Identità in vetrina. A Sassari le Associazioni cittadine nelle scuole

Una cordata di Associazioni storiche cittadine coinvolte insieme per un progetto di tutela e diffusione del patrimonio storico culturale della città. Una vera e propria alleanza culturale messa in campo tra le scuole, l’Intergremio, il Centro Commerciale Naturale “Stelle del Centro” con la partecipazione dei CCN “Piazza d’Italia e Via Roma”, “via Manno” e il Comitato “Largo Brigata Sassari”.

Un’azione sinergica in continuità con quanto già avviato nel 2021 con il liceo Margherita di Castelvì e l’Accademia delle Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari.

In questa nuova edizione di “L’identità’ in vetrinaUn percorso fra tradizione, storia e modernità” si estende l’intervento con il nuovo progetto “Tradizione e giovani generazioni a tutela del patrimonio culturale” dedicato agli alunni dell’Istituto Comprensivo San Donato – Plesso Forlanini.

Il progetto si pone l’obiettivo di valorizzare le principali risorse culturali materiali e immateriali, a partire dal Patrimonio Unesco dei Candelieri, dei Gremi e le cerimonie e tradizioni ad essi collegate che connotano la Città di Sassari, il suo territorio e le sue plurime Comunità.

Nuovi protocolli di intesa con le istituzioni del territorio, quali l’Università di Sassari-Dipartimento Comunicazione Pubblica e Professioni dell’Informazione, in corso di definizione, e le scuole cittadine consentiranno di usufruire di preziose collaborazioni e ampi spazi di iniziativa.

Nel palinsesto delle attività connesse emerge il protocollo d’intesa siglato dalla dirigente scolastica Patrizia Mercuri con la presidente CCN Giusy Mura.

Il progetto prevede una serie di attività con la scuola sul tema della storia dei Candelieri e delle tradizioni laiche e religiose che accompagnano la Faradda.

Il primo incontro, realizzatosi lo scorso venticinque maggio ha coinvolto gli alunni e alunne del plesso scolastico Forlanini. Grazie alla disponibilità dell’Intergremio con il presidente Fabio Madau, del responsabile dell’organizzazione dei Piccoli Candelieri, Marco Dettori.

All’incontro hanno partecipato Salvatore Spada, già presidente dell’Intergremio e Gianfranco La Robina, già responsabile dei Piccoli Candelieri, storico capocandeliere, chiamati ad offrire la loro esperienza e consulenza per le attività del CCN.

La conferenza, è stata aperta da un video, curato dal fotografo Gian Michele Manca, che raccoglie i momenti salienti delle fasi che precedono, accompagnano e concludono la Festa con l’ingresso nella Chiesa di Santa Maria.

I numerosi alunni e alunne della scuola primaria hanno dimostrato una grande partecipazione e formulato interessanti domande e considerazioni sui vari aspetti della tradizione. Un saggio dell’accompagnamento musicale che caratterizza l’intera discesa dei Candelieri è stato offerto dal giovanissimo Mirko Nicoletti, che si è esibito con il tamburo nei tradizionali ritmi utilizzati nelle varie fasi dei movimenti di ballo dei portatori dei Candelieri, suscitando grande attenzione e allegria tra i giovanissimi spettatori.

Come CCN del Centro cittadino stiamo consolidando una serie di progetti con la stretta e fattiva collaborazione di tutti i commercianti ed artigiani del Centro della Città. È un impegno importante che ci vede collaborare con le Scuole e le istituzioni che ricoprono un ruolo fondamentale nelle nostre Comunità” dichiara la Presidente Giusy Mura, che prosegue “Vogliamo contribuire a conservare il Patrimonio culturale materiale e immateriale della città di Sassari e, allo stesso tempo, creare le condizioni per rivitalizzare il Centro Cittadino e l’economia del nostro Territorio”.

Il presidente dell’Intergremio Fabio Madau ribadisce che “Per l’Intergremio e per tutti i gremianti è fondamentale continuare ad operare per la conoscenza, il rispetto e la conservazione delle migliori tradizioni della Città. La presenza dei Gremi nell’opera di sensibilizzazione delle giovani generazioni è tra gli obiettivi e le priorità dell’insieme dell’organizzazione”.

La prosecuzione del progetto L’identità in vetrinaUn percorso fra tradizione, storia e modernità ha tra gli obiettivi quello di ampliare e consolidare un percorso positivo di valorizzazione dell’identità e delle tradizioni delle Comunità della Città di Sassari.

La Scuola è l’istituzione fondamentale in cui le giovani generazioni possono acquisire la conoscenza e il rispetto per il Patrimonio materiale e immateriale, così da contribuire alla crescita sociale e culturale delle proprie Comunità e, soprattutto, alla formazione di cittadini e cittadine consapevoli.

Per queste considerazioni, il progetto proseguirà con la ripresa dell’anno scolastico 2022/2023 con nuovi incontri di approfondimento e di iniziative sul tema dei Candelieri e delle tradizioni che accompagnano l’evento.

Luigi Coppola

 

 

(Foto di Luigi Coppola: La Faradda del 2015)

Il prof. Leonardo Di Mauro è il nuovo presidente dell’Istituto Italiano dei Castelli – sezione Campania

Si è costituito il 31 maggio scorso il nuovo Consiglio Direttivo dell’Istituto Italiano dei Castelli – sezione Campania, per il triennio 2022 – 2025.

