Le donne nell’Olocausto: epifanie di resistenza, abissi di sofferenza e custodi della memoria

L’Olocausto, orrido abisso della storia umana, è stato il teatro di un orrore indicibile, una sinfonia funesta orchestrata dal regime nazista per annientare milioni di vite innocenti. In questo panorama di tenebra, le esperienze delle donne si stagliano come frammenti di luce e resilienza, una trama di storie che intrecciano dolore e coraggio, disperazione e speranza. Così, la vita nei campi di concentramento non fu altro che  un supplizio di Erinni. Le donne vivevano una condizione di doppia vulnerabilità, intrappolate tra le maglie di una brutalità sistematica e la violenza sessuale. Lì, dove l’umanità era ridotta a mera ombra, le prigioniere venivano sovente sottoposte a sperimentazioni mediche, tali da sembrare il capriccio di un Prometeo dissennato. La gravidanza, in quell’inferno, era il sigillo della condanna: madri e neonati, privati del diritto alla vita, divenivano numeri nel cinico conteggio della morte. Tuttavia, in mezzo a tale naufragio dell’umano, le donne crearono reti di sorellanza, piccole oasi di solidarietà dove il pane diviso era simbolo di speranza ed il conforto una preghiera silenziosa. Come scriveva Charlotte Delbo: “Là dove tutto è perduto, il gesto condiviso è una rivoluzione.” E ancora, secondo Primo Levi: “La solidarietà era una luce tremolante che impediva al buio di inghiottirci del tutto.

Eppure, s’intravidero scintille nell’abisso. La resistenza delle donne durante l’Olocausto fu come una fiaccola accesa nel vento, tenue ma indomita. Nei ghetti, figure come Vladka Meed e Zivia Lubetkin incarnarono l’ardimento di Antigone, affrontando la morte per trasportare messaggi, armi e provviste. Nei campi, altre eroine sconosciute organizzarono rivolte, come quella di Auschwitz-Birkenau, dove un manipolo di donne osò distruggere un crematorio, trasformando la loro condanna in un’azione di sfida estrema. Altre ancora, nel silenzio gravido di significati, conservarono la cultura ebraica con gesti sottili: cantando ninne nanne proibite, trascrivendo poemi, narrando favole. Questi atti rappresentarono un filo di Arianna che impediva alla memoria di perdersi nel labirinto del male. Come ha scritto Hannah Arendt: “Anche nei momenti di più profonda oscurità, ciò che è umano può risplendere.

Dunque, le madri dell’Olocausto furono arche di sacrificio.

La maternità, in quel contesto di barbarie, fu il simbolo più struggente della condizione femminile. Molte madri furono costrette a decisioni che avrebbero fatto tremare la mano degli dei: separarsi dai propri figli nella speranza di salvarli o accompagnarli nella morte per non abbandonarli. Ogni madre divenne una Penelope dell’orrore, tessendo e disfando speranze, sacrificando il proprio essere per un futuro che non avrebbe mai visto.

Come ricordò Ruth Klüger: “Essere madre, lì, significava portare sulle spalle l’universo intero e sapere che ogni passo poteva farlo crollare.” E secondo Elie Wiesel: “Le madri erano le ultime a cedere; nei loro occhi ardeva una fiamma di protezione impossibile da spegnere.

Non tutto andò perduto: dopo la liberazione, si udirono le voci delle sibille sopravvissute, donne che dell’Olocausto divennero custodi di un patrimonio incandescente, croniste di un inferno che non doveva essere dimenticato. Le loro opere, come quelle di Charlotte Delbo, Ruth Klüger e Gertrud Kolmar, sono mosaici di memorie in cui ogni tessera brilla di una verità dolorosa e necessaria.

Scrivere fu per loro un atto di resurrezione, un modo per sottrarre al nulla le vite spezzate. Come affermava Gertrud Kolmar: “La parola è l’ombra della luce; in essa cerco di ricomporre i volti perduti.” E, nel ricordo di Margarete Buber-Neumann: “Ogni riga scritta è un monumento eretto contro l’oblio.

