Il terrore sulla Rambla di Barcellona

Finita la dolorosa identificazione delle vittime dell’attentato di Barcellona dello scorso 17 agosto,  costato la vita anche a 3 italiani, ricominciano le polemiche sulle indagini e sulla sicurezza. Madrid e le istituzioni catalane sono in disaccordo sullo smantellamento o meno della cellula jihadista. Ucciso il ricercato Younes Abouyaaqoub di 22 anni e di origine marocchina che il fuggitivo che faceva parte del commando che giovedì 17 agosto si è reso protagonista di due attacchi, uno a Barcellona, con 13 morti (oltre 120 i feriti, 15 in condizioni critiche) e l’altro sul lungomare di Cambrils dove c’è stata una vittima. Otto, invece, sono i terroristi morti e 4 si trovano in stato di arresto.

Se da Madrid il ministro dell’Interno, Ignacio Zoido, ha affermato il totale smantellamento del nucleo terroristico, in considerazione degli arrestati e degli uccisi dalla polizia, i Mossos d’Esquadra, le forze dell’ordine catalane, nonché il Ministro dell’Interno catalano, Joaquim Forn, hanno smentito il governo centrale. La diversità di vedute appare quantomeno inquietante e tende a rafforzare i dubbi dell’opinione pubblica riguardo l’effettivo coordinamento delle forze di polizia nelle indagini e lo scambio di informazioni prima e dopo le stragi terroristiche che stanno insanguinando l’Europa.

Così, nel frattempo, il giovane Abouqaaquob, esecutore materiale dell’attentato sulla Rambla, quello che si è lanciato con un furgone bianco  a velocità folle sulla gente indifesa, fuggitivo è stato rintracciato ed ucciso; mentre il covo degli jihadisti ad Alcanar, saltato in aria durante la preparazione di ordigni esplosivi, ha rivelato la programmazione meticolosa di attentati di portata ancora più grande e distruttiva. Secondo il capo dei Mossos, l’esplosione imprevista della villetta avrebbe stravolto i piani degli attentatori che avrebbero così optato per l’attacco con il furgone lanciato sulla Rambla. Ma poteva essere la Sagrada Familia l’obiettivo originario.

Durante le operazioni di bonifica attorno alla villetta di Alcanar, mercoledì notte, si è verificata un’altra deflagrazione che ha ferito 6 agenti, così sarebbero stati localizzati altri due depositi di esplosivo nel retro della casa. Tanto da rendere necessarie diverse esplosioni controllate e l’evacuazione degli abitanti di alcuni palazzi limitrofi. Eppure, anche di fronte a tutto ciò gli assassini di Barcellona non si sono fermati, portando avanti i loro propositi di morte.

A lasciare ancor più perplessi, anche  la dichiarazione del rabbino capo di Barcellona che ha invitato la sua comunità, da lui definita condannata, a pensare di comprare proprietà in Israele per lasciare la Catalogna, un posto oramai “perso”, dal quale è meglio andarsene prima che dopo.

Rossella Marchese

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