Il prof. Leonardo Di Mauro è il nuovo presidente, succede a Luigi Maglio che ha guidato l’Istituto nella regione per tre mandati consecutivi.

Entrano nel nuovo consiglio per la prima volta il prof. Giuseppe Pignatelli Spinazzola, dell’Università Luigi Vanvitelli, la storica dell’arte Alessia Fresca, la giornalista Bianca Desideri e l’architetto Giuseppe de Pascale. Confermati la prof.ssa Marina Fumo (Università Federico II), gli architetti Valeria D’Alessandro, Domenico Tirendi, Lucio Sisto e Paolo Mascilli Migliorini.

L’architetto Luigi Maglio è stato nominato vicepresidente. La presidenza onoraria è stata assegnata al prof. Mario Pasquino. Il dott. Leo Donnarumma è il segretario della Sezione Giovani.

Eliana Di Caro: Le Madri della Costituzione

Il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la Repubblica e il 25 giugno si insediò l’Assemblea Costituente, composta da 556 membri. Quali sono le peculiarità della componente muliebre?

Sono 21 donne di diverse generazioni (la più anziana era Lina Merlin, nata nel 1887, la più giovane Teresa Mattei, nata nel 1921), di diversa estrazione sociale (alcune provenivano da famiglie borghesi – per esempio Elsa Conci, la stessa Mattei, Maria de Unterrichter – e altre da un contesto molto umile, come Teresa Noce, Adele Bei, Filomena Delli Castelli), di diverso colore politico: nove comuniste, nove democristiane, due socialiste, un’eletta nel Fronte dell’Uomo Qualunque. Eppure, nonostante le differenze, furono capaci di fare sintesi nel nome del bene comune.

Lei ha affermato: “Senza le loro battaglie, diversi articoli della Costituzione, compresi i principi fondamentali, non sarebbero gli stessi”. Ventuno donne pressoché dimenticate dai più. Penso a Teresa Mattei. Un’avanguardia modesta, solo il 3,7 per cento. Quale fu il loro contributo nella modernizzazione dell’Italia?

Fu un contributo fondamentale, perché lottarono per il principio di parità sancito dall’articolo 3 e dagli altri articoli della Costituzione che riguardano la famiglia e il lavoro: senza il loro apporto, il loro “sguardo”, probabilmente non si sarebbe arrivati a un risultato che migliorava non solo la condizione della donna ma dell’intera società.

I Costituenti furono filosofi, giuristi, personalità della cultura e della vita politica antecedente il fascismo. Quali ostacoli dovettero saltare le 21 Costituenti rispetto al rapporto con la componente maschile? In fondo, Giovanni Leone aveva asserito: “La femminilità e la sensibilità sono antitetiche alla razionalità”.

Va ricordato che la donna, al tempo, era in una condizione di subalternità totale, non aveva alcuna voce nello spazio pubblico ma neanche all’interno della famiglia (vigevano la potestà maritale e la patria potestà, l’adulterio femminile era sanzionato, a differenza di quello maschile, ecc.). Nonostante questo humus culturale e sociale (o forse proprio per questo!) le ventuno elette, reduci dalla determinante conquista del diritto al voto, seppero far valere le loro ragioni. E anche laddove persero le loro battaglie, come accadde per l’accesso delle donne al concorso in magistratura (che fu consentito solo con la legge del 1963), aprirono una strada.

Le Madri della Costituzione, scattando una fotografia di gruppo, sono davvero differenti tra loro: nove comuniste, nove democristiane, due socialiste ed una proveniente dalle file dell’Uomo Qualunque. Diverse quanto a formazione politico-ideologica ma tutte antifasciste e resistenti. Ebbene, riuscirono a tessere una relazione efficace?

Come accennato prima, sì, perché avevano chiaro il loro obiettivo e agirono unite per conquistarlo. Certamente la comune lotta antifascista, la spinta alla costruzione della democrazia e alla rinascita del Paese cementò la loro azione all’Assemblea Costituente.

Quale fu la loro sorte a lavori terminati e conclusi?

Alcune proseguirono il loro percorso in Parlamento, nelle successive legislature (Nilde Iotti è stata la prima presidente della Camera dei deputati, nel 1979), diverse diventarono sindache, altre invece furono emarginate dai loro stessi partiti. Nel tempo, quasi tutte loro sono state dimenticate, nonostante la loro lezione e il segno che hanno lasciato nella Carta. Per questo, nel mio piccolo, ho voluto dare un contributo di conoscenza con Le Madri della Costituzione, anche andando alla ricerca dei discendenti, di cui ho riportato le testimonianze.

 

Eliana Di Caro è giornalista al Sole 24 Ore dal 2000: dopo aver lavorato al mensile Ventiquattro e alla redazione Esteri del quotidiano, dal 2012 è al supplemento della Cultura “Domenica”, nel ruolo di vice caposervizio e curatrice delle sezioni di Storia ed Economia e società. È tra le autrici di Donne della Repubblica (il Mulino, 2016), Basilicata d’autore (Manni, 2017), Donne nel 68 (il Mulino, 2018), Donne al futuro (il Mulino, 2021). Ha pubblicato Andare per Matera e la Basilicata (il Mulino, 2019) e Le vittoriose (Il Sole 24 Ore, 2020). Scrive dei temi legati alle donne – dei loro diritti e dell’emancipazione femminile – e della terra lucana. Appassionata di tennis, ogni tanto recensisce qualche libro sull’argomento.

Giuseppina Capone

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