Alla riscoperta dell’antico Acquedotto del Serino

Recupero e conservazione di un bene archeologico tutto da scoprire da napoletani e turisti e dalla suggestiva storia è  uno dei progetti dell’Associazione VerginiSanità che da anni è impegnata in una serie di studi, fra cui appunto “La riscoperta dell’antico Acquedotto Augusteo del Serino”.

Il recupero del sito è stato possibile grazie all’appoggio dell’Arciconfraternita dei Pellegrini proprietaria dei locali.  I responsabili dell’Associazione sottolineano come “il senso identitario tra abitati e “pietre” è un segno chiaro e forte di consapevolezza della rilevanza del proprio patrimonio culturale”.

Per poter proseguire l’azione di recupero e conservazione del bene archeologico attraverso una serie di interventi migliorativi nei locali e opere di protezione delle strutture antiche ed altri interventi, l’Associazione ha avviato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Meridonare.it (www.meridonare.it) attraverso la quale è possibile effettuare donazioni a favore del progetto dell’Associazione. L’obiettivo da raggiungere è quello di raccogliere 8.500 euro in 90 giorni.

Alessandra Desideri

 

Eugenio Tibaldi e le architetture minime

Uno STUDIO  sulle  “ARCHITETTURE MINIME”, quello del progetto di Eugenio Tibaldi a cura di Brunella Velardi. Si tratta del quarto appuntamento di Art, do not disturb, un ciclo espositivo dedicato all’arte contemporanea, promosso e ospitato dall’Hotel Palazzo Caracciolo – MGallery by Sofitel. A mettere in modstra le loro opere sono giovani artisti e curatori che sono invitati a a pensare e realizzare opere site-specific per l’antica residenza aristocratica di via Carbonara.

Per gli organizzatori dell’evento “l’intervento di Tibaldi, dislocato tra il chiostro grande e i piani superiori, si pone in continuità con la ricerca che l’artista porta avanti nei lavori degli ultimi anni, rivolta a osservare i diversi meccanismi con cui l’uomo si appropria degli spazi urbani, riallacciando  le fila di un’estetica che parte dalla raccolta di segni residuali rispetto alla cultura dominante”.  Ma qual è il punto di partenza di questo quarto appuntamento? “Il punto di partenza – evidenziano gli organizzatori – è, questa volta, una meticolosa indagine sui giacigli dei senzatetto, classificati in base alle loro caratteristiche strutturali e stilistiche alla stregua di edifici tradizionali e definiti dall’artista stesso “architetture minime”. La convivenza fra la macrostoria del complesso antico e le microstorie innestate da Tibaldi diviene specchio di una coesistenza che è in atto nelle nostre città e non si risolve in un conflitto ma prevede, fin dal principio, una tacita resa”. Interessante il concetto alla base dell’architettura minima che non ambisce “all’eternità ma, come la permanenza in un albergo, dura in media due o tre giorni: installazioni e documentazione fotografica innescano allora una riflessione sulle differenti forme dell’abitare transitorio”. Il lavoro dell’artista e del curatore quindi varia di volta in volta. “Attraverso il costante lavorio di dinamiche informali e lontano dal fascino immobile della storicizzazione, è possibile secondo l’artista rintracciare altre possibili declinazioni dell’estetica che scardinano il nostro modo di concepire il conformarsi dello spazio urbano e le dinamiche con cui esso si fa dimora dell’uomo”.

Il ciclo di eventi di Art, do not disturb è immerso nel contemporaneo e coinvolge un nucleo di curatori composto da Luciana Berti, Claudia Borrelli, Mario Francesco Simeone, Brunella Velardi, con il coordinamento scientifico di Angela Tecce. A questi  si aggiungeranno ulteriori contributi. A conclusione di ciascuna mostra, le opere degli artisti andranno a far parte di una collezione permanente, visitabile negli ambienti di Palazzo Caracciolo.

Un’iniziativa destinata a far parlare e a costituire un modello da riproporre.  La mostra è visitabile fino al 31 gennaio 2017.

 

Alessandra Desideri

Il “Profumo d’anima” di Caterina De Simone

“Profumo d’anima” una raccolta che si legge tutta d’un fiato,  ogni poesia apre la finestra dell’anima affacciandosi su sensazioni e immagini che scorrono davanti agli occhi mentre gli stessi seguono bramosi le righe per immergersi nei pensieri e nei sentimenti di Caterina De Simone per far riscoprire un mondo che può essere letto in “positivo”.

