Marilyn il mito americano sotto il riflettore di Enzo Grano

Marilyn il fenomeno biondo che ancora oggi affascina ed appassiona gli amanti del cinema e perché no quelli del gossip è la protagonista del libro-dramma di Enzo Grano.

Nella lunga e “corposa” attività letteraria, di commediografo e sceneggiatore, oltre che di saggista e docente di Enzo Grano non poteva mancare un lavoro sul biondissimo mito americano che ha fatto sognare tante generazioni e che resta ancora oggi un’icona di bellezza e di mistero, soprattutto per la sua tragica morte.

Norma Jeane Baker Monroe al secolo Marilyn Monroe è una figura complessa e non ancora completamente scoperta. Una infanzia sicuramente difficile, con una paternità incerta e non presente. Infanzia trascorsa tra affidamenti ad alcune famiglie e la presenza di una madre ricoverata in ospedale psichiatrico, matrimoni, amanti alcuni illustri, aborti.

Una vita artistica di successo anche se fatta spesso di compromessi come il mondo del cinema, per stessa ammissione dell’attrice, prevedeva. Chi non ricorda alcuni dei film che l’avevano consacrata diva: Giungla d’asfalto, Eva contro Eva, Nata ieri, Matrimoni a sorpresa, Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde, Come sposare un milionario, La magnifica preda, Quando la moglie è in vacanza, A qualcuno piace caldo, solo per citarne alcuni.

Una tragica fine ancora avvolta da una nube di mistero e supposizioni. Questa è la donna protagonista del libro-dramma di Enzo Grano.

Già dalla copertina si presagisce l’andamento dell’intera sceneggiatura che attraverso le parole dei protagonisti e le indicazioni per la messa in scena traccia la figura della donna che ha ispirato anche Andy Warhol.

Protagonista la donna, la sua “fragile” figura, la sua immagine pubblica ma anche e soprattutto quella privata, la sua sofferenza e la sua morte per suicidio o almeno così riportano le cronache e il referto del medico.  Ma fu vero suicidio? Questa è la domanda che si pongono i personaggi anche sulla scena.

Il processo inscenato da Enzo Grano per la morte di Marilyn vede scomporsi, in un’altalenante contraddittorio fra i personaggi, la vita di Norma Jean – Marilyn portando allo scoperto dubbi, aspetti noti e meno noti della sua vita di donna e del suo percorso di attrice sotto i riflettori della macchina del cinema e nel buio della propria solitudine.  Amatissima, ma non effettivamente amata si sentiva probabilmente Marilyn, questo dubbio emerge anche nel corso degli interrogatori in scena. Sposa giovanissima, poi di nuovo sposa e stavolta non di un operaio di una fabbrica ma dello sportivo di successo Joe Di Maggio e poi ancora dello scrittore Arthur Miller.

Carica di amore ma anche di fisicità. Nonostante la fama e la gloria, era solo Norma, anzi come viene più volte rimarcato dal presidente nel processo scenico, Marilyn.

L’apertura del secondo tempo del dramma nel volume è preceduto da una frase di Marylin che sintetizza la sua carriera artistica, parole velate da amarezza.

Miller, uno dei personaggi in scena, parla anche del desiderio di Marilyn di essere madre, il desiderio di un figlio che non ebbe e che forse “avrebbe compensato la sua ansia di rassicurazione”.

La voglia di una vita normale prendeva sempre più piede nella mente dell’attrice, per una donna senza radici che invece voleva metterle in un luogo, non importava quale, con un uomo e con un figlio che l’avrebbe “rassicurata” e che avrebbe proseguito la sua esistenza mortale oltre la morte. Ma ciò non le fu dato di ottenere dalla vita. Successo sì tanto, ammirazione sì tanta, felicità poca.

La sintesi del rapporto tra Miller e la Monroe emerge nel secondo atto quando i due protagonisti, il Presidente della Giuria e Miller, parlano del lavoro dello stesso Miller “Dopo la caduta”.

Anche lo spostarsi da un personaggio all’altro dell’inquadratura dell’occhio di bue, la musica di sottofondo, le immagini di film che scorrono, il cambio di luci fa sì che l’attenzione venga di volta in volta attratta non solo dalle parole ma anche dai gesti e dai movimenti dei protagonisti, dalla scena, dai particolari.

