Teatro di Napoli: terza edizione del Premio Leo de Berardinis

Il Teatro di Napoli e il Teatro Pubblico Campano lanciano la terza edizione del Premio Leo de Berardinis, un bando dedicato a compagnie e artisti under 35 che operano sul territorio regionale e nazionale. Il premio, che da questa edizione diventa biennale e nazionale, prevede un contributo economico e un tutoraggio produttivo a sostegno dei due progetti vincitori, che saranno selezionati da una giuria di esperti composta da Roberto Andò, Mimmo Basso, Natalia Di Iorio, Francesca D’Ippolito, Jacopo Gassmann e Lino Musella. Gli spettacoli di nuova creazione, di cui almeno uno “campano”, saranno programmati per sei recite al Ridotto del Mercadante nell’ambito della Stagione teatrale 2024/2025 del Teatro di Napoli. A questi si aggiungeranno altre tre recite sul territorio regionale programmate dal Teatro Pubblico Campano, di uno dei due spettacoli vincitori, liberamente scelto dal direttore artistico del Teatro Pubblico Campano, Alfredo Balsamo. “Il Premio Leo de Berardinis è un’occasione importante per sostenere e promuovere i giovani talenti della scena contemporanea”, ha dichiarato Roberto Andò, direttore del Teatro di Napoli. “In questa terza edizione, il premio si amplia a tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di valorizzare la creatività e l’innovazione di giovani artisti provenienti da tutta Italia”. “Il Premio Leo de Berardinis è un progetto che condividiamo con il Teatro di Napoli”, ha aggiunto Alfredo Balsamo, direttore artistico del Teatro Pubblico Campano. “Il nostro obiettivo è quello di sostenere la produzione di nuovi spettacoli teatrali, realizzati da giovani artisti che rappresentano il futuro della scena contemporanea”. Le domande di partecipazione al bando possono essere inviate entro il 10 gennaio 2024. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito del Teatro di Napoli. Il Premio Leo de Berardinis è un’occasione imperdibile per giovani artisti e compagnie teatrali che vogliono emergere sulla scena nazionale. Il bando offre un contributo economico e un tutoraggio produttivo per la realizzazione di un nuovo spettacolo, che avrà la possibilità di essere presentato al pubblico del Ridotto del Mercadante e di altri teatri campani.

Ivan Matteo Criscuolo

Bollette del gas alle stelle nel 2024: famiglie a rischio povertà energetica

Il 2024 si preannuncia un anno difficile per le famiglie italiane, che dovranno fare i conti con bollette del gas alle stelle. Secondo le previsioni dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, gli aumenti previsti per il prossimo anno oscilleranno tra il 7,6% e l’8,5%. A questi si aggiungeranno i costi aggiuntivi legati al passaggio al mercato libero, che entrerà in vigore il 10 gennaio 2024.
Per le famiglie che non rientrano nella categoria dei vulnerabili, i rincari saranno ancora più pesanti. L’eliminazione dell’IVA al 5% sul gas metano, prevista dal Governo a partire dal prossimo anno, porterà a un aggravio di circa 102 euro annui sulla bolletta. A questo si aggiungerà la differenza di prezzo tra il mercato tutelato, che sarà abolito, e il mercato libero, che è già più caro. Per le offerte a prezzo variabile, l’aumento medio sarà di 108 euro annui, mentre per le offerte a prezzo fisso si arriverà a 493 euro. “Si tratta di aggravi insostenibili, che si innestano in una situazione già di forte difficoltà per molte famiglie”, ha dichiarato il presidente della Federconsumatori, Marco Donati. “Chiediamo al Governo di intervenire urgentemente per mantenere le tutele previste finora, almeno per il 2024”. In caso di mancata risposta, il rischio è che la povertà energetica in Italia aumenti ulteriormente. Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico, nel nostro Paese sono già circa 5,5 milioni le persone che non possono permettersi di pagare le bollette. “Eliminare i sussidi per le famiglie è una strategia poco lungimirante e del tutto controproducente”, ha aggiunto Donati. “Rischia di riportare le famiglie ad ulteriori rinunce e sacrifici, con gravi ripercussioni sull’andamento della domanda interna”.

