per tutti i cittadini, cosa che, a Napoli, l’antica distribuzione del potere nei Sedili tentava di attuare da tempo immemore.

Per questo una mostra fotografica a tema; allestita non solo per spiegare dove e come i Sedili Napolitani  in città volessero garantire una funzionale amministrazione del potere, ma anche per ricordare il rapporto intercorrente tra Napoli e i suoi figli illustri, sicuramente ispirati dal luogo in cui vivevano.

Grazie alla collaborazione e all’amicizia, che lega Napoli è e l’I.S. “G. Marconi” di Giugliano in Campania, una delegazione di studenti partecipa attivamente a tutti gli eventi legati al tema degli antichi Sedili promosso dall’Associazione. E anche l’attuale mostra, a Santa Maria La Nova ancora fino al 22 giugno, vede, infatti, i ragazzi coinvolti in prima persona nel progetto, con delle tavole fotografiche che hanno come focus il Sedile di Nilo.

Assieme a queste in mostra anche alcune opere dell’artista Alex Preti e le fotografie di Enzo Barbieri, Alessandra Desideri e Maria Nemoianni, che rappresentano parti del percorso culturale che Napoli è persegue, attraverso l’idea del Palio dei Sedili, ormai da 22 anni.

Infine, le tavole esplicative dell’Architetto Laura Bourellis danno il senso globale all’intera mostra, facendo vedere concretamente allo spettatore dove operassero i Sedili rappresentati nelle altre opere.

La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 17, con ingresso libero.

Rossella Marchese

“Napoli è” con la FIAF al MANN: Maria Nemoianni “Resa dei conti tra libero arbitrio ed importanza storica”

L’Associazione Culturale “Napoli è” partecipa dal 10 al 14 aprile alla mostra “Anima Campana” a cura della FIAF Campania in occasione del 71° Congresso Nazionale della  FIAF. La mostra è allestita presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Maria Nemoianni, giovane fotografa socia del Circolo, ci spiega il suo portfolio.

Maria, come è nata l’idea portata all’interno del progetto?

Il titolo del mio portfolio fotografico è “Resa dei conti tra libero arbitrio ed importanza storica”.

Tra le righe si può già intuire il tema portante dei miei scatti: da una parte ho rappresentato Napoli in tutta la sua maestosità e bellezza, focalizzando la mia attenzione sugli storici Sedili napoletani; dall’altra ho cercato di porre in netta contrapposizione l’immensità della città ai ridondanti dubbi sull’esistenza umana.”

Mi piace descrivere con le parole alle Lettrici e ai Lettori il lavoro fotografico che ho svolto:

Come siamo piccoli. Sì, piccoli.

Intendo rispetto alla bellezza che ci circonda, rispetto alla maestosità di una città così contraddittoria come Napoli, così “bella e sublime” allo stesso tempo, come direbbe il buon Kant. Quante volte ci capita di vagare per i vicoletti infernali di questo paradiso terrestre, eppure soltanto così riusciamo a sentirci realmente vivi. E’ una città che in un modo o nell’altro sa sempre insegnarti qualcosa.. Ne parlo come se la conoscessi bene, eppure quante cose restano per me ancora dei misteri, inspiegabili come le simbologie che si possono riscontrare su muri, palazzi e monumenti della stessa. Quanto siamo effettivamente convinti di conoscere il posto in cui viviamo? Quanto ci sentiamo forti rispetto ad una città così vasta, così ricca di storia e vuota di libero arbitrio? Quanto, invece, siamo minuscoli, quasi inferiori rispetto alla Chiesa di San Lorenzo in pieno centro storico ad esempio o difronte all’immensità di Santa Chiara a piazza del Gesù, col suo rosone che sembra toccare il cielo. Il Duomo poi, splendore e grandezza diviso tra buio e luce..Ci penso durante questo tour attraverso la città vecchia, penso a quanta strada si debba fare per conoscere i posti ed ancor prima se stessi. Questo giro mi aiuta poi a ricordare alcuni luoghi, già visti, ma osservati ora da una prospettiva nuova, forse più matura, forse semplicemente diversa. Sin da piccola quando papà mi portava in giro per i centri storici delle città italiane, mi piaceva entrare nei palazzi antichi o attraversare i grandi portoni dei minuscoli vicoletti e guardarci dentro.Tutti diversi, tutti così ampi ed allo stesso tempo geometrici o meno a seconda della costruzione dei palazzi.Una passione che mi è rimasta, una visione che cambia a seconda della porta che scelgo; “la vita infondo dev’essere questo..”, riflettevo ammirando il cortile di Palazzo Carafa della Spina.. “..un’opportunità che ti si presenta tra milioni di scelte.” Sei tu e soltanto tu a decidere quale sia la tua strada..E sai qual è la cosa bella? Rispetto ad un film o ad un libro, in questo caso nessuno potrà svelarti il finale!

