Noam Chomsky intervista su questo tempo nostro

 Innanzitutto il personaggio: Noam Chomsky è professore emerito di Linguistica al Massachussets Instiute of Tecnology, nonché notissimo attivista americano, ma soprattutto è il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale (TGG), cioè della teoria che vuole il linguaggio creativo più che strutturale. Secondo Chomsky, infatti, esiste una creatività governata da regole per la quale vengono continuamente generate nuove frasi per cui la capacità linguistica che ciascun parlante possiede non è fatta solamente di un insieme di parole, espressioni e frasi, ma è un insieme di regole ben definite e di principi. Esiste, dunque, per il professore, una conoscenza innata dei principi universali che regolano la creazione del linguaggio.

Questa teoria sviluppata negli anni Cinquanta gli è valsa il riconoscimento mondiale come il contributo più rilevante alla linguistica teorica del XX secolo.

Ebbene, la notizia riguarda l’intervista che pochi giorni fa Chomsky ha rilasciato al Manifesto in vista delle elezioni di metà mandato in USA; partendo dall’analisi della situazione politica americana, dove si assiste ad una perdita di potere decisionale da parte delle classi medie, per il professore in Europa è accaduto più o meno lo stesso, in qualche modo anche peggio perché il progresso decisionale su questioni importanti si è spostato sulla Troika, ossia un organismo non eletto; inoltre i partiti di centrodestra/centrosinistra si sono spostati a destra abbandonando in gran parte gli interessi della classe lavoratrice.

Secondo l’accademico: “ciò ha portato alla rabbia, alla frustrazione, alla paura e al capro espiatorio. Poiché le cause reali sono nascoste nell’oscurità, deve essere colpa dei poveri non meritevoli delle minoranze etniche, degli immigrati o di altri settori vulnerabili. In tali circostanze le persone si arrampicano sugli specchi”. Questo atteggiamento non ha nulla a che fare con il populismo, conclude Chomsky, quanto piuttosto con una storia mista e complessa che riguarda la rivolta dei lavoratori verso le élite e le istituzioni dominanti che li hanno puniti per una generazione: c’è stata una crescita economica e un aumento della produttività che hanno generato una ricchezza finita in pochissime tasche, per la maggior parte a istituzioni finanziarie predatorie nel complesso dannose per l’economia.

Pertanto l’abbandono delle classi lavoratrici da parte dei democratici in America è stato un fattore importante per la vittoria di Trump, ma il professore non si ferma a questo, asserisce che il partito repubblicano rappresenta oggigiorno l’organizzazione più pericolosa della storia umana.

Persino Hitler”, dichiara sarcastico, “non dedicò i suoi sforzi ad indebolire la prospettiva dell’esistenza umana organizzata nel prossimo futuro. E con piena consapevolezza di ciò che stanno facendo. Trump, ad esempio, crede fermamente nel riscaldamento globale tanto che recentemente ha chiesto al governo irlandese il permesso di costruire un muro per proteggere il suo campo da golf dall’innalzamento del livello del mare, invocando i pericoli del riscaldamento globale”. Eppure, nonostante dossier sulle minacce del riscaldamento globale girino sulla scrivania dei vari presidenti USA dagli anni Ottanta, non appena le minacce hanno raggiunto l’opinione pubblica in maniera massiccia:  “la società ha iniziato a versare fondi nel negazionismo, continuando, al momento, a sviluppare nuovi modi per distruggere l’ambiente. Riesci a pensare ad una parola per un simile comportamento, in qualsiasi lingua? Io no. Se non per l’incapacità di vedere la situazione per quella che è”.

Per l’Europa possono essere posti i medesimi problemi.

Rossella Marchese

Capodimonte: gioielli d’arte online con Google Arts & Culture

E’ la volta del Museo di Capodimente che da oggi 30 ottobre vede andare online oltre 536 opere d’arte, custodite nell’incantevole sito museale, su Google Arts & Culture grazie alla preziosa collaborazione con Google. Sarà possibile ammirare opere quali la Flagellazione di Cristo di Caravaggio, la Danae di Tiziano, La parabola dei ciechi di Brueghel il Vecchio, La Madonna del divino amore di Raffaello e tanto altro ancora con un solo clic.

