Napoli: la mostra di Edgar Degas, l’artista del 1800 che amava la città partenopea 

 Napoli è lieta di accogliere le straordinarie opere di uno dei più illustri pittori e scultori francesi tra gli  impressionisti del 1800: Edgar Degas. É la prima mostra a Napoli dedicata a Degas, nonostante il pittore abbia avuto da sempre un forte legame con la città partenopea; suo nonno, e gran parte della sua famiglia viveva a Napoli, e l’artista riteneva la città una delle più belle ed affascinanti al mondo, il luogo dove prendere maggiore ispirazione.

La mostra, inaugurata il 14 gennaio, si svolgerà all’interno del Complesso Monumentale San Domenico Maggiore a Napoli e terminerà il 10 aprile 2023, racconterà aspetti fondamentali della vita e della carriera del pittore attraverso i meravigliosi disegni dell’artista, alcune rare foto scattate da lui, litografie e xilografie e statue di bronzo.

Duecento le opere di Degas all’interno di questa mostra a Napoli, che saranno, durante l’esposizione, divise in diversi concetti: le tematiche che lo interessavano e incuriosivano e da cui prendeva suggerimenti per la sua creatività, la sua forte connessione con Napoli e la sua vita a Napoli.

Degas è riconosciuto in particolar modo per i suoi dipinti che raffigurano ballerini e, infatti, la fonte di ispirazione maggiore per lui era assistere a spettacoli di danza; l’eleganza, gli abiti, e i movimenti aggraziati delle ballerine catturavano la sua attenzione più di ogni altra cosa e suscitavano in lui un forte sentimento di tenerezza e ammirazione, tanto da volerne ricreare l’immagine con le sue stesse mani.

La vita di Degas

Edgar era figlio dei De Gas una nobile ed illustre famiglia della Linguadoca. I De Gas erano cavalieri del prestigioso ordine degli Orleans e, in merito a questo, l’intera famiglia si trasferì a Meung (provincia di Orleans). Poco tempo dopo, nacque Renè Hilaire, il nonno di Edgar ma, quando Renè diventò adulto, durante la rivoluzione francese, venne condannato alla ghigliottina  (in seguito alla condanna a morte della sua promessa sposa considerata nemica della nazione,  Renè venne considerato suo complice). Renè, si rifugiò a Napoli dove lavorò come agente di cambio riuscendo, col tempo, a conservare una notevole somma di denaro tanto da riuscire ad acquistare l’intero palazzo Pignatelli di Monteleone. (centro storico di Napoli). Renè era ben voluto e molto stimato da tante famiglie napoletane e, da lì a poco, sposò  Giovanna Teresa Freppa con la quale diede alla luce ben 7 figli tra i quali Auguste, padre di Edgar. Auguste, si trasferì in Francia poiché era direttore della filiale della banca parigina. Nella capitale francese, Auguste sposò Célestine Musson e poco tempo dopo nacque il loro primogenito Edgar. Purtroppo, però, Célestine venne a mancare quando Edgar era ancora troppo giovane e, distrutto dal forte dolore per la perdita della madre, decise di dedicarsi agli studi frequentando il liceo classico parigino Louis le Grand.

Il suo primo approccio all’arte fu grazie a Henri Rouart, figlio di un famoso collezionista che possedeva molti importanti dipinti. Edgar fu ammirato e incantato da queste opere e desiderava con tutto il suo cuore intraprendere gli studi di arte ma, per volere di suo padre, iniziò il percorso universitario presso la facoltà di legge.

Il giovane aspirante pittore, però, studiò legge sei mesi e ci rinunciò, convinse il padre che la sua strada sarebbe stata quella che lo avrebbe portato a diventare un bravo artista ottenendo, finalmente, il consenso di Auguste.

Il suo percorso di studio artistico iniziò con il pittore Félix-Joseph Barrias, che gli insegnò la pittura dei nudi e della storia. Edgar voleva però crescere nell’ambito e soprattutto trovare un suo stile personale. Decise, così, di seguire gli insegnamenti di Louis Lamothe e, nel 1855, riuscì a farsi inserire nella prestigiosa École des Beaux-Arts. (Tempio dell’arte ufficiale dell’epoca). Tuttavia, dopo solo sei mesi, per Edgar gli insegnamenti all’interno dell’accademia di arte non stavano appagando appieno le sue esigente, non erano stimolanti ai fini di poter esprimere le sue emozioni attraverso la sua arte e, quindi, decise di trasferirsi in Italia dove solo lì avrebbe potuto trovare completezza nello studio dell’arte, soprattutto in quella antica e grazie ai maestri del rinascimento.

La vita a Napoli

Nel luglio del 1856, l’artista arrivò a Napoli dove venne ospitato da suo nonno Renè. Edgar era felice di passare del tempo con suo nonno, in particolar modo perché quest’ultimo lo incoraggiava e sosteneva costantemente durante il suo percorso di studi d’Arte a Napoli.

La vita di Edgar era oramai focalizzata unicamente sullo studio dell’arte e, la città partenopea, non faceva altro che essergli complice con il suo meraviglioso clima, con i suoi incantevoli panorami, con la piacevole e divertente musica, con il buon cibo e, soprattutto, l’entusiasmo che il popolo metteva in ogni cosa che faceva erano, per Edgar, di grande incitamento per la realizzazione delle sue opere. D’altro canto, uno dei dipinti in cui l’artista è riuscito a manifestare gli insegnamenti della città partenopea fu proprio il ritratto di Hilaire De Gas, (ritratto di suo nonno Renè) iniziato e terminato proprio a Napoli.

Napoli, per Edgar, è stata la città dove è riuscito ad esprimere tutto ciò che da sempre desiderava comunicare attraverso l’arte e i suoi dipinti e, le sue parole, riescono a trasmettere forte e chiaro le sue emozioni: “Lasciando Civitavecchia il mare è azzurro, poi è mezzogiorno, e diventa verde mela con tocchi di indaco al lontano orizzonte: all’orizzonte una fila di barche a vela latina sembra un nugolo di gabbiani o di gavine per tono e forma… il mare un po’ agitato era di un grigio verdastro, la schiuma argentea delle onde, il mare si dissolveva in un vapore il cielo era grigio. Il Castel dell’Ovo si elevava in una massa dorata. Le barche sulla sabbia erano macchie color seppia scura. Il grigio non era quello freddo della Manica ma piuttosto simile alla gola di un piccione”.

Alessandra Federico

 

 

 

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