E’ morta Liliana De Curtis

Triste giorno oggi per il mondo della cultura, è morta la figlia del grande Totò: Liliana De Curtis all’età di 89 anni. Era nata il 10 maggio 1933 a Roma da Antonio De Curtis e Diana Rogliani. Attrice e scrittrice Liliana si è spenta nella sua abitazione a Roma. Molte le iniziative artistiche e culturali in ricordo del padre che nel corso degli anni l’hanno vista protagonista o ospite d’onore.

L’irrazionale ed il mondo greco

I greci sono profondamente ed interiormente consci del vigore, dello stupore e delle insidie insite nell’irrazionale.
In fondo, perché ritenere i greci antichi immuni da forme di pensiero primitive, se non è immune alcuna società che cade sotto la nostra diretta osservazione?
Occorre scardinare una grecità costruita artificiosamente dagli storiografi, demolire l’immagine annacquata e neoclassica, palesarne antinomie e diversità.
Scorrazzando da Omero fino al II secolo a.C., si possono illuminare le teorie sul soprannaturale, il credito attribuito al sogno nonché all’influenza delle stelle, i fenomeni psichici prossimi alla trance ed all’allucinazione, come l’ossessione dionisiaca ed il furore profetico, la divinazione, l’orfismo e le pratiche magiche, delineando così aspetti ed espressioni dell’irrazionalismo greco.
I Greci hanno sempre sentito l’esperienza delle passioni come un fatto misterioso e pauroso in cui sperimentare la forza che è in noi, che ci possiede, anziché venir posseduta da noi stessi.
Il primo riferimento è all’Iliade: Agamennone offre in sacrificio Ifigenia, sangue del suo sangue, al fine di propiziare la buona disposizione d’Artemide ed inaugurare l’impresa bellica contro Troia. Inconfutabilmente, adattamenti posteriori di siffatto evento rimpiazzano il sacrificio della giovane con una bestia, mostrando un divenire della sensibilità. Agamennone medesimo, d’altronde, è angosciato ed agghiacciato per quanto gli esige la dea.
L’ate s’impadronisce della mente, obnubila la coscienza, rende provvisoriamente folli.
In molteplici altri brani Omero marca come un comportamento precipitoso, nefasto ed irresponsabile sia analogamente attribuito a forze soprannaturali.
Tali esegesi, verosimilmente, non sono traslati, allegorie o fantasie bensì fenomeni psichici.
Quest’analisi ha influenzato certamente Julian Jaynes così come Antonio Damasio nel tentativo di connettere ragione e sentimento, calcolo e creatività o intuizione, teoria o speculazione e prassi.
La grecità è davvero, pertanto, esclusivamente speculativa e razionale?
Probabilmente, è avvenuto un transito dalla shame culture alla guilt culture: un’atmosfera oppressiva, popolata di spettri.
Come non menzionare Nietzsche e chiedersi: Apollo e Dioniso rivaleggiavano sul serio?
Il senso schiacciante dell’ignoranza umana, dell’assenza di sicurezza in cui vivono gli uomini, la paura del phthonos divino, la paura del miasma sarebbero stati intollerabili se un divino consigliere onnisciente non avesse garantito ai Greci, dietro il caos apparente, l’esistenza di una sapienza e di una finalità.
Apollo, il dio solare, nasce da tale precipizio d’inquietudine, dalla corposità di questo panico.
Il razionalismo si mostra ipometrope nel non badare al fatto che, anche laddove la divinità si dilegui, i suoi riti perdurano parecchio più lungamente nello spirito sia dei popoli che dei singoli.
Ecco, il presupposto culturale e psicologico della definizione nietzscheana delle chiese come “Die Grüfte und Grabmäler Gottes
Audacemente interessante è l’ipotesi concernente l’ascendente dello sciamanesimo sui greci:  l’apertura del Mar Nero al commercio greco nel VII secolo avrebbe influito sul concepimento d’idee circa la relazione tra corpo e anima.
Pitagora è addotto come esempio di più importante sciamano greco. Orfeo, alla stessa maniera, è stimato quale figura sciamanica. Platone stesso, il più genuino emblema di questo processo d’avvio del razionalismo, si fa un simbolo controverso, operando un fecondo innesto delle idee magico-religiose che hanno remota origine nella civiltà sciamanistica settentrionale, anzi i Custodi della Repubblica sarebbero sciamani razionalizzati. La sua sistematicità ed il suo metodo s’imbevono, orbene, d’ingredienti magico-religiosi d’origine orientale.
Nel periodo ellenistico, poi, si ravviva l’esaltazione per la divinazione, la medicina magica e l’alchimia.
La grecità è eccitata dalle consuetudini orientali più illogiche ed acritiche.
Epicuro volle, viceversa, cassare il nocciolo granitico della prassi, facendo strada al pensiero della salvezza, a culti e riti distanti dalla mediazione razionale.
Il motivo?
La paura della libertà.
La luce produce ancora ora orrore e sgomento; quindi occorre assumere contezza dello strato ctonio ed indicibile della razionalità.
Giuseppina Capone
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