Vivere a colori

Arianna Di Presa è una giovanissima ma già affermata poetessa nel panorama della lirica italiana.

Si racconti; ci spieghi la ragione per cui ha scelto proprio la Poesia come codice comunicativo.

Personalmente, reputo la poesia un linguaggio armonico, senza veli, che permette di ascoltare l’anima nei suoi battiti più profondi, navigando negli abissi, riemergendo alla luce. La massima più evocativa è riassunta in testuali parole: “Per scrivere con l’Anima è necessario un dialogo con il Dolore.” La poesia, dunque, si prefigura come un dialogo costante di analisi esistenziale in tutte le sue sfumature, persino le più dettagliate, un filo invisibile di immense intuizioni sul quale accorpare l’etimologia del mondo e dei vissuti altrui per poter arricchire il proprio.

Lei pare affrancare il linguaggio dalla necessità di riprodurre il reale e dall’obbligo di evocare, ritenuti vessilli di virtù poetica. Esemplifichi il suo rapporto con il verso e le maglie della texture che lo tessono.

Il verso è un’aulica sinfonia, un rivelatore di sfumature delicatamente forti e al contempo prepotentemente delicate che trasmette una profondità sensoriale idonea ad abbracciare il silenzio palpitante dell’anima. Il verso costituisce, dunque, note dipinte da un’interiorità dialogica complessa che desidera leggerezza in un’elevazione leggiadra verso la grandezza del senso umano.

Leggendo, ad esempio “Pelle permeabile”, pare che il suo proposito sia dare un calcio al tedio delle convenzioni, saltellando tra denotativo e connotativo. Lei parodizza il nesso linguaggio-verità a quale intento?

Il linguaggio poetico annuncia trasparenza poiché permette di sorvolare dalla mediocrità si avvale di pienezza per affermare la propria essenza e per accorpare con lungimiranza le esperienze esistenziali tra partenze ed arrivi e annunciando nuovamente altre ripartenze. Il linguaggio è il viaggio del Vero che scorre in un insieme di sguardi intrecciati verso autentici ed inaspettati orizzonti.

In “Due lune” pare che il suo proposito sia dare un calcio al tedio delle convenzioni, saltellando tra denotativo e connotativo. Lei parodizza il nesso linguaggio-verità a quale intento?

La verità è sempre stata un’esigenza dell’Anima che non ho mai rifiutato di assecondare. Il linguaggio è il mezzo più idoneo per essere costantemente alla ricerca del Vero per immergersi nell’ unicità dell’istante e coglierne la pienezza. In un mondo dove tutto muta e passa freneticamente in cui l’omologazione sembra essere l’unica soluzione ho optato per restare me stessa porgendo un’accurata attenzione verso tutte le sfumature esistenziali perché la vita stessa è un dipinto a colori, che volutamente racconto ogni giorno attraverso la musica sgorgante della Poesia.

Uno degli aspetti che colpisce del suo poetare è l’essenzialità senza sconti. Da dove deriva il bisogno di dare alle cose il proprio nome, evitando i tortuosi labirinti delle perifrasi?

Sì, confermo una delle fondanti caratteristiche del mio poetare è proprio mettere in atto la sintesi arrivando al fulcro del senso concettuale. Un binomio di parole per me esprime già l’essenziale. L’essenziale viene concepito come il viaggio di una piuma tra le nuvole, per trasportare quel candore di purezza rivelatrice che caratterizza l’essenza interiore resa volutamente esplicita nel canto poetico.

 

Arianna Di Presa è nata a San Marino il 10 Novembre 1993. Diplomata al liceo psicopedagogico nel 2013, nel 2017 si laurea presso l’Università di Bologna in Psicologia e Scienze della Formazione con un elaborato di carattere umanistico dal Titolo Michel Foucault e la valenza trasformativa dell’educazione di genere con particolare attenzione al fenomeno del femminicidio. Partecipa al Catalogo “Lo stato dell’arte ai tempi della 57ma Biennale di Venezia” con la lirica Profumo di primavera curato da Giorgio Gregorio Grasso ed è Autrice del libro Vivere a colori. Aderisce a due cataloghi promossi dalla Casa Editrice Pagine e al volume “Caro maschio che mi uccidi” poesie di donne ammazzate promosso da Fusibilia Edizioni. Il 21 Novembre 2019 presenta il primo percorso d’Arte intitolato “Profondità Universali” fornendo una conoscenza artistica ed un’esposizione critico-letteraria in merito alle opere pittoriche e scultoree di Anna Vasile.

Giuseppina Capone

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