Lezioni di vita nella scuola dell’infanzia: la gentilezza

Un’interessante esperienza è portata avanti dal Newark Nursery & Kindergarten di Malta. La gentilezza inizia da piccoli, così come le lezioni di vita; a scuola i bambini non imparano solo l’ABC ma anche l’arte del rispetto e delle emozioni.

Non è questo il mondo che tutti vorremmo vedere dove la gentilezza è la prima lezione che si impara?

Ogni settimana i bambini, insieme alle maestre, svolgono diverse attività a seconda del tema da trattare e dalle diverse abilità che devono sviluppare secondo diverse aree: sviluppo area fisico-motoria; area linguistica; area matematica; area socio-emotiva; area cognitiva.

Nel mese di maggio, per la seconda settimana, la tematica trattata è stata la vita degli animali dello stagno e l’obiettivo è stato quello di far sviluppare il loro aspetto emotivo. I bambini, attraverso diverse tecniche e con materiali differenti, hanno costruito animali e piante di quell’ambiente e, oltre ad aver appreso diverse tecniche di colorazione e aver studiato l’alfabeto e i numeri, hanno appunto lavorato sul loro aspetto emotivo sviluppando il loro lato empatico e imparato a trattare con rispetto il mondo degli animali.

Questa attività crea un connubio perfetto tra l’aspetto emozionale e quello cognitivo anticipando i tempi per il loro apprendimento socio-emotivo.

Il processo di insegnamento-apprendimento completo deve fare riferimento anche a sentimenti, emozioni e azioni al fine di rendere il bambino emotivamente competente in grado di riconoscere e gestire le emozioni. Guidare i bambini nello sviluppo dell’intelligenza emotiva è fondamentale poiché riconoscere le proprie emozioni aiuta loro a controllare gli impulsi, regolare i propri stati d’animo, evitare che l’angustia interferisca con le facoltà razionali e, soprattutto, lavorare sulla capacità di empatizzare ed avere fiducia degli altri.

A chiudere questa settimana è stata la Days Cooking, la giornata dedicata all’arte culinaria e, per rimanere in tema, i bambini si sono divertiti a preparare panini dando le sembianze della rana. Attività altrettanto indispensabile per la loro comprensione del mondo in quanto insegna loro a maneggiare utensili nuovi, ad interagire tra loro e sviluppare i sensi. Tra i lavori elaborati dai bambini c’è anche la libellula simbolo di crescita, mutazione e libertà. Conoscere la vita degli animali dello stagno è stato, per ogni bambino, forte stimolo per tirare fuori il meglio di sé, sentirsi libero di essere sé stesso e conquistare la libertà.

La visione contemporanea dell’infanzia si basa sulla prospettiva psicologica del bambino e dunque nel lavoro congiunto dalla scuola, dalla famiglia e dai media per aiutare e guidare lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei più piccoli. Difatti, la regolazione, l’educazione e la cura che gli adulti (genitori e  maestri) svolgono sulle capacità emotive del bambino sono aspetti che, sommati alla genetica, alle esperienze e all’ambiente in cui vive l’infante ne configurano la personalità; l’acquisizione di una personalità equilibrata si realizza attraverso un insieme di tratti psicologici frutto dello sviluppo personale  della vita affettivo- sociale del soggetto. Anche le abitudini culturali influiscono sulle sue emozioni. Per tutte queste ragioni, il processo di insegnamento-apprendimento completo deve assolutamente fare riferimento anche a sentimenti, emozioni e azioni al fine di rendere il bambino emotivamente competente in grado di riconoscere e gestire le emozioni.

Guidare i bambini nello sviluppo dell’intelligenza emotiva è fondamentale poiché, appunto, riconoscere le proprie emozioni li aiuta a controllare gli impulsi, a regolare i propri stati d’animo, ad evitare che l’angustia interferisca con le facoltà razionali e, soprattutto, a lavorare sulla capacità di empatizzare ed avere fiducia degli altri. Caratteristiche di un’intelligenza emotiva sviluppata sono:

  • Autocoscienza emotiva: consiste nel saper esprimere in maniera corretta quello che si sente. Questo implica conoscere e identificare le emozioni, ma anche gli affetti.
  • Autocontrollo emotivo: controllare e maneggiare in maniera adeguata gli impulsi.
  • Automotivazione: capacità che spinge gli individui a raggiungere i propri obiettivi mediante l’uso delle loro emozioni.
  • Empatia: si tratta di rispondere in maniera appropriata alle necessità espresse da altre persone, compartendo i loro sentimenti o preoccupazioni; riconoscere gli stati emotivi degli altri tramite le loro espressioni facciali.
  • Relazioni interpersonali: abilità di relazionarsi in maniera affettiva con le altre persone, così come la capacità di fare sentire bene gli altri contagiandoli con un’emozione positiva.

