Cinema: a Venezia vince “The Woman who left”

Il cineasta Lav Diaz vince il Concorso di Venezia arrivato alla 73esima con “The woman who left”, 226 minuti di durata, apnea di frugale virtuosismo stilistico con protagonista una donna che ha passato trent’anni in prigione per un crimine non commesso, e il suo ritorno ad una vita impossibile da ricostruire se non rievocando e vivendo nuovi lutti, tragedie e sconfitte.

Cinema di confine, autoriale fino in fondo, bianco e nero digitale privo di troppi fronzoli e contrasti, Diaz con una troupe tecnico-artistica di nemmeno 30 persone, mette in fila ed in riga le megaproduzioni statunitensi sbarcate al Lido in gran numero, relegando al secondo posto Tom Ford e il suo thriller “Nocturnal Animals” (Gran Premio della Giuria), e l’universo distopico e desertico pieno di cannibali e “cannati” di “The Bad Batch” di Ana Lily Amirpour che porta a casa il Premio Speciale della Giuria.  Il regista ha dedicato il premio “al popolo filippino che lotta per l’umanità”.

Leone d’Argento, Gran premio della giuria ad “Animali notturni” di Tom Ford. Sette anni dopo il folgorante esordio di “A Single Man”, che ha fatto vincere la Coppa Volpi a Colin Firth, lo stilista prestato al cinema Tom Ford conquista il secondo premio alla Mostra. “Nocturnal Animals” che Ford ha adattato dal romanzo Tony & Susan porta sul grande schermo la storia di una gallerista, interpretata da Amy Adams che in un momento di crisi della sua vita riceve dal suo ex marito, interpretato da Jake Gyllenhaal, un manoscritto dal titolo Animali notturni. In quel romanzo, violento e tormentato, troverà una metafora del dolore che lei gli ha provocato. Intervistato Ford ha dichiarato: “Mi sono trasferito in Italia nel lontano 1990 e qui ho trascorso gli anni più belli della mia vita l’Italia è veramente una seconda casa per me, un bellissimo ricordo di Venezia e del festival e la calorosa accoglienza che il mio primo film ha ricevuto sette anni fa, tornare è avverarsi sogno. Grande onore accettare questo premio”.

Migliori interpreti Stone e Martinez; la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile è andata a Emma Stone nel film “La La Land” di Damien Chazelle mentre quella per la migliore interpretazione maschile va a Oscar Martinez nel film “El Ciudadano ilustre” di Mariano Cohn e Gaston Duprat. Il premio speciale della giuria lo ha portato a casa lo statunitense “The Bad Batch” di Ana Lily Amirpur mentre la miglior sceneggiatura è quella di Noah Oppenheim per il film britannico “Jackie” di Pablo Larrain.

Un premio per l’Italia; a Venezia73 per l’Italia un solo premio: a “Liberami”, il film documentario sull’esorcismo in Sicilia oggi, con la regia di Federica Di Giacomo. Il film si è aggiudicato il premio Orizzonti per il miglior film. Il premio Marcello Mastroianni in questa edizione della Mostra del Cinema di Venezia è andato a una giovane attrice emergente, infine, è andato a Paula Beer nel film “Frantz” di Francois Ozon.

Nicola Massaro

 

Scrivere in Jazz 2016, a Sassari Enrico Rava

“Non sono seduto perché sono stanco ma perché sono vecchio…”. Così la sequoia gigante dalla chioma bianca e fluente, rompe il silenzio e, riposta la tromba, saluta il pubblico accorso ad applaudirlo.

Per una occasione importante, a Palazzo di Città, il Teatro Civico, gioiello fine incastonato nella Sassari vecchia, Enrico Rava ritrova la sua Orchestra Jazz di Sardegna ventidue anni dopo la sua ultima collaborazione. Tanti gli anni trascorsi da quel 1994 quando fu protagonista nel progetto originale di Bruno Tommaso “Seven steps about Carmen”.

