Il Presidente Mattarella incontra la Direttrice Generale dell’UNICEF

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha recentemente ricevuto al Palazzo del Quirinale la Direttrice generale dell’UNICEF, Catherine Russell. L’incontro, di grande rilevanza, ha posto al centro dell’attenzione la protezione dei diritti dell’infanzia e le problematiche che affliggono i bambini coinvolti in conflitti e emergenze in aree critiche come Gaza, Ucraina, Sudan e Yemen. Inoltre, si è discusso della situazione dei minori migranti che attraversano il Mediterraneo Centrale. Catherine Russell ha espresso il suo ringraziamento alla Presidenza della Repubblica e al popolo italiano per il loro instancabile impegno a favore dei bambini più vulnerabili. Ha sottolineato l’importanza della sensibilizzazione e della difesa dei diritti dei più giovani, elogiando in particolare i continui sforzi del Presidente Mattarella in questa direzione. Questo incontro ha coinciso con il 50° anniversario dell’UNICEF Italia, un’organizzazione che da mezzo secolo lotta per i diritti dei bambini emarginati attraverso azioni di advocacy e raccolta fondi. Durante l’incontro, la Direttrice generale Russell era accompagnata da Regina De Dominicis, Direttrice regionale per l’Europa e l’Asia Centrale, Alejandro Escalona Agüero, responsabile delle relazioni con il governo italiano per l’UNICEF, e Carmela Pace, Presidente di UNICEF Italia. Tutti insieme, hanno discusso delle iniziative in corso e delle future collaborazioni per rafforzare la protezione dei minori. Hannah Imordi, una giovane attivista nigeriana di 23 anni, ha anche partecipato all’incontro. Imordi, coinvolta nei programmi dell’UNICEF per i diritti dei migranti e rifugiati, ha raccontato le principali sfide e aspirazioni dei minorenni stranieri non accompagnati in Italia. Ha testimoniato come i programmi di protezione e inclusione sociale dell’UNICEF abbiano significativamente migliorato la sua vita e ha evidenziato l’importanza del rispetto dei diritti umani.
Questo incontro ha ribadito una forte collaborazione tra la Presidenza della Repubblica Italiana e l’UNICEF, mostrando un impegno condiviso per sostenere e proteggere i diritti dell’infanzia. La sensibilizzazione e l’azione concreta rimangono fondamentali per creare un ambiente che sia davvero inclusivo e protettivo per tutti i bambini, in particolar modo per quelli che vivono in condizioni di estrema vulnerabilità.
Ivan Matteo Criscuolo

Roberto Andò riconfermato alla direzione artistica del Teatro di Napoli.

In un’atmosfera di piena armonia e unanimità, il Consiglio di Amministrazione del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale ha rinnovato l’incarico di Direttore Artistico a Roberto Andò per il periodo 2025–2029. La decisione, avvenuta durante la seduta tenutasi al Teatro Mercadante di Piazza Municipio e presieduta da Luciano Cannito, segna una nuova era di continuità e sviluppo per una delle istituzioni culturali più prestigiose d’Italia. Il Consiglio di Amministrazione, che oltre a Cannito include rappresentanti del Ministero della Cultura (Emilio Di Marzio), della Regione Campania (Evelina Christillin e Roberto D’Avascio), del Comune di Napoli e della Città Metropolitana (Stefania Brancaccio), si è mostrato compatto nel riconoscere i meriti e la visione artistica di Andò. Luciano Cannito, il presidente del CdA, ha espresso grande soddisfazione e ha lodato il percorso virtuoso tracciato sotto la guida di Andò: «Il Teatro di Napoli – Teatro Nazionale oggi si conferma come uno dei teatri più virtuosi d’Italia dal punto di vista amministrativo, gestionale e artistico. Continueremo questo cammino nel segno dell’unanimità e dell’armonia progettuale avviata con autorevolezza da Roberto Andò nel 2019». Una delle importanti decisioni annunciate durante la seduta riguarda il ripristino del Comitato Artistico, un organo già presente nello statuto del Teatro. Questa mossa mira a rafforzare il dialogo e la collaborazione con le personalità del mondo teatrale e culturale del territorio, ampliando così la sfera di influenza e innovazione dell’istituzione. Roberto Andò, visibilmente soddisfatto e riconoscente per la fiducia rinnovatagli, ha dichiarato: «Sono molto grato al CdA che mi ha rinnovato all’unanimità l’incarico di direzione del Teatro Nazionale e felice di proseguire il lavoro iniziato in uno dei teatri più importanti d’Italia, un luogo dove confluisce tutta la straordinaria cultura e sensibilità di Napoli e dei napoletani».
I prossimi cinque anni promettono di essere un periodo di ulteriore crescita e innovazione per il Teatro di Napoli, sotto la guida di un direttore artistico che ha già dimostrato di saper coniugare tradizione e modernità in modo eccellente.
Ivan Matteo Criscuolo

