Shiatsu, tecniche e leggi fondamentali

Lo shiatsu affonda le sue origini nel pensiero filosofico taoista e rappresenta l’applicazione all’uomo del modello universale  basato su alternanza e dualità per cui  le tecniche shiatsu   presentano un aspetto esteriore  sul quale agisce  una volontà  interna.

L’aspetto esterno è la semplice applicazione della pressione esercitata con la mano, pollice o gomito sul corpo del ricevente. La parte interna è la sottile conoscenza  delle leggi che governano le relazioni della vita retta da due principi fondamentali  complementari e contrapposti, lo yin e lo yang.

La legge fondamentale del Tao  afferma: lo yin va verso lo yang e lo yang  va verso lo yin e il percorso è tutta la manifestazione cosmica. Vale a dire che i due  aspetti dell’energia, trasformandosi ognuno nel suo opposto  danno origine  all’universo.

Il Cielo e la Terra rappresentano  questa dualità, con la loro unione creano e danno sostegno alla Vita (uomo) che nutrono  con il respiro (cielo)  e con l’alimentazione (Terra).

Come ogni cosa dell’universo anche l’uomo ha un suo centro da dove tutto procede e a cui tutto fa ritorno. Questo centro è il Cuore  inteso come sede dell’Anima o energia Mentale.

La pratica dello  shiatsu, come tutte le discipline  derivate dalla  filosofia taoista, intende  la salute  quale  equilibrio  di tutti i fattori sia del corpo fisico  che  del corpo  psichico-spirituale che si raggiunge attraverso l’equilibrio della essenza dello yin   con quella della yang.

Le tecniche utilizzate nella pratica shiatsu presuppongono innanzitutto che l’operatore sia in grado di guidare la propria energia all’interno del corpo della persona  che sta trattando attraverso il punto  da stimolare. Questo comporta una continua pratica di meditazione e di respirazione,  una giusta e corretta postura e un atteggiamento  mentale empatico.

La meditazione  e le tecniche di respirazione  consentono all’operatore di allineare la sua mente all’intenzione di guarire, conservando per tutto il tempo del trattamento  la giusta  postura, la capacità di ascolto e di dare le adeguate risposte alle richieste  silenziose del corpo del paziente.

Alessandra Federico

Lo shiatsu, disciplina evolutiva

Definire lo shiatsu come una tecnica di “Massaggio orientale”, per dare alla parola un sapore esotico che attrae, in quanto suscita una curiosità dal fascino misterioso un po’ come tutto ciò che alla nostra cultura occidentale proviene dal lontano ed enigmatico oriente, significa togliere a quest’arte le radici che l’alimentano, i rami che dalla luce del sole si nutrono, i fiori che donano all’albero il frutto dell’energia che l’incessante scambio che avviene tra la terra ed il cielo.

Lo shiatsu è una disciplina evolutiva.

Lo shiatsu valorizza le risorse vitali delle persone coinvolte nella pratica, permettendone la migliore espressione secondo le potenzialità, i tempi, le modalità peculiari di ciascuno. La sua azione è rivolta a tutti, qualunque sia l’età, la condizione e lo stato di salute; esso stimola il naturale processo di “autoguarigione” ripristinando l’armonico fluire dell’energia lungo i meridiani (canali energetici) dell’organismo e favorendo in tal modo un miglioramento delle capacità psico-fisiche.

Lo shiatsu non è, quindi, soltanto massaggio per rilassare il corpo, rimuovere tensioni, sciogliere blocchi, ma diventa un processo unificante che coinvolge tutta la vita. E’ benessere fisico, è alimentazione, è filosofia, è meditazione, è spiritualità, è armonia, è un modo di vivere.

Lo shiatsu diventa veicolo per una profonda trasformazione personale.

Il nome shiatsu, che in giapponese, da cui origina, significa letteralmente  pressione con le dita (shi = dita; atsu=pressione), nasce più o meno all’inizio del secolo scorso, anche se le sue origini  vanno molto indietro nel tempo. Si tratta di una sintesi tra la teoria medica classica orientale, che risale alle origini dell’agopuntura, oltre 4000 anni fa, e la medicina popolare. La sua pratica si svolge mediante pressione effettuate dalle dita, dalle mani, dai gomiti e dalle ginocchia su particolari percorsi chiamati meridiani  sui quali si trovano 361  punti chiamarti tsubo che significa punti di trasporto in quanto sono deputati al passaggio interno esterno dell’energia.

Alessandra Federico

seers cmp badge