L’occasione è data dal doppio appuntamento (8 e 9 settembre) serale per le fase finale della quattordicesima edizione di “Scrivere in Jazz”,  il concorso internazionale di composizione ed arrangiamento  organizzato dall’associazione Blue Note Orchestra di Sassari. Il concorso propone a compositori di qualunque estrazione artistica e provenienza geografica di misurarsi con il jazz attraverso la realizzazione di arrangiamenti per un organico orchestrale di 20 elementi.dsc_0055-jazz2

Alle due serate realizzate con il contributo del Comune di Sassari, della Regione Sardegna, del MIBACT e della Fondazione di Sardegna ha partecipato un variegato  pubblico di appassionati e i tanti finalisti che hanno avuto l’occasione di ascoltare  per la prima volta le loro composizioni eseguite dall’Orchestra jazz della Sardegna diretta da Paolo Silvestri.

Nella serata conclusiva dell’8 settembre, si è consumato un vero capolavoro con il musicista triestino, torinese di adozione. Un evento memorabile il concerto  “OJS Meets Rava”.

La big band sassarese fra le più longeve d’Europa, ha proposto alcuni brani storici del repertorio del grande jazzista internazionale arrangiati da Paolo Silvestri, in questa occasione direttore d’orchestra. L’evergreen “Senza Fine” è stato il preludio di standard entusiasmanti che hanno esaltato l’interplay degli orchestrali sardi.  “Adulti e con figli, davvero molto bravi” – ha ricordato al termine Rava. Non nascondendo la velata malinconia della prima volta con la stessa OJS, all’epoca foriera di quegli stessi  “bravi ragazzi che sono cresciuti davvero bene”, Rava ha dedicato “dialoghi” con tutti i musicisti della band. Alti i fraseggi in duo con l’altra tromba Giovanni Sanna Passino, con la chitarra elettrica di Antonio Pitzoi.  Senza dimenticare i virtuosismi al piano di Mariano Tedde efficaci con i tamburi di Luca Piana e tutto l’ensamble  nella entusiasmante versione di “My Funny Valentine”.

La serata ha acceso il pubblico, in estasi nei fantasiosi assoli del trombettista, superbo in alcune sue composizioni: “Spider Blues”, “Il Viaggio” e “Certi Angoli Segreti”.  Ovazione all’epilogo per l’indimenticabile “Cidade Do Amor Demais”.  Di chiaro respiro europeo, il concorso ha premiato rappresentanti di Germania e Spagna nelle competizioni in gara. Christina Fuchs (classe 1963,  Monaco di Baviera, Germania), con “Newton’s Cradle”,  sì è aggiudicata il premio per le composizioni originali a tema libero. Per la sezione ai temi della musica etnica della Sardegna, quest’anno dedicata al “Canto a chitarra”, si è imposto lo spagnolo Eduardo Rojo Gonzàlez  con  “Images from Sardinia”.  Per la terza sessione, dedicata in questa edizione agli arrangiamenti di brani appartenenti al repertorio del Maestro Rava, nessun finalista si è invece aggiudicato il premio. A giudizio della commissione i brani non raggiungevano infatti gli standard richiesti dalla giuria. “Questi musicisti sono degli eroi  – ha detto il presidente di giuria Mario Raia l’Orchestra Jazz della Sardegna è una rarità in Italia, una delle pochissime realtà a portare avanti progetti culturali preziosi e fondamentali per la musica jazz  esistenti in Italia”.

Durante le premiazioni Gavino Mele, presidente OJS e giurato aggiunto nella commissione esaminatrice,  ha confermato con soddisfazione di avere raggiunto l’obiettivo della tradizionale rassegna biennale: dare luce ai migliori talenti musicisti sparsi nel mondo.  

Decisiva l’esperienza di Mario Corvini, fra i migliori trombonisti in circolazione nel mondo, che a Roma sta portando avanti con grandi sacrifici ed enormi soddisfazioni un laboratorio aperto a tutti i giovanissimi talenti italiani, innamorati di Jazz. Chiudiamo con il pensiero del pianista Mariano Tedde, decano OJS, affidate ai social network, a poche ore dal calare del sipario : “essere coinvolti in un contesto come questo può solo giovare alla salute musicale oltre che mentale. Grazie quindi a tutti quelli che ci hanno sostenuto, prima di tutto il pubblico e poi tutti gli altri. Alla prossima!…”.

