Unisin Campania: NO alle discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro

 

Si è svolta  ieri presso l’Antisala dei Baroni al Maschio Angioino la tavola rotonda  avente ad oggetto  il “Benessere aziendale e sicurezza sul lavoro. Oltre le discriminazioni di genere” –  tema che  interessa le lavoratrici e lavoratori di tutti i comparti e settori produttivi sia pubblici che privati – organizzata da Arcigay Napoli e Unisin Regionale Campania nell’ambito delle iniziative sulla sicurezza sul lavoro promosse dall’Osservatorio “Napoli Città Sicura”, presieduta dal consigliere Vincenzo Solombrino.

Il fenomeno della discriminazione di genere sui luoghi di lavoro se non adeguatamente monitorato e contrastato può condurre a gravi problemi organizzativi, che portano ad un progressivo deterioramento del clima aziendale con ripercussioni a livello economico-produttivo e di salute. L’iniziativa è stata concepita come un primo momento di forte riflessione e confronto per proporre nuove buone prassi o mettere a frutto esempi di quelle già esistenti e allo stesso tempo testimoniare con casi reali quelle che sono le difficoltà e i fattori discriminanti che lavoratrici e lavoratori incontrano sui luoghi di lavoro.

Hanno partecipato ai lavori, Enrico Panini, assessore al Lavoro del Comune di Napoli, Vincenzo Solombrino, presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza sui luoghi di lavoro, Antonello Sannino presidente dell’Arcigay Napoli, Giuseppe Cantisano, Capo dell’Ispettorato  Territoriale del lavoro di Napoli, Adele Pomponio, direttrice vicaria Direzione regionale INAIL, Consigliera supplente regionale di Parità Luisa Festa, Salvatore Adinolfi e Bianca Desideri rispettivamente presidente e segretario regionale di Unisin Regionale Campania e Daniela Foschetti, segretario nazionale UNISIN e segretario di riferimento Unisin Donne & Pari Opportunità.

La tavola rotonda è stata arricchita dall’intervento dei professori dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Luigi Maria Sicca del Dipartimento Economia, Fabio Corbisiero dell’Osservatorio LGBT e Antonella Batà della facoltà di ingegneria, nonché dagli approfondimenti dell’Avv. Antonella Verde, di  Marianna Piccirillo dell’Ordine degli Psicologici della Campania e di Pietro Di Nono dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.

Maria Grazia Palmarini

 

Brexit: la proposta di Theresa May e i cittadini dell’Unione europea

 

Il Presidente della Commissione europea accoglie con freddezza la proposta del Premier britannico Theresa May.

Al Consiglio europeo di giovedì 22 giugno a Bruxelles, il Primo Ministro Theresa May ha proposto di concedere ai cittadini europei non britannici uno status definitivo a condizione che questi ultimi abbiano risieduto legalmente nel Regno Unito per almeno 5 anni. Pertanto, secondo la proposta del premier britannico, dopo la Brexit, i cittadini dell’Unione europea potranno restare a vivere nel Regno Unito dove hanno costruito la loro carriera e la loro vita e contribuito alla società britannica. Il politicamente indebolito Primo Ministro May (avendo perso la maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni in seguito alle elezioni anticipate dell’8 giugno) spera in questo modo di rinforzare almeno in parte la sua posizione all’interno delle negoziazioni sulla Brexit.

Secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel, la proposta britannica rappresenta un buon inizio, tuttavia restano ancora molte questioni su cui negoziare. Il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker reputa il primo passo del Regno Unito insufficiente. Secondo il premier belga Charles Michel occorrerà aspettare i dettagli tecnici. La conservazione della competenza giuridica della Corte di Giustizia europea sui cittadini Ue sino all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, resta uno dei nodi centrali della negoziazione  sulla Brexit.

