Al via un nuovo anno di fotografia per la FIAF

Il numero di febbraio di FOTOIT la rivista ufficiale della FIAF si apre con l’editoriale del Presidente Roberto Rossi che sintetizza quanto la Federazione ha fatto per celebrare i 75 anni di vita e presenta le iniziative che vedranno tutti gli amanti della fotografia protagonisti dell tantissime attività in programma sia a livello nazionale sia a livello regionale e territoriale.

Online Il 9 marzo prende l’avvio la quarta edizione di Laboratorio Portfolio. A maggio e precisamente dal 15 al 19 si terrà ad Alba il 76mo Congresso. Il 14 giugno al via la prima edizione del Festival della Fotografia Italiana organizzato dalla FIAF a Bibbiena e in altri due comuni del Casentino.

Ricco anche questo numero con le numerose iniziative organizzate dai Circoli in tutta Italia, le interviste, i focus, i profili delle fotografe e dei fotografi.

Uno speciale ricordo a cura di Pippo Pappalardo di Gina Lollobrigida.

Antonio Desideri

Luna Rossa Prada Pirelli presenta i suoi team Giovani e Ragazze

E’ nel  1997 che nasce il team Luna Rossa dall’incontro tra l’imprenditore Patrizio Bertelli che riceve dallo yacht designer argentino German Frers la proposta di lanciare una sfida alla 30ma America’s Cup del 2000.

Un sodalizio che ha portato il team a prendere parte a cinque edizioni dell’America’s Cup, vincendo per ben due volte le regate di selezione dei Challenger – la Louis Vuitton Cup nel 2000 e la PRADA Cup nel 2021 – e disputandone la finale nel 2007 e nel 2013.

Luna Rossa sarà nuovamente presente rappresentando lo yacht club Circolo della Vela Sicilia alla 37ma edizione dell’America’s Cup che si terrà a Barcellona nei mesi di settembre e ottobre di quest’anno.

Oggi Luna Rossa Prada Pirelli ha presentato a Cagliari, presso la sede del challenger italiano alla 37ma Coppa America, i nominativi dei giovani e delle ragazze impegnati alla UniCredit Youth America’s Cup (17 – 26 settembre) e alla Puig Women’s America’s Cup (5 – 13 ottobre).

Sono state convocate come equipaggio femminile le veliste: Giulia Conti (timoniera), Margherita Porro (timoniera), Maria Vittoria Marchesini (timoniera), Giovanna Micol (trimmer), Maria Giubilei (trimmer), Giulia Fava (trimmer) e Alice Linussi (trimmer).

Ancora in fase di variazione e ampliamento invece è la squadra giovanile costituita da: Guido Gallinaro (timoniere), Gianluigi Ugolini (timoniere), Federico Colaninno (trimmer),  Stefano Dezulian (trimmer) e Rocco Falcone (timoniere/trimmer). Convocato anche Marco Gradoni (timoniere). Gradoni fa parte anche del sailing team di Luna Rossa Prada Pirelli.

Sono molto contento delle scelte fatte, ma non è stato facile», dice Max Sirena, Skipper e Team Director di Luna Rossa Prada Pirelli. «La rosa dei candidati era molto valida, perché costituita da atleti con un ottimo background, che nella propria carriera hanno raggiunto importanti risultati a livello mondiale se non, addirittura, qualificazioni olimpiche.

Alla fine abbiamo puntato sulle persone che ci sono sembrate più adatte a eccellere sull’AC40, il monotipo foiling con il quale si correranno le regate. In una scelta del genere si valutano non solo le caratteristiche tecnico – sportive, ma anche la passione, il carattere e la capacità di lavorare in team per raggiungere l’obiettivo comune. Adesso che abbiamo le squadre al completo, ci focalizzeremo sugli allenamenti e sul format di regata affinché i nostri velisti arrivino il più preparati possibile agli eventi di Barcellona. A tutti gli altri faccio un grande in bocca al lupo per i loro prossimi successi sportivi, certo che le nostre strade torneranno a incrociarsi”.