Perché Napoli vista come città colma di contraddizioni?

Noi Campani e Napoletani portiamo dentro, sin dalla nascita, uno spirito di riscatto nei confronti della nostra città, una sorta di rivalsa verso noi stessi e verso gli altri.

Napoli è un territorio realmente diviso tra “luce e buio”, ricco di storia e fragilità, lusso e povertà, e spesso, troppo spesso viene messo in risalto il “buio” anziché la “luce”.

Come dico spesso “facile è infangare, difficile è far qualcosa per cambiare la situazione”.

E’ facile etichettare dall’esterno, difficile abitare e lottare per i propri diritti, pur di non lasciare la propria patria, un luogo che non offre molte chances e prospettive lavorative, specialmente per noi giovani e per il nostro futuro.

Contemporaneamente, però, Napoli potrebbe essere un trampolino di lancio, una risorsa se fosse ben sfruttata; se i giovani vanno via quale sarà il “domani” della nostra terra?

Una soluzione, già presa in considerazione con l’Associazione Culturale “Napoli è” ed altre associazioni, potrebbe essere quella di esaltare le caratteristiche del luogo, organizzando mostre e scambi e dibattiti costruttivi affinché si creino sinergie e coesioni tra persone ed associazioni ed affinché si mantenga viva la storia della nostra città.

Alessandra Desideri

 

(Nella foto: Maria Nemoianni con Bianca Desideri vice presidente Associazione Napoli è)

Presentati a Sassari i Riti della Settimana Santa

Mons.Gian Franco Saba ha illustrato alla stampa il programma delle Celebrazioni diocesane della Settimana Santa. Anteprima per il nuovo Quaderno Pastorale.

“Il nuovo Quaderno Pastorale includerà temi d’impegno pastorale, culturale, spirituale nel nostro territorio. S’intende offrire uno strumento non per proporre un lavoro già preconfezionato e quindi distogliere dall’impegno generale sia le singole aggregazioni laicali, la società, le realtà pastorali della diocesi, i singoli presbiteri. Quanto piuttosto un testo confezionato insieme all’equipe di collaboratori per sollecitare, suscitare la partecipazione, il coinvolgimento da parte dei singoli. Non è quindi un libro da leggere quanto piuttosto uno strumento da tradurre con creatività negli ambienti pastorali o anche sociali della nostra diocesi.” 

Nel messaggio a braccio, rivolto ai giornalisti e operatori televisivi sassaresi, l’Arcivescovo metropolita di Sassari, Gian Franco Saba ha lanciato in anteprima contenuti e finalità del nuovo Quaderno Pastorale. Il documento della diocesi di Sassari, ancora inedito, è stato presentato nella conferenza stampa nella mattinata del 12 aprile presso la Sala del Trono dell’Episcopio in corso Regina Margherita.

Il volume, distribuito ai presbiteri e ai fedeli sin dalla celebrazione della Cena Domini del Giovedì Santo, secondo le indicazioni fornite da Don Michele Murgia, responsabile della Comunicazione della diocesi, avrà uno schema quadriennale. Sarà composto di tre sezioni che incarnano l’essenza pasquale, con una parte finale dedicate a una serie di riflessioni spirituali con alcune proposte innovative.