Poetessa, ma anche attrice e letterata, riesce con una semplicità davvero apprezzabile a rendere i suoi versi forti e penetranti abbracciando una vasta gamma di tematiche (religiose, ambientaliste, sociali) che ruotano attorno ad un grande tema centrale: l’amore, che pervade ogni azione umana.

Donna di forte fede religiosa la trasfonde nei suoi versi esprimendo con attenta sequenza sentimenti universali e senza età.

Fausto Marseglia nella sua prefazione al libro riassume il vero senso della poesia dell’Autrice: “In un  mondo in cui tutto si muove a ritmi tanto veloci da travolgerci e non farci assaporare le gioie della vita, fermarsi un attimo per riscoprire e gustare, significa quasi rinascere”. Ma qual è il grande merito di Caterina De Simone? Quello di riuscire “Con la dolcezza dei suoi versi”  ad indicarci “un’area di sosta nel viaggio furibondo della nostra esistenza”.

 

Salvatore Adinolfi

 

 

Figlia ‘e nisciuno: Roberto Di Roberto interprete del dolore

Il poeta Roberto Di Roberto è autore di numerose liriche che spaziano in un arco temporale e in un panorama di parole e sentimenti molto ampio lasciando testimonianza indelebile nei circoli letterari napoletani e campani.

Bella e densa di significato la poesia Figlia ‘e nisciuno che spesso viene declamata dagli alunni dell’Istituto Comprensivo Giovanni Bovio durnte il Maggio dei Monumenti anche alla presenza del Cardinale Crescenzio Sepe.

Nei versi carichi di forza emotiva il dramma di una donna dell’Ottocento che lascia nella Ruota dell’Annunziata la sua figlioletta. Una storia vecchia di secoli ma che ben può rappresentare anche il dramma di tante mamme di ogni secolo compreso il nostro che devono abbandonare la propria creatura per motivazioni varie, sperando che possano avere una vita migliore di quella che avrebbero potuto offrire loro.

Presente nei principali salotti letterari della città, Di Roberto è attivo interprete della vita culturale napoletana, fautore convinto dell’avvicinamento dei giovanissimi alla poesia è di stimolo a numerose iniziative.

 

Salvatore Adinolfi

A Napoli i “tesori nascosti” dell’arte si svelano al pubblico

Una mostra inaspettata, in un luogo inaspettato, così si presenta l’esposizione curata da Vittorio Sgarbi dal titolo: “I Tesori nascosti. Tino di Camaino, Caravaggio, Gemito”, centocinquanta capolavori dal XIII secolo fino al `900, provenienti da collezioni private, che lo stesso Sgarbi ha definito “un vero museo, una immensità di bellezza davanti alla quale vi sentirete storditi”.

E non potrebbe essere altrimenti; per l’occasione unica è stato concesso di allestire la mostra nella magnifica basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, appena restaurata grazie ai fondi pervenuti dall’Unesco e dall’Associazione Pietrasanta, circa 2 milioni di euro in totale, che sono serviti per riportare all’antico splendore uno degli edifici religiosi più importanti di Napoli,  risalente al VI secolo, fino a qualche anno fa abbandonato e trasformato nell’officina di un meccanico, come testimoniano le macchie d’olio ancora visibili sul pavimento.

Tutte le opere d’arte esposte, fino al prossimo maggio, sono il frutto di una ricerca portata avanti tra fondazioni bancarie, istituzioni e privati, svolta con l’intenzione di svelare al grande pubblico capolavori altrimenti celati ed inarrivabili, ecco spiegato perché si parla di “tesori nascosti” e perché è stata scelta la basilica alla Pietrasanta quale luogo ideale dell’allestimento: un prezioso scrigno dimenticato a contenere bellezze artistiche sconosciute.

