L’atelier Vionnet

Nel 1912 Madeleine Vionnet aprì il suo primo atelier. Un atelier che raccontava una storia di emancipazione concreta, senza forzature rispetto a una psicologia femminile da secoli abituata al silenzio e alla riservatezza. Un atelier in cui Madeleine era la protagonista di una storia di donne, per valorizzare la cultura, la capacità creativa e la bellezza. Gli abiti che realizzava nel suo atelier erano dritti e scivolavano sul corpo senza la presenza del busto.  Nel 1914 Vionnet chiuse l’atelier, a causa dello scoppio della guerra e decise di partire per l’Italia soggiornando per un lungo periodo  a Roma.

Il taglio in sbieco

Finita la guerra, Vionnet, si presentò a Parigi con una nuova idea: l’abito in sbieco. Madeleine seguiva i cambiamenti affrontandoli da un altro punto di vista anche se si atteneva ugualmente alle nuove tendenze, ma così come Chanel, aveva un’idea sua e ricercava un modello vestimentario su cui elaborare l’abbigliamento della donna moderna: una donna che stava iniziando a scoprire la propria identità. Madeleine lavorava con il tessuto senza tagliarlo secondo le forme del corpo, ma montandolo in maniera tale che potesse prendere autonomamente le fattezze corporee. Realizzando cosi un modello composto di quattro quadrati di tessuto utilizzati in diagonale e sospesi alle spalle con uno spigolo per ciascuno. Quattro cuciture lo tenevano insieme e una cintura annodata in vita, ottenendo una specie di chitone greco con una caduta del tutto nuova che aderiva al corpo senza richiedere l’uso della plissettatura, ma che cadeva naturalmente grazie al peso della stoffa utilizzata in sbieco (il taglio in sbieco prevede l’uso della stoffa in obliquo). Nel 1800 era stato già inventato il taglio in sbieco ma solo per colletti e maniche. Vionnet, invece, diede vita a questo nuovo metodo anche per quanto riguarda l’abito.

L’uso della geometria per i modelli di Vionnet

La chiave segreta dei suoi modelli era la geometria. I suoi abiti, però, non venivano progettati attraverso il disegno, ma lavorando il tessuto su un manichino di legno alto ottanta centimetri su cui costruiva una specie di miniatura del modello finito. Vionnet partiva dal risultato finale che lei sola immaginava e lo svolgeva fino a ottenere il sistema di costruzione. Dopo la guerra, Vionnet, scelse collaboratori che venivano dal mondo dell’arte come Thayaht, un artista americano convinto che le forme geometriche fossero applicabili alla creazione artistica. Nel 1921 iniziarono l’utilizzo del ricamo. Le creazioni di Vionnet non intendevano essere trasposizioni o descrizioni decorative del corpo, ma forme dinamiche ricavate dalle misure e dalle proporzioni armoniche della figura umana. La ricerca sullo sbieco e la geometria si svolse in modo graduale. Nel 1922 Vionnet aprì un nuovo atelier in cui lavoravano circa mille persone. Ma Madeleine non aveva dimenticato la propria esperienza di lavoratrice che aveva dovuto percorrere tutti i gradini della professione di sarta prima di diventare quello che era, decise, dunque, di fare una serie di cambiamenti per agevolare le condizioni dei lavoratori:  in tutte le sartorie si cuciva su uno sgabello ma lei introdusse l’utilizzo delle sedie.  Introdusse, inoltre, i congedi di maternità, le ferie pagate e una cassa di soccorso per le malattie. Ancora, nell’edificio aveva assunto un’infermiera e un dentista e anche fatto costruire una mensa e una nursery. Verso il 1925 i suoi modelli si semplificarono: la linea più squadrata, ma soprattutto gli elementi di decoro si ridussero. Poco dopo su “La Gazette du Bon Ton” si leggeva: “Lei è al di sopra della moda. E non pensate con questo che sia fuori moda, ma piuttosto che annuncia la moda di domani”.