Il gruppo youth si è formato nel corso dell’anno passato attraverso diverse fasi di osservazione», ha evidenziato Jacopo Plazzi, coordinatore del programma Youth & Women’s. «Prima la navigazione con i 69F, poi l’assistenza al team nella preparazione estiva a Barcellona con l’AC40, e infine l’integrazione con il nostro sailing team nell’ultimo periodo di two boat racing. Siamo partiti dal gruppo che abbiamo già visto lavorare insieme, in acqua e fuori, e aggiunto atleti di alto profilo provenienti dalle classi olimpiche. Di questo gruppo youth hanno fatto parte anche alcune delle ragazze selezionate nel programma Women’s America’s Cup, che abbiamo deciso di affiancare a veliste di esperienza, per portare avanti un progetto che unisca la possibilità di competere al massimo livello quest’estate a una visione di lungo termine. Siamo felici di presentare un team forte che potrà dimostrare le sue qualità nelle acque di Barcellona. Il panorama velico femminile e giovanile italiano è eccellente e questo ci ha messo davanti a scelte non facili, per le quali è stato fondamentale il confronto con la Federazione Italiana Vela. Davanti a noi c’è un periodo elettrizzante, Olimpiadi, Coppa e Youth & Women’s America’s Cup e siamo determinati a dimostrare quanto valiamo».

Il coach del programma Youth & Women’s, Simone Salvà, ha aggiunto: «Per quanto riguarda le donne, abbiamo esaminato moltissime atlete, tutte bravissime, e alla fine siamo riusciti a mettere in piedi un team eclettico, con esperienze, età e skill personali molto diverse. Ci sono persone più grandi, con enorme esperienza in regate internazionali e Olimpiadi e giovanissime cresciute sulle barche volanti. Questa sinergia è perfetta per creare il giusto mix di esperienza e tecnica che ci serve a bordo. Stanno lavorando molto bene insieme e fa piacere vedere che nonostante le differenze di età o il fatto che alcune non si conoscessero, si sia creato subito un bel feeling e sia nato un gruppo coeso e motivato».

Due team giovani per competere con forza e professionalità per essere all’altezza della impegnativa sfida che si troveranno a dover affrontare per tenere alti i colori di Luna Rossa. Aspettiamo di seguire le loro imprese nelle acque barcellonesi e le loro vittorie.

Antonio Desideri

Virgilio Sieni al Teatro Mercadante: un dittico imperdibile di danza e riflessione

Dal 29 febbraio al 3 marzo il Teatro Mercadante di Napoli si prepara ad accogliere Virgilio Sieni, coreografo di fama internazionale, per un dittico imperdibile che unisce danza e riflessione: “Danza Cieca” e “Cecità”. Domani, 29 febbraio alle ore 18.00 “Danza Cieca” aprirà le danze con un duetto emozionante che Sieni interpreta con il danzatore non vedente Giuseppe Comuniello. Un’esplorazione della tattilità e dell’incontro, dove la danza diventa un linguaggio universale per comunicare e connettersi al di là della vista. Un’esperienza sensoriale e coinvolgente che invita a riflettere sulla percezione del mondo e sulla relazione con l’altro. Dalle ore 21.00 di sabato 2 marzo e alle ore 18.00 di domenica 3 marzo, “Cecità” porterà il pubblico in un viaggio immaginifico liberamente ispirato al romanzo di José Saramago. Lo spettacolo indaga le conseguenze di un evento apocalittico che priva la popolazione della vista. Attraverso la danza, Sieni esplora le nuove modalità di percezione e interazione che si sviluppano in un contesto di privazione sensoriale. La coreografia si concentra sul rapporto tra corpo e spazio, sull’importanza del tatto e sulla scoperta di inedite forme di comunicazione. Al termine di “Cecità”, sabato 2 marzo, un incontro con Virgilio Sieni e il critico Maurizio Zanardi approfondirà il tema del libro “Danza Cieca” pubblicato da Cronopio. Un’occasione per riflettere sul potere della danza di interrogare la nostra percezione del mondo e di svelare nuove possibilità di comunicazione e di relazione. Il dittico di Sieni al Teatro Mercadante è un’occasione imperdibile per gli amanti della danza, del teatro e di tutte le arti che interrogano la nostra percezione del mondo. Un’esperienza che vi accompagnerà in un viaggio introspettivo e sensoriale, alla scoperta di nuove forme di espressione e di nuovi modi di vedere e di vivere il mondo.