Da una testa di maestro federiciano del 1250 fino al un autoritratto di Antonio Ligabue, nell’allestimento, che ricorda i corridoi di un museo, si passeggia nella storia dell’arte e in quella  di Napoli, fatta dal collezionismo: da Paolo Veronese a Guido Reni, da Tiziano a Battistello Caracciolo a Guercino, da Mattia Preti a Luca Giordano, da Solimene a Pitloo, sino a Cammarano, Mancini, Notte, Viti, de Pisis, de Chirico e Morandi, oltre ai tre maestri che danno il nome alla mostra. Di Tino di Camaino c’è il San Giovanni Evangelista, di Gemito in mostra Lo scugnizzo e il ritratto di Fortuny, mentre il posto d’onore è riservato alla Maddalena addolorata del Caravaggio.

Un percorso che tratteggia un quadro della geografia artistica italiana ricchissimo e unico.

 

Rossella Marchese

Salerno: a Palazzo Genovese la mostra “Vivi l’arte”

mostra-pittoricai concluderà domenica 4 dicembre la mostra di arti figurative “Vivi l’arte”, organizzata dall’associazione “Clio Art” presieduta da Amelia Marino, e presente già dal 30 novembre scorso, ad ingresso libero, tra le pareti del secolare Palazzo Genovese, in pieno centro storico salernitano.

Ad esporre, anche alunni dell’istituto scolastico locale, di istruzione secondaria, “Santa Caterina da Siena – Amendola” (tra cui una Enrica Maria Aiello, per quanto giovanissima, già premiata in concorsi artistici ed espositrice in altre occasioni), adolescenti che per virtù artigiane, estro creativo, capacità espressive e facoltà di stupire piacevolmente lo spettatore, mostrano di non aver da temere confronti, a tutto merito di un’encomiabilissima azione educatrice della scuola che li ha formati.

Le loro opere, quindi, simpaticamente e generosamente, tra lavori di maestri adulti di ben più ampia esperienza, quali Domenico De Stefano, Angelo Fortunato, Annella Papa, Rita Avallone, Erminia Salzano, Fabio Petti, Annarita Viscido e quelle Donatella Blundo, Anna Rago ed Adriana Ferri (nella foto, da sinistra a destra), recenti protagoniste di un’ammirevole mostra nella cornice quattrocentesca dell’Arco Catalano di Palazzo Pitti, tra suggestioni di ceramiche finissimamente lavorate e dipinti dalla sempre gradita (e mai troppo lodata) virtù di stimolare il pensiero senza trascurare di carezzare l’occhio.

 

Rosario Ruggiero

A Napoli maratona di jazz

Fenomeno musicale notevole, il jazz ha saputo pervadere, con i suoi stilemi, i più disparati ambiti musicali, incuriosendo, suggestionando ed ispirando musicisti massimi anche della più autorevole tradizione europea, come i francesi Maurice Ravel e Claude Debussy, per fare solo due nomi.

Oggi anche disciplina di insegnamento nei conservatori, a Napoli trova una vivace adesione ed alacre fermento, esprimendosi in specifici contesti sempre più numerosi, abbracciato anche da musicisti di robusta formazione accademica.

Un piccolo, vivido, riservato mondo che domani si offrirà all’intera città nella sontuosità architettonica della Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli grazie ad una iniziativa curata dal musicista Enrico Del Gaudio, “La notte del jazz”, sei ore, dalle 18 alle 24, affidate ad artisti legati alla città, dal pianista Mariano Bellopede al “Petrarca Trio”, “Armanda Desidery Trio”, Beatrice Valente Trio”, “Luigi Di Nunzio Quartet” nonché il duo Pericle Odierna-Armando Bertozzi ed il duo Fabiana Martone-Marco Pezzenati.

Non mancheranno pure momenti narrativi, affidati alla voce di Anita Pavone,  dedicati alla storia di questo particolare genere musicale, anche attinti da autobiografie di eminenti artisti, un’idea che, anche in virtù della collaudata bravura della valente attrice, sarà sicuramente prezioso arricchimento alla serata.

 

Rosario Ruggiero

 

Al PAN in mostra Steve McCurry, l’artista fotografo “senza confini”

Rimarrà in allestimento al Palazzo delle Arti di Napoli fino al prossimo 12 febbraio 2017, la mostra “Steve McCurry. Senza confini”, un’intensa esposizione fatta di foto famose, inedite, recenti e più datate del grande maestro della fotografia contemporanea.