Luigi Coppola

I costi della violenza sulle donne

Più che una piaga sociale, la violenza contro le donne mina non solo la sfera della pubblica morale, della legge e dei diritti umani, ma i danni ricadono anche in ambito economico, con costi di spesa altissimi per il nostro Paese in termini di mancato sviluppo economico. Ad affermarlo un interessante dossier commissionato dall’Associazione Onlus WeWorld dal titolo esplicativo “Quanto costa il silenzio?”, la prima indagine stesa in Italia per dare sistematicità ai dati che indicano i costi economici e sociali della violenza contro le donne, non solo per le singole vittime, ma per la comunità nel suo complesso.

Con questo nuovo punto di vista la ricerca è stata in grado di stimare i costi economici più evidenti: salute, farmaci, giustizia, legali etc.., gli effetti moltiplicatori economici, quali quelli legati alla mancata produttività, i costi sociali, stimati in base ad una simulazione di risarcimento danni, nonché il valore degli investimenti nella prevenzione. Uno strumento di indagine, questo dossier, certamente perfettibile, data la povertà dei dati di partenza che non vengono raccolti in maniera sistematica dalla varietà di istituzioni e soggetti che si occupano della questione, ma che può costituire l’inizio di una nuova valutazione del fenomeno, partendo da un punto di vista diverso per stimolare nuove strategie i  vista di una sempre più fattiva ed efficace azione di contrasto alla violenza di genere. Dei 17 miliardi di euro di costi diretti e indiretti calcolati in “Quanto costa il silenzio?”, la percentuale più alta è rappresentata dal costo umano e di sofferenza che le donne subiscono lungo tutto l’arco della loro vita e che si ripercuote inevitabilmente e inesorabilmente sull’intera società. Le conseguenze esistenziali patite dalle donne in termini di danni fisici, morali e biologici e l’impatto sui figli e sulle figlie e sulle generazioni future ci costano approssimativamente 14,3 miliardi di euro.

Il progetto prende il via dall’unica ricerca nazionale sul fenomeno (Istat 2006). Partendo da quei dati e con il conforto di alcuni pionieristici studi internazionali e la validazione di un Comitato Scientifico multidisciplinare, si è potuto ricostruire un valore approssimato, per difetto, dei costi della violenza sulle donne in Italia.

L’intera ricerca è fruibile gratuitamente online sul sito www.weworld.it.

 

Rossella Marchese

Campania e Sardegna più vicine nel segno delle identità culturali

È stato firmato nella Piazza Umberto I a Camposano, nella serata del 26 agosto, il gemellaggio tra i Comuni di Camposano (NA) e Porto Torres (SS), entrambi protetti da San Gavino Martire.  I sindaci Franco Barbato e Sean Christian Wheeler hanno firmato l’intesa nel corso della cerimonia ripresa in diretta streaming  su Videonola.  I due amministratori che in mattinata avevano reso omaggio ai Caduti in Guerra e alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino, hanno annunciato una iniziativa comune di raccolta fondi a sostegno dei paesi terremotati. Il legame esistente fra i due luoghi si rafforza e diviene  istituzionale nel nome del Santo patrono turritano, il martire Gavino, venerato nei due centri. In occasione dell’atto di gemellaggio, i sindaci hanno ricordato le vittime del sisma che si è abbattuto sul centro Italia mietendo morte e devastazione.

“Per il forte senso etico e morale che condivido con il mio collega, propongo di dare il via, durante il giuramento di fratellanza, ad una raccolta fondi tra i cittadini di Camposano e di Porto Torres da consegnare a due sindaci dei Comuni flagellati dal terremoto di mercoledì scorso. Daremo così significato concreto alle iniziative che intendiamo portare a termine per rinvigorire la nostra fede e per favorire la crescita sociale e culturale delle nostre rispettive comunità. Oggi, da Sindaco, stringo la mano, con piacere, al collega di Porto Torres, Sean Christian Wheeler, formalizzando in Camposano il gemellaggio tra i nostri Comuni con solenne giuramento. Vogliamo rafforzare la fratellanza tra i nostri cittadini, unire i popoli ora più di prima e portare ancora più rispetto a tutti i martiri tra cui ci onoriamo di annoverare il comune patrono San Gavino”. Queste le dichiarazioni pubbliche di Franco Barbato.