Ebbene, le donne dell’Olocausto furono al contempo vittime ed eroine, testimoni di un male che è monito per l’umanità. Il loro esempio è un monile di insegnamenti che ci ricorda come anche nelle tenebre più fitte possa brillare una luce. Onorare la loro memoria non è solo un atto di giustizia storica, ma un imperativo morale, un argine contro il rischio che il fiume della storia straripi nuovamente nell’orrore.

Giuseppina Capone

Alla  FoCS incontro con il giornalista-scrittore Nico Pirozzi

Si è tenuta martedì 14 gennaio presso la Sala “Mario Borrelli” della Fondazione Casa dello Scugnizzo a Napoli la presentazione del libro del giornalista e scrittore Nico Pirozzi “Italiani imperfetti. Storie ritrovate di una famiglia di Ebrei napoletani”, organizzata dalla Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus, dall’Associazione Culturale Napoli è, dall’Associazione Memoriæ – Museo della Shoah, dalla Zona 1 dei Leo, Distretto 108 Ya Lions International.

Sono intervenuti all’iniziativa: Avv. Roberto Marino, Presidente  Municipalità 2 Comune di Napoli; Prof. Concetta De Iuliis, Assessore all’Istruzione Municipalità 2 Comune di Napoli; Dott.ssa Valeria Vitale, Presidente Commissione Scuola Municipalità 2 Comune di Napoli; Immacolata Raiano, Presidente Commissione Politiche Sociali Municipalità 2 Comune di Napoli; Dott. Francesco Polio, Presidente  Leo Zona 1 – Presidente Leo Club Napoli Svevo Distretto 108 Ya Lions International e Consigliere della Municipalità 2; Dott.ssa Assunta Landri, Psicologa-Psicoterapeuta.

Ha inviato i suoi saluti il Dott. Enrico Platone, Consigliere delegato Consulta Associazioni, Organizzazioni di volontariato e ETS Municipalità 2 Comune di Napoli.

Ha condotto l’incontro la Dott.ssa Bianca Desideri, giornalista e giurista – Direttore Centro Studi e Ricerche “Mario Borrelli” Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus e Vice Presidente dell’Associazione Culturale “Napoli è”.

Grande è stata l’interazione e la partecipazione dei presenti in sala.

“Luciana Pacifici aveva appena otto mesi quando, il 30 gennaio 1944, assieme ad altre 604 persone, fu inghiottita da un convoglio composto da dieci carri bestiame, da Milano diretto al mattatoio di Auschwitz. Assieme a lei c’erano anche il cuginetto Paolo Procaccia di quattro mesi più grande, i genitori (Loris ed Elda, di 33 e 24 anni), gli zii (Aldo, Milena e Sergio, di 39, 28 e 33 anni) e i nonni (Amedeo e Jole, di 62 e 59 anni). In tutto nove persone. Nove ebrei provenienti da Napoli, la città dove tre di loro (Luciana, Paolo ed Elda) erano anche nati e dalla quale erano fuggiti a causa dei devastanti bombardamenti poche settimane prima dell’arrivo degli Alleati. La loro tragica e beffarda storia non è solo quella di tre generazioni spezzate dalle politiche di sterminio del popolo ebraico, di cui la Repubblica Sociale fondata da Mussolini sulla riva del lago di Garda fu attiva protagonista, ma anche quella della piccola Comunità partenopea che solo per una fortuita serie di coincidenze non ebbe a conoscere il lugubre significato della locuzione tedesca Endlösungder Judenfrage (soluzione finale della questione ebraica). Da sfondo ad una storia di ordinaria quotidianità, che nel giro di appena cinque anni si trasformerà in tragedia per tre famiglie (Procaccia, Pacifici e Molco), c’è la Napoli del ventennio nero, della guerra e dei bombardamenti a tappeto. Ma anche quell’Italia che si è sempre rifiutata di fare i conti con il proprio passato, lasciandoci in eredità una narrazione falsa e fuorviante, che – salvo rare eccezioni – ha ben poco in comune con la realtà dei fatti”. È questo il filo conduttore del libro scritto dal giornalista Nico Pirozzi.