Napoli premia la creatività inclusiva.

Si è conclusa l’edizione 2024 del concorso “Raccontami la Disabilità”, promosso dal Garante dei diritti delle persone con disabilità della Regione Campania, avv. Paolo Colombo. La cerimonia di premiazione si terrà lunedì 27 maggio alle ore 10:00 nell’Aula multimediale del Consiglio Regionale della Campania, presso il Centro Direzionale di Napoli. L’evento sarà moderato dall’avv. Teresa Canzano.
Sono tre gli istituti scolastici che si sono distinti in questa edizione del concorso:
Per la Categoria Video, l’I.C.S. “26° Imbriani-S. Alfonso de’ Liguori” di Napoli è stato premiato per la grande solarità e lo spirito inclusivo espressi dalla classe 2F. Il loro lavoro ha utilizzato magistralmente le nuove tecnologie per veicolare un messaggio di gioia e appartenenza. La Categoria Disegno ha visto trionfare l’IISS “L. Pacioli” di S. Anastasia, Napoli, con il collage fotografico “Io ti vedo così” e il disegno “L’amore è la cura”. Queste opere sono state riconosciute per la loro immediatezza e l’originale capacità di rappresentare la disabilità in maniera diretta e toccante.
Infine, per la Categoria Testo, il I Circolo Didattico “Basilio Cecchi” di Castellammare di Stabia, Napoli, con la classe 4D, ha ricevuto elogi per il testo poetico accompagnato dalla rappresentazione grafica “Un abbraccio per accogliere”. L’opera ha saputo evidenziare come le imperfezioni individuali possano diventare un punto di forza per creare qualcosa di speciale e abbattere le barriere della diversità.L’avv. Paolo Colombo ha commentato con orgoglio: «Questa iniziativa dimostra quanto sia cruciale educare le nuove generazioni alla comprensione e accettazione delle diversità. I lavori presentati sono stati di grande impatto emotivo, mostrando come la creatività possa fare da ponte verso l’inclusione».
La premiazione di lunedì non sarà solo un riconoscimento formale, ma un momento celebrativo delle giovani menti che, con la loro sensibilità, hanno saputo raccontare la disabilità con un approccio fresco ed emozionante. Questa edizione del concorso ha dato voce a tanti giovani, evidenziando come l’arte e la creatività possano essere potenti strumenti di inclusione e cambiamento sociale.
Ivan Matteo Criscuolo

Francescapia Monti: giovane scrittrice di gialli

E’ stato presentato lo scorso 17 maggio il libro “Assassinio a Green Dwelling” di Francescapia Monti, una giovanissima scrittrice, di appena 15 anni, la quale si è cimentata a scrivere questo libro giallo, ambientato in America in un quartiere di New York, che narra di un duplice omicidio e delle indagini fatte da un investigatore… una trama interessante ed intrigante. Ne parliamo con l’Autrice.
Francesca, quando è nata la passione per la scrittura?

La passione per la scrittura è nata grazie al mio professore di italiano delle scuole medie, poiché ci faceva leggere spesso testi  gialli dal libro di narratologia. Grazie a lui ho iniziato a leggere libri gialli di grandi scrittori (come Agatha Christie) che mi hanno ancora più appassionata.

Come mai la tendenza a scrivere un romanzo giallo?