La conclusione del processo-dramma è lasciata a Mister X, una donna vestita da uomo, che ripercorre gli ultimi tragici mesi della vita di Marilyn, con le testimonianze di coloro che propendevano per la tesi che non si trattò di suicidio ma di suicidio indotto per farla tacere su verità scomode che avrebbero potuto sconvolgere l’establishment americano, come ad esempio la storia della gravidanza e dell’aborto in Messico poco prima della sua fine.

Con il suo Marilyn  Enzo Grano come scrive in coda al volume ha “cercato di mettere in scena i fatti”, ha “cercato di chiamare alla ribalta le persone, per conoscerle. Fatti e persone, a loro modo,hanno inteso raccontarmi una storia. La più vera possibile, atteso che le parole impiegate,pur dovute ai fatti, sgorgano, sorgive, dal fonte battesimale dell’Autore, che si alimenta dal ripetersi meccanico, senza tempo, della storia stessa”.

Bianca Desideri

I Van Gogh ritrovati a Castellammare

Ritrovati i due dipinti di Van Gogh spariti nel 2002, un colpo da 100 milioni di dollari

A poche ore dal ritrovamento sensazionale di due dipinti di Vincent Van Gogh, a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, la notizia ha già fatto il giro del mondo.

Le due tele erano sparite il 7 dicembre del 2002, rubate dal Van Gogh Museum di Amsterdam, per mano di una banda specializzata nel traffico di opere d’arte e, nonostante l’arresto dei responsabili un anno dopo il colpo, la refurtiva non era stata recuperata.

Il ritrovamento, ad opera della Guardia di Finanza, è avvenuto a casa di un narcotrafficante di spessore.

Non è certo una novità che malavitosi di un certo calibro si rivolgano al mercato nero delle opere d’arte per investire e riciclare i propri lauti guadagni, provento delle loro riprovevoli azioni; è il caso della “Bella Addormentata”, sarcofago di epoca romana di enorme prestigio ritrovato dall’FBI in un magazzino nel Queens, a New York, pronto per essere spedito al suo acquirente giapponese che lo aveva acquistato da un collezionista e mercante d’arte vicinissimo ad un noto  mafioso, o ancora, le 125 tele d’autore, da Fontana a Carrà, De Chirico, Dalì e Sironi, confiscate ad uno ‘ndranghetista di Reggio Calabria, un patrimonio artistico inestimabile dal valore complessivo di circa 300 milioni di euro.

Per quanto riguarda i due dipinti di Van Gogh appena ritrovati, “La spiaggia di Sheveningen durante un temporale”, olio su tela del 1882, e “Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nouen”, olio su tela del 1884, le dichiarazioni di gioia e soddisfazione sono riecheggiate da Palazzo del Collegio Romano a Palazzo Chigi, fino al Vincent Van Gogh Museum, ma molte testate internazionali portano la notizia in prima pagina.

Finalmente il pubblico potrà ritrovare un altro pezzo del genio pittorico dell’artista olandese, soprattutto nell’opera “La spiaggia di Sheveningen durante un temporale”, la storia, infatti, narra che Van Gogh lo realizzò all’aperto in una giornata particolarmente ventosa e che dei granelli di sabbia furono trascinati dal vento direttamente sulla tela, mescolandosi irrimediabilmente alla vernice; questo avrebbe conferito a quel paesaggio fatto di onde e nuvole maestose un tumulto tangibile.

Rossella Marchese

Acropoli dei Giovani e scuola medica salernitana

Domani 1° ottobre 2016  riprendono gli appuntamenti dell’Acropoli dei Giovani – Primo Presidio Permanente Palomonte, nato nel 2014 dalla collaborazione fra l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e il Comune di Palomonte con il sostegno del gruppo spontaneo di cittadini “Amici della Biblioteca Palomonte”.

L’Acropoli dei Giovani nasce dall’esigenza di diffondere la cultura nel senso più ampio del termine, in modo particolare il sapere filosofico.