Un accesso virtuale che consentirà a tantissimi visitatori di godere delle opere d’arte e delle meravigliose opere in ogni momento accedendo dal proprio dispositivo mobile o dal PC  al Museo e Real Bosco di Capodimonte, una delle più importanti pinacoteche al mondo. Il Museo di Capodimonte  ospita 47.000 opere d’arte che formano una delle più ampie e articolate collezioni d’arte antica, moderna e contemporanea al mondo. In 126 sale sono esposte le opere di grandi artisti quali Michelangelo, Caravaggio, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Simone Martini, Giovanni Bellini, Colantonio, Artemisia Gentileschi, Jusepe de Ribera, Battistello, Luca Giordano, Mattia Preti, Francesco Solimena, i Carracci, Guido Reni, Lanfranco, Bruegel il Vecchio, Van Dyck, ecc.

203 dipinti sono state fotografati con l’altissima tecnologia di Art Camera che permette di ingrandire anche il minimo dettaglio scoprendo particolari invisibili ad occhio nudo.

L’annuncio è stato dato questa sera, presso la Camera di Commercio di Napoli, durante la presentazione dell’iniziativa “Grow with Google Napoli” che coinvolge altri musei e istituzioni culturali della città. Il progetto prevede seminari gratuiti per diffondere le competenze digitali e uno spazio fisico temporaneo aperto gratuitamente fino al 3 di novembre presso il Palazzo della Borsa (Sala delle Grida) che ospita la mostra interattiva “ Napoli Città d’Arte”.

Una modalità al passo con i tempi per promuovere capolavori d’arte e stimolare il pubblico a vederli non solo virtualmente ma anche visitando il Museo e godendo della bellezza delle opere e dei luoghi ancor di più dopo aver imparato ad amarli da lontano.

Salvatore Adinolfi

Porto Torres, raccolta differenziata virtuosa

 

Porto Torres è un comune virtuoso per la raccolta differenziata, infatti “in due anni con il nuovo sistema di raccolta differenziata siamo riusciti prima ad abbattere il muro del 60%, che sembrava invalicabile, e a superare poi anche quello del 70%. È un risultato estremamente rilevante – sottolinea l’Assessora all’Ambiente, Cristina Biancu – e ci colloca fra i comuni del territorio che possono vantare la più alta quantità di rifiuti differenziati. Questo ci fa ben sperare sul raggiungimento delle premialità regionali. Già lo scorso anno, grazie alla virtuosa raccolta della plastica, abbiamo ottenuto dei contributi che ci hanno permesso di effettuare dei ritocchi al ribasso sulle bollette della Tari. Un plauso va ai cittadini, ai quali chiediamo sempre grande attenzione alla differenziazione e sensibilità sul corretto smaltimento delle diverse frazioni. Possiamo ottenere il duplice obiettivo di tutelare l’ambiente e ridurre i costi del servizio”.

E a parlare sono i numeri, una vera e propria impennata della raccolta: dal 2012 al 2016 la “forchetta” è rimasta praticamente invariata (tra il 57 e il 60%), nel 2017  il primo sostanziale miglioramento con il 63,5%, nel 2018  si è raggiunta quota del 73,3%.

E a parlare è il Sindaco Sean Wheeler che sostiene  che “Il packaging dei prodotti che acquistiamo nei negozi e nei supermercati può essere differenziato quasi totalmente e tutti dobbiamo fare un piccolo sforzo per continuare a separare correttamente le diverse frazioni. L’Amministrazione comunale si impegna a proseguire nel miglioramento del servizio e ai cittadini chiediamo di continuare a utilizzare tutti gli strumenti messi a disposizione per il corretto smaltimento, non ultimo l’ecocentro comunale”.

Un vero e proprio successo per Porto Torres che con l’apertura dell’ecocentro comunale, le campagne di comunicazione, l’introduzione nelle strade dei cestini multiscomparto e l’inasprimento dei controlli da parte del  Comando di Polizia Locale hanno contribuito in maniera sostanziosa al raggiungimento dei risultati.

Sono anche state eliminate le isole ecologiche per i commercianti e introdotto  il porta a porta anche per i locali del centro.

Utile il servizio presente nella home page del sito web comunale con la sezione Differenziata, con tutte le informazioni sulla raccolta, i contatti utili e gli orari di apertura dell’Ecocentro.