La tendenza per i gialli è arrivata spontaneamente, in quanto l’intrigo e la ricerca della verità sono insiti nel mio cuore. Il protagonista del racconto, il Dottor Happen, è un uomo zelante, responsabile, intuitivo ed istintivo (spesso anche troppo) e che a volte potrebbe risultare arrogante nei modi solo per portare i personaggi a dire la verità, la cosa più importante. Mi ci rivedo molto in lui, infatti ho cercato di associargli alcune caratteristiche che ritrovo in me.

Chi ti ha incoraggiato ad intraprendere questa avventura nella scrittura di un libro?

Ad incoraggiarmi nel mio percorso è stata mia madre, la quale ha subito avuto l’intuizione che io fossi avvezza alla scrittura. Non avrei mai pensato di poter fare una cosa, per me, così grande, ma mia madre ha sempre visto del potenziale in me, è stata la luce che mi ha guidata in questo nuovo cammino. Le sono grata per tutto ciò che ha fatto, per la pazienza avuta nel fare ogni cosa potesse essere utile a realizzare questo sogno.

Quando scriverai il prossimo libro? Sarà anch’esso un giallo oppure hai in programma un altro genere?

Il prossimo libro è già in elaborazione, anch’esso un giallo. Inoltre, ho intenzione di affrontare altri generi, come i romanzi rosa.

Alessandra Federico

In difesa del parco Mascagna

Questa mattina, di fronte ai cancelli ormai sbarrati da più di sei mesi del parco Mascagna, si è tenuta una pacifica manifestazione di protesta di cittadini per chiedere la sua riapertura.
I cittadini tra i quali molti bambini, come già previsto dal programma pubblicato sulla locandina, si sono recati numerosi al luogo del raduno con bottiglie e secchi con i quali hanno innaffiato, fin dove è stato possibile, con lanci d’acqua, le aiuole e il terreno circostante i tronchi degli alberi.
Alcuni alberi da poco messi a dimora, avevano già evidenti segni di sofferenza presumibilmente per mancanza di irrigazione.
Tra i presenti si percepiva il senso di irritazione nei riguardi di coloro che dovrebbero essere vicini alle necessità della popolazione.
Tra i presenti, quasi in timido anonimato abbiamo incontrato Maria Muscarà e Hermes Ferraro sempre in prima linea in difesa dell’ambiente che hanno affermato la loro disponibilità a collaborare con il comitato spontaneo dei cittadini per ottenere dal Comune risposte chiare circa la volontà di riaprire il parco.
Tra i presenti anche il giornalista Sergio Angrisano che ha documentato le condizioni in cui versa attualmente anche l’area antistante il parco  e. Raffaele Federico coordinatore del “Progetto Vivere meglio” che ha portato al comitato la solidarietà delle associazioni aderenti al coordinamento.
I cittadini hanno affermato che la loro pacifica protesta non si fermerà fino a quando non avranno riottenuto l’apertura del parco e l’assicurazione della sua costante ed attenta cura da parte di personale qualificato e competente.

Alessandra Federico

Il verde è vita. Il patrimonio  storico ed arboreo di Napoli

La presenza di alberi e di aree verdi è l’aspetto essenziale  per garantire la qualità della vita per tutti, ma in particolare per i bambini.

Gli alberi, al di là dell’aspetto paesaggistico ed estetico, in particolare negli agglomerati urbani con elevato traffico veicolare, contribuiscono a contenere i danni dovuti all’impermeabilizzazione del suolo e al suo consumo consentendo condizioni sostenibili di vivibilità ambientale.

Un patrimonio arboreo  diffuso e ben curato  determina effetti positivi non solo sulla salute fisica ma anche sulla capacità di apprendimento e sulla  crescita della coscienza sociale, pertanto se mancano i parchi verdi nei quartieri, tutti gli undici articoli che garantiscono la diffusione di spazi verdi  previsti dalla Convenzione  sui diritti dell’infanzia dell’ONU risultano annullati.

A nessun bambino deve essere precluso  l’accesso alle aree verdi, ma questo diritto   è minato alla radice dalla carenza di spazi verdi e dall’indifferenza che molte amministrazione  mostrano verso la loro cura e sviluppo territoriale.