Un ricco calendario di appuntamenti è stato svolto sin d’ora a partire dal 18 ottobre 2014, giorno di inaugurazione dell’Acropoli dei Giovani Primo Presidio Palomonte, quando in una magnifica sala affollata di giovani studenti, l’avvocato Gerardo Marotta e i componenti del comitato scientifico, il prof. Gerardo Grossi e la dott.ssa Bianca Desideri, responsabile a livello nazionale, davano il via a quello che fu definito un vasto progetto di formazione, di promozione e di crescita rivolto alle giovani generazioni nell’obiettivo di un sempre maggiore sviluppo culturale, sociale, economico e produttivo del territorio, nel rispetto dell’ambiente e nella continuità della tradizione storico-culturale.

1-ottobre-2016-acropoli-definitivaPer questo nuovo incontro dal titolo: “Primati e attualità di un’istituzione medievale di eccellenza: la Scuola medica Salernitana”, che si terrà nell’aula consiliare del Comune di Palomonte, a partire dalle ore 10.30 di sabato 1° ottobre 2016, si è voluto porre l’attenzione sulla più antica e importante istituzione medica d’Europa. Dopo i saluti della dott.ssa Bianca Desideri, responsabile scientifico nazionale dell’Acropoli dei Giovani-Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del prof. Gerardo Grossi, coresponsabile scientifico dell’Acropoli dei Giovani Primo Presidio Permanente Palomonte, interverrà il dott. Umberto Greco, primario del reparto di Urologia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR. San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona di Salerno, che illustrerà primati e attualità della Scuola medica Salernitana nel pensiero medico moderno.

A conclusione dell’incontro, lo scrittore salernitano Carmine Mari, parlerà della sua prima fatica letteraria: Il regolo imperfetto. Intrighi e alchimie alla Scuola medica Salernitana, un’opera letteraria edita da Atmosphere libri, un avvincente thriller storico ritenuto dalla critica: “un giallo veramente ben costruito, con più piani di azione che si intrecciano e con la giusta dose di suspense, ambientato in un medioevo presentato con ricercatezza e dovizia di particolari. Il regolo imperfetto ha anche il pregio di presentarci un mondo, quello della medicina e delle scuole mediche medievali, e un ambiente storico-geografico – la Salerno del XIII secolo – di solito poco conosciuti ed esplorati dalla narrativa.”

Modera l’incontro la giornalista Valentina Risi, conduttrice radiofonica – Radio Mpa -, nonché appassionata volontaria della biblioteca comunale di Palomonte.

Ogni appuntamento è un’occasione per poter conoscere e apprezzare la biblioteca comunale e il suo patrimonio librario di circa 3500 volumi, in modo particolare, il Fondo Marotta, 130 volumi donati dall’avv. Gerardo Marotta con l’intento di nutrire il desiderio di conoscenza, soprattutto, dei giovani studenti. La biblioteca comunale di Palomonte è una realtà culturale curata e valorizzata da un gruppo spontaneo di cittadini di cui si possono seguire le attività collegandosi alla pagina facebook Amici della Biblioteca Palomonte.

Fondazione Donnaregina e Artecinema insieme

Un calendario ricco di iniziative quello che Artecinema e Fondazione Donnaregina mettono in campo dal 6 all’8 ottobre 2016 con proiezioni straordinarie, focus di approfondimento, workshop con registi, attori e fotografi nell’ambito della partnership fra le due realtà.

La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee diviene, infatti, quest’anno, partner di Artecinema, il Festival internazionale di film sull’arte contemporanea. “In occasione della sua 21ª edizione, Artecinema entra a far parte di Progetto XXI, piattaforma di ricerca proposta da Fondazione Donnaregina per sostenere e diffondere su tutto il territorio regionale campano le pratiche e le narrazioni della contemporaneità, sviluppando rapporti con altri soggetti istituzionali, pubblici e privati, in grado di delineare un vero e proprio “sistema del contemporaneo” regionale – evidenziano gli organizzatori”.

Ma in che consiste la partnership? “La partnership – proseguono – è dedicata, in particolare, al rafforzamento dell’impegno nel sociale già avviato dal Festival nella scorsa edizione: saranno proposte iniziative mattutine, esterne ai teatri in cui si svolge abitualmente il Festival, con l’obiettivo di avvicinare alle culture del contemporaneo contesti e pubblici più ampi, dagli studenti delle scuole secondarie e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli ai detenuti dell’Istituto Penale Minorile di Nisida e della Casa circondariale di Secondigliano”.