Ivan Matteo Criscuolo

SIGEP 2024: la fiera del dolce si conferma internazionale

La 45a edizione di Sigep, il salone internazionale di gelateria, pasticceria, panificazione artigianali e caffè di Italian Exhibition Group, si conferma un appuntamento di respiro internazionale.
Tra gli oltre 1.200 brand espositori, oltre alla migliore offerta Made in Italy, la quota estera sfiora il 18% complessivo con ben 35 paesi presenti. I più rappresentati sono Germania, Spagna, Francia, Belgio e Turchia. Non mancheranno collettive anche da Ecuador, Brasile e Ucraina.

L’evento, che si terrà dal 20 al 24 gennaio 2024 a Rimini, ospiterà anche oltre 500 top buyer da 81 paesi, in particolare da Stati Uniti, Spagna, Canada, Turchia, Brasile, India, Cina ed Emirati Arabi. Un incoming estero, rappresentato principalmente da importatori, distributori e catene di ristorazione, reso possibile grazie alla collaborazione con Agenzia ICE e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Al centro del quartiere fieristico torna la Vision Plaza, il palcoscenico delle nuove tendenze nazionali e internazionali del Foodservice Dolce, commentate e approfondite dai grandi professionisti del settore. Saranno dati grande spazio ai dati relativi sui consumi del ‘fuori casa’, grazie alle analisi CREST di Circana. Inoltre la Vision Plaza, in collaborazione con media partner e associazioni di settore italiane ed estere ospiterà importanti talk su quattro specifiche aree: trend e innovazioni; market focus sulle singole filiere di Sigep (gelato, pastry, chocolate, coffee e bakery); marketing digitale e, naturalmente, sostenibilità. L’internazionalità di Sigep viene confermata anche da un ricco programma di competizioni, di cui 3 internazionali, che vedranno la partecipazione di ben 25 Paesi da tutto il mondo. Si parte con la Gelato World Cup, il concorso internazionale più importante al mondo che annovera prove di gelateria, pasticceria, cioccolateria, ristorazione e scultura di ghiaccio, con il coinvolgimento di 11 team provenienti da Argentina, Brasile, Cina, Corea del Sud, Germania, Italia, Messico, Perù, Singapore, Taiwan e Ungheria. Passando alla Pastry Arena, grande attesa per la Juniores Pastry World Cup, il concorso a squadre unico al mondo che si rivolge ai giovani talenti Under 23. Il tema di quest’anno è ‘Miti e leggende’: raccontare un mito o una leggenda del proprio Paese di appartenenza per valorizzarne cultura e storia attraverso le creazioni dei pasticcieri. Ben 12 le nazioni in gara: Australia, Cile, Corea, Filippine, Francia, Hong Kong, India, Malta, Perù, Stati Uniti, Taiwan e Uzbekistan. La proiezione internazionale di Sigep si intensifica a ritmo serrato in tutto il mondo: lo conferma la recente espansione verso i mercati asiatici, che ha visto nel corso del 2023 la 1a edizione di Sigep China organizzata da IEG China in partnership con Koelnmesse nella città di Shenzhen, cuore della Greater Bay Area, uno dei mercati più in crescita della Cina con un’importanza economica strategica per l’intero Paese. Nel 2024 inoltre ci sarà il grande lancio di Sigep Asia, in programma a Singapore dal 26 al 28 giugno, che avrà al suo interno Café Asia, International Coffee & Tea Asia e Sweets & Bakes Asia. Una vera e propria vetrina delle filiere del gelato artigianale, pasticceria, panificazione, caffè e tè. Sigep Asia si terrà a fianco di Restaurant Asia, co-organizzata con la Restaurant Association di Singapore ed in partnership con le associazioni di ristorazione dei paesi ASEAN.

Ivan Matteo Criscuolo

Passeggiata di Natale al Centro Antico di Napoli, la Basilica di Santa Chiara e la Chiesa del Gesù Nuovo

Proseguiamo la nostra passeggiata (n.d.r. iniziata il 27 dicembre) nel Centro Antico di Napoli. Percorso l’ultimo tratto di via Benedetto Croce arriviamo ad un incrocio  dove a sinistra troviamo via Santa Chiara che costeggia le mura dell’Antica Chiesa dedicata alla Santa mentre sulla destra inizia l’antica Via di San Sebastiano, fino a qualche tempo fa conosciuta come la strada della musica per la presenza di numerosi negozi  ed artigiani di strumenti musicali.

Pochi passi ancora per via B. Croce e sulla sinistra notiamo l’ingresso  dell’imponente Basilica di Santa Chiara la cui costruzione risale all’anno 1310 per volontà del re Roberto d’Angiò e della sua seconda moglie Sancia di Maiorca.