Danilo Turco

 

 

 

 

Un NO deciso alle discriminazioni di genere sul lavoro. Se ne discute al Maschio Angioino

“Benessere aziendale e sicurezza sul lavoro. Oltre le discriminazioni di genere” è il titolo della tavola rotonda che si terrà a Napoli lunedì 26 giugno 2017 ore 10 presso l’Antisala dei Baroni al Maschio Angioino, organizzato da Arcigay Napoli e Unisin Regionale Campania nell’ambito delle iniziative sulla sicurezza sul lavoro promosse dall’Osservatorio “Napoli Città Sicura” presieduta dal consigliere Vincenzo Solombrino, con la preziosa partecipazione dei partners dell’Osservatorio.

Una mattinata di approfondimento su una tematica che interessa le lavoratrici e lavoratori di tutti i comparti e settori produttivi sia pubblici che privati e da cui non è esente neppure la Pubblica Amministrazione. Fenomeno, quello della discriminazione di genere sui luoghi di lavoro, che se non adeguatamente monitorato e bloccato sul nascere può condurre a gravi problemi organizzativi che portano ad un progressivo deterioramento del clima aziendale con ripercussioni a livello economico-produttivo e di salute.

“Sarà una giornata di lavori interessante e proficua” dichiara l’Assessore al Lavoro del Comune di Napoli, Enrico Panini. “Un’occasione unica per mettere al centro dell’attenzione dei cittadini e per affrontare da più punti di vista un tema delicato come quello della discriminazione di genere sui luoghi di lavoro. La tutela e il rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori è un fatto imprescindibile e qualsiasi forma di comportamento discriminatorio in azienda va, di fatto, censurato con fermezza”.

“Credo sia assurdo che – dichiara il Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza sui luoghi di lavoro, Cons. Vincenzo Solombrino –  al giorno d’oggi, ci siano ancora discriminazioni nei confronti di donne, comunità LGBT o diversamente abili, e sono convinto che debellare questa odiosa piaga, può solo favorire una migliore resa lavorativa da parte di quelle persone che -anzi- spesso si distinguono per doti fuori dal comune, proprio al fine di raggiungere un sereno “benessere aziendale”.

“L’evento del 26 giugno voluto da Arcigay Napoli e Unisin Regionale Campania insieme all’Osservatorio del Lavoro del Comune di Napoli – evidenzia il presidente dell’Arcigay Napoli Antonello Sannino – è un evento centrale nel calendario del Pride napoletano di quest’anno. Il benessere dei lavoratori e della lavoratrici – prosegue – passa necessariamente da nuove prospettive di tutela del genere sui luoghi di lavoro. Non possiamo assolutamente accontentarci di politiche strutturate su quote, rosa o arcobaleno, ma dobbiamo spingere verso un profondo cambiamento culturale solo parzialmente costruito negli ultimi anni. Il mondo del lavoro è ancora fortemente discriminatorio nei confronti delle donne e della comunità LGBT, – continua Sannino – e in questa in particolar modo per le persone transessuali che spesso vedono negato l’accesso al mondo del lavoro. Ma bisogna soprattutto aiutare percorsi che portino finalmente a denunciare con maggiore facilità comportamenti discriminatori, che difficilmente emergono in quadro di forte precariato.”

“Benessere organizzativo, sicurezza sul lavoro e clima aziendale – dichiarano Salvatore Adinolfi e Bianca Desideri rispettivamente presidente e segretario regionale di Unisin Regionale Campania – sono gli ingredienti imprescindibili per la salute psico-fisica delle lavoratrici, dei lavoratori e per la stessa crescita delle imprese, mentre la costrittività organizzativa, le pressioni commerciali, le molestie sessuali, i comportamenti discriminatori di genere e verso le persone con disabilità, l’utilizzo di linguaggio verbale e non verbale distorti e non rispettosi della Persona, della professionalità e della dignità umana non fanno altro che provocare disagio e stress e cattivo funzionamento dell’impresa. Cosa fare? Quali tutele? Come difendersi? La tavola rotonda organizzata in collaborazione con Arcigay Napoli e con la collaborazione dei partners dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro del Comune di Napoli – proseguono Adinolfi e Desideri – vuole essere un primo momento di forte riflessione e confronto per far emergere le difficoltà incontrate sui luoghi di lavoro dalle lavoratrici e dai lavoratori e proporre nuove buone prassi o mettere a frutto esempi di buone prassi già esistenti e allo stesso tempo testimoniare con casi reali quelle che sono le difficoltà e i fattori discriminanti che lavoratrici e lavoratori incontrano sui luoghi di lavoro”.