Vediamo più nel dettaglio quali sono gli appuntamenti: giovedì 6 e venerdì 7 ottobre, alle ore 11:00 (Accademia di Belle Arti di Napoli) incontro e workshop con la regista Mo Scarpelli e i fotografi afghani Massoud Hossaini e Farzana Wahidy, protagonisti del film Frame by Frame (regista: Mo Scarpelli, Stati Uniti, 2015; durata: 85 minuti; lingua: inglese e dari); venerdì 7 ottobre, ore 10:00 (Istituto Francese di Napoli): proiezione dei film Les gènies de la grotte Chauvet e La Mason Unal, alla presenza del regista Christian Tran, che incontrerà gli studenti di diversi Licei e Istituti superiori della Campania. Venerdì 7 ottobre, ore 10:00 (Istituto Penale minorile di Nisida) e sabato 8 ottobre, ore 10:00 (Casa circondariale di Secondigliano): proiezione del film Garden in the Sea (regista: Thomas Riedelsheimer, Messico, Germania, 2011, durata: 68 minuti, lingua: spagnolo e inglese).

Alessandra Desideri

 

Il Potere e lo spazio nella Napoli cinquecentesca

Uno sguardo appassionato sulla Napoli cinquecentesca è quanto emerge dalla mostra del fotoreporter Enzo Barbieri presso la Galleria Carpentiero in piazza Municipio, nel cuore della città, dal titolo “Il Potere e lo spazio nella Napoli cinquecentesca”.

Un progetto fotografico e non solo per far conoscere e allo stesso tempo sollecitare il recupero di opere d’arte sparse nel centro storico e nei luoghi di culto di Napoli.

“Promuovere l’arte ed ogni forma espressiva affinché siano elementi portanti della cultura e, come tali, occasione di crescita individuale, e collettiva. Queste le motivazioni che mi spingono da oltre trent’anni – dichiara Enzo Barbieri – a fotografare i monumenti della città, avendo realizzato le prime foto in occasione delle prime visite con una ricerca fotografica iniziata con il bianco e nero e approdata poi al colore che ha immortalato centinaia di opere d’arte che da secoli giacciono nei luoghi di culto e sfuggono  all’occhio dei visitatori”.

Nella sua lunga attività di reporter tante sono le immagini della città scattate, tante le fabbriche esplorate,  Santa Maria La Nova, Santa Maria del Soccorso, San Domenico Maggiore, Chiesa di San Carlo all’Arena, Chiesa San Giovanni a Carbonara con la statua di Ladislao a cavallo e la scultura della Madonna del Carmine di Michelangelo Naccherino in sommità del monumento sepolcrale stile tardo-gotico (1414 ), Chiesa di San Pietro a Maiella, Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi con il Compianto sul Cristo morto (1492 – 94) di Guido Mazzoni  la sacrestia affrescata da Giorgio Vasari che nasconde le statuette lignee dei padri Olivetani , Pontificia reale basilica San Giacomo degli Spagnoli con il Sepolcro di Don Pedro de Toledo 1540-1570- opera di Giovanni da Nola posizionato dietro l’altare maggiore, Chiesa Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco con il gruppo marmoreo di Cosimo Fanzago che raffigura una testa alata.

Ad alcune immagini è più legato e ne ha dato forte segno nella mostra alla Galleria Carpentiero: come solo per fare qualche esempio il Cristo nella Chiesa di San Carlo alla Rena di Michelangelo Naccherino, il Cristo nella Chiesa di Santa Brigida in abito della croce di Lucca.

Una mostra che rivela l’attenzione e la passione per la città con  l’occhio profondamente indagatore del giornalista fotocronista che raccoglie, attraverso le immagini delle opere realizzate nei luoghi di culto napoletani dal periodo cinquecentesco all’ottocentesco sia da artisti napoletani sia provenienti da tutta l’Italia, la storia di una Napoli che è stata culla di civiltà ed arte.

