I 30 anni di Slow Food in un francobollo

“Identifichiamo in tre aggettivi riferiti alla persona, alla natura e alla società – buono, pulito e giusto – le qualità che ogni cibo dovrebbe avere”.
(Gaet
ano Pascale, Presidente di Slow Food Italia)

slowLe eccellenze gastronomiche hanno un posto in prima fila anche nella filatelia. Sono infatti molti i francobolli dedicati, il più recente risale al 26 luglio scorso ed è stato emesso con una tiratura di 80.000 esemplari, valore singolo di 0,95 euro. Un francobollo ordinario della serie tematica “le  Eccellenze del sistema produttivo ed economico”,  dedicato a Slow Food Italia, nel 30° anniversario della fondazione.

E’  stampato in rotocalcografia e  riproduce il logo dell’Associazione Slow Food Italia.

L’Associazione nel corso di questo trentennio ha contribuito allo sviluppo di una cultura del cibo in Italia e nel mondo e le parole del Presidente dell’Associazione Gaetano Pascale che sottolinea che il cibo ha “un valore che risiede nella sua storia, nella sua relazione con i nostri sensi e nel suo ciclo di vita” lo testimoniano. Cibo come cultura e valorizzazione delle eccellenze agro-alimentari del nostro Paese note ed apprezzate ovunque. Slow Food “in questi trent’anni l’Associazione ha cercato di promuovere un sistema alimentare che tuteli la biodiversità e che rispetti gli abitanti di un territorio senza depauperarne le risorse naturali”.

E’ possibile acquistare il francobollo su www.poste.it, negli Uffici Postali abilitati e negli  “Spazio Filatelia” di Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Trieste e Napoli.
Salvatore Adinolfi

I Perfin

perfin

Nel corso degli anni il francobollo è stato usato nei modi più disparati, come francobollo pubblicitario, come marca da bollo, come chiudilettera, ma abbiamo avuto anche qualche “utilizzo frazionato”ovvero chi era in possesso di un valore più alto, prendiamo ad esempio 10 centesimi e doveva pagare una tassa per un importo pari alla “metà”, con un colpo di forbici tagliava in diagonale il francobollo e lo utilizzava per la tariffa occorrente di 5 centesimi.

Ci sono stati poi in altri Paesi usi di francobolli che pure è utile conoscere. Sono quelli “preannullati” che hanno avuto un largo impiego in Francia, in Ungheria, nel Belgio ed in Austria e persino negli Stati Uniti e nel Canada.

In concreto si tratta di francobolli preannullati dalle Amministrazioni postali dei Paesi suddetti ed utilizzati per l’affrancatura di stampati, circolari, giornali, in definitiva per tutti gli usi per grandi quantità di spedizioni.

Il sistema era semplice: l’annullamento era fatto in anticipo, la clientela prenotava ed acquistava in grandi quantitativi i francobolli che gli servivano per quelle spedizioni che avevano o un annullo tipografico eseguito direttamente a stampa o che poteva essere apposto con quei timbri a mano ancora oggi usati degli uffici postali. Tutto ciò dava luogo ad una sorta di francobolli sovrastampati che a seconda di come erano annullati creava una serie infinita di varietà. Un altro mondo, sempre nell’ambito della filatelia, è costituito dai cosiddetti perfin.

Qualcuno potrebbe chiedere che cosa sono? Semplice, sono francobolli perforati direttamente

dalle aziende per impedire il furto degli stessi da parte dei dipendenti. Tantissimi di questi sono perforati con la sigla BCI (Banca Commerciale Italiana) ed altre ancora.

Ci sono oggi due filosofie completamente contrastanti che regolano questo tipo di francobollo o per meglio dire, il tipo di foratura, c’è, infatti, chi li considera francobolli bucati e quindi rotti e quindi senza nessun valore filatelico e chi invece li considera rarità trattandoli a parte e dando loro un valore addirittura superiore a quello espresso dai cataloghi per i francobolli integri. Noi ci associamo alla seconda filosofia che è quella di considerarli rarità specialmente per quelli che sono i valori più grandi.

Va ricordato che in molti cataloghi specializzati si trovano i perfin e sono quotati con un valore aggiunto rispetto a quello assegnato al francobollo talvolta superiore al doppio se utilizzati prima del ‘900 e al 50% per quelli emessi successivamente.