“Le continue modifiche organizzative che in molti settori, fra i quali quello bancario, si stanno verificando nel corso di questi anni – evidenzia Daniela Foschetti, segretario nazionale UNISIN e segretario di riferimento Unisin Donne & Pari Opportunità – portano immancabilmente criticità nell’organizzazione aziendale. Il benessere aziendale è tema di grande attenzione, anche in fase di contrattazione nazionale e di secondo livello, nel settore bancario, interessato, purtroppo, in quest’ultimo periodo da una forte tensione sulle lavoratrici e sui lavoratori che risultano sottoposti a varie forme di pressioni anche commerciali che immancabilmente gravano maggiormente sulle donne, sulle persone con disabilità e su coloro che si trovano in una condizione di difficoltà. UNISIN è da sempre attenta, come Organizzazione Sindacale, – prosegue Daniela Foschetti – al tema delle discriminazioni di genere e sta ponendo in campo molte iniziative e campagne di sensibilizzazione per favorire il loro superamento”.

La partecipazione all’evento vale ai fini dell’acquisizione di n. 4 crediti formativi per gli iscritti all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Napoli  e n. 2 crediti formativi per gli iscritti all’Ordine degli Avvocati di Napoli.

Tutti gli interventi nella locandina al link:

http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/33188

 

Per il Natale 2017, dopo Nalbero arriva il Corno

E dopo Nalbero, il progetto per il prossimo Natale è ancora più strepitoso e ambizioso. Alla Rotonda Diaz verrà innalzato un gigantesco corno portafortuna di colore rosso fuoco, con dimensioni impressionanti, tanto da far impallidire l’albero di tubi realizzato lo scorso anno. Infatti il corno sarà più alto di venti metri e raggiungerà quota sessanta metri, sarà anche più largo dei venti metri misurati per Nalbero e arriverà a trenta metri di diametro alla base, un vero gigante, visibile a occhio nudo dall’isola di Capri.

La proposta per la nuova installazione natalizia, è stata presentata a Palazzo San Giacomo dalla Italstage, l’azienda che ha creato il discusso albero nel 2016 e che spesso riesce a vincere bandi per la realizzazione di palchi e strutture nel Comune di Napoli. Evidentemente la proposta dev’essere piaciuta molto al Comune, perché senza indugio è scattata la procedura ufficiale per chiedere la presentazione di progetti alternativi per riempire la Rotonda Diaz: potranno partecipare consorzi, associazioni, fondazioni, società. Ma tutti  avranno un obbligo da rispettare che è quello del tema imposto dal Comune stesso ed il tema quest’anno è «Napoli e la scaramanzia». In sostanza, potrà anche esserci qualcosa di diverso rispetto al gigantesco corno, ma sarà comunque collegato al principio della scaramanzia.