“Il progetto – sottolinea Enzo Barbieri – è legato alla ricerca storica che negli anni ho realizzato con l’intento di rappresentare la storia e le vicissitudini che questi luoghi hanno subito corredate di didascalia con cenni storici sull’opera rappresentata, sugli artisti esecutori nonché sull’itinerario luoghi  visitati”.

Le belle e significative immagini sono raccolte in 2 DVD multimediali che consentono ai fruitori la riscoperta delle opere straordinarie conservate nei siti visitati e fotografati dall’autore.

La mostra alla Galleria di piazza Municipio rappresenta una tappa del percorso fotografico per la valorizzazione di luoghi noti e meno noti della città portata avanti da Barbieri.

Alessandra Desideri

 

Il Premio Masaniello celebra la danza

Dopo otto edizioni svoltesi nello storico scenario napoletano di Piazza del Carmine ed una al Teatro Delle Palme, è il Teatro Sannazaro, per la seconda volta consecutiva, domenica 25 settembre, la sede del “Premio Masaniello – Napoletani Protagonisti”, prestigioso riconoscimento ideato da Luigi Rispoli, realizzato da Umberto Franzese ed organizzato da Laura Bufano, quest’anno imperniato sul tema “Napoli sulle punte”.

“Un premio che ritengo tra i più importanti a Napoli”  dichiara con orgoglio Franzese . A ricevere la caratteristica statuetta creata dallo scultore Domenico Sepe, eccellenze del mondo della danza quali il maestro di ballo Arnaldo Angelini, i ballerini Umberto De Luca, Elisabetta Magliulo, Marilena Riccio ed Ambra Vallo, i coreografi Luciano Cannito ed Antonio Iavarone, il direttore del corpo di ballo del Real Teatro di San Carlo Giuseppe Picone ed il fotografo internazionale di danza Alessio Buccafusca. Nella seconda parte della serata riceveranno l’ambito riconoscimento personaggi del mondo della cultura più ampiamente intesa, dai musicisti Romeo Barbaro e Gianni Lamagna alla scrittrice Valeria Parrella, l’oncologo Cesare Gridelli, l’allergologo Beniamino Casale, la fotografa Gilda Valenza Maggi e l’antiquaria Tullia Passerini Gargiulo. Ad eleggere i premiati, la giuria presieduta dal regista Aldo Masella e formata dalle giornaliste Maresa Galli ed Armida Parisi, il regista Riccardo Canessa e lo scrittore Mauro Giancaspro. Nell’intervallo tra le due serie di premiazioni, lo spettacolo “Mescolanze: vocazioni e privilegi”, diretto da Sasà Imperatore ed interpretato da Lara Sansone, Tullio Del Matto, Antonella Cioli, Giuseppe Padagno, Vincenzo De Simone, Anna Donati e Francesca Maresca.

 

Rosario Ruggiero

Scrivere in Jazz 2016, a Sassari Enrico Rava

“Non sono seduto perché sono stanco ma perché sono vecchio…”. Così la sequoia gigante dalla chioma bianca e fluente, rompe il silenzio e, riposta la tromba, saluta il pubblico accorso ad applaudirlo.

Per una occasione importante, a Palazzo di Città, il Teatro Civico, gioiello fine incastonato nella Sassari vecchia, Enrico Rava ritrova la sua Orchestra Jazz di Sardegna ventidue anni dopo la sua ultima collaborazione. Tanti gli anni trascorsi da quel 1994 quando fu protagonista nel progetto originale di Bruno Tommaso “Seven steps about Carmen”.

L’occasione è data dal doppio appuntamento (8 e 9 settembre) serale per le fase finale della quattordicesima edizione di “Scrivere in Jazz”,  il concorso internazionale di composizione ed arrangiamento  organizzato dall’associazione Blue Note Orchestra di Sassari. Il concorso propone a compositori di qualunque estrazione artistica e provenienza geografica di misurarsi con il jazz attraverso la realizzazione di arrangiamenti per un organico orchestrale di 20 elementi.dsc_0055-jazz2

Alle due serate realizzate con il contributo del Comune di Sassari, della Regione Sardegna, del MIBACT e della Fondazione di Sardegna ha partecipato un variegato  pubblico di appassionati e i tanti finalisti che hanno avuto l’occasione di ascoltare  per la prima volta le loro composizioni eseguite dall’Orchestra jazz della Sardegna diretta da Paolo Silvestri.