Salvatore Adinolfi

 

Scuola famiglia: un dialogo possibile

Grande successo per l’edizione 2018 della manifestazione “Centopiazze” organizzata AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici) congiuntamente al Forum delle associazioni familiari «Famiglia-scuola», sia a livello nazionale con l’evento di Roma sia a livello territoriale con le tantissime iniziative che hanno visto impegnata l’Associazione su tutto il territorio nazionale. Dopo la presentazione in conferenza stampa avvenuta a Roma presso la Camera dei Deputati insieme con il Forum delle Associazioni familiari, le iniziative si sono susseguite con grande partecipazione di docenti, giovanissimi e femiglie tutti insieme a testimoniare la grande importanza del lavorare insieme. E questo il senso anche del vademecum scritto a quattro mani per rilanciare “l’alleanza scuola-famiglia”. Alleanza che risulta fondamentale per l’educazione e lo sviluppo di bambini e ragazzi.

A Napoli vademecum dal significativo titolo titolo «Un dialogo possibile», è stato presentato e distribuito ai genitori dell’istituto comprensivo Alpi-Levi di Scampia nel corso di una manifestazione, organizzata per l’occasione dal dirigente scolastico Rosalba Rotondo, con la partecipazione di Giuseppe Desideri e Giacomo Zampella , rispettivamente presidente e vicepresidente nazionali AIMC, e don Aniello Manganiello, parroco indimenticato a Scampia.

Salvatore Adinolfi

La nascita della posta aerea

Come si può vedere è lunga nei secoli la strada che portò  nel 1917  al  brillante e storico primato dell’Italia. Continuando nel nostro racconto (iniziato con i precedenti articoli) essenziale per poter intravedere la strada per la nascita della posta aerea in Italia e nel mondo bisogna proseguire la narrazione della storia partendo poi dal 22 luglio 1905  quando in Francia fu organizzato, come al solito a Parigi,  dal quotidiano “Le Matin”  un grande concorso  per dimostrare quali i grandi servizi che  potevano rendere i colombi viaggiatori e, in quella occasione,  un servizio di posta fu attivato anche a bordo della  nave “Arianna” che stazionava in vista  delle coste britanniche, fra Lizard e Capo  Land’s End.

Questi tentativi ebbero una parentesi fino al 1909. Il suo grande sviluppo la posta aerea lo ebbe però con l’uso di una macchina più pesante dell’aria ed è quindi con questi esperimenti che si arrivò a mettere insieme gli elementi per la posta volante.

Nel settembre di quell’anno a Brescia in occasione del primo circuito aereo internazionale venne emessa una cartolina postale che ha un enorme valore storico, ed è infatti il più pesante dell’aria che si afferma in questo servizio, l’aeroplano, il simbolo del progresso del secolo XX e la posta aerea ha il suo primo battesimo. Altri esperimenti vennero effettuati nel 1910 in Inghilterra, in Francia, negli Stati Uniti, in Argentina ed ancora in Italia, Firenze ma con scarsi risultati.

La stasi conseguente non fu inoperosa poiché diede modo di approfondire gli studi mettendo insieme progetti e discussione che in seguito si riveleranno preziosissimi. L’argomento però non era sentito da tutti, ma nell’apparente disinteresse maturarono grosse novità.

Nel pomeriggio del 19 settembre 1911 a Bologna venne ufficialmente inaugurato il primo servizio aereo postale del mondo. L’aviatore veneziano Del Mistro pilotava l’aereo che spiccò il volo dall’ippodromo Zappoli per iniziativa del giornale “Il Resto del Carlino” trasportando a Venezia una ventina di lettere che  vennero annullate con un timbro recante la scritta “Campo di aviazione di Bologna – 19 settembre 1911”.

Seguì nell’ordine sempre nel 1911 il servizio regolare aereo che venne effettuato sul percorso Milano-Torino-Milano, organizzato da due società italiane di aviazione sotto il controllo del Ministero delle Poste.