Così com’è stato per Nalbero, anche il progetto ufficiale del corno prevede la possibilità di accesso all’interno, con le stesse modalità dello scorso anno, solo che questa volta si potrà arrivare più in alto e ci saranno ambienti molto più grandi per lo shopping center che verrà installato alla base della struttura. Il documento che presenta la proposta dell’Italstage e chiede la presentazione di proposte alternative, porta la firma della dirigente Gerarda Vaccaro la quale, evidentemente, era estremamente ispirata quando ne ha dettato il contenuto, dichiarando: “Napoli, con il suo popolo ricco di sensibilità e fantasia, è considerata la città scaramantica per eccellenza. Il malocchio, la jella, la sfortuna, la scaramanzia, sono parti integranti della cultura di Napoli e dei napoletani da sempre legati a questo rito propiziatorio – scrive la dirigente Vaccaro di suo pugno. E prosegue – Magia e superstizione si diffondono fin dai tempi più remoti nell’atmosfera partenopea: ‘o munaciello, ‘a bella ‘mbriana, la smorfia, il corno portafortuna sono solo alcuni degli elementi distintivi delle credenze napoletane”

Nicola Massaro

Donatella Versace ricorda Gianni e i suoi grandi classici

Era la mattina del 15 luglio 1997 quando Gianni Versace morì a Miami. A Milano, a 20 anni di distanza, Donatella Versace vuole rendere omaggio a Gianni. “Tra poche settimane sono 20 anni che mio fratello è morto. Sono voluta tornare a casa, facendogli un omaggio”, spiega Donatella Versace prima della presentazione della collezione maschile per l’estate 2018, tornando a sfilare in via Gesù dove ha sede il quartier generale dell’azienda. “Non sono solo io che voglio rendergli omaggio, ma anche i millennials chiedono le camicie iconiche con le stampe, dichiara, quest’anno volevo fare una cosa intima e personale. Io adoro i social media, per questo volevo un ritorno al contatto umano. Forse noi stilisti dobbiamo fare un bagno di umiltà e ammettere che a dettar legge nella moda non sono tanto le nostre idee quanto le richieste del mercato” dice Donatella Versace poco prima di far sfilare una collezione che per l’estate 2018 riassume i tratti iconici del brand più amati dai cosiddetti millennial. Ci sono borchie e meduse, le mitiche stampe d’archivio “Angelo”, “Balletto” e “Cornice” e quei gessati punk con la rigatura fatta da una minuscola catenella di metallo che nell’ultimo decennio del secolo scorso cambiarono i connotati agli abiti a righe. Non mancano greche, corone, il logo in tutte le salse e gli adorati colori pastello dal rosa, al celeste fino al giallino, che nelle collezioni estive del brand non sono mai mancati. Tutto ha un sapore di deja vu per chi ha vissuto quell’irripetibile stagione dello stile che è venuto meno con la scomparsa diGianni Versace. Per quelli che oggi hanno vent’anni è tutto nuovo, compreso il rito della sfilata nel giardino di via Gesù. Rivivono le celebri stampe un tempo tipiche delle camicie in seta-foulard che compaiono invece su blouson sportivi matelassé, sottilissimi K-way e una specie di grosso marsupio portato però a spalla come uno zaino. Le camicie sono invece fatte con metà stampa di un tipo e metà dell’altro con un encomiabile sforzo di piazzamento per far combaciare nello stesso capo due disegni diversi. Tutto è fresco, leggero e portabile, “una collezione piena di passione” dice la bionda signora del made in Italy aggiungendo un paio di fulminanti note di costume. La prima è sulla vera funzione della moda: dire attraverso i vestiti cosa succede nel mondo. La seconda riguarda gli influencer che prendono fior di soldi dalle aziende per indossare i capi firmati, ma ciò nonostante dettano legge sul web. “Pensare che mio fratello è morto prima della diffusione mondiale di Internet” conclude elogiando comunque la grande capacità di mixare le cose che i giovani hanno.

Nicola Massaro

Umanoide non umano, nel mondo variegato dei robot

I robot possono essere considerati una specie ancora in evoluzione; si tratta di un mondo variegato: ci sono robot da intrattenimento, robot che si sostituiscono agli esseri umani per facilitarne alcune attività, finanche a salvare vite. Alcuni sono ormai indispensabili e per altri le sembianze sempre più umane inducono allo sbigottimento ed alla meraviglia.