Nella serata conclusiva dell’8 settembre, si è consumato un vero capolavoro con il musicista triestino, torinese di adozione. Un evento memorabile il concerto  “OJS Meets Rava”.

La big band sassarese fra le più longeve d’Europa, ha proposto alcuni brani storici del repertorio del grande jazzista internazionale arrangiati da Paolo Silvestri, in questa occasione direttore d’orchestra. L’evergreen “Senza Fine” è stato il preludio di standard entusiasmanti che hanno esaltato l’interplay degli orchestrali sardi.  “Adulti e con figli, davvero molto bravi” – ha ricordato al termine Rava. Non nascondendo la velata malinconia della prima volta con la stessa OJS, all’epoca foriera di quegli stessi  “bravi ragazzi che sono cresciuti davvero bene”, Rava ha dedicato “dialoghi” con tutti i musicisti della band. Alti i fraseggi in duo con l’altra tromba Giovanni Sanna Passino, con la chitarra elettrica di Antonio Pitzoi.  Senza dimenticare i virtuosismi al piano di Mariano Tedde efficaci con i tamburi di Luca Piana e tutto l’ensamble  nella entusiasmante versione di “My Funny Valentine”.

La serata ha acceso il pubblico, in estasi nei fantasiosi assoli del trombettista, superbo in alcune sue composizioni: “Spider Blues”, “Il Viaggio” e “Certi Angoli Segreti”.  Ovazione all’epilogo per l’indimenticabile “Cidade Do Amor Demais”.  Di chiaro respiro europeo, il concorso ha premiato rappresentanti di Germania e Spagna nelle competizioni in gara. Christina Fuchs (classe 1963,  Monaco di Baviera, Germania), con “Newton’s Cradle”,  sì è aggiudicata il premio per le composizioni originali a tema libero. Per la sezione ai temi della musica etnica della Sardegna, quest’anno dedicata al “Canto a chitarra”, si è imposto lo spagnolo Eduardo Rojo Gonzàlez  con  “Images from Sardinia”.  Per la terza sessione, dedicata in questa edizione agli arrangiamenti di brani appartenenti al repertorio del Maestro Rava, nessun finalista si è invece aggiudicato il premio. A giudizio della commissione i brani non raggiungevano infatti gli standard richiesti dalla giuria. “Questi musicisti sono degli eroi  – ha detto il presidente di giuria Mario Raia l’Orchestra Jazz della Sardegna è una rarità in Italia, una delle pochissime realtà a portare avanti progetti culturali preziosi e fondamentali per la musica jazz  esistenti in Italia”.

Durante le premiazioni Gavino Mele, presidente OJS e giurato aggiunto nella commissione esaminatrice,  ha confermato con soddisfazione di avere raggiunto l’obiettivo della tradizionale rassegna biennale: dare luce ai migliori talenti musicisti sparsi nel mondo.  

Decisiva l’esperienza di Mario Corvini, fra i migliori trombonisti in circolazione nel mondo, che a Roma sta portando avanti con grandi sacrifici ed enormi soddisfazioni un laboratorio aperto a tutti i giovanissimi talenti italiani, innamorati di Jazz. Chiudiamo con il pensiero del pianista Mariano Tedde, decano OJS, affidate ai social network, a poche ore dal calare del sipario : “essere coinvolti in un contesto come questo può solo giovare alla salute musicale oltre che mentale. Grazie quindi a tutti quelli che ci hanno sostenuto, prima di tutto il pubblico e poi tutti gli altri. Alla prossima!…”.

Luigi Coppola

Musica a “L’angolo DiVino”

Domenica, 11 settembre, a “L’angolo DiVino” in via San Biagio dei Librai, 11, spettacolo ideato dal pianista Antonio Landolfi, protagonista con Titti Aruta ,cantante, e Lucia Landolfi, voce recitante, di un programma che offrirà  generi a confronto: musica classica, jazz, leggera, successi internazionali, canzoni napoletane e popolari.