“Ho vissuto nelle zone interessate dal sisma, a me molto care, e a nome della cittadinanza di Porto Torres – ha risposto il sindaco Sean Wheeler – mi sento di condividere il pensiero del sindaco di Camposano, esprimendo la vicinanza a tutte le persone che sono costrette ad affrontare le grandi difficoltà provocate da questa enorme tragedia. L’unione tra le due città nasce dalla condivisione della fede e si è trasformata nel tempo anche in un’amicizia che abbiamo voluto suggellare insieme, dando ad essa una forma istituzionale. La firma dell’atto di gemellaggio favorirà ora e in futuro l’incontro tra le nostre comunità. È per me un onore partecipare per la prima volta quest’anno alle celebrazioni per San Gavino in un comune diverso da quello che amministro. È il proseguimento naturale di un cammino culturale, di confronto e di conoscenza che può diventare un valore sia per Porto Torres che per Camposano”.

L’iniziativa avviata a Camposano suggella un forte legame culturale e sociale che lega da sempre la Campania alla Sardegna con una particolare rilevanza nelle due province di Napoli e Sassari. Accomunate da commistioni legate al lavoro, alla tradizione delle economie del mare, ai vari idiomi culturali che hanno generato nuove famiglie con origini diverse. Favorendo un ponte sociale di scambi e di reciproca crescita. La rete virtuosa fra i piccoli comuni, avviata a Camposano favorirà nuove azioni di scambio solidale che potrà solo migliorare la crescita delle piccole comunità italiane.

Luigi Coppola

Protom assume 40 esperti IT

Napoli, Milano, Verona, Bologna e Torino saranno le sedi di lavoro dei 40 esperti IT figure che la Protom intende inserire nel proprio organico.

Analisti e sviluppatori Java, sia senior che junior, esperti in Network&Security, sistemisti Microsoft, analisti Tibco, sviluppatori .Net C# e QLikView, analisti e sviluppatori K2 e User Interface Designer. Queste alcune delle figure che entro 6 mesi potranno entrare nel team di Protom società leader a livello europeo nei servizi avanzati di ingegneria e consulenza nello sviluppo di progetti e soluzioni ad alto grado di innovazione.
Dati di bilancio positivi con ricavi in aumento di oltre il 20%, per un totale di più di 14 milioni di euro e l’Ebitda raddoppiare, attestandosi a 3,5 milioni di euro, pari al 25% dei ricavi.
Cuore tutto napoletano ma con visione internazionale con una sede in Francia a Tolosa e l’ufficio commerciale e di comunicazione in Inghilterra a Londra.

Fondata nel 1995 come società di consulenza specializzata nella formazione, oggi è una realtà complessa, con attività diversificate con tre Business Unit oltre all’ IT: Advanced Engineering, PA Consulting e Training.

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Fabio De Felice

Fabio De Felice è il fondatore di questa interessante realtà meridionale di cui si dichiara orgoglioso per la capacità di riuscire “ad  attrarre e trattenere così tante figure altamente qualificate sul territorio e in Italia. La nostra forza è la capacità di integrare competenze interne ed esterne, costruendo team eterogenei, con background differenti. È questa impostazione che ci rende capaci di soluzioni altamente innovative, senza perdere l’approccio tailor-made per una realizzazione personalizzata e ottimale di ciascun progetto.
La sede direzionale a Napoli è un valore aggiunto: la città si candida a diventare una delle capitali italiane dell’IT,  grazie alla presenza di competenze di alta qualità formate dagli atenei del mezzogiorno, che oggi attraggono anche colossi come Ibm, Microsoft, Cisco e, ultima in ordine di tempo, Apple”.
In un momento difficile per l’occupazione l’iniziativa di Protom apre uno spiraglio di speranza a quanti in possesso delle necessarie competenze digitali e di programmazione, potranno partecipare alla selezione e ancor più essere fra i 40 selezionati per andare ad arricchire l’area IT di Protom, guidata da  Giuseppe Santoro. Quest’area  – sottolineano da Protom – “è cresciuta negli anni grazie all’ingresso nell’azienda di un nucleo fondante di manager e professionisti di Olivetti Ricerca e di numerosi e brillanti giovani provenienti dal mondo Universitario Campano che hanno trovato nel nostro gruppo l’opportunità di esprimere il loro talento”.
“L’area It- dichiara Giuseppe Santoro- ha saputo capitalizzare le competenze accumulate negli anni, sviluppando soluzioni ad alto grado di innovazione negli ambiti della  System Integration e della realtà virtuale e immersiva, sia con ambiziosi progetti in partnership con player internazionali del settore, sia con il rilascio di innovativi prodotti sviluppati al nostro interno, ottenendo in pochi anni riconoscimenti nei mercati della PA, delle imprese e delle telecomunicazioni.”
Le figure ricercate sono:
Programmatori Java
Ottima conoscenza della piattaforma J2EE, buona conoscenza nel disegno e programmazione di basi dati, – Ottima conoscenza dei linguaggi di front-end quali HTML, CSS, Javascript, Conoscenza approfondita di ambienti, tecnologie e framework Open Source: Struts, Jquery, Json, Hibernate, Spring, Maven,
Programmatori .Net
Ottima conoscenza di C# – .NET Framework 4.5 – Database: Sql Server – Linguaggi: Html5, Xml, Css3, Javascript – MS Visual Studio 2013/2015 – Piattaforme Web: MVC; ASP.NET – ORM: NHibernate o Entity Framework
Programmatori PL/SQL
Ottima conoscenza di PL/SQL e SQL –  Eccellente padronanza del DB Oracle –  Dimestichezza con Oracle PL/SQL Developer –  Plus: aver acquisito certificazioni Oracle.