Attraverso lo studio dei dati rilasciati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ci viene data un’immagine della nostra nazione fortemente variabile tra le varie aree con una minore dotazione  di verde urbano per minore  nei capoluoghi del sud e delle isole. Escludendo Oristano, Matera e l’Aquila, i primi 20 capoluoghi italiani che offrono ai bambini  un verde curato ed attrezzato sono del centro nord; mentre su 105 capoluoghi la media è di appena 24 alberi ogni 100 abitanti.

La legge n. 113  del 1992  è stata istituita con lo scopo  di incrementare le aree verdi cittadine contrastando il disboscamento, obbligando inoltre i comuni a porre a dimora entro il territorio cittadino un albero per ogni nuovo nato entro 12 mesi  dalla sua registrazione anagrafica, inoltre nel 2005 fu aggiunta una nuova norma che   prevede la piantumazione anche per ogni  minore adottato.

I comuni sono obbligati a censire ogni anno le nuove piantumazioni e  giustificare  gli abbattimenti degli alberi avvenuti nel proprio territorio fornendo tutte le informazioni. I cittadini devono controllare se il proprio Comune rispetta le  normative e tiene aggiornato il censimento  semplicemente avanzando una richiesta di accesso agli atti.

Proprio in questi giorni a Napoli sono state programmate due manifestazioni spontanee di cittadini in difesa del verde, distanti da qualsiasi manipolazione politica.

Ieri 24 maggio 2024 alle ore 17.30 in via Bosco di Capodimonte cittadini ed associazioni hanno protestato in maniera civile ma decisa contro lo scempio perpetrato nei giorni scorsi ai danni di numerosi alberi di agrumi e di frutta all’interno di uno storico giardino dato in affido dal Comune ad una associazione.

Presente alla protesta dei cittadini  il presidente della terza Municipalità intervenuto ad ascoltare le ragioni della protesta dei cittadini che hanno chiesto la revoca della concessione e l’avvio degli accertamenti necessari e infine la piantumazione di  nuovi alberi da frutta.

Questa volta i cittadini sono determinati e  affermano che lo protesta non si fermerà fino a quando non riceveranno riscontro alle loro richieste.

Domenica 26 maggio 2024 alla ore 10.00 si terrà un’altra manifestazione spontanea di cittadini ed associazioni per chiede la riapertura del parco Mascagna, uno dei pochi polmoni verdi cittadini chiuso ormai da più di sei mesi e di cui, l’amministrazione comunale non dà e non vuole dare  nessuna risposta alla città.

Un parco che per lunghi decenni è stato luogo di  gioco  e  salute per i bambini,  di sport per giovani ed adulti, di riposo per gli anziani e di tranquillità per gli innamorati, oggi è divenuto un luogo triste dove si avverte la sofferenza della natura  ed il disagio dei cittadini ai quali è negato l’accesso a questo spazio verde,  a causa della estrema lentezza dei lavori, del costo di 238mila euro che  si sarebbero dovuti concludere il 20 marzo scorso consegnando il parco alla città, mentre  hanno prodotto solo l’abbattimento di 23 alberi e la piantumazione di alcuni alberi che appaiono già seccati forse per la mancanza d’acqua.

Il nuovo parco quindi non vede la luce mentre il degrado di tutta l’area sta  repentinamente progredendo.

Alessandra Federico

 

Lezioni di vita nella scuola dell’infanzia: la gentilezza

Un’interessante esperienza è portata avanti dal Newark Nursery & Kindergarten di Malta. La gentilezza inizia da piccoli, così come le lezioni di vita; a scuola i bambini non imparano solo l’ABC ma anche l’arte del rispetto e delle emozioni.

Non è questo il mondo che tutti vorremmo vedere dove la gentilezza è la prima lezione che si impara?

Ogni settimana i bambini, insieme alle maestre, svolgono diverse attività a seconda del tema da trattare e dalle diverse abilità che devono sviluppare secondo diverse aree: sviluppo area fisico-motoria; area linguistica; area matematica; area socio-emotiva; area cognitiva.