Campania e Sardegna più vicine nel segno delle identità culturali

È stato firmato nella Piazza Umberto I a Camposano, nella serata del 26 agosto, il gemellaggio tra i Comuni di Camposano (NA) e Porto Torres (SS), entrambi protetti da San Gavino Martire.  I sindaci Franco Barbato e Sean Christian Wheeler hanno firmato l’intesa nel corso della cerimonia ripresa in diretta streaming  su Videonola.  I due amministratori che in mattinata avevano reso omaggio ai Caduti in Guerra e alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino, hanno annunciato una iniziativa comune di raccolta fondi a sostegno dei paesi terremotati. Il legame esistente fra i due luoghi si rafforza e diviene  istituzionale nel nome del Santo patrono turritano, il martire Gavino, venerato nei due centri. In occasione dell’atto di gemellaggio, i sindaci hanno ricordato le vittime del sisma che si è abbattuto sul centro Italia mietendo morte e devastazione.

“Per il forte senso etico e morale che condivido con il mio collega, propongo di dare il via, durante il giuramento di fratellanza, ad una raccolta fondi tra i cittadini di Camposano e di Porto Torres da consegnare a due sindaci dei Comuni flagellati dal terremoto di mercoledì scorso. Daremo così significato concreto alle iniziative che intendiamo portare a termine per rinvigorire la nostra fede e per favorire la crescita sociale e culturale delle nostre rispettive comunità. Oggi, da Sindaco, stringo la mano, con piacere, al collega di Porto Torres, Sean Christian Wheeler, formalizzando in Camposano il gemellaggio tra i nostri Comuni con solenne giuramento. Vogliamo rafforzare la fratellanza tra i nostri cittadini, unire i popoli ora più di prima e portare ancora più rispetto a tutti i martiri tra cui ci onoriamo di annoverare il comune patrono San Gavino”. Queste le dichiarazioni pubbliche di Franco Barbato.

“Ho vissuto nelle zone interessate dal sisma, a me molto care, e a nome della cittadinanza di Porto Torres – ha risposto il sindaco Sean Wheeler – mi sento di condividere il pensiero del sindaco di Camposano, esprimendo la vicinanza a tutte le persone che sono costrette ad affrontare le grandi difficoltà provocate da questa enorme tragedia. L’unione tra le due città nasce dalla condivisione della fede e si è trasformata nel tempo anche in un’amicizia che abbiamo voluto suggellare insieme, dando ad essa una forma istituzionale. La firma dell’atto di gemellaggio favorirà ora e in futuro l’incontro tra le nostre comunità. È per me un onore partecipare per la prima volta quest’anno alle celebrazioni per San Gavino in un comune diverso da quello che amministro. È il proseguimento naturale di un cammino culturale, di confronto e di conoscenza che può diventare un valore sia per Porto Torres che per Camposano”.

L’iniziativa avviata a Camposano suggella un forte legame culturale e sociale che lega da sempre la Campania alla Sardegna con una particolare rilevanza nelle due province di Napoli e Sassari. Accomunate da commistioni legate al lavoro, alla tradizione delle economie del mare, ai vari idiomi culturali che hanno generato nuove famiglie con origini diverse. Favorendo un ponte sociale di scambi e di reciproca crescita. La rete virtuosa fra i piccoli comuni, avviata a Camposano favorirà nuove azioni di scambio solidale che potrà solo migliorare la crescita delle piccole comunità italiane.

Luigi Coppola

Le passioni di un poeta, Roberto Di Roberto si racconta

Cultore della tradizione napoletana, Roberto Di Roberto è stato ed è frequentatore assiduo di numerosi salotti peotico-letterari napoletani sin dagli Anni Sessanta contribuendo attivamente con la sua produzione poetica.

Sfogliando le pagine dell’antologia “Il Pianeta dell’Anima” curato da Gianni Ianuale le fotografie raccontano parte della sua storia strettamente collegata a quella di artisti, critici letterari, giornalisti, poeti, operatori culturali napoletani che hanno fatto parte in questi anni dell’intesa vita culturale dei salotti.

I sentieri dell’anima umana sono i principali ispiratori della sua poesia.

Salvatore Adinolfi

1 51 52 53 54
seers cmp badge