Negli Anni ‘30, nella società occidentale e nella moda, l’adolescenza lasciava il posto a una giovinezza più matura, e il lusso degli Anni ‘20  stava per essere sostituito da quello vistoso delle dive del cinema hollywoodiano. Ecco che, il metodo di Vionnet, diventò di moda: era il sistema più adatto per sottolineare il corpo senza costringerlo in forme precostituiste dal taglio. Vionnet continuava ad inventare nuove tecniche di decorazione: il merletto, velluto su merletto, strass su merletto di crine, sete lisce su velluto, lamé su tulle o mussolina.

La collezione primavera del 1939 fu sontuosa e tutte le clienti più importanti erano presenti e tutte vestite Vionnet. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale fu venduto tutto della maison Vionnet. Nel 1952 la celebre creatrice di moda donò all’Union francaise des arts costume tutto ciò che era rimasto del suo lavoro. Madeleine morì nel 1975 a novantanove anni. Madeleine aveva da sempre lottato per le sue idee e fortunatamente visse una vita ricca di soddisfazioni e soprattutto aveva realizzato i suoi sogni: essere una donna indipendente, autonoma ed essere riuscita a dare la possibilità alla donna di liberarsi dal busto e avere un pensiero personale.

Alessandra Federico

 

 

 

Madeleine Vionnet: la stilista inventrice del taglio in sbieco

Madeleine Vionnet nasce a Aubervillies, (paesino della provincia francese), nel 1876. Non essendo ancora il tempo in cui la carriera scolastica potesse essere presa in considerazione per una donna, nonostante i suoi risultati eccellenti a scuola, il padre decise di farle abbandonare gli studi e farle iniziare il lavoro di sarta. Nel 1893 trovò lavoro nella Maison Vincent a Parigi, dove diventò premiére in breve tempo. Poco dopo Madeleine sposò un giovane uomo di Aubervillies con il quale diede alla luce una bambina, ma all’età di soli due la anni la piccola morì in un tragico incidente e questo portò Madeleine, presa dal forte dolore, a partire per l’Inghilterra dove ricominciò da capo la sua vita a Londra e dove trovò subito lavoro nell’Atelier Kate Reily. Erano gli anni in cui in Inghilterra si stava svolgendo un intenso dibattito culturale che impegnava artisti e medici sul modo di vestire delle donne.

Nel 1890 la Healthy and Artistic Dress Union, che proponeva una riforma di tipo estetico, stava sostituendo la Rational Dress Society, che, dal 1881, aveva sostenuto con fervore la necessità di trasformare l’abbigliamento femminile per motivi igienici. Corpo e abito stavano diventando il centro di un dibattito che stava provocando in tutta Europa una grande trasformazione culturale che presto avrebbe posto le basi della danza moderna e di un nuovo stile di vita, da quando la nuova associazione si schierò a favore di un modello derivato dall’abito dell’antica Grecia e, contemporaneamente, Isadora Duncan iniziava a danzare a piedi nudi. Da lì a poco Vionnet tornò a Parigi per lavorare nella Maison Callot Soeurs come premiére di Madame Marie. Il compito di Madeleine era quello di realizzare i modelli in tela degli abiti che Madame Marie ideava. Nel 1907  Madeleine lasciò la Maison Callot per diventare modellista alla Maison Doucet dove realizzò abiti molto innovativi ispirati alla performance che la Duncan aveva presentato a Parigi l’anno precedente.

“Il corsetto è una cosa ortopedica, io stessa non l’ho mai sopportato e per qual motivo avrei dovuto infliggerli alle altre donne?” Difatti, i corsetti di Madeleine, non prevedevano l’uso del busto, ma richiedevano una trasformazione dell’ideale di bellezza femminile che non aveva ancora oltrepassato i confini delle avanguardie mediche, letterarie o artistiche. Ma purtroppo le nuove idee di Vionnet vennero represse. (segue)

Alessandra Federico

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