Programmatore ABAP
Si richiede conoscenza del linguaggio ABAP e JAVA e del customzing di base ( moduli MM-SD-FI-CO-Retail-WM).
Programmatore TIBCO
Si richiede competenza per installazione e configurazione di Tibco Businessworks, Tibco IProcess, Tibco Adapter Active Database, Tibco Adapter for File, WebServices su Tibco BusinessWorks, Tibco RendezVous,Tibco EMS,Tibco HAWK, PL/SQL, Oracle.
Sono auspicabili competenze in ambito Scripting Unix, Tortoise SVN, .NET

I  cv vanno inviati a recruiting@protomgroup.com

Alessandra Desideri

 

Piazza San Domenico Maggiore diventa pedonale

Un altro angolo di città diventa pedonale: la Giunta Comunale infatti ha approvato, su proposta dell’Assessore alla Mobilità Mario Calabrese “ l’istituzione dell’area pedonale in una delle zone di maggiore rilevanza storico – architettonico dei decumani. Infatti la nuova area pedonale interesserà piazza San Domenico Maggiore, vico San Domenico Maggiore, via Francesco De Sanctis, via Raimondo De Sangro di Sansevero e vicoletto San Domenico Maggiore”.

Non a caso in quella zona insistono alcuni dei gioielli d’arte della città di Napoli tra cui la chiesa di San Domenico Maggiore, palazzo Corigliano e la Cappella San Severo.  L’iniziativa è  in linea con i contenuti del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), che è stato approvato dalla giunta nel mese di maggio. Il PUMS individua gli interventi “con i quali si intende perseguire l’obiettivo di migliorare la qualità dello spazio urbano, valorizzando prioritariamente gli spazi urbani di particolare valenza sociale e culturale”.

“Riparte con determinazione la politica dell’amministrazione per favorire un modello di mobilità sempre più sostenibile” ha dichiarato Mario Calabrese. “Dal 1° agosto entrerà in vigore il controllo con telecamere della ZTL di Marechiaro e con questo atto approviamo l’istituzione di un’area pedonale nel cuore dei decumani. Un ulteriore tassello dell’ampia zona pedonale che, di pari passo con la realizzazione delle nuove stazioni della metropolitana, è destinata a interessare l’intero centro storico della città”.

 

Alessandra Desideri

La sonda Juno è entrata nell’orbita di Giove

Dopo cinque anni e quasi tre miliardi di kilometri percorsi la sonda JupiterNear-polarOrbiter è finalmente giunta nell’atmosfera del pianeta gigante per svelarne i segreti.

Mai, finora, un veicolo spaziale è stato così vicino al pianeta più grande del sistema solare.

Lo scopo di questa missione è quello di ottenere risposte sull’atmosfera, la temperatura e il movimento vorticoso delle nubi del pianeta, sulla composizione del suo nucleo e l’ambiente estremo in cui è immerso, dove le radiazioni sono più intense che in qualsiasi altro luogo del nostro sistema planetario.