Progettarli, costruirli e venderli implica investimenti che devono rispondere alle leggi di mercato ed a criteri di utilità sociale, ma non sempre è così. Dal 1970 si producono robot, anche in Italia, per costruire oggetti di largo consumo, robot speciali sono volati sulla Luna e su Marte ed altri sono stati inventati per scopi medici, diventando essenziali in molte operazioni chirurgiche. La IFR (International Federation of Robotics) informa che nel 2016 la robotica industriale è cresciuta, come avviene ormai da circa 20 anni, con percentuale a due cifre, ed a questa crescita l’Italia contribuisce con un prestigioso ottavo posto.

Capitolo a parte è la robotica con forme umanoidi che, a differenza di quella di “servizio”, ha un mercato pressoché inesistente, per i problemi legali, di assicurazione e di sicurezza che ancora non hanno trovato giustificazioni per una soluzione razionale e in effetti, la sicurezza e l’affidabilità sono il dogma essenziale in questo campo; quando negli anni Ottanta, al Politecnico di Milano, venne costruito il robot Gilberto, che già parlava, ascoltava, vedeva e si adattava ad ogni visitatore parlando in diverse lingue, ogni elemento di quel progetto era sotto controllo, per essere totalmente affidabile.

Chi è del campo sa che la robotica umanoide è piena di grandi promesse ed annunci, come quello lanciato dal colosso della telefonia TIM, che ha ingaggiato robot animati per i suoi prossimi spot, ma anche di silenziose sparizioni, un esempio su tutti, il progetto del robot cagnolino della Sony, programmato per conquistare l’affetto di milioni di padroni umani, ma che ha chiuso nel silenzio. In questo senso è difficile giudicare un campo che non interroga il mercato, ma promette miracoli di cui ancora non si comprende bene l’utilità e, sul nostro fronte, gli investimenti di decine di milioni di euro promessi dall’IIT (Istituto Italiano di Tecnologia) sui robot umanoidi  non fanno eccezione nel destare perplessità.

Tuttavia la robotica italiana cresce altrove ed ha esportato ed esporta in tutto il mondo.

Punti di eccellenza nello sviluppo sono le Università, come quella di Parma che ha vinto il progetto DARPA (dell’Agenzia di Difesa degli Stati Uniti) per un percorso con automezzo senza guidatore, ed ha bissato il successo con il recentissimo viaggio su strada dall’Italia a Pechino con un camion autocondotto.

La robotica industriale italiana, dunque, è quella che va guardata con rispetto. Le industrie nostrane sono le prime al mondo nell’integrazione dei robot nelle fabbriche, distinguendosi per le caratteristiche di qualità, sicurezza ed affidabilità e l’appello che si leva dagli imprenditori del settore è quello di mettere a bando, aperto a tutti, ogni fondo pubblico destinato alla ricerca ed all’applicazione della robotica, di modo che possa emergere l’idea migliore e la più sensata.

Rossella Marchese

Unione europea: normativa roaming

Il 15 giugno l’Ue ha abolito i sovrapprezzi di roaming per coloro i quali si spostano all’interno dell’Unione europea. La nuova normativa Ue riguarda: servizi dati, telefonate, SMS e MMS.

La normativa europea sul roaming a tariffa nazionale – roam like at home – consente agli utenti  di non pagare costi supplementari all’interno del territorio Ue. I consumatori beneficiano di questo vantaggio per le telefonate (verso telefoni fissi e cellulari), per gli SMS e per il servizio dati secondo i termini previsti dal contratto sottoscritto. Un contratto con un operatore di telefonia mobile che include i servizi roaming, sarà automaticamente considerato un contratto di roaming a tariffa nazionale e ogni nuovo contratto di telefonia mobile dovrà applicare la tariffa nazionale ai servizi di roaming.