In particolare evidenza, per questo progetto, la necessità del maestro di porre l’accento sulle sofferenze dei popoli.  Sempre in giro per i luoghi del mondo in cui si accendevano più forti i conflitti e, di conseguenza, le grandi migrazioni delle popolazioni della terra, McCurry è stato testimone diretto di questi esodi, a partire dalla fine degli anni ‘70, quando si trovò a documentare, per la prima volta al mondo, l’entrata dei mujaheddin in Afghanistan a contrastare l’invasione russa.

Lo spirito evocativo delle sue foto, in cui la presenza umana è sempre protagonista, anche quando è solo aleggiante, spazia per tutti i continenti, dal Pakistan, all’Afghanistan e all’India, dal Medio Oriente al Sud Est Asiatico ed all’Africa, fino a Cuba, Stati Uniti e anche Italia; il suo lavoro continua a raccontare di conflitti politici, culturali e militari, di tradizioni che si perdono nella notte dei tempi e, soprattutto, di una umanità tanto varia nella quale è impossibile non riconoscersi ed immedesimarsi.

Una mostra che vuole, dunque, unire le umanità, attraverso la potenza simbolica delle immagini senza confini del maestro di Philadelphia, ed offrire al pubblico una chiave di lettura proposta dalla stessa voce di McCurry, che guiderà in prima persona i visitatori del PAN ad orientarsi nella fitta foresta seducente e sofferente delle sue fotografie.

 

Rossella Marchese

 

Un germoglio tra le sbarre

 

Il 16 novembre 2016, ore 10.00  nella  ala dell’istituto di Santa Maria in Aquiro, Senato della Repubblica, in Piazza Capranica, 72 a Roma si terrà l’incontro “Dal disagio personale al disagio sociale, tra carcere e libertà”. Intervengono: Luigi Manconi, Presidente Commissione Diritti Umani del Senato,

Angelica Artemisia Pedatella e Paolo Paparella, autori del libro “Un germoglio tra le sbarre” (Pioda Imaging Editore), Pietro Buffa, Direttore Generale del Personale e delle Risorse Amministrazione Penitenziaria, Marco Braghero, PhD Researcher Jyvaskyla University (Finland),  Maria Chiara Sicari, assistente sociale e volontaria in carcere,  Manlio Lo Presti, direttore di banca,  Laura e Silvia Squizzato, giornaliste e conduttrici televisive,  Fabrizio Collevecchio, Ispettore capo Polizia Penitenziaria, Terza Casa-Rebibbia,  Ivan Reali, Ettore Maria Bernabei, Lara Palladini, Ferruccio Rizzi, studenti Liceo Classico Europeo – Convitto Nazionale.

Modera  Giampaolo Cadalanu, giornalista di La Repubblica

Saranno presenti IDOPPIAMANDATA, gruppo musicale della Terza Casa-Rebibbia, costituito da detenuti, agenti di Polizia, volontari, artisti.

Musica a pranzo a Palazzo Zevallos

Sempre molto ricco il calendario di incontri e concerti che Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo propone agli amanti della musica a Palazzo Zevallos. Due esibizioni previste nella prima settimana di novembre previsti per l’iniziativa  che sta riscuotendo grande successo “Musica a pranzo” realizzato in collaborazione con il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino. Il salone di Palazzo Zevallos Stigliano, via Toledo n. 185 a Napoli, tutti i mercoledì e sabato, ospita giovani talenti che si esibiscono nel momento della pausa pranzo. Porte aperte fino ad esaurimento posti e il titolo lo conferma “È aperto a tutti quanti”.

Questo i programma della settimana:

Mercoledì 2 novembre, ore 13.30

I chitarristi Antonio Andreozzi, Antonio Trivello, Antonio Sabbatino e Giuseppe Vituperio eseguiranno brani di H. Villa-Lobos, L. Legnani, M. Gangi, A. Barrios, L. Brouwer, A. Ruiz-Pipo, F. Margola.

Sabato 5 novembre, ore 13.00

I soprani Fiorenza Barsanti, Chiara Di Girolamo, Mariagioconda Santaniello, il tenore Francesco Domenico Doto, i pianisti Riccardo Fortino, Rosalba Pinto e Dora Sorrentino pianoforte, si esibiranno presentando brani tratti da L. Delibes, W. A. Mozart, F. P. Tosti, L. Leo, G. Verdi, G. Puccini, N. Rota, K. Weill, G. Verdi, E. De Curtis.

Buon ascolto!

 

Alessandra Desideri

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