Ivan Matteo Criscuolo

Chet Baker: Emozioni in Musica a Bagnoli

Il sipario si abbassa sulla prima edizione della rassegna musicale “Base per Altezza” con un concerto avvolgente intitolato “Father and Son (inseguendo Chet Baker)”. Un’esperienza che ha incantato il pubblico, regalando un’ultima serata indimenticabile all’Auditorium “Porta del Parco” di Bagnoli il 27 febbraio alle ore 20.30. Lo spettacolo, ideato e scritto da Stefano Valanzuolo. Sul palco, Antonello Cossia a recitare, Francesco Scelzo alla chitarra ed Enrico Valanzuolo la sua tromba. Questo evento è il quinto e conclusivo appuntamento di una serie di concerti che hanno caratterizzato la prima edizione della rassegna “Base per Altezza”. La manifestazione, frutto della collaborazione tra il Comune di Napoli nel contesto del progetto “Napoli Città della Musica” e la radio digitale AudioLive FM, ha regalato al pubblico una panoramica eclettica e avvincente della scena musicale contemporanea. Il tutto è iniziato il 19 gennaio con l’esibizione del Brew 4et, seguito dal pianista Andrea Bacchetti che ha affrontato le complesse variazioni Goldberg di Bach. La rassegna ha proseguito con la musicista Erica Piccotti e le affascinanti suites per violoncello di Bach, conquistando un pubblico sempre più numeroso. “Base per Altezza” ha dimostrato di essere un’iniziativa di successo, capace di portare la musica in luoghi suggestivi e di coinvolgere un pubblico eterogeneo. La chiusura con “Father and Son (inseguendo Chet Baker)” ha regalato un’atmosfera poetica e armoniosa, confermando il ruolo centrale della rassegna nel panorama culturale di Bagnoli.
Ivan Matteo Criscuolo

San Ferdinando: 70 Anni di Magia Teatrale nel Cuore di Napoli.

Il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale si prepara ad aprire le porte a un evento straordinario per celebrare il 70° anniversario del Teatro di Eduardo De Filippo. Con il progetto “San Ferdinando, Settanta Punto e da Capo”, il palcoscenico si trasforma in un palcoscenico vivente, con performance che si fondono con visite guidate per offrire ai visitatori un’esperienza unica nel suo genere. A partire dal 2 marzo fino al 21 aprile 2024, il teatro aprirà le sue porte a spettatori, turisti e appassionati per permettere loro di immergersi nell’universo magico di Eduardo De Filippo. Attraverso un ciclo di visite guidate “in forma di performance”, i partecipanti avranno l’opportunità di esplorare la storia e la bellezza di questa iconica sala, mentre vengono trasportati nel mondo delle opere del grande drammaturgo napoletano. Il progetto, curato da Artèpolis e diretto dal talentuoso regista Antonello Cossia, vede un gruppo di giovani attori trasformarsi in guide per condurre il pubblico attraverso un viaggio emozionante, ricco di apparizioni, illusioni, citazioni e fantasie teatrali. Pasquale Aprile, Clara Bocchino, Matteo De Luca, Antonio Elia, Francesca Fedeli e Serena Mazzei prenderanno vita nei panni dei personaggi creati da De Filippo, portando in scena la sua eredità artistica con maestria e passione. Le visite si svolgeranno durante i weekend e i lunedì, permettendo a tutti di partecipare e scoprire i segreti del teatro San Ferdinando. Dai grandi spazi pubblici ai camerini nascosti, i visitatori avranno l’opportunità di esplorare ogni angolo di questa straordinaria struttura, immergendosi completamente nell’atmosfera unica che solo un teatro può offrire. Il Teatro di Eduardo De Filippo non è solo un luogo fisico, ma un monumento vivente alla storia del teatro napoletano e al genio creativo del suo fondatore. Attraverso le parole del regista Antonello Cossia, possiamo percepire l’energia e la vitalità che permeano le mura di questo luogo iconico, trasformandolo in un santuario per gli amanti del teatro e della cultura. In questo anno speciale, in cui si celebra il settantesimo anniversario della riapertura del teatro, è importante riflettere sull’importanza della tradizione teatrale e sull’eredità lasciata da grandi maestri come Eduardo De Filippo. Attraverso iniziative innovative come “San Ferdinando, Settanta Punto e da Capo”, il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale continua a mantenere viva la fiamma del teatro, ispirando e coinvolgendo nuove generazioni di spettatori.
Ivan Matteo Criscuolo

