Alla FoCS giornate formative ed informative sulla violenza di genere

Nell’ambito delle iniziative per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne l’11 e il 25 novembre, nella Sala “Mario Borrelli” della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus (FoCS), si sono tenuti due incontri sul tema della violenza di genere rispettivamente sulle relazioni abusanti e sulla pubblicità sessista.

Nel primo incontro organizzato dalla FoCS il focus è stato centrato sulle possibili forme di relazione che si strutturano tra la persona violenta e quella oggetto della violenza; troppo spesso si cercano semplificazioni che non sono corrispondenti se non ad una parte molto esigua della realtà: come quella, ad esempio, in cui c’è una donna che vuole lasciarsi alle spalle una relazione che sente finita e un uomo che non accetta la fine del rapporto e reagisce in modo più o meno aggressivo. Nella realtà le forme di violenza e di prevaricazione sono molteplici e non si manifestano purtroppo solo con l’aggressione fisica; se la violenza espressa con le percosse è grave e può nella sua forma più estrema esitare nella deturpazione del corpo o nel femminicidio, la violenza psicologica (stalking, revenge porn, gaslighting) non è meno grave e può comportare conseguenze molto gravi sia in termini di disturbi mentali che di condotte suicidarie. La legge c.d. “Codice Rosso”, entrata in vigore il 9 agosto 2019, è un provvedimento volto a rafforzare la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere, inasprendone la repressione tramite interventi sul Codice Penale e sul Codice di Procedura Penale.

Nel secondo incontro, il 25 novembre, sono state proiettate delle immagini relative alla figura e alla narrazione della donna nell’arte: dalla rappresentazione della donna associata alla fecondità come la Venere di Willendorf attraverso le madonne del Medioevo e all’esaltazione della bellezza femminile del rinascimento fino al femminino “pericoloso” di Munch o di Klimt del Novecento, la figura della donna è incasellata in ruoli predefiniti precisi. La parte relativa all’immagine della donna nella pubblicità dagli anni ‘50 ad oggi, è stato un momento forte: dalle immagini di donne casalinghe circondate da elettrodomestici, tipica delle pubblicità di 70/60 anni fa, i “creativi” sono passati ad un uso sempre più esplicito del corpo femminile, denudato e parcellizzato per vendere prodotti, fino alle immagini scioccanti di donne stuprate in gruppo o assassinate per reclamizzare uno strofinaccio che “cancella ogni traccia”. Il 4 novembre 2021 il Senato ha approvato la legge che finalmente vieta “sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi …”. Ora si tratta di applicarla.

Assunta Landri

Al Consiglio Regionale della Campania incontro sulle “buone prassi” anti-violenza

“Un confronto sulle buone prassi anti-violenza”: è il tema dell’iniziativa che si tiene oggi mercoledì 29 settembre 2021 alle ore 10,00 nella sala “Caduti di Nassiriya” al ventunesimo piano della sede del Consiglio Regionale della Campania, al Centro Direzionale di Napoli isola F13.

Si discuterà, tra l’altro, del referto psicologico e delle buone prassi sanitarie della Regione Campania sulla violenza contro le donne, di ampliamento della formazione e della costruzione della rete dell’emergenza. Introdurranno i lavori il Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Gennaro Oliviero, la Consigliera delegata alle Pari Opportunità, Rosetta D’Amelio, la Presidente della VI Commissione consiliare permanente, Bruna Fiola. Interverranno la Responsabile del Centro “Dafne” dell’Azienda Ospedaliera “Antonio Cardarelli”, Elvira Reale, il Responsabile del Pronto Soccorso dell’ospedale C.T.O. dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, Mario Guarino, il Giudice della I Sezione Civile del Tribunale di Napoli, Valeria Rosetti, il Procuratore aggiunto della IV Sezione Violenza di genere e fasce deboli del Tribunale di Napoli, Raffaello Falcone, la Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Napoli, Nunzia Brancati, la Responsabile del Centro anti violenza “Aurora” di Napoli, Rosa Di Matteo. Modererà la dirigente dell’Asl Napoli 1 Centro, Antonella Bozzaotra.