La Basilica è la più grande  tra quelle in stile gotico-angioino esistenti nella città di Napoli ed  collegata al  monastero delle monache caratterizzato da ben quattro  chiostri  monumentali, da scavi archeologici e numerose sale arricchito da affreschi di Giotto.

Entriamo all’interno  della Basilica che si presenta  a navata unica  con dieci cappelle   per lato. Al centro della navata la tomba di Roberto d’Angiò mentre sul suo lato destro le tombe di Carlo di Calabria e di Maria di Valois realizzato dal Maestro Tino di Camaino mentre sul lato sinistro  si trova quella di Maria Durazzo.

La Basilica accoglie nell’ultima cappella sulla destra le spoglie della famiglia dei Borbone.

Usciamo dalla Basilica e di fronte a noi  si apre piazza del Gesù Nuovo con la guglia  del 1747  e l’omonima Chiesa, ricavata  dal Palazzo S. Severino edificato nel 1410 da Novello di S. Lucano. Il nobile casato fu costretto all’esilio in seguito ad una rivolta fallita contro il re Ferdinando I d’Aragona i beni furono confiscati alla famiglia e venduti  alla Compagnia di Gesù che vi fece costruire tra l’anno 1584  ed il 1601 la  Basilica dedicata alla Madonna Immacolata e chiamata del Gesù Nuovo.

Una recente scoperta dovuta agli studi dello storico Vincenzo De Pasquale, ha portato alla conoscenza dell’esistenza di note musicali incise su alcune pietre del bugnato. L’attento studioso, appassionato del rinascimento napoletano e   musicologo attento   è riuscito a decifrare l’enigma  dei simbolo occulti presenti sulle bugne che si tratterebbe  di uno spartito musicale  scritto all’inverso in aramaico.

Alla sobrietà dell’esterno contrasta  con un interno  barocco, riccamente decorato, con una pavimentazione ricca di marmi policromi, colonne ed altari.

Le pareti sono coperte di affreschi  di importanti artisti non solo napoletani mentre nelle  cappelle  si possono ammirare  sculture realizzati da artisti quali il Fanzago, e di Jusepe de Ribeira.

Tra le dieci cappelle troviamo la Cappella della Visitazione  che ospita il reliquiario  con i resti di San Giuseppe Moscati, medico dei poveri verso il quale i napoletani  nutrono una  profonda venerazione.

Usciamo dalla Basilica e tutt’intorno notiamo i Palazzi Pandola, Pignatelli di  Monteleone e Morisani, anch’essi del 500, che iniziano la Via della Trinità Maggiore.

La nostra passeggiata alla scoperta dell’arte storia e magia del Centro storico  di Napoli conclude, al momento, tanto ancora c’è da scoprire e da approfondire.

Alessandra Federico

Passeggiata di Natale al Centro Antico di Napoli

Siamo arrivati con la nostra passeggiata (n.d.r. iniziata il 27 dicembre 2023) all’incrocio tra Via San Gregorio Armeno e via San Biagio dei Librai, ovvero “Spaccanapoli”, dove si incontrano il Palazzo di Monte di Pietà (o Banco dei pegni), le chiese di S. Maria  della Stella eretta nel 1519, di S. Nicola a Nilo risalente  al 1647 e quella di S. Andrea  Apostolo, fatta costruire da Costantino, mentre l’altra che si affaccia nei suoi paraggi è  del Monte Verginella del 1314.

Proseguendo nella nostra passeggiata  giungiamo al Palazzo Carafa Montorio, dove nacque Giovan Battista Carafa, assunto al pontificato con il nome di Paolo IV, e al Palazzo Sant’Angelo di Carafa Maddaloni, che poco distava dalla Porta Ventosa oggi scomparsa.

Continuando troviamo Piazzetta Nilo con la statua di un vegliardo, di epoca  greca, ancora adesso considerata il simbolo del “Corpo di Napoli”, punto centrale della omonima via che da una parte sale a capo Napoli e dall’altra scende al Monte Erone, con l’Università vecchia, il Largo S. Marcellino, la Chiesa di S. Severino e Sossio e il Palazzo Carafa D’Andria, la Chiesa  di Sant’Angelo a Nilo (o Cappella Brancaccio) e la Biblioteca, costruita dal Cardinale Rinaldo Brancaccio nel 1385. Non lontano seguono le chiese  di Donna Romita e il Palazzo Pignatelli del 1400.