L’incontro con Giove è una sfida senza precedenti, la sonda infatti è immersa e bombardata dal gigantesco campo magnetico del pianeta ed altre radiazioni provengono dalle particelle liberate dai vulcani di Io, la più interna delle lune di Giove.

Prima di Juno solo le due sonde Pioneer, negli anni ‘70, hanno avvicinato il pianeta gigante fotografando per la prima volta dettagli della superficie come macchie, aurore e maree; adesso bisogna scoprire cosa c’è sotto la sua superficie. E per far ciò Juno è composta di nove strumenti sofisticatissimi, il cui cuore scientifico è lo spettrometro italiano Jiram (JovianInfraRedAuroral Mapper) che, oltre a catturare le immagini delle aurore polari, studierà gli strati superiori dell’atmosfera a caccia di metano, vapore acqueo, ammoniaca e fosfina. Per ottenere la prima mappa interna di Giove, invece, ci sarà KaT (Ka-Band Translator), progettato dall’Università Sapienza di Roma e realizzato dalla Thales Alenia Space Italia con il supporto dell’Asi. Italiano, infine, anche il sensore d’assetto Autonomous Star Tracker: dopo averla guidata verso Giove, il sensore permetterà a Juno di mantenere la rotta nell’orbita del pianeta gigante. Ma a bordo di Juno non ci sono solo strumenti scientifici; ci sono la targa con il ritratto e la firma di Galileo Galilei e il testo che descrive la scoperta delle lune di Giove. Questo omaggio al grande fisico italiano è accompagnato da un carico meno serioso, ma ugualmente importante per il suo carattere simbolico: tre minuscole statuine che raffigurano Galilei e le antiche divinità Giove e Giunone, realizzate dalla Lego in collaborazione con la Nasa nell’ambito di un programma teso a stimolare nei ragazzi l’interesse per i temi scientifici.

 

Rossella Marchese

La Diva Sophia Loren cittadina onoraria di Napoli

La Diva, con un mazzo di rose rosse tra le braccia, durante la cerimonia ha detto: “Oggi è un giorno speciale, magnifico sotto tutti gli aspetti: questo premio, le sfilate di Dolce e Gabbana, la città di Napoli. Ringrazio di cuore tutti voi per questa giornata indimenticabile”. Questa la delibera letta dal sindaco de Magistris sul podio: «La Giunta, su proposta del Sindaco, premesso che la Signora Sophia Loren, nome d’arte di Sofia Villani Scicolone, nata a Roma, è una delle più celebri attrici della storia del cinema mondiale. Figlia di madre napoletana, è cresciuta a Pozzuoli ed ha, sempre, intrecciato la Sua splendida carriera professionale con la Città di Napoli, attraverso interpretazioni memorabili di film che hanno avuto autori, registi, ambientazioni scenografiche riguardanti la nostra Città; considerato che Sophia Loren ha ricevuto i massimi riconoscimenti artistici e professionali, nazionali ed internazionali, come dimostrano gli Oscar, il Leone d’Oro della Mostra del Cinema di Venezia, il David di Donatello, la Coppa Volpi, i Nastri d’Argento, la Palma d’Oro a Cannes, il Golden Globe ed innumerevoli altri premi che hanno costellato una carriera assolutamente unica ed irripetibile; che ha attraversato vari “generi” cinematografici, tra i quali la commedia italiana, con ruoli brillanti, diretta magistralmente dall’ indimenticato Vittorio de Sica o al fianco, in tanti film, del grande Totò; ma, anche ruoli drammatici che Le hanno valso unanimi giudizi della critica mondiale, quali ad esempio “ la Ciociara” dove, grazie alla Sua interpretazione intensa ed ineguagliabile, sono ben evidenziati e racchiusi gli orrori e le sofferenze causate dalla guerra; rilevato che Sophia Loren ha manifestato, da sempre, il Suo immenso affetto ed il Suo indissolubile legame con la nostra Città. Con la quale ha stabilito, infatti, in vari momenti della Sua attività, legami unici attraverso interpretazioni, ad esempio, di personaggi creati dal genio del grande drammaturgo Eduardo de Filippo come “Filumena Marturano” o “Matrimonio all’italiana”, recitando con un altro grande attore, Marcello Mastroianni, anch’Egli molto legato a Napoli ed al suo territorio; o “sabato, domenica e lunedi” al fianco del compianto Luca de Filippo; che ha profuso grande passione umana e professionale per portare la cultura di Napoli nel mondo intero, essendo Lei stessa universalmente identificata quale donna ed attrice “napoletana”. Che Sophia Loren ha dimostrato grande vicinanza a quella che Lei stessa definisce la “mia Napoli, la Città che mi riporta alla mente la mia fanciullezza e la mia gioventù”. La Città che Ella ha difeso strenuamente, per esempio, quando ha presentato al teatro Mercadante l’anteprima del film “La voce umana”, diretta del figlio, il regista Eduardo Ponti. In tale occasione, Sophia Loren, commuovendosi, ha rifiutato gli stereotipi attribuiti a Napoli e gli “attacchi mediatici” di cui è spesso oggetto, perchè, ha affermato “quando sento parlare male di Napoli la difendo come si fa in una famiglia. I napoletani spesso mi mancano”; Che costituisce motivo di grande orgoglio, per la nostra Città, annoverare tra le sue figlie migliori Sophia Loren, autentico ed assoluto patrimonio di Napoli e dell’intero nostro Paese. Sophia Loren ne ha fatto conoscere – attraverso la Sua inarrivabile espressività recitativa – l’immenso patrimonio artistico contribuendo, in modo determinante, all’affermazione della migliore immagine della nostra Città; ritenuto che si vuole fermamente rinsaldare ufficialmente ed in modo indissolubile, il legame di profondo affetto ed amicizia tra Napoli e Sophia Loren; a tal proposito il Sindaco – rendendo doveroso e sentito omaggio al Suo attaccamento ed al Suo amore per la nostra Città ed interpretando la volontà dei cittadini napoletani – intende conferirLe la Cittadinanza Onoraria quale pubblico attestato dei sentimenti di amicizia, stima gratitudine, ammirazione ed affetto della Città di Napoli».