Nel mese di maggio, per la seconda settimana, la tematica trattata è stata la vita degli animali dello stagno e l’obiettivo è stato quello di far sviluppare il loro aspetto emotivo. I bambini, attraverso diverse tecniche e con materiali differenti, hanno costruito animali e piante di quell’ambiente e, oltre ad aver appreso diverse tecniche di colorazione e aver studiato l’alfabeto e i numeri, hanno appunto lavorato sul loro aspetto emotivo sviluppando il loro lato empatico e imparato a trattare con rispetto il mondo degli animali.

Questa attività crea un connubio perfetto tra l’aspetto emozionale e quello cognitivo anticipando i tempi per il loro apprendimento socio-emotivo.

Il processo di insegnamento-apprendimento completo deve fare riferimento anche a sentimenti, emozioni e azioni al fine di rendere il bambino emotivamente competente in grado di riconoscere e gestire le emozioni. Guidare i bambini nello sviluppo dell’intelligenza emotiva è fondamentale poiché riconoscere le proprie emozioni aiuta loro a controllare gli impulsi, regolare i propri stati d’animo, evitare che l’angustia interferisca con le facoltà razionali e, soprattutto, lavorare sulla capacità di empatizzare ed avere fiducia degli altri.

A chiudere questa settimana è stata la Days Cooking, la giornata dedicata all’arte culinaria e, per rimanere in tema, i bambini si sono divertiti a preparare panini dando le sembianze della rana. Attività altrettanto indispensabile per la loro comprensione del mondo in quanto insegna loro a maneggiare utensili nuovi, ad interagire tra loro e sviluppare i sensi. Tra i lavori elaborati dai bambini c’è anche la libellula simbolo di crescita, mutazione e libertà. Conoscere la vita degli animali dello stagno è stato, per ogni bambino, forte stimolo per tirare fuori il meglio di sé, sentirsi libero di essere sé stesso e conquistare la libertà.

La visione contemporanea dell’infanzia si basa sulla prospettiva psicologica del bambino e dunque nel lavoro congiunto dalla scuola, dalla famiglia e dai media per aiutare e guidare lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei più piccoli. Difatti, la regolazione, l’educazione e la cura che gli adulti (genitori e  maestri) svolgono sulle capacità emotive del bambino sono aspetti che, sommati alla genetica, alle esperienze e all’ambiente in cui vive l’infante ne configurano la personalità; l’acquisizione di una personalità equilibrata si realizza attraverso un insieme di tratti psicologici frutto dello sviluppo personale  della vita affettivo- sociale del soggetto. Anche le abitudini culturali influiscono sulle sue emozioni. Per tutte queste ragioni, il processo di insegnamento-apprendimento completo deve assolutamente fare riferimento anche a sentimenti, emozioni e azioni al fine di rendere il bambino emotivamente competente in grado di riconoscere e gestire le emozioni.

Guidare i bambini nello sviluppo dell’intelligenza emotiva è fondamentale poiché, appunto, riconoscere le proprie emozioni li aiuta a controllare gli impulsi, a regolare i propri stati d’animo, ad evitare che l’angustia interferisca con le facoltà razionali e, soprattutto, a lavorare sulla capacità di empatizzare ed avere fiducia degli altri. Caratteristiche di un’intelligenza emotiva sviluppata sono:

  • Autocoscienza emotiva: consiste nel saper esprimere in maniera corretta quello che si sente. Questo implica conoscere e identificare le emozioni, ma anche gli affetti.
  • Autocontrollo emotivo: controllare e maneggiare in maniera adeguata gli impulsi.
  • Automotivazione: capacità che spinge gli individui a raggiungere i propri obiettivi mediante l’uso delle loro emozioni.
  • Empatia: si tratta di rispondere in maniera appropriata alle necessità espresse da altre persone, compartendo i loro sentimenti o preoccupazioni; riconoscere gli stati emotivi degli altri tramite le loro espressioni facciali.
  • Relazioni interpersonali: abilità di relazionarsi in maniera affettiva con le altre persone, così come la capacità di fare sentire bene gli altri contagiandoli con un’emozione positiva.