Il volo Milano Torino ebbe luogo il 30 ottobre e fu il primo in cui vennero impiegati gli apparecchi di massa. Vale la pena ricordare anche i nomi dei piloti, erano otto gli aerei individuati ed erano pilatiti dagli aviatori Bigliani, Brilli, Gino, Maffeis, Manssero, Ramazzotto, Re e Verona, tutti avevano preso il volo dall’aeroporto di Taliedo, tre soltanto riuscirono a compiere il percorso e appena uno di essi riuscì trasportare un sacco di corrispondenza.

Salvatore Adinolfi

La dismissione della la rete SPRAR

Prima di dismettere la rete SPRAR, occorre effettuare una seria analisi sul numero effettivo dei richiedenti asilo e rifugiati in Italia e poi andare a verificare l’effettivo il valore dell’indotto generato dai centri accoglienza .

L’attuale decreto Salvini su immigrazione e sicurezza prevede di ridimensionare il Sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati (SPRAR) che cambierà denominazione e sarà limitato a chi è titolare di protezione internazionale e ai minori non accompagnati.

Sul piano dell’economia locale, va considerato l’effetto indiretto prodotto dalla crescita gli SPRAR sul reddito e l’occupazione per le loro necessità operative di funzionamento.

I report annuali sullo SPRAR congiuntamente con le altre fonti – 29Anci, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Istat – sono stati confrontati da alcuni analisti (studi di Matteo Galamerio) e hanno evidenziato che la relazione tra presenze SPRAR e crescita del reddito imponibile è positiva; dimostrando che a ogni ulteriore presenza si accompagna una maggiore crescita del reddito imponibile.  Per questo, prima di far scomparire la rete SPRAR, andrebbe effettuata una  rigorosa e attenta valutazione, dopo una raccolta e diffusione di dati certi sui richiedenti asilo e rifugiati accolti e poi,  verificare accuratamente  l’indotto generato dai centri accoglienza.

Danilo Turco

Come disegnare viso e figura, un manuale semplice e completo

 

Curiosando fra libri e bancarelle ci ha colpiti un manuale per avvicinare gli amanti del disegno a questa nobile e difficile arte, quello realizzato da Hugh Laidman dal titolo “Il manuale del disegnatore. Il viso e la figura” edito dal Gruppo Editoriale Brancato nel 2008.

Ricco di immagini fornisce utili suggerimenti per la realizzazione di viso e figura mostrando i passi necessari per raggiungere un buon risultato tecnico.

Solo con l’esercizio si potrà raggiungere un buon risultato, man mano si diventerà sempre più padroni degli strumenti e, come scrive l’autore nella introduzione al volume,  “anche se non siete completamente padroni della tecnica del disegno, l’estetica del disegno si manifesterà… Quando sarete in grado di tracciare sulla carta linee e sfumature nel punto dove volete, allora potrete dire: Ecco, questo è quello che volevo esprimere”.

In appendice il volume è una vera e propria guida alle tecniche di disegno: ombreggiature; gesso e carboncino; pastelli ad olio; disegnare con la candeggina; disegnare con la penna, pennello e l’inchiostro; disegnare paesaggi con i pastelli; il monotipo; disegnare con le matite acquarellabili; disegnare sulla carta colorata; inchiostro e guazzo; inchiostro, candeggina, zucchero e sale; graffito.

Salvatore Adinolfi

Spirou diventa ambasciatore per l’Onu dei Diritti Umani

I fumettisti di Spirou, la famosissima rivista franco-belga, hanno illustrato per l’Onu la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, unendosi in questo modo alla campagna per il suo 70esimo anniversario,

Gli articoli della Dichiarazione sono stati illustrati, per l’uscita del mese di ottobre, dagli artisti e dagli autori di maggior talento di Spirou come Émile Bravo, Sente e Juillard, Libon, Nob, Derib, Cossu e Bocquet, Delaf e Dubuc, Achdé, Batem, Verron, Yoann e Vehlmann, Cyprien e Paka, Jousselin e molti altri. Inoltre, una mostra #spirou4rights, dedicata ai diritti umani e alla Dichiarazione, è stata presentata pochi giorni presso la sede delle Nazioni Unite di Ginevra.

Per dare la possibilità a più persone di conoscere i valori universali della Dichiarazione, la mostra sarà disponibile online in inglese, francese e spagnolo, in formato scaricabile e stampabile, per essere esposta in vari luoghi: scuole, biblioteche, aziende, centri culturali.