Nicola Massaro

Londra: il Sindaco Sadiq Khan ai cittadini europei

È certamente tra i personaggi simbolo delle contraddizioni della Gran Bretagna post referendum Sadiq Khan, 45enne esponente del partito laburista britannico eletto da poco Sindaco di Londra.

Ma abbiamo compreso che Londra non è l’Inghilterra, né il pensiero dei londinesi può essere assimilato a quello dei cittadini di Widnes, Warrington, Salford,Wolverhampton, e ancora Stockport, Macclesfield, Congleton, Stafford o Cannock, tutte città in cui il pentimento del “leave” non si è per nulla manifestato.

Tuttavia il Sindaco della città più cosmopolita d’Europa, almeno geograficamente parlando, ci ha tenuto a lanciare un messaggio rivolto a tutti i cittadini europei presenti nella capitale, più di un milione: “siete più che benvenuti qui. Come città, siamo grati per il vostro enorme contributo, e questo non cambierà dopo il risultato di questo referendum”– ha detto Khan – “ora tutti noi abbiamo una responsabilità nel cercare di sanare le divisioni che sono emerse durante questa campagna e focalizzarci su ciò che ci unisce, piuttosto che su ciò che divide”. Parole sagge dato il clima di totale confusione e diffidenza che si respira a Londra e che lo stesso sindaco conosce molto bene, essendoci già passato con la propria campagna elettorale.

La storia di Sadiq Khan, infatti, ha colpito non poco l’opinione pubblica: nato a Tooting, nel sud di Londra, figlio di due immigrati pachistani, è cresciuto con sette fratelli in una casa popolare con tre stanze. Il padre lavorava come autista di autobus, la madre come sarta. Grazie ai risparmi dei genitori e con i soldi guadagnati da alcuni lavori saltuari, Khan riuscì a pagarsi la facoltà di giurisprudenza, fino a laurearsi e aprire un suo studio di avvocato. Musulmano praticante, Sadiq Khan è partner di uno dei maggiori studi legali specializzati in diritti umani dell’intero Regno Unito. Ha difeso personaggi discutibili che sfioravano il preoccupante radicalismo, battendosi per loro fin davanti alla Corte di Giustizia Europea, fermo nel principio che il diritto alla difesa è imprescindibile status dell’Unione Europea. È stato tra i firmatari della legge britannica sul matrimonio fra persone dello stesso sesso, cosa che gli ha procurato anche minacce di morte.