Alessandra Federico

Il patrimonio di Napoli e della Campania: il Museo di Capodimonte

La Reggia Museo di Capodimonte è un palazzo di tre piani con una superficie complessiva di 14mila metri quadrati, con 124 gallerie che ospita una delle pinacoteche più importanti d’Europa; già dal 1758 erano esposte opere d’arte  di famosi pittori,  ma solo nel 1957 è stata inaugurata ufficialmente.

Entrare nelle sale del Museo nazionale di Capodimonte equivale ad iniziare un viaggio nel tempo, ripercorrendo  più di 800 anni di storia dell’arte.

Il primo piano fa rivivere gli ambienti di un palazzo che nasce come museo e che solo in seguito diviene una delle residenze dei sovrani quando nel 1938 Ferdinando II  decide di dargli una nuova veste provvedendo anche a far ultimare le decorazioni del salone delle feste.

Nel secondo piano, nella sala 2 è ospitata la Galleria Farnese con dipinti tra i più importanti della famiglia Farnese con opere di Tiziano, Carracci, Parmigianino, Raffaello ed altri. Sempre al secondo piano, lungo il percorso che i visitatori fannoper giungere alla pinacoteca si attraversano ambienti di una eleganza sfarzosa, arredati con oggetti di lusso,  armi, porcellane, sete ed arazzi fino a raggiungere la sezione di arte napoletana ben rappresentata dal nucleo espositivo delle opere della scuola di Posillipo e da quelle del realismo storico di Filippo Palizzi e Domenico Morelli e della Galleria Napoletana che raccoglie opere provenienti dalle Chiese  della città e dai suoi dintorni che comprendono tele che vanno dal 1200  fino al 1700  di autori del calibro di Simone Martini, Colantonio, Caravaggio, Luca Giordano, Gaspare Traversi e Solimena.

Al terzo piano  troviamo la sezione  di arte contemporanea, al momento chiusa per lavori di restauro. Questa sezione fa detenere al Museo di Capodimonte un importante ed unico  primato in quanto con  le 160  con le opere è l’unica istituzione in Italia  a possedere ed esporre al pubblico di visitatori una collezione d’arte che   va da XIII secolo ai giorni d’oggi.

La collezione che comprende oltre a dipinti anche foto  e stampe d’arte tele  di Andy Warhol, Anselm Kiefer e Alberto Burri si è ulteriormente  arricchita  con le 70 0pere di 30 artisti contemporanei  donate nel  2022  dalla collezione di Ria Rumma.

Alessandra Federico

Presente, passato e futuro negli scatti fotografici

Il numero di aprile di FOTOIT la rivista della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) accompagna il lettore e l’appassionato di fotografia alla scoperta di autori più o meno noti con alcuni dei loro scatti fotografici, oltre a mostre, incontri, suggerimenti.

Nell’editoriale Roberto Rossi, attuale presidente della FIAF, parla del congresso che si concluderà il 19 ad Alba. La rubrica Periscopio  evidenzia mostre ed incontri fotografici, volumi ed altre informazioni utili.

Per la sezione Autori Claudio Pastone parla di Franco Zecchin grande autore fotografico, oltre che di libri e studi, milanese, fotogiornalista, collaboratore per alcuni anni dell’Agenzia Magnum.

Paola Malcotti introduce invece Chiara Innocenti con il portfolio “Meraviglie presenta”. La Innocenti è stata seconda classificata al 14° Portfolio  in Rocca 20° Fotoincontri San Felice sul Panaro. Il circo è il protagonista scelto dall’Autrice per questo suo impegno fotografico.

La religione e la religiosità sono il tema proposto per questo numero di FOTOIT da Tommaso Covito intervistato da Umberto Verdoliva.

Fra i “Visti per voi” Giovanni Ruggiero presenta Mimmo Cattarinich fotografo di scena con una serie di immagini anche tratte da set cinematografici. E ancora, a cura di Giuliana Mariniello “Hilde in Italia. Arte e vita nelle fotografie di Hilde Lotz- Bauer”.