Alessandria: donna uccide il marito per le troppe violenze subite

È accaduto lo scorso 11 luglio a Borghetto di Borbera in provincia di Alessandria. La donna, (sessantenne, ha ucciso il marito di 64 anni sedandolo e strangolandolo con i lacci delle scarpe. La donna ha immediatamente telefonato i carabinieri per confessare l’omicidio e il  motivo per il quale ha commesso questo omicidio. Sembrerebbe che quest’ultima sia stata vittima, per anni, di violenze (fisiche e psicologiche) da parte del marito. La moglie era disperata e sembrerebbe, dunque, che questo gesto sia stato dettato dall’esasperazione, per difendere sé stessa e suo figlio dalle botte subite per anni all’interno delle mura di casa.

Poche ore prima dell’omicidio, l’uomo si era recato in ospedale a causa delle ferite che aveva in volto in seguito ad un litigio con sua moglie, ma veniva dimesso poco dopo essendo in ottime condizioni di salute.

La donna ha raccontato che il marito, nel pomeriggio prima dell’omicidio,  aveva avuto una forte lite con suo figlio arrivando anche a lanciarsi bottiglie. La situazione stava decisamente degenerando, soprattutto nel momento in cui l’uomo rimane ferito ad un orecchio. Decidono entrambi di chiamare i carabinieri. Secondo quanto raccontato dalla donna, l’uomo, negli ultimi 3-4 anni, sarebbe diventato più aggressivo e prepotente, anche se non c’erano mai state denunce prima d’ora da parte della donna per i maltrattamenti subiti dal marito. Di fatti,  gli investigatori escludono che la questione andasse avanti davvero da anni. Soprattutto perché, i due coniugi, erano considerati due persone gentili e amorevoli dai loro concittadini, quindi nessuno (nemmeno tra amici più intimi) avrebbe mai sospettato ci fosse violenza tra loro.  Ma c’è anche da dire che spesso l’apparenza inganna e che dall’esterno non si è a conoscenza del vero rapporto di una coppia.

 “Ero stanca delle botte a me e a mio figlio”. Arrivare  a compiere un atto del genere senza preoccuparsi delle conseguenze, avviene nel momento in cui si arriva davvero all’esasperazione.

La violenza sulle donne è più frequente di quanto si possa immaginare. La violenza fisica o anche quella psicologica è all’ordine del giorno e la si riscontra in una coppia su tre. In questo caso, la donna ha deciso di sacrificarsi e di rinunciare alla sua libertà pur di porre fine a tutto lo strazio, alle sofferenze, e alle umiliazioni subite per anni dal marito, pur di difendere  e mettere in salvo suo figlio, soprattutto.

Ad oggi la donna è stata sottoposta a fermo nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino. La protagonista della vicenda ha dimostrato, senza ombra di dubbio, di possedere un forte coraggio, e che i figli vengono prima di ogni altra cosa.

Ma c’è qualcosa che possiamo fare noi donne prima di arrivare a questo? E’ anche vero che, quando la mente umana viene plagiata, assillata, esasperata, si può arrivare a compiere  atti estremi come questo omicidio. La soluzione potrebbe essere quella di scappare via al primo schiaffo, alla prima minaccia, alla prima aggressione anche se verbale. Bisognerebbe trovare immediatamente il coraggio di dare un taglio netto alla storia anche se dura da tutta una vita, perché alla prima parola offensiva significa che da quel momento in poi la situazione non può che peggiorare. Quando si ha difficoltà nel trovare il coraggio di troncare, è necessario chiedere aiuto a qualcuno, raccontare ciò che si sta vivendo. Ogni donna non deve mai dimenticare che la sua libertà è la cosa che conta di più e che non ne vale mai la pena sacrificarla per un uomo, chiunque esso sia.

Alessandra Federico

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