La nuova normativa Ue sul roaming itinerante è destinata alle persone che viaggiano occasionalmente all’estero e/o a quelle che hanno legami stabili (come lavoro o studio) anche con un altro Stato membro differente da quello in cui normalmente risiedono. Pertanto, la nuova normativa non riguarda il roaming permanente, ma le persone che trascorrono più tempo e usano di più il cellulare in uno specifico Stato Ue (quello in cui vivono abitualmente durante l’anno) invece che in un altro Stato membro. Per quanto riguarda il monitoraggio sull’uso corretto dei servizi di roaming, l’operatore è abilitato a monitorare l’attività di roaming degli ultimi 4 mesi dei suoi utenti. Se durante questo periodo un utente ha trascorso più tempo all’estero che nel suo Paese e il roaming supera l’uso nazionale, l’operatore può chiedere all’utente di chiarire (entro 14 giorni) la sua situazione.

I lavoratori transfrontalieri possono scegliere un operatore di telefonia mobile di uno dei due paesi che lo interessano e avvalersi del roaming a tariffa nazionale con una carta SIM del paese in cui vivono o di quello in cui lavorano. In entrambi i casi si applica la politica dell’uso corretto, a condizione che almeno una volta al giorno ci sia un collegamento alla rete nazionale, poiché varrà come giorno di presenza (anche se in quel giorno è prevista la partenza per l’estero).

Se un utente continua a trascorrere più tempo all’estero e ricorre di più al roaming rispetto che al traffico nazionale, l’operatore potrebbe applicare un sovrapprezzo al consumo in roaming. I sovrapprezzi sono soggetti ai seguenti massimali (IVA esclusa): 3,2 centesimi al minuto per ogni chiamata vocale effettuata, 1 centesimo al minuto per ogni SMS 7,70 euro per GB di dati (nel 2017).

Superata la frontiera tra due Stati Ue, l’operatore telefonico informerà l’utente sullo status del roaming e, inoltre, suggerirà di consultare le modalità per un uso corretto dei servizi roaming. La politica di un uso corretto del roaming consente agli operatori di applicare meccanismi di controllo equi, ragionevoli e proporzionali, al fine di evitare un abuso dei vantaggi previsti da questa normativa.

In caso del superamento di un particolare volume di dati roaming a tariffa nazionale, un sovrapprezzo potrebbe essere previsto, ma sempre pari al massimale previsto per i prezzi all’ingrosso in tutta l’Ue (7,70€ per GB nel 2017 – IVA esclusa – e, 6€ per GB – IVA esclusa – nel 2018). Il prezzo all’ingrosso per il roaming rappresenta il prezzo massimo che un operatore nazionale deve pagare a un altro all’estero, quando si usano i servizi di roaming dati. L’operatore telefonico è tenuto a fornire informazioni chiare sull’ammontare disponibile dei dati con il roaming a tariffa nazionale.

Con una carta prepagata per il cellulare, la tariffa roaming sarà uguale a quella nazionale, ma l’operatore potrebbe applicare un limite al traffico dati se il prezzo pagato è per unità e il prezzo unitario nazionale dei dati è inferiore a 7,70 € per GB.

Per conoscere il volume di dati utilizzabile all’estero senza sovrapprezzo, bisogna applicare una formula: dividere il prezzo del forfait per la tariffa all’ingrosso del gigabyte in vigore (7,7€ per GB nel 2017 IVA esclusa) e moltiplicare il tutto per 2. Ad esempio, se un piano telefonico comprende un volume illimitato di chiamate, SMS e dati pari a 42€ al mese (cioè circa 35€ IVA esclusa), il consumatore in questo caso beneficerà di almeno 9,1 GB di dati [2 x (35/7,7) = 9,1] senza sovrapprezzo all’interno dell’Ue.