La scelta di Spirou, il piccolo fattorino mascotte della rivista, è stata dettata dal fatto che da sempre il suo personaggio è impegnato a combattere le disuguaglianze, proteggendo i deboli e mostrando coraggio e generosità: alcuni dei valori fondamentali della Dichiarazione dei Diritti Umani. Il suo impegno per i diritti degli altri è rappresentato dal suo saluto, due dita che insieme puntano verso l’alto. Quello stesso saluto che è stato lanciato il 14 settembre durante il Brussels Comic Strip Festival, un flash mob di centinaia di visitatori  che hanno mostrato il loro sostegno ai diritti umani, condividendo sui social media con l’hashtag #spirou4rights.

Il settimanale a fumetti Spirou è pubblicato dalla casa editrice Dupuis, una delle principali case editrici europee di fumetti. Il suo catalogo comprende personaggi iconici come i Puffi, Billy e Buddy, i Bluecoats, Petit Spirou, Lucky Luke, Largo Winch, Gaston Lagaffe e The Marsupilami.

Dalla sua creazione nel 1938, la rivista Spirou ha trasmesso valori attraverso i suoi autori emblematici e i suoi personaggi iconici. Il settimanale ha regolarmente denunciato, difeso, interrogato e prestato il suo sostegno per promuovere i diritti umani; ha espresso indignazione e ha permesso alle generazioni di farsi carico dei problemi globali in un modo affettuoso e umoristico.

Nicola Massaro

 

Il Brasile di Bolsonaro, che Paese sarà?

Le destre avanzano ovunque, è una costatazione.

Anche il Brasile non fa eccezioni. Ha vinto Jair Bolsonaro, capo del Partito Social-Liberale, ex militare nostalgico della dittatura e tacciato come fascista e machista; ha vinto con il 55,20% dei voti, rispetto al contendente, Fernando Haddad, erede politico scelto da Lula da Silva per guidare il Partito dei Lavoratori, che si è fermato al 44,80% delle preferenze, con uno scarto di circa 11 milioni di voti tra i due.

Il primo messaggio dopo la vittoria Bolsonaro lo ha affidato a Facebook, come ha spesso fatto anche durante la campagna elettorale. Un breve video, trasmesso sui social dal suo appartamento di Barra de Tijuca, quartiere residenziale dell’ovest di Rio de Janeiro: “Sono molto grato a tutti voi, per la vostra considerazione, le vostre preghiere e la vostra fiducia, adesso, tutti insieme, cambieremo il destino del Brasile: sapevamo dove stavamo andando, e ora sappiamo cosa dobbiamo fare. Il Brasile, non poteva continuare a flirtare con il socialismo, il comunismo, il populismo e l’estremismo della sinistra; ora la verità comincerà a regnare in ogni casa del paese, cominciando dal suo punto più alto, che è la presidenza della Repubblica, perché il Brasile ha tutto quello che serve per essere una grande nazione”. Nemici fuori, nemici dentro, ormai smascherati, un primo messaggio che ha il sapore un po’ rétro di certi ideologismi del Novecento.

Il nuovo Presidente ha incassato a distanza anche l’appoggio di Steve Bannon, ex stratega politico di Donald Trump e noto ideologo della destra oltranzista. “Sono solo un simpatizzante”, ha detto alla Bbc, in un’intervista diffusa alla vigilia del ballottaggio, nella quale definiva Bolsonaro un politico notevole e lo paragonava a Matteo Salvini. Il nostro Ministro dell’Interno, dal canto suo, si è congratulato con Bolsonaro augurandogli “buon lavoro”, sottolineando pure l’intenzione di richiedere al più presto l’estradizione del brigatista rosso Cesare Battisti, assicurando che con il nuovo Presidente c’è piena intesa sulla questione (anche se l’ultima parola spetterà alla magistratura brasiliana).

La vittoria di Bolsonaro rappresenta una frattura storica per il Brasile, dopo una fase di quattro governi consecutivi del Pt, chiusasi nell’agosto del 2016 con l’impeachment di Dilma Rousseff, e il breve intermezzo dell’amministrazione di Michel Temer, che arriva alla fine del suo mandato battendo tutti i record storici di impopolarità. Il risultato del voto in Brasile segna anche una nuova sconfitta per i partiti e i leader protagonisti della cosiddetta marea rosa progressista che investì l’America Latina all’inizio del secolo XXI, dopo le vittorie elettorali del centrodestra in Argentina, Cile, Perù e Colombia e le derive autoritarie in Venezuela e Nicaragua.