Il patrimonio culturale di Napoli e della Campania: la festa di Piedigrotta

La festa di Piedigrotta ha le sue origini nei rituali pagani di epoca greco romana, dedicati a  Dioniso,  con un  riferimento al dio Priapo i cui baccanali erotici  destinati a propiziare la fertilità  si celebrava nella cripta  Neapoletana che era una rettilinea galleria romana lunga circa 700 metri scavata nel tufo che univa l’attuale Mergellina con Pozzuoli.

Secondo una legenda, questa grotta fu costruita in una sola notte da Virgilio, considerato un potente mago e considerato il primo patrono della città di Napoli, prima di San Gennaro.

Piedigrotta inizia alla fine dell’estate, nella notte tra il 7 e l’8 settembre, in prossimità con l’equinozio d’autunno, ed è  la festa del ringraziamento  degli uomini alla Terra per i preziosi e saporiti doni che gli ha offerto durante la stagione del sole.

E’ anche il sacro momento in cui  gli acini dell’uva vengono raccolti, pigiati e messi nelle botti a maturare per poi restituire agli uomini il nettare degli Dei.

La Chiesa Cristiana assorbì nel suo interno lo spirito pagano della festa e l’antica Cappella dedicata a Priapo fu sostituita dal Santuario di Piedigrotta dedicata alla Madonna secondo le indicazioni di tre differenti persone che raccontarono di essere state  visitati in sogno dalla Madonna stessa l’8 settembre  del 1353.

Dopo secoli durante i quali la festa della Piedigrotta  fu dimenticata, con i Borbone  la festa per eccellenza la festa del popolo di Napoli rinacque nella forma più sfavillante e regale.

Il Regno dei Borbone,  guidato da Re Carlo III fece assurgere la festa di Piedigrotta   al rango difesta nazionale, dando vita alle fastose luminarie, alla stesa di panni sui  balconi di panni e al lancio coriandoli, al cuppolone che si calava sulla testa dei passanti, alle tarantelle e alle trombette e putipù ed infine alla  grandiosa “Parata  di Piedigrotta” alla quale partecipavano nobili e spesso la stessa famiglia regnante  che si concludeva alla Chiesa di Piedigrotta dove si  porgeva l’omaggio alla Madonna.

Piedigrotta rappresentò fino alla sua ultima edizione di epoca Borbonica del 1859,  lo spirito più autentico e genuino del popolo napoletano, capace di unire  paganesimo e spirito cristiano ed affermare una condizione di armonia sociale, politica, culturale e religiosa che non può assolutamente andare perduta nell’oblio  e  nella mercificazione  dei valori.

Alessandra Federico

Isabella Gagliardi: Anima e corpo. Donne e fedi nel mondo mediterraneo (secoli XI-XVI)

Professoressa Gagliardi ripercorre la storia sociale delle donne appartenenti alle comunità cristiane, ebraiche e islamiche del bacino euromediterraneo tra l’XI e il XVI secolo.

Qual è la specifica percezione del corpo femminile nelle tre culture?