Nel caso di tariffe molto convenienti (meno di 3,85 euro per GB nel 2017), l’operatore potrebbe applicare un limite di salvaguardia – uso corretto – del roaming. L’operatore deve informare l’utente preventivamente sul limite e avvisarlo anche al momento del suo raggiungimento oltre il quale sarà applicato il sovrapprezzo che corrisponderà al massimale previsto per i prezzi all’ingrosso (una ulteriore riduzione dei massimali è prevista dopo il 2018).  Nel caso poi, dei sistemi satellitari (privi di collegamento a una rete terrestre di telefonia mobile) non è prevista alcuna applicazione della normativa Ue sul roaming a tariffa nazionale.

Danilo Turco

Unsin Campania, convegno su Benessere aziendale e sicurezza sul lavoro

“Benessere aziendale e sicurezza sul lavoro. Oltre le discriminazioni di genere” è il titolo della tavola rotonda che si terrà a Napoli lunedì 26 giugno 2017 ore 10 presso l’Antisala dei Baroni al Maschio Angioino, organizzato da Arcigay Napoli e Unisin Regionale Campania nell’ambito delle iniziative sulla sicurezza sul lavoro promosse dall’Osservatorio “Napoli Città Sicura” presieduta dal consigliere Vincenzo Solombrino, con la preziosa partecipazione dei partners dell’Osservatorio.

Una mattinata di approfondimento su una tematica che interessa le lavoratrici e lavoratori di tutti i comparti e settori produttivi sia pubblici che privati e da cui non è esente neppure la Pubblica Amministrazione. Fenomeno, quello della discriminazione di genere sui luoghi di lavoro, che se non adeguatamente monitorato e bloccato sul nascere può condurre a gravi problemi organizzativi che portano ad un progressivo deterioramento del clima aziendale con ripercussioni a livello economico-produttivo e di salute.

Tutti gli interventi nella locandina al link:

http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/33188

L’Agenda Ritrovata, UNISIN aderisce al progetto

L’Agenda Ritrovata, un progetto che colpisce al cuore, che riporta indietro nel tempo a quella tragica stagione del 1992 dove a distanza di soli 57 giorni due uomini, colleghi e amici, persero – insieme agli uomini della loro scorta – la vita per l’impegno continuo di magistrati in difesa dello Stato.

Quegli uomini erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

I giovani che non hanno vissuto quei tragici giorni ne hanno conoscenza attraverso i racconti, le drammatiche immagini di repertorio, i ricordi, il rievocare anno per anno quei dolorosi giorni per non dimenticare quelle morti e testimoniando l’impegno continuo con la loro presenza alle iniziative che si svolgono.

UNISIN, sindacato autonomo del settore bancario ed esattoriale, in questi giorni sta partecipando al progetto “l’Agenda Ritrovata”, organizzato dall’Associazione “L’Orablù”.

Ne parliamo con il Segretario Generale Emilio Contrasto.

Come mai avete deciso di partecipare a questo progetto?

Il nostro Sindacato, è da sempre sensibile al tema della legalità e della giustizia e fra i suoi principali scopi, oltre naturalmente a quello fondamentale di difendere e tutelare i diritti e gli interessi professionali e sindacali delle Lavoratrici e dei Lavoratori, ha anche quelli di rafforzare la solidarietà sociale e professionale.

Riteniamo quindi che essere fattivamente presenti in un’iniziativa di cotanto valore sociale e testimoniale, confermando anche l’impegno civile della nostra Organizzazione, sia importante soprattutto in questo delicato momento storico.

Ci piace inoltre pensare che attraverso il contributo a progetti come “l’Agenda Ritrovata”, al di là della responsabilità di dovere e volere contribuire a testimoniare e ricordare eventi gravissimi nella storia della nostra Repubblica, si riafferma che la lotta alla mafia non deve assolutamente retrocedere o rallentare. Iniziative come queste hanno quindi anche lo scopo di ricordare a tutti noi che contro la mafia, ogni tipo di mafia, è necessario ancora combattere e che la battaglia è ben lungi dall’essere vinta.

La ciclo staffetta percorrerà il territorio nazionale con molte tappe e molti eventi sono stati organizzati nei luoghi in cui farà sosta. Che significato assume per UNISIN la partecipazione a livello di territorio?