Nella parte alta di via Nilo si interseca la Strada del Seminario dei Nobili, con l’omonimo Palazzo che è del 1600. Questa strada si affaccia  sulla via di S. Severo alla Pietra Santa che, a sua volta, sbocca nella strada Francesco de Sanctis dove è ubicata  la Cappella di San Severo  de Sangro che custodisce  tra le sue numerose opere  la famosa scultura del Cristo Velato dell’artista Sammartino.

A pochi passi sulla sinistra entriamo in Piazza San Domenico Maggiore, dove si trova la chiesa domenicana (costruita dagli Angioini nel 1283 e rifatta nel 1700, epoca aragonese). La Chiesa di San Domenico era stata edificata sulla Cappella di S. Angelo a Morfisa , dei Padri  Benedettini, che la eressero  sui ruderi di un tempio pagano. La guglia elevata al Santo nel 1656 è del Picchiati. Importantissimi sono il Palazzo di Antonello Petrucci (segretario di Stato di Ferdinando d’Aragona), il Palazzo Calenda, il Corigliano, e quello di S. Severo de Sangro.

Entrando in via Benedetto Croce s’incontrano molti palazzi sorti  tra il ‘400  ed il 500. In particolare il Palazzo dei Foglia, quello dei Castelluccio Carafa del Belvedere ed ancora quello dei Mazziotti seguito del Palazzo della Serenissima (ex sede dell’Ambasciata di Venezia), ed infine il Filomarino del 1400, coinvolto in molti avvenimenti del Reame. I suoi locali sono stati rifatti nel 1600 e ritoccati del ‘700 così come appaiano attualmente ed il suo ultimo inquilino è stato proprio Benedetto Croce.

Alessandra Federico

Re Leone in miniatura

Un piccolo e prezioso cofanetto custodisce uno dei classici più amati dai bambini: Il Re Leone, uno dei capolavori della Disney che sin dalla sua uscita ha appassionato i bambini e continua ad incantare più generazioni.

Non è l’unico capolavoro che sarà riprodotto in miniatura, Hachette ha, infatti, lanciato in edicola le “Storie in miniatura Disney”, i “classici sempre nel palmo della tua mano”, così presenta la collana che riunisce le storie dei personaggi più noti al grande pubblico che dalla genialità creativa della Disney hanno conquistato gli schermi.

Pubblicazioni impreziosite da illustrazioni e disegni per far vivere ai piccoli storie entusiasmanti e perché no collezionarle per quando saranno più grandi nella loro biblioteca.

Simba, Cenerentolea, Mowgli, Bambi, Biancaneve e i sette nani, Frozen, Aladdin, La carica dei 101, La Sirenetta, Monster & Co., Peter Pan, Mulan, Lilli e il vagabondo, Pinocchio, Ratatouille, Toy Story e tanti altri sono i protagonisti della collana per allietare le giornate dei più piccoli che le possono ascoltare dal racconto dei grandi o leggere e far rivivere agli adulti il tempo della loro infanzia.

Antonio Desideri

Passeggiata di Natale al centro Antico di Napoli, da piazza Dante a San Gregorio Armeno

Ieri abbiamo varcato Port’Alba e dopo aver percorso un breve tratto di strada giungiamo a piazza Bellini dove  troviamo  le fondamenta delle fondazioni della prima porta greco-romana, chiamata “puteolana” perché dava  sull’attuale via Toledo fino a Mergellina e alla grotta che conduce a Pozzuoli.

Continuiamo la nostra passeggiata  transitando accanto al Conservatorio di musica   e raggiungendo  la piazza Luigi Miraglia  con la Chiesa  angioina  di S. Pietro a Maiella ed il vecchio Policlinico, che nel 1500 era la sede del convento della Chiesa  della Croce di Lucca.

In via Tribunali  sorgono: il tempietto del Pontano (Chiesa  di Santa Maria), il tempio di Diana, di epoca greca, la Chiesa della Pietra Santa, fatta costruire dal Vescovo Pomponio in epoca  vescovile-ducale  ed oggi sede del Museo dell’acqua.

Proseguendo a destra appare il sedile che si trova ai Tribunali, ovvero il Palazzo dell’Imperatore, costruito  intorno all’anno mille  con funzione di fortezza e rifatto in epoca angioina, poi aragonese ed infine spagnola. In questo palazzo hanno dimorato molti personaggi della storia della città tra i quali  Giovanna I d’Angiò, Carlo III, Carlo V imperatore, il Pontano ed il duca d’Avalos.