Sempre in altri Paesi ci sono delle perforazioni ufficiali fatte da alcune amministrazioni postali per destinare i francobolli ad usi più o meno particolari quali tassazione, franchigie e servizi. In quei Paesi dove fu adottato questo tipo di perforazione, i francobolli “bucati” raggiungono anche valori consistenti, in quanto le perforazioni non sono sempre tutte uguali e creano così una serie di varietà notevoli: più punti, più larghi, più stretti, lettere spezzate, ecc.

A titolo esemplificativo possiamo ricordare che la Tunisia ha contraddistinto le prime emissioni dei segnatassi con la lettera T, mentre la Confederazione australiana con le lettere “O.S”, mentre la Baviera con la lettera E. In Svizzera, invece, le Ferrovie usavano per la loro corrispondenza in franchigia una perforazione a croce.

 

Salvatore Adinolfi

La collezione delle buste primo giorno di emissione

buste primo giornoUn capitolo molto simpatico della collezione è costituito dalle buste primo giorno, quelle che sono tecnicamente identificate con la sigla F.D.C., iniziali che stanno per First Day Covers che letteralmente designano il primo giorno di emissione. Ma analizziamo che cosa è la “busta primo giorno”. Si intende una busta, proprio quelle che servono per spedire una lettera, illustrata, con la vignetta dell’accadimento di cui al francobollo. Sulla busta, quindi, vengono applicati il francobollo o la serie di francobolli annullati poi con il timbro postale recante la data del giorno in cui avviene l’emissione stessa.
Questa collezione oltre ad essere simpatica è anche istruttiva e nei cataloghi è quotata a parte. Infatti queste buste recano un breve cenno storico o biografico del soggetto illustrato. Sono in definitiva degli ibridi, perché molte portano solo l’annullo dell’evento mentre altre, invece, sono regolarmente viaggiate e recapitate a casa del destinatario portando così anche il timbro di partenza dell’ufficio postale e spesso quello di arrivo. Ciò fa si che anche nelle buste primo giorno si possa trovare una differenza fra quelle regolarmente viaggiate e quelle solo con il timbro dell’avvenimento, le cosiddette buste filateliche. Ciò comunque ha sempre contribuito a dare una quotazione diversificata del pezzo, sono infatti poche le buste regolarmente spedite per i motivi più svariati e uno in particolare era costituito dalla sparizione materiale delle lettere dall’imbucamento alla consegna. È sempre stato difficile se non addirittura impossibile risalire poi alla strada intrapresa dalla lettera, molte, per evitare perdite lungo il tragitto, sono state inviate come raccomandate, questo accorgimento ha spesso alterato lo spirito della lettera che doveva arrivare priva di ulteriori “fronzoli”.
Questa situazione mi da lo spunto per parlare dell’uso singolo del francobollo e di quello invece messo in un contesto di più valori. L’uso singolo, infatti, è altamente più premiante sotto un aspetto economico di quello con più francobolli. Si può dire che in molti casi il valore è più del triplo di quello con una lettera con altri valori.

Per tornare all’argomento della busta del primo giorno è da ricordare, come già detto, che le lettere spedite regolarmente per posta hanno oltre al timbro dell’avvenimento anche quello della posta che certifica l’effettivo passaggio da una manifestazione al domicilio del destinatario.
Questo tipo di collezione, per la cronaca, non era presente in Italia ma lo abbiamo importato dagli Stati Uniti. La data di inizio di questo genere di collezione in Italia risale al 1948 con l’emissione del francobollo per la ricostruzione del Ponte di Bassano che fu annullato in occasione dell’adunata nazionale degli Alpini svoltasi il 3 ottobre del 1948. Da allora in poi in Italia è iniziata la raccolta delle buste primo giorno e da quel momento si è sempre più diffusa la collezione.
Nello stesso anno, e precisamente il 28 dicembre si è avuta la prima  emissione di busta di primo giorno del Vaticano ed esattamente un mese dopo, il 29 gennaio del 1949, emetteva con lo stesso criterio anche la Repubblica di San Marino. Per completezza va ricordato che nell’ambito dell’area italiana anche Trieste ha avuto le sue buste primo giorno a partire dal 2 maggio del 1949 con la Biennale di Venezia ed ha chiuso la serie delle buste nel 1954 con l’emissione Interpol.

Salvatore Adinolfi

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