Capossela vince il Tenco. Massimo Ranieri premiato come operatore culturale

 Si è conclusa con grande successo l’edizione del Premio Tenco 2017 dedicata alle Terre di Mare. La più prestigiosa Rassegna della musica d’autore ha portato in un teatro Ariston di Sanremo pieno in ogni serata uno spaccato del cantautorato italiano trasversale con artisti che si sono cimentati in set unici e creati ad hoc come da tradizione del Premio Tenco vuole.

Vinicio Capossela, “artista dell’anno”, chiude l’edizione 2017 del Premio Tenco. “Ho portato qui a Sanremo la musica di risacca per un spettacolo che ho chiamato Cordàmi, fatto con strumenti di sole corde e pensato apposta per questa occasione”, aveva raccontato poco prima di salire sul palco dell’Ariston.  Tornato a Sanremo per la sua quinta volta  con un ensemble di musicisti e strumenti a corde tra i più vari per quasi un’ora di performance; nei panni di un “traghettatore di anime”, si è presentato seguito da Victor Herrero, Asso Stefana, Glauco Zuppiroli, Peppe Leone, dai greci Manolis Pappos e Dimitris Mistakidis, e da Jimmy Villotti, collaboratore di Paolo Conte, dando vita a un vortice di rebetiko, swing e blues, cavalcando onde di parole profonde come gli oceani che le hanno ispirate. E non è mancato un tributo al tango con ospite Flaco Biondini.

“C’avete pensato buono?” è la domanda di Massimo Ranieri poco prima di salire sul palco dell’Ariston a chi gli chiede se si aspettava di ricevere il Premio Tenco come operatore culturale. “Mi dimentico di avere 66 anni. E a ‘na certa età ricevere un tale riconoscimento ti permette di dire Io c’ero?”. Ranieri,  accompagnato dall’Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta da Mauro Pagani, che nel 2011 ricevette dal Club Tenco lo stesso Premio, si è esibito sulle note di “Nottata e sentimento”, “Marechiaro”, “Scètate”, “Guaglione”, “Spingule francesi”. “Il cast è stato scelto in base al tema Terre di Mare, aveva spiegato il responsabile artistico Sergio Secondiano Sacchi, trattandosi di una rassegna basata su un progetto e non su una semplice sfilata di cantanti, e volendo disegnare una mappa delle realtà musicali legate alle culture marinare più rappresentative, e non solo a quelle italiane, la costruzione del cast è diventata quasi automatica. Si tratta di una manifestazione che scava nella storia, nella geografia e nel mito e con la scelta dei vari interpreti si è voluto andare in variegate direzioni stilistiche, dalla canzone popolare al rock, amalgamando la lingua italiana ai vari dialetti. Si traccia così un profilo abbastanza articolato della ricca storia della nostra canzone d’autore che è fatta di tradizione e di sperimentazione, sia musicale che poetica”.

Nicola Massaro

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