Difronte a questo palazzo vi è la Chiesa cosidetta “d’e ccap ‘e muorto”, risalente all’anno  1600. Nei pressi di questa Chiesa  si trovano:  vico Purgatoio ad Arco, il vico Fico, via Atri e la via San Paolo. Via San Paolo è un’antica arteria romana che  insieme alle strade Pisanelli, Anticaglia e Cinquesanti copre due teatri greci, il “piccolo” ed il “grande” (complessi monumentali dei quali il secondo ospitava  7.000 spettatori e che vide come attori e cantanti gli imperatori Claudio e Nerone).

Continuando per via Tribunali  arriviamo in piazza San Gaetano dove sorgeva il Foro, proprio sull’acropoli, davanti al tempio di Castore e Polluce  sui  cui resti,  in epoca cristiana, fu edificata la Chiesa di San Paolo Maggiore.

Il Foro era meraviglioso, ornato di colonne marmoree e di piccoli portici, pieno di botteghe artigiane, di profumieri, gioiellieri e di negozi per la vendita di generi alimentari e di vini. Era in quel luogo pieno di vita  che i napoletani  fissavano i loro incontri per contrattare affari e combinare operazioni commerciali, spettacoli teatrali o di gladiatori.

Inoltrandoci sulla discesa a destra incontriamo  l’antica strada del Tempio di Cerere, trasformato in seguito nella Chiesa da Santa Elena madre  di Costantino, che vi traslò il corpo di Santa Patrizia, dove avviene il miracolo della liquefazione del sangue della Santa.

Questa Chiesa  nel V secolo fu ampliata da S. Gregorio quando giunse dall’Armenia e dette il suo nome alla strada che è divenuta famosa nel mondo  per l’arte  presepiale  e dei pastori nata proprio a Napoli nell’anno 1000, poi diffusasi nelle altre città italiane, particolarmente  a Greccio, dove San Francesco nel 1223 costruisce il primo presepe vivente della storia.

In fondo a via San  Gregorio Armeno  abitò la  famiglia di San Gennaro, precisamente  dove appare la cappella di S. Biagio, alle cui spalle sorge il Palazzo Marigliano che affacciava sull’attigua Piazza dell’Olmo. Da queste parti visse anche Gian Battista Vico.

Alessandra Federico

Campi Flegrei. Tra i fuochi della storia

I Campi Flegrei sono i protagonisti  della pubblicazione de La Repubblica nella collana Novanta-Venti in collaborazione con Guida Editori.

Il volume è curato da Ottavio Ragone e Conchita Sannino in collaborazione con Valeria De Paola, Anna Laura La Rosa, con la prefazione di Maurizio Molinari  e il saluto del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi  e attraverso  i contributi degli autori i lettori possono approfondire i Campi Flegrei sotto vari aspetti, quello scientifico, quello storico, quello relativo alla popolazione, ecc., ma vediamoli in dettaglio.

I contributi sono divisi in settori. La scienza con Carlo Doglioni “Il vulcanismo e l’importanza delle geoscienze”, Fabrizio Curcio “Il piano per la popolazione”, Mauro Antonio Di Vito “In ascolto della terra” e “Il Monte Nuovo”, Francesca Bianco “I campi ardenti della Campania”, Italo Giulivo “485mila vite da proteggere”, Dario Del Porto “Il decreto del governo”, Gennaro Annunziata “La vulnerabilità degli edifici”, Iunio Iervolino “Terremoti e costruzioni”.

Le voci dei territori con Luigi Manzoni “Resilienza puteolana”, Josi Della Ragione “La sicurezza è un diritto”, Pasquale Raicaldo “1970, lo sgombero del Rione Terra”.

La cultura e l’ambiente con Fabio Pagano “Il segno della Storia”, Francesco Maisto “Un paesaggio che seduce”, Matteo Palumbo “Paesaggio di ombre e fumi: da Petrarca a Freud a Rossellini”, Marino Niola “Il fuoco amico”, Luigi Vicinanza “Hamilton, il fascino della terra che arde”,  Renata Caragliano “Artemisia Gentileschi nella cattedrale di Pozzuoli”, Patrizia Rinaldi “Ballando sui Campi”, a cura dell’Ufficio Stampa INGV e del Gruppo di Lavoro INGV Vulcani “Le domande più frequenti sui campi flegrei”.