Le nostre Strutture territoriali si sono già attivate per partecipare agli eventi che si svolgeranno lungo il percorso della ciclo staffetta. I nostri Dirigenti sindacali e tutti coloro che vorranno essere presenti parteciperanno alle tappe ed agli eventi consapevoli che la testimonianza fisica rappresenta un impegno per tutti a rafforzare e perseguire sempre di più la legalità; in un Paese dove, purtroppo, concetti come “legalità” e “diritti” sono sempre più spesso utilizzati come meri slogan pubblicitari, senza alcun riscontro nel nostro vivere quotidiano.

Lo slogan della ciclo staffetta è “Tutti possono partecipare e non solo pedalando!”, ritiene che possa essere di stimolo alla presenza?

Sì, il senso dello slogan è pregnante. Evidenzia l’importanza della partecipazione, dell’esserci, lì e in quel preciso momento, tappa per tappa, testimoni della storia e per la storia, soprattutto testimoni per non dimenticare quei tragici momenti. E’ necessario continuare, dopo ben 25 anni, a sensibilizzare sempre più al tema della legalità, così importante per lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese.

Ultima tappa dell’Agenda Palermo il 19 luglio, ma il nostro impegno prosegue e proseguirà quotidianamente.

Alessandra Desideri

BCE: finisce l’era dell’abbassamento dei tassi

Giovedì 8 giugno la BCE ha riesaminato le sue previsioni sull’aumento della crescita, tuttavia resta prudente sull’inflazione.

Riunitosi l’8 giugno a Tallinn (capitale dell’Estonia), il Consiglio dei governatori della Banca Centrale Europea (BCE) ha lievemente modificato la sua comunicazione. L’Istituto di Francoforte ha affermato la conservazione del livello attuale dei suoi tassi per un periodo prolungato, ma in contrasto ai suoi precedenti comunicati, ha omesso ogni riferimento a un possibile abbassamento. Il tasso che principalmente determina il prestito del denaro non sarà inferiore allo 0%, mentre il tasso di deposito (oggi -0,4%) non si abbasserà ulteriormente.

La BCE pertanto appare più ottimista sull’attività economica. Il suo Presidente, Mario Draghi, reputa scomparsi i rischi di deflazione e più forti le dinamiche della crescita europea. Gli economisti della BCE si dimostrano fiduciosi, stimando per il 2017 una crescita dell’1,9% nell’eurozona (contro l’1,8% stimato di marzo), dell’1,8% nel 2018 (1,7%) e dell’1,7% nel 2019 (1,6%).  In aprile l’inflazione era pari a 1,4%, pertanto lontana dal valore del 2% stabilito dalla BCE.  La crescita dei prezzi osservata all’inizio dell’anno dipendeva dalla ripresa dei prezzi del petrolio, che oggi si sono stabilizzati. L’inflazione è nuovamente compressa e, quest’anno, secondo la BCE non dovrebbe superare 1,5% (1,3% è la soglia massima stimata per l’anno prossimo).

Tuttavia, il tasso di disoccupazione dell’unione monetaria (9,3%) resta ancora troppo elevato e molti degli impieghi creati non sono di buona qualità essendo contratti part-time e/o molto precari. Occorreranno ancora alcuni mesi prima di assistere a un rialzo dei salari.  In una tale situazione l’Istituto di Francoforte reputa positiva la continuazione del suo programma quantitative easing di riacquisto dei debiti pubblici e privati (60 miliardi di euro al mese) almeno fino a dicembre, riservandosi il diritto di incrementarne l’entità se necessario. Il QE contribuisce a mantenere bassi i tassi di prestito per gli Stati e le imprese al fine di favorire gli investimenti e le assunzioni. I cambiamenti e le strategie future circa il ritmo di riacquisto dei debiti saranno definiti il 7 settembre, durante la prossima riunione della BCE

Danilo Turco

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