Sofia: dopo l’adozione sono anche riuscita a diventare mamma

“Per ogni donna che desidera diventare mamma, non esiste notizia peggiore di scoprire che non potrà mai crescere dentro di sé una vita. Io l’ho passato questo brutto momento e posso dire con fermezza che mi è crollato il mondo addosso. Ho deciso di adottare un bambino e, dopo una lunga attesa durata anni, io e mio marito l’abbiamo ottenuto. Ma non potevo crederci che, trascorso un mese dall’adozione, sono rimasta incinta. In quel momento ho capito quanto fosse affascinante la psiche umana; la mente può davvero decidere ogni cosa senza nemmeno che tu te ne accorga”.

La sofferenza per una donna che non riesce ad avere figli è immensa e spesso anche sottovalutata. La scienza e la psicologia hanno fatto passi da giganti verso una più rapida quanto efficace cura per l’infertilità sia maschile che femminile, ma pare proprio che, secondo dichiarazioni di un vasto numero di donne, il metodo più efficace per quest’ultima, per riuscire a mettere al mondo un bambino, sia proprio quello di adottarne uno. Deve essere proprio quello il momento in cui le paure si fanno da parte, quando la donna scopre che l’amore verso il proprio figlio può superare qualsiasi timore e ogni freno dettato dalla propria mente. Si tratta della paura della donna di non riuscire ad essere all’altezza della situazione; di non poter essere una brava mamma. Una paura talmente forte in grado di manipolare la mente e il corpo.

Sofia è una donna di 34 anni, vive a Napoli e racconta la sua storia di come è riuscita a diventare madre solo dopo aver ottenuto in adozione un bambino.

Sofia, per quanto tempo hai tentato di avere un figlio?

Preferisco raccontare partendo dalla relazione con mia madre; ho avuto una madre poco amorevole anzi, incapace di donare affetto, ma io, d’altro canto, ho da sempre desiderato avere un figlio, magari due o anche tre. Quattro, perché no. Io e Vittorio ci siamo sposati quando entrambi avevamo 23 anni e, solo un anno dopo, abbiamo iniziato a provare a diventare genitori. La mia testa e il mio cuore mi dicevano che volevo un bambino per dargli tutto l’amore che mia madre non era riuscita a darmi. Mia madre pensava solo a sé, era una di quelle madri che non trovava mai tempo per giocare con sua figlia perché per lei, la sua carriera, venivano prima di ogni altra cosa. Questa mancanza d’amore ha creato in me dei forti blocchi psicologici anche se irrazionali, naturalmente. Perché io un figlio l’ho sempre voluto, ma la paura di poter essere come lei mi bloccava, la mia mente decideva per me. Finalmente, dopo una lunghissima ed esasperante attesa tra documenti e visite costanti a casa di assistenti sociali, io e Vittorio abbiamo ottenuto Levi in adozione e dopo un mese ho scoperto di essere in dolce attesa. Tutto ciò mi rendeva felice ma suscitava in me una forte perplessità.

Quale perplessità?

Volevo capirmi. Volevo a tutti i costi comprendere la mia mente e perché il mio corpo stesse reagendo così. Anche se ne ero già sicura che fossi finalmente rimasta incinta solo di conseguenza dell’adozione e quindi ad un mio personale sblocco mentale. E questo mi ha portata a voler andare dallo psicologo il quale, dopo diversi mesi di terapia, mi ha confermato quasi tutto ciò che io sono riuscita a capire nel momento in cui ero in dolce attesa, ovviamente con una più complessa e lunga spiegazione. Penso che a volte crediamo di volere un bambino, ma la verità è che non siamo pronte, e quindi siamo noi a non volerlo per questo motivo non arriva. L’ho provato sulla mia pelle. Non è una cosa razionale ma nel nostro inconscio crediamo di non essere in grado di crescere un’altra vita. Alle volte può accadere perché abbiamo avuto genitori poco amorevoli, (come nel mio caso), e crediamo dunque di non riuscire a dare altrettanto amore. In altri casi, al contrario, può accadere quando si ha avuto genitori opprimenti e si crede, dunque, di non essere mai adulti e di non poter crescere un bambino. (Accaduto a molte donne). E ce ne sono tante altre di motivazioni.

C’è qualcosa che vorresti dire a chi come te ha vissuto o vive questo momento?
Non perdete mai la speranza. La nostra mente è capace di tutto anche se noi razionalmente non ce ne rendiamo conto, non lo vediamo, non lo focalizziamo. E’ quindi importante che impariamo a riconoscere le nostre emozioni per far sì che siamo noi a gestire la nostra vita con sentimenti, razionalità e con consapevolezza e non le nostre paure perché spesso, senza che ce ne rendiamo conto, le paure e i timori prendono decisioni al posto nostro. Gestiscono la vita nostra al posto nostro. Dunque, non abbiate paura di conoscervi, perché non c’è cosa più bella di scoprire sé stessi e imparare a vivere la vita che desideriamo.

Alessandra Federico

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