Unitamente alla presentazione di tutte le principali celebrazioni della Settimana Santa, culminanti nella liturgia della Veglia Pasquale e della Domenica di Resurrezione, don Michele ha proposto l’importanza della Lettera Quaresimale dell’Arcivescovo, inviata alla comunità dei fedeli sin dallo scorso sei marzo.  Il testo intitolato “L’affetto fraterno animi il cammino”, è ispirato dalla rilettura spirituale e pastorale della lettera di San Clemente di Roma ai Corinzi. Una meditazione che il Pastore della Chiesa Turritana estende ai cuori di tutti i fedeli con sfide di cambiamento racchiuse in tre momenti apicali: Ascolto – Fraternità – Conversione.  Lo stesso Mons. Saba ha affermato alcuni passaggi liturgici, apparentemente non primari, come essenziali. E’ il caso della Liturgia delle Ore animata dai Seminaristi della Diocesi (la mattina del sabato santo alle 8.00 in Cattedrale), come il concerto del Venerdì Santo Mysterium Crucis, in programma alle 21.00 in Cattedrale.

Mons. Saba ha ricordato l’importanza dei riti della tradizione popolare sassarese come un’opportunità importante d’incontro con la gente e tutte le dinamiche del territorio.

Lo stesso presule ha ricordato il contributo importante sul significato laico della Pasqua offerto dai testi e dalla poetica di Fabrizio De Andrè.

Ulteriori approfondimenti su www.arcidiocesisassari.it

Luigi Coppola

 

(Foto Luigi Coppola:  Vescovo Saba e don Michele Murgia)

 

FIAF: “Napoli è” in mostra al MANN

L’Associazione Culturale Napoli è, presieduta dal giornalista Giuseppe Desideri, ha da sempre organizzato in prima persona e aderito a dibattiti e iniziative culturali, mostre pittoriche e mostre fotografiche, realizzate da vari Enti ed Associazioni.

Dal 1995 è Circolo fotografico associato alla FIAF promuovendo e prendendo parte ad iniziative organizzate dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche ed anche quest’anno non si è fatta sfuggire l’occasione di essere presente ad un altro evento di grande rilievo: Napoli è espone alla mostra finale del progetto fotografico “Anima Campana” a cura di FIAF Campania in occasione del 71° Congresso Nazionale FIAF.

Il Congresso, inaugurato il 10 aprile si concluderà il 14 aprile 2019 nella sede prescelta, il suggestivo e internazionalmente noto Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), dove la mostra resterà allestita negli stessi giorni dalle 10 alle 19.

Il percorso svolto dai fotografi nell’anno 2018 per “Anima Campana”, ha riportato alla luce il territorio campano attraverso le diverse prospettive degli autori dando alla Campania la giusta importanza storica.

Alla mostra partecipano i nove autori selezionati da FIAF e rappresentanti le diverse associazioni culturali e fotografiche; tra queste vi sono: Maria Nemoianni per l’Associazione Culturale Napoli è, Roberto Contiello per Photoclub Partenope, Lorenzo Leone per l’Associazione Flegrea Photo, Fabio de Michele per il Circolo Cirfos, Anna Esposito per l’Associazione Bunker, Elena Iacono per Pro Casamicciola Terme, Gennaro Migliaccio per l’Associazione Anima e Foto, Valentino Petrosino per Fotogramma Zero ed Alessandro Urbani per l’Associazione Csf.

“Un grazie a tutti i soci fotografi dell’Associazione Culturale Napoli è che hanno fortemente sostenuto il progetto e la partecipazione all’evento e che collaborano a tutte le iniziative con grande passione e professionalità e spirito di gruppo”.

Ricordiamo per tutti solo il gruppo dei più giovani. Oltre a Maria Nemoianni, sono da tempo impegnati nel progetto di valorizzazione dei Sedili di Napoli attraverso gli scatti fotografici: i giornalisti Alessandra Desideri, Rossella Marchese, Nicola Massaro, coordinati dall’architetto Laura Bourellis. (m.n)

“Napoli è” in mostra in occasione del Congresso Nazionale FIAF

In occasione del 71° Congresso Nazionale della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche che si terrà presso il  Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal 10 al 14 aprile 2019, sarà allestita la mostra finale del progetto fotografico “Anima Campana” a cura di FIAF Campania.