Un volume arricchito da piante, grafici, immagini per scoprire e vivere i Campi Flegrei.

Antonio Desideri

Passeggiata di Natale al Centro Antico di Napoli

Durante il periodo delle festività natalizie è divenuta ormai consuetudine recarsi al centro antico di Napoli per vivere i momenti davvero magici che questo luogo  offre ai suoi visitatori.

In questi nostri  brevi appunti vogliamo  offrire una strenna  che illustra alcune strade, protagoniste del Natale, che rappresentano la parte più antica  di Napoli, quella  compresa  tra la collina  e il mare e che non ebbe sufficiente  spazio per la sua evoluzione urbanistica.

Questa era in principio divisa in tre arterie principali parallele, dette “decumani” (inferiore, maggiore e superiore), intersecate da molte vie più strette dette cardini. Le tre arterie erano dedicate rispettivamente ad Apollo, ai Dioscuri e a Cerere. Col tempo altre civiltà si sovrapposero ai dedali di templi, case e palazzi che erano stati costruiti. Cerchiamo di ricostruire questo iter prendendo in considerazione i vari avvenimenti che l’hanno determinato.

Entriamo in piazza Dante, incontriamo uno spazio che era fuori delle mura e fu incorporato nella città nell’anno 1765 e a cui venne dato il nome di “Foro Carolino”, dedicandolo  a Carlo III di Borbone. Questo spazio  racchiude l’emiciclo del Vanvitelli, costituito da un imponente colonnato  su cui poggia una balaustra  adornata da 26 statue di figure femminili di epoca classica. Sulla destra del colonnato era stato edificato il carcere di San Felice,  ora scomparso. Alle spalle, il monastero di San Sebastiano, con la scuola liceale ed il Collegio di musica, successivamente trasferito nell’ex convento di San Pietro a Maiella.

Nel colonnato  venne realizzata  una nicchia  che ospitò in un primo momento  la statua di re Carlo III di Borbone, sostituita poi in epoca murattiana da quella di Napoleone Bonaparte, infine divenne l’entrata del convitto che assunse il nome di Vittorio Emanuele II. L’orologio sull’ingresso, di epoca borbonica, ha una particolarità di cui parleremo in un prossimo articolo.

Una  commissione presieduta da Luigi Settembrini, su proposta  di Paolo Emilio Imbriani, deliberò, nell’anno 1872, di innalzare una statua  a Dante Alighieri la cui realizzazione fu affidata allo scultore Tito Angelini. L’opera fu completata in breve tempo e installata nel centro della piazza che d’allora fu intitolata al sommo poeta.

Proseguiamo ed inoltrandoci nel Centro antico attraversiamo Port’Alba, antichissimo accesso che ai tempi della sua edificazione era posta più internamente ed era stata soprannominata dal popolo “porta sciuscella” per la presenza  di un albero di carrube.

La porta fu fatta realizzare nell’anno 1624  dal Vicerè Duca d’Alba che fece aprire un varco nel mezzo di un antico torrione angioino. Dopo alcuni anni sulla sua sommità  fu fatta installare la statua di San Gaetano Thiene, proveniente dalla porta dello Spirito Santo.

Varcando la porta si fa ingresso nel centro Antico dando inizio ad una straordinaria  passeggiata nel tempo che ci farà percorrere oltre 2500 anni di storia, tra arte, leggende  e magia.

Ma di  questo tratteremo nei prossimi racconti.

Alessandra Federico

Auguro a tutti Buon Natale

Natale
Ogge è Natale scetateve ggente
è ppace overe pe’cchille c’’a sente.
È nnato llu Ninno ca stammo prianno
facimmo stu juorno ca dura pe n’anno.
Cu ‘a capa ncielo nun se fà guerra
ncè ppace sempe cu lli piere nterra.
Uommene forte putiente guardate
sciglite pe ssempe sti file ntricciate.
Bbombe che cadene senza pietà
ggente ca more sbaglianno cultura
criature annure e cchiene ‘e paura.
Sunate zampogne sunate campane
vinite Re Maggi, venite pasture
purtate sta pace â Paise luntane.
“A Te,
che hai letto, ascoltato questo mio sonetto tutto napoletano,
ti auguro, di cuore, di non smarrire mai
il senso del Santo Natale.”
Auguri Buon Natale 2023
Armando Fusaro
1 2
seers cmp badge