Una percezione fortemente funzionale nel senso di funzionale alla riproduzione. Le bambine diventavano ed erano considerate donne quando diventavano in grado di generare altri esseri umani: da allora in poi era possibile iniziare a pensare al loro futuro come spose e madri di famiglia. L’arrivo del menarca segnava la fine dell’infanzia e le proiettava su un altro e diverso livello. Il nuovo livello implicava la conoscenza e il rispetto di nuove regole, cioè rituali di purificazione accompagnati da strategie di “astensione” e di “contenimento” particolari. Il sangue mestruale, infatti, era considerato un elemento impuro, poiché potenzialmente capace di contaminare non solo gli esseri umani, ma anche gli elementi naturali, come le piante, o di interferire sulla lievitazione delle farine o sui processi di vinificazione. L’impurità mestruale era un retaggio arcaico, essendo attestata, nella koiné greco romana, fin da tempi antichi. La gestione del corpo della donna era, inoltre, la causa prima della sua qualificazione a livello morale.

Ebbene, emerge che in tutte, al netto delle differenze che pur vi furono, la sessualità e la sua gestione definirono ruoli ed identità.

In qual misura il profilo morale delle donne incide sui mutamenti sociali?

Direi che incideva moltissimo non tanto sui mutamenti sociali, quando sul posizionamento sociale delle donne: era la sessualità e la sua gestione a determinare il ruolo di ciascuna e, di conseguenza, a determinarne l’appartenenza al contesto delle persone rispettabili e di buona fama oppure il suo contrario. Inoltre dobbiamo ricordare che la fama, in epoca medievale, aveva una sua valenza giuridica molto forte, non si trattava affatto di un elemento secondario o di cui era possibile non preoccuparsi. Specie se si apparteneva a un livello sociale mediano.

La specificità dell’acculturazione femminile consisteva nella tendenza ad ottenere l’istruzione necessaria attraverso percorsi privati e informali: la casa familiare come agenzia formativa?

Si certamente, sono numerosi i casi di donne che imparavano mestieri, pure mestieri intellettuali, grazie ai padri, ai fratelli, ai mariti. Oltre al conosciuto e studiato fenomeno del passaggio di saperi e di pratiche specifiche tra donne, occorre considerare anche queste realtà. In alcuni casi sono le donne stesse a dichiarare che si sono formate, per esempio alla professione medica, grazie all’impegno paterno, per esempio. In altri casi si evince dalle fonti come i mariti creassero talvolta piccole aziende familiari che poggiavano interamente sulle loro spalle e su quelle di moglie e figlie: ne sono testimonianza interessante, per restare nell’ambito dei mestieri colti, i gruppi familiari che nelle città universitarie si occupavano della copiatura dei manoscritti che servivano come libri di testo per gli studenti universitari. Sono numerose le piccole aziende familiari di copisti in cui troviamo attive le donne della famiglia che, magari, avevano imparato a esercitare abilmente il mestiere anche in virtù degli insegnamenti dell’uomo di casa.

Leggendo, incontriamo poetesse, maestre di scuola, copiste, miniatrici, esperte di saperi curativi ed anche donne religiose.

Quale fu il loro ruolo sacrale?

Più che di ruolo sacrale parlerei di ruolo religioso. Il ruolo dipese dalle realtà sociali e dalle comunità di appartenenza. Così il mondo cristiano conobbe monache, oblate, terziarie, beghine ma anche circoli di laiche pie e devote ad alcune alle quali fu riconosciuto l’essere sante, cioè il godere di un rapporto molto particolare e speciale con Dio. In quanto sante goderono di una considerazione pubblica, di un rispetto e anche di una capacità di influire sulla realtà circostante piuttosto significativa. Analogamente, pur se con qualifiche e con identità molto diverse, le società ebraiche e islamiche medievali riconobbero ad alcune donne uno statuto particolare in quanto particolarmente sagge e particolarmente vicine a Dio. Infine dobbiamo considerare il ruolo svolto quotidianamente dalle donne all’interno delle loro famiglie dove, seppur in gradazione diversa a seconda dei contesti sociali e religiosi di appartenenza, esse svolsero il ruolo di prime educatrici alla religione dei propri figli e, almeno nelle case ebraiche, svolsero un ruolo importante per le funzioni sacre (ad esempio l’accensione dei lumi per il sabato e le feste, la preparazione dei cibi secondo le regole della purità, la macellazione e anche molto altro).