Alessandra Federico

L’infanzia: quanto conta l’esempio dei genitori per il bambino

L’infanzia, con le sue fasi,  è la prima parte della vita, dal momento in cui il bambino viene al mondo fino a quando inizia l’adolescenza. Durante il ciclo della vita questo periodo si può considerare di fondamentale importanza (sia psicosociale che biologica) poiché determina il comportamento e la personalità che assumerà una volta divenuto adulto.

La sua personalità deriva da tutto ciò che ha assorbito all’interno del suo nucleo familiare; le persone con cui nasce e cresce il bambino influenzano, senza ombra di dubbio, il suo sviluppo. Ragion per cui, sarà attraverso l’educazione ma soprattutto l’esempio che avrà da parte dei suoi genitori che si formerà la sua personalità. Non solo, anche i rapporti con i suoi compagni di scuola o con le maestre, sin dal momento della scuola materna, sono di vitale importanza perché fanno parte del suo periodo infantile (detto anche periodo spugna)  in cui il bambino assorbe tutto ciò che sente o che vede. Insomma, l’evoluzione del bambino nell’ambito linguistico, scio-affettivo deriverà da questa fase. I genitori sono per il bambino un modello da imitare, ed è importante, dunque, che questi ultimi si impegnino al massimo per soddisfare i bisogni del proprio bambino e per cercare di essere un esempio migliore, nei loro limiti del possibile.

Dal punto di vista evolutivo-educativo, le funzioni che i genitori devono svolgere sono molte, soprattutto per garantire al bambino comfort e tanto affetto: naturalmente cure mediche, qualora ne avesse bisogno, procurare sempre cibi sani essendo estremamente attenti a non utilizzare prodotti di bassa qualità. Massima attenzione riguardo la comunicazione verbale e non verbale; il bambino percepisce anche solo l’atteggiamento, senza bisogno di parole. La funzione cognitivo-affettiva, invece, è l’espressione che indica la gestione dei sentimenti che si apprendono all’interno del nucleo familiare. Per questo motivo, mamma e papà devono instaurare una relazione empatica con il proprio figlio in modo da favorire per lui la comprensione di sentimenti ed emozioni. Tuttavia, la mancanza di affetto anche da parte di un solo genitore, causa conseguenze negative per lo sviluppo del bambino in ambito sia biologico, psicologico e sociale.

Un’adeguata comunicazione familiare insegna al bambino ad assumere un sano atteggiamento anche nel contesto sociale, (perché è  sempre la famiglia a modellare il suo comportamento e la sua identità personale), attraverso il processo di separazione-individuazione. Tale processo, consiste non solo in una sana comunicazione, ma nell’insegnare al bambino a divenire autonomo, attraverso spiegazioni e anche atteggiamenti adeguati. Questo metodo può essere d’aiuto sia al bambino che ai genitori per sciogliere il sentimento di appartenenza e radicamento tra loro.

I genitori che vogliono dare il massimo al proprio figlio devono mostrare alti livelli di affetto e comunicazione. Dovranno avere un atteggiamento dialogico, stabilire regole coerenti ma non rigide, introdurre tecniche educative induttive basate sul ragionamento e sull’educazione. Il loro rapporto deve essere affettuoso e amorevole ma allo stesso tempo stimolare il bambino a cavarsela da solo nelle situazioni anche difficili, anche se consapevole che i genitori saranno sempre il suo porto sicuro.

Il bambino deve godere di libertà ma di regole da seguire per la sua disciplina, senza sfociare nella severità estrema. Aiutarlo ad avere un alto autocontrollo e un’elevata autostima. Insegnare lui ad essere persistente e determinato nei compiti importanti della vita, e spronarlo ad avere la forza e il coraggio per affrontare nuove situazioni, far sì che abbia massima fiducia di sé per sviluppare alte competenze per affrontare la sfera sociale.

Se i genitori se ne prendono cura non solo per quanto riguarda l’alimentazione o lo studio, ma soprattutto nella sfera emozionale del bambino, le probabilità che possa crescere in pace con sé stesso e che sia in grado di relazionarsi con il mondo esterno, saranno molto alte.
Alessandra Federico

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