Bolsonaro, un deputato che è passato per otto partiti diversi in quasi due decenni di attività parlamentare e fino a poco fa era considerato un personaggio eccentrico, noto per le sue dichiarazioni polemiche a favore della dittatura militare e la tortura e contro le donne e le minoranze razziali, etniche e sessuali, è diventato in pochi mesi il leader che ha cavalcato il crescente malessere di grandi fasce della società brasiliana. Sarà lui a traghettare l’economia del Brasile fuori dalla profonda recessione in cui il Paese è caduto dal 2015, come? Portando un pareggio del bilancio pubblico attraverso i tagli alla spesa che potranno provenire, forse, anche dalla privatizzazione di ampi settori economici del Brasile oggi in mano, in tutto o in parte, allo Stato.

La necessità di adottare una politica di “austerità” nel breve periodo presenta tuttavia non pochi rischi, soprattutto in un paese in cui la disuguaglianza resta evidentissima a livello globale. Il necessario taglio della spesa pubblica non potrà che colpire le politiche più costose, che includono ovviamente le misure di welfare come le pensioni, la sanità pubblica e i sussidi di disoccupazione, che resta molto alta e si attesta attorno al 13%.

Buon lavoro a questo nuovo governo del popolo.

Rossella Marchese

La stampa rotocalcografica dei francobolli

Fare il punto sui diversi tipi di stampa costituisce un ulteriore elemento per districarsi nel complicato campo delle possibili falsificazioni. Parlando dei diversi meccanismi di stampa, in questo articolo affronteremo la stampa rotocalcografica che, come la tipografica, è stata fra quelle maggiormente usate. Consiste nel preparare una composizione con delle parti cave destinate a fare da matrice per la produzione della stampa.

Il procedimento è abbastanza semplice: si parte da una riproduzione fotografica del bozzetto originale che viene riportato su una lastra diapositiva tante volte quanti sono i francobolli che comporranno il foglio, all’epoca ci troviamo di fronte a composizioni di 100 e 200 immagini. La diapositiva viene poi fatta combaciare con un foglio di carta preventivamente impressionato con un fitto reticolo di sottilissimi fili che è conosciuto come il “retino”. Il foglio, esposto alla luce, riceve l’impressione delle immagini che sono sulla lastra, spezzettate dal retino in piccolissimi punti. La carta pigmento così denominata viene poi collocata su un cilindro ricoperto di rame sul quale viene incisa l’immagine, grazie all’azione di speciali solventi ed acidi. In questo modo la sottile sfoglia di rame collocata in precedenza sul cilindro diviene la matrice di stampa, che collocata nella macchina rotocalcografica per effetto della rotazione si immerge in un bagno di inchiostro ed è pronta per stampare. L’inchiostro superfluo viene asportato da uno speciale spazzolatore, entrando quindi a contatto con il rotolo di carta continua, depositerà l’inchiostro con il disegno inciso.

I francobolli stampati con il sistema rotocalcografico si distinguono per la levigatezza della carta ed anche perché, il fondo di sicurezza del francobollo stesso, osservato con una lente di ingrandimento, appare costituito da una fittissima rete di puntini.

I francobolli rotocalcografici hanno in comune numerosi elementi relativi alla composizione e alla numerazione dei fogli, alla dentellatura, alla gomma e alle varietà (varietà relative a stampe evanescenti e incomplete, a stampe su carta ricongiunta a difetti di incisione a gradazione di colore).

Dal 1929 in poi, contemporaneamente al trasferimento dell’Officina Governativa Carte Valori da Torino a Roma presso l’Istituto Poligrafico dello Stato ed in seguito all’acquisto di speciali macchinari da parte dell’Officina stessa, è stato il sistema più usato per la stampa dei francobolli italiani. Da quella data, come già detto, il sistema tipografico fu completamente abbandonato tranne per stampare le serie pacchi postali senza fasci al centro datati 1946.

Salvatore Adinolfi

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