Le norme religiose, fin dalla Rivelazione, sono state enunciate da maschi, spesso, con sciolte e disinvolte estrapolazioni desunte dai Testi Sacri. Lei evidenzia che sia la singola persona che declina, in virtù della propria storia, della propria cultura e della propria sensibilità, le leggi civili.

Può offrirci qualche esempio di norma che riguarda il singolo e la società tutta?

In realtà nel libro ho inteso evidenziare altro, ovvero che, al di là della Scrittura, dal punto di vista della ricaduta sociale delle credenze, è fondamentale la sua interpretazione. E l’interpretazione della Scrittura, nel periodo che ho preso in esame e in tutte e tre le culture, era appannaggio degli uomini e di alcuni uomini in particolare, a cui era riconosciuto il legittimo esercizio della funzione che consentiva, appunto, di interpretare la Scrittura divina e di legiferarne l’applicazione concreta nella realtà quotidiana. Tra le norme che riguardano la singola persona e l’intera società sia sufficiente ricordare la questione dell’educazione religiosa dei figli e dunque la questione della loro appartenenza a una precisa e ben individuata comunità di fedeli. Nel caso dei matrimoni misti – praticati, per quanto socialmente non apprezzati –  l’appartenenza religiosa dei figli era una questione davvero dirimente. Un’ampia casistica mostra le difficoltà e i veri e propri travagli che erano suscettibili di originarsi in situazioni di questo genere.

 

Isabella Gagliardi attualmente insegna Storia del cristianesimo e delle chiese all’Università degli Studi di Firenze e coordina il settore Cristianesimo del Dottorato Nazionale di Studi Religiosi. È associata al Laboratoire LEM di Parigi e fa parte dello staff accademico dell’Istituto di Ricerca Statunitense The Medici Archive Project; nel 2022 è stata Directeur d’Etudes Associé alla Fondation Maison de Sciences de l’Homme di Parigi. Si occupa di storia dei movimenti religiosi in epoca medievale e proto-moderna, con particolare attenzione alla storia delle donne e di genere con taglio comparativo tra le religioni abramitiche.

Giuseppina Capone

La Reggia di Versailles, un luogo incantato

Scoprire le meraviglie della Reggia e dei giardini di Versailles attraverso le pagine di una delle pubblicazioni divulgative di National Geographic nella collana Regge e Castelli consente ai lettori di potersi immergere nei ricchi saloni e negli splendidi giardini anche senza essere presenti ma solo sfogliando le pagine della pubblicazione che presenta una delle più famose regge del mondo.

La fortuna della località dove poi sarebbe sorta la reggia iniziò nel 1607 quando il futuro re Luigi XIII giunse per la prima volta a Versailles per una battuta di caccia e successivamente vi fece edificare un casino di caccia, mano man nel corso degli anni la proprietà si ingrandì sempre di più. Sarà, però, il suo successore Luigi XIV di Borbone, il Re Sole, a iniziare i lavori di ampliamento dell’edificio esistente fino alla realizzazione di quel gioiello d’arte che vide lo splendore della corte dal 1682 fino alla Rivoluzione francese quando il sovrano Luigi XVI, la consorte Maria Antonietta  e la corte furono costretti a tornare a Parigi con l’epilogo che tutti conosciamo. Con il sovrano cadde anche la Reggia che fu abbandonata e svuotata dei tesori in essa contenuti per non tornare più agli splendori di una volta.

La ricca e fastosa residenza vide anche la firma nel 1919 del Trattato di Versailles che poneva fine alla Prima Guerra Mondiale.

La Reggia e i suoi giardini sono oggi meta di milioni di visitatori all’anno che visitano le sale e passeggiano per i giardini e i boschetti di quel gioiello simbolo dell’Ancien Régime.

Antonio Desideri

Le comunità energetiche

Nella giornata di sabato 3 febbraio alle ore 18:00 si è tenuta alla Mondadori di Nola, in piazza Marconi, la presentazione del libro “Comunità Energetiche, esperimenti di generatività sociale e ambientale” dell’ingegnere Giuseppe Milano. L’evento si è svolto con la partecipazione del Lions Club Nola Host Giordano Bruno e del Leo Club Nola Host Giordano Bruno e con gli interventi dell’ingegnere Giuseppe Angri, del Program Director Belenergia S.P.A, dott. Antonio Di Guglielmo e della moderatrice Autilia Napolitano, che hanno reso l’incontro vivace ed interessante anche per i meno esperti del settore.