“Anima Campana”è un progetto che si propone dimettere in luce le differenti prospettive attraverso cui è possibile ammirare la bellezza del territorio campano e riprende il lavoro realizzato da fotografi campani nell’arco dell’anno 2018 con lo scopo principale di testimoniare iconograficamente ciò che contraddistingue un luogo “nella sua oggettività e nella sua soggettiva appartenenza”.

La mostra, infatti, accoglierà i lavori fotografici elaborati dai nove autori selezionati da FIAF e rappresentanti le diverse associazioni culturali e fotografiche; tra queste vi sono: Associazione Culturale Napoli è, Photoclub Partenope, Associazione Flegrea Photo, Circolo Cirfos, Associazione Bunker, Pro Casamicciola Terme, Associazione Anima e Foto, Fotogramma Zero ed Associazione Csf.

Ogni progetto fotografico racconta una storia studiata e creata su territorio campano dall’occhio attento ed esperto dei suoi cittadini, che la vivono ogni giorno a 360 gradi; un vero e proprio“sguardo sulla Campania attraverso gli occhi dei campani.”

Il programma del Congresso Nazionale di FIAF si prospetta ricco d’incontri e dibattiti: mercoledì 10 aprile alle ore 18.30 vi sarà la conferenza d’inaugurazione e l’apertura del MANN al pubblico; giovedì 11 aprile, invece, tra i diversi appuntamenti, si terrà l’incontro con Fabio Donato dal titolo “Una esperienza unica, 50 anni di fotografia di Fabio Donato” in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Napoli; venerdì 12 laConsegna Onorificenze FIAF e FIAP con proiezioni Vincitore “Coppa DiAF”, “Foto dell’Anno 2018” e “Gran Premio Italia per Circoli” presso il Grand Hotel Oriente; sabato 13 vi sarà lo Spazio Portfolio con le letture del portfolio fotografico degli espositori della mostra ed infine domenica 14 vi sarà l’incontro con Lorenzo Zoppolato “Storie in fotografia” in collaborazione con Fujifilm Italia.

“Siamo felici di partecipare a quest’importante momento di confronto tra fotografi provenienti da tutta Italia e territorio campano, il dibattito unito alle molteplici visioni della Campania e più nello specifico di Napoli, potranno ancor più estendere a livello nazionale la conoscenza della cultura e la bellezza del territorio”- così Giuseppe e Bianca Desideri, fondatori dell’Associazione Napoli è, commentano l’evento.

Parteciperanno fra gli altri all’eventoi vertici della FIAF: Roberto Rossi, Presidente FIAF; Attilio Lauria, Vicepresidente FIAF; Giampiero Scafuri, Delegato regionale, Paola Aucelli, Delegata provinciale. Grande l’impegno di tutti per la grande occasione di confronto nazionale ed internazionale realizzata.

Maria Nemoianni

 

Il Salotto Tolino presenta un libro di Renato Ribaud

Domenica, 31 marzo, a Napoli, “Gli Amici della Domenica del Salotto Tolino” trasferiranno occasionalmente la loro consueta riunione mensile sulla collina del Vomero, tra le pareti del teatro Diana, alle 11, per la preesentazione del libro “’A sfugliatella tra storia e curiosità dei dolci napoletani” di Renato Ribaud, pubblicato da Adriano Gallina Editore

Un teatro che difende le donne

 

Domenica, a Napoli, alle 19, nell’ambito della rassegna “Teatro da camera” presentata da PeoniArt Eventi ed organizzata dall’associazione “La città che vogliamo”, “L’ammore, ll’arraggia e ll’addore d’’o mare”, con Anita Pavone, Myriam Lattanzio ed Ugo Gangheri.

“Uno spettacolo – come ci dice Pavone, che ne è anche autrice dei testi – con un tema forte, che spero vedano in tanti, soprattutto uomini, perché alla fine c’è una dolcissima preghiera dedicata a loro, affinché ci stiano accanto nella lotta contro i femminicidi e ogni altro sopruso ai danni delle donne”.

Ma qual è la trama?