Insomma, un politico atipico, un “self made man” con sulle spalle una scalata nel partito laburista che parte dal basso, da quando a 23 anni divenne consigliere di zona per i Laburisti nell’area di Tooting, dove si concentravano gli immigrati caraibici ed asiatici.

Durante la campagna elettorale più volte aveva sostenuto che la sua esperienza personale avrebbe apportato più efficacia alla lotta contro il terrorismo e l’estremismo islamico: “come molti londinesi”, ha detto in un’intervista al New York Times: “sento di avere più di una sola identità: sono un londinese, un europeo, un britannico, un inglese, un musulmano di origini asiatiche e pachistane, un papà e un marito”, ha affermato, anche se l’animo filo europeista suo e del partito laburista non hanno convinto gli euroscettici inglesi.  L’esempio della sua nomina avrebbe dovuto rassicurare sulla tenuta dell’Europa di Shengen, invece la defezione del Regno Unito apre scenari di incertezza non solo finanziaria ma, ben più importante, di tenuta sociale e politica per l’Unione.

 

Rossella Marchese

Il male oscuro dell’Europa

europa impaurita

È un simpatizzante di estrema destra Thomas Mair il killer che giovedì 16 giugno ha aggredito prima con un coltello e poi a colpi d’arma da fuoco uccidendola la deputata laburista Jo
Cox, sostenitrice del fronte “Remain”, in vista del referendum del 23 giugno con cui la Gran Bretagna ha deciso di lasciare il sogno di un’Europa Unita.

L’esercizio della democrazia che si trasforma nell’incubo più cupo di una violenza cieca e senza senso.

Come ci siamo ridotti a questo? Un interrogativo che lascia sgomenti e senza risposta.

Non bastano le polemiche sulla gestione dei flussi di migranti che solcano le rotte balcaniche e che prendono il mare per scappare dalla guerra, dalla fame e dalla disperazione nelle loro terre, non bastano i foreign fighters, figli di un’Europa che troppo spesso ghettizza, pronti a farsi reclutare da un sedicente stato islamico che non esiste e a farsi saltare in aria nei paesi che li hanno adottati, non bastano le egoistiche incursioni solitarie e i raid aerei inconcludenti di alcuni Stati europei in Medio Oriente ed in Nord Africa  che dimostrano l’inconsistenza di una politica estera europea, non bastano le spallate della Russia e l’invasione sottaciuta dell’Ucraina, o i ricatti economici della Turchia che accusa l’Europa di intransigenza verso i migranti; adesso dobbiamo fare i conti con uno strisciante senso di autodistruzione che pervade gli Stati Membri  e si acuisce di giorno in giorno.

Questo male oscuro, la paura opprimente per il futuro, per i tassi di rendimento del denaro, per il debito greco, per la crescita che non c’è, per le poche nascite, per il prezzo del petrolio, per i migranti, per l’Isis, ci impedisce, ormai, di guardare al senso del tutto, al motivo principale che ha portato alla costituzione dell’Unione Europea: la cooperazione per stabilizzare e pacificare quella che è sempre stata una polveriera mondiale.

Ed ora? A dispetto di due guerre mondiali e milioni di morti, tutto il lavoro compiuto per unire ed avvicinare mondi che sembravano inconciliabili, per abbattere frontiere e dogane, si sta vanificando per la paura insensata di fare fronte comune, rinunciando ad un po’ più di potere nazionale per riempire di contenuti ed azioni la politica comunitaria, non solo in campo economico, ma soprattutto in ambito sociale.

“Meglio soli che male accompagnati”, sembra questa la deriva autodistruttiva che sta prendendo subdolamente piede tra i cittadini dell’Unione, che continuano a perdere fiducia pervasi dal male oscuro.

Tuttavia, di fronte a tanto sconcerto c’è da farsi ancora un’altra domanda, possiamo affrontare tutte le sfide che ci aspettano per il futuro senza un’identità collettiva europea, ma forti solo di uno sterile nazionalismo?

 

Rossella Marchese

 

 

 

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