Giovanni Ruggiero presenta “Fondali” una carrellata di fotografie d’epoca che mostra i fondali che i fotografi dagli anni ’40 dall’Ottocento in poi usavano per le loro immagini e la funzione sociale che spesso assumevano. “Oggi il fondale aiuta lo storico a datare, sia pure approssimativamente, una fotografia così come aiuta la tecnica fotografia utilizzata, il supporto materiale dell’immagine e l’abbigliamento delle persone ritratte”.

Storia di una fotografia di Irene Vitrano presenta “La voce umana” di Guido Harari.

Talent Scout di Piera Cavalieri mostra e fa parlare con gli scatti i momenti di vita colti dal fotografo Biagio Mormile.

Per Portfolio Italia 2023 Laura Manione presenta Giuliano Reggiani  primo classificato al 14° Portfolio  in Rocca 20° Fotoincontri San Felice sul Panaro.

Molto altro da scoprire nella rivista, chiudiamo con “Diamoci del noi” di Isabella Tholozan che presenta Giovanni Ruggiero.

Antonio Desideri

Il patrimonio di Napoli e della Campania: Parco e Reggia di Capodimonte un gioiello nella città

Il Real Parco di Capodimonte di Napoli è il più grande parco urbano nazionale.

Questa meraviglia che si affaccia sul panorama del golfo di Napoli, con un’area verde di circa 134 ettari e con centinaia di specie vegetali diverse, nel 2014 è stato definito il parco più bello d’Italia.

Come già ricordato nella prima parte del nostro racconto (n.d.r. 25 aprile 2024), il parco è stato progettato con maestria scenografica dall’architetto Ferdinando Sanfelice che in quest’area verde, tuttora incontaminata, dispose una serie di vialetti dove sorgono 16 edifici storici composti da residenze, casini di caccia, laboratori, chiese e depositi di verdure e di carni.

Nel Parco Borbonico, oltre a varie specie di frutteti  e palme vi sono ben 13 alberi monumentali tra i quali ha un posto di riguardo il maestoso albero della canfora  che fu portato dalla Cina dai regnanti della Casa Borbone più di 200 anni fa ed è uno degli alberi più antichi di Napoli e tra i principali canfori d’Europa.

Quest’albero, alto circa 18 metri, si incontra  sul cammino dei visitatori all’ingresso  dell’entrata posteriore  del Casino dei Principi e grazie alle sue  enormi dimensioni è diventato  un vero ecosistema  dove trovano rifugio gli uccelli boschivi, scoiattoli e  si sviluppano funghi, felci e una vasta varietà di muschi.

Un altro albero di Canfora di 24 metri di altezza, ma relativamente più giovane, si trova nel Giardino Torre, dove da qualche tempo è stata aperta una pizzeria-ristorante dove c’è il forno  che circa 200 anni fa sfornò la prima margherita.

Gli alberi storici presenti nel Real Bosco di Capodimonte, oltre i due Canfori già descritti, sono:

La Melaleuca del Giardino dei Principi; il Cipresso di Montezuma nel Giardino dei Principi; l’Eucalipto Robusta del Giardino dei Principi; Il Tasso nel Giardino dei Principi; l’agrumeto nel Giardino Torre; la Palma blu del Messico nel Bosco; la Magnolia; la Palma di Teofrasto; il Platano; Il Podocarpo; l’eucalipto menta bianca del Giardino dei Principi.

Nel Giardino Torre o “Giardino Biancour” dalla famiglia  di giardinieri che lo presero in cura, su mandato della Reale Famiglia, era il luogo delle delizie dove venivano coltivate varie specie di ortaggi, agrumi e frutta esotica destinate alla tavola dei monarchi.

Recentemente, dopo attento studio e accurate sperimentazioni, sono state  ripristinate circa 600 specie botaniche alimentari tra le quali spiccano i saporiti e profumati mandarini  giunti a Napoli nel 1847, le famose “Cerase d’o Monte”,  le  pere  coscione  e l’intramontabile  e squisita pommarola Sammarzano.

Una notizia  molto saporita: domani  sabato 18 maggio 2024, Giardino Torre riapre i cancelli a Slow Food, mercatino della Terra dove saranno presenti con i loro prodotti  i produttori campani che coltivano rispettando i ritmi della terra recuperando  campi  da tempo abbandonati.

Alessandra Federico

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