“Si tratta di cinque monologhi inediti incentrati sulla violenza nei confronti del mondo femminile, una violenza che notoriamente ha molte modalità, psicologica, familiare, sessuale, omicida. La speranza è che questa attuale società cambi, giacché sta andando verso un maschilismo estremamente preoccupante, e non c’è giorno nel quale non si senta di donne violentate, aggredite con acidi corrosivi, e più. Né la legislazione sembra particolarmente imparziale se alcune sentenze hanno mostrato indulgenza, anche fino all’assoluzione, verso stupratori, quando non anche assassini, perché le loro vittime indossavano biancheria intima leziosa o l’aggressore era in preda a tempesta emotiva, inclinando così ad una demonizzazione della figura femminile che fa ricordare molto il medioevo. Sono anni che studio il problema della violenza sulle donne finendo col leggere testimonianze veramente terribili. Da qui un doveroso impegno sbocciato in me per la causa muliebre che mi vede affiancata da Myriam Lattanzio, altra interprete di questo e di altri spettacoli analoghi. Ma pure nel musicista Ugo Gangheri ho trovato la giusta sensibilità e, con Myriam, un ottimo collaboratore creativo. I vari premi ricevuti per questo testo non sono che uno sprone a continuare ed un’approvazione che mi rende fiduciosa”.

In conclusione, cosa si aspetta da questo lavoro?

“Semplicemente che la gente ci ascolti”.

Rosario Ruggiero

I luoghi delle fiabe di Basile in Lucania

C’era una volta… e magari proprio in Lucania. Quando Basile completò il suo Cunto de li Cunti, una raccolta di 50 racconti ispirati dalla tradizione orale popolare, lo fece ad Acerenza, in provincia di Potenza, nel 1630, dopo aver preso servizio per il Duca di Acerenza  Galeazzo Pinelli e dopo aver girato in lungo e in largo tra Campania e Basilicata.

In effetti la Lucania appariva agli occhi dei visitatori un luogo incantato : ecco cosa diceva l’enciclopedia Treccani sulla Basilicata nell’edizione del 1930: Un mondo vasto di leggende sull’antichità dei paesi, con eroi eponimi, e fate, orchi, regine, re, maghi, palazzi incantati; la comparsa degli spiriti e del monaciello popola fantasie e racconti orali; diavoli che costruiscono ponti giganteschi, o sovrappongono montagne a montagne.

Racconti come La Bella Addormentata nel Bosco, Hansel e Gretel, Raperonzolo, o Cenerentola, da sempre nell’immaginario patrimonio del popolo e del folklore tedesco (grazie al tramite dei fratelli Grimm), sono, invece, frutto dei racconti orali tramandati dagli abitanti di remoti luoghi del nostro Meridione, trascritti per la prima volta e in dialetto, dal nobile napoletano Giambattista Basile.

Il ricercatore Raffaele Glinni ha provato ad identificare i luoghi dove sono nate queste fiabe, scoprendo analogie sorprendenti.

La bella principessa dalla lunghissima chioma, rinchiusa nella torre di un castello, in realtà non fu Raperonzolo, bensì Petrosinella, imprigionata nel castello federiciano di Lagopesole.  Il suo nome, tanto bizzarro, deriva dal prezzemolo (la pianta che coltivava la strega e che la futura mamma della protagonista del racconto aveva rubato per soddisfare una voglia dovuta alla gravidanza), ma anche da pietra, infatti ancora oggi è visibile la statua di una donna con le trecce posta sopra una torre nel castello in attesa di essere liberata. La fiaba venne poi diffusa da Normanni in Sicilia, dove continua ad essere raccontata dai pescatori.

Il Monte Pollino fa da scenario a quella che è la favola della Bella Addormentata nel Bosco. Ancora oggi la cima della montagna si chiama serra Dolcedorme e Cozzo della Principessa. Si ipotizza che i pastori presero a raccontarla vedendo sulla cima e tra le nebbie i pini Loricati, i cui rami, una volta caduti e persa la corteccia, assomigliano ad esseri umani in riposo.

Ma la stessa Acerenza conserva antichi riferimenti alle leggende popolari che intrecciano ninfe, fontane miracolose, passaggi misteriosi che conducono all’aldilà, e che sono diventati terreno fertile per la fantasia di Basile.  Non a caso proprio ai piedi della superba cattedrale acheruntina è nato il “museo della fiaba”.

Rossella Marchese

 

 

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