Ovviamente ad aprire l’incontro è stata Autilia Napolitano, direttrice della Mondadori di Nola, seguita poi dall’autore, che, attraverso un connubio di vocaboli semplici e tecnicismi, ha saputo mantenere attenta la concentrazione dei partecipanti, suscitando addirittura molta curiosità tra i presenti, i quali, per la maggior parte, non erano addetti ai lavori.

Il tema trattato, strettamente connesso alla transizione energetica, obiettivo fondamentale di programmi europei e mondiali, come Agenda 2030, ha necessità di trovare terreno fertile e germogliare nella cultura delle comunità locali. Uno degli obiettivi del libro è proprio quello di far comprendere a più persone possibile che attraverso le comunità energetiche si può intraprendere una svolta riguardante la sostenibilità sociale, economica e soprattutto ambientale.

L’incontro poi è proseguito con gli interventi dell’ingegnere Giuseppe Angri e del Program director, dottor Antonio Di Guglielmo, che hanno sottolineato come sia necessario acquisire la cultura della sostenibilità ambientale non solo per diminuire l’inquinamento atmosferico del territorio, ma anche per dare nuove opportunità di sviluppo economico e sociale a tutta la comunità.

Il pomeriggio si è concluso poi con i vari saluti, in particolare sul finire dell’incontro è stata anche ribadita l’importanza della Mondadori di Nola, ormai punto di riferimento socioculturale dell’intero agro nolano, che grazie all’ottimo lavoro della direttrice Autilia Napolitano sta diventando giorno dopo giorno un vero e proprio salotto culturale, dove vengono discusse ed illustrate molteplici tematiche, che sanno trasportare e coinvolgere qualsiasi fascia d’età.

R.A.

Il patrimonio culturale di Napoli e della Campania: eventi di Carnevale a Napoli

Ormai ci siamo, è carnevale e sabato 3 febbraio 2024 si è dato inizio ai festeggiamenti a Napoli della festa più pazza dell’anno.

Le associazioni Vivere a Napoli e Borbonica Sotterranea hanno dato vita alla prima edizione del “carnevale in galleria borbonica”.

Gli ospiti sono stati accolti nelle misteriose gallerie sotterranee illuminate da luci  multicolori da suoni e balli e da personaggi in costume che hanno allietato la serata con allegre  performance.

Cortei in maschera e carri carnevaleschi sfileranno per le strade della città  da venerdì 9 a martedì 13 rappresentando in pieno l’originale spirito carnevalesco di ribaltare l’ordine sociale dove non è più possibile esercitare la distinzione tra  ricchi padroni oppressori ed i poveri popolani.

Città della Scienza organizza per domenica 11 un carnevale-laboratorio di divertimento ed apprendimento, un modo per insegnare modalità di comportamento sociale, immergendo i partecipanti nel mondo dell’evoluzione del terzo regno.

Un modo originale e divertente ma scientifico per coinvolgere i giovani che tra palloncini e bolle di sapone in un programma di educazione civica.

E per concludere nel modo più inerente alla tradizione borbonica da sabato 10 a martedì 13 a Palazzo Reale in “Largo Palazzo” Re Ferdinando e la sua consorte  Regina Maria Carolina accoglieranno gli ospiti nelle sontuose sale  della Reggia  per dare inizio al Gran Ballo di Corte sulle note del minuetto e gustando un gustoso babà.

Tutti gli ospiti potranno indossare la mascherina.

A Pietrarsa domenica 4 febbraio un’esperienza musicale in costume: “A corte da Pulcinella” un’esperienza interattiva unica, occasione per sbirciare dietro le quinte del teatro.

Ed infine ad Edenlandia, nel parco dei divertimenti della città di Napoli da sabato 10 a martedì 13, i  bambini potranno accedere in maschera  per una giornata di vera festa.

Alessandra Federico

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