L’aquilone del gelido vento

Il vento gelido impetuoso

soffia nel cassetto curioso.

Saltano, danzano i ricordi

del tempo oramai passato.

 

L’aquilone è volato con stupore

ha spezzato il filo conduttore.

Ora è libero nel cielo turchino

visto con occhi di un bambino.

 

Viaggia nell’inesplorato infinito,

dove il TUTTO si chiama amore

dall’innocente innamorato cuore.

 

Armando Fusaro

Alla FoCS primo incontro del 2025 del Percorso “Prendersi cura della propria genitorialità”

Appuntamento il 21 gennaio 2025 ore 16.00 a Napoli presso la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus in piazzetta San Gennaro a Materdei n. 3 per un nuovo incontro della seconda edizione del Percorso orientativo-informativo e di supporto psicologico “Prendersi cura della propria genitorialità” coorganizzato dal Distretto 108 Ya Lions International Governatore Tommaso Di Napoli e dal Centro di Ateneo SInAPSI dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

“La Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus nell’ambito delle attività istituzionali ha messo a disposizione di questa importante iniziativa, organizzata in più giornate, di incontro-confronto tra genitori con figlie e figli con disabilità ed esperti, Istituzioni e Lions, la sua storica struttura e alcune delle professionalità che in essa operano”, evidenzia Bianca Desideri, Lion, giornalista e giurista.

“Come Direttore del Centro Studi e Ricerche “Mario Borrelli” e Lion oltre che esperta dei diritti delle persone con disabilità, di quelli legati alla genitorialità, alle politiche di genere e pari opportunità e alle politiche del lavoro – prosegue Bianca Desideri – sono convinta della rilevanza che assumono momenti di incontro come quelli che si stanno svolgendo presso la Fondazione e delle sinergie che riescono a svilupparsi in queste occasioni. Il nostro auspicio è che possano diventare sempre più frequenti anche con altre iniziative per poter contribuire tutti insieme non solo al miglioramento delle normative, delle condizioni di vita e di lavoro delle persone con disabilità e delle loro famiglie ma anche per fornire supporto per contribuire all’eliminazione di quegli ostacoli, spesso di carattere burocratico, altre volte di carattere “fisico” come ad esempio le barriere architettoniche, ecc., che non consentono una reale inclusione delle persone con disabilità e un adeguato supporto ai loro familiari”.

Diritti e tutele nel mondo del lavoro è il tema dell’incontro che apre il programma del 2025 di questo percorso. Un tema importante a cui va data la necessaria attenzione per favorire e tutelare l’inserimento e il permanere delle persone con disabilità nel mondo del lavoro – sottolinea Bianca Desideri – anche alla luce delle novità introdotte dalla recente riforma sulla disabilità e il D. Lgs. n. 62 del 3 maggio 2024 che mette la persona al centro e rivede la presa in carico dal territorio fino al livello nazionale”.

Interverranno: Dott. Pasquale Bruscino, Past Governatore Distretto 108 Ya Lions International; Dott. Francesco Polio Presidente  Leo Zona 1 – Presidente Leo Club Napoli Svevo Distretto 108 Ya Lions International; Prof.ssa Barbara Barbieri, Dirigente Tecnico Ufficio Scolastico Regionale della Campania, Coordinatrice Regionale inclusione; Dott.ssa Bianca Desideri, Giornalista, Giurista, Direttore Centro Studi e Ricerche “Mario Borrelli” Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus, Vice Presidente Associazione Culturale “Napoli è; Ing. Francesco Auciello, Tecnico presso la Consulenza Tecnica per l’edilizia (C.T.E.) della Direzione Regionale per la Campania; Dott.ssa Valeria Mirisciotti, Delegata del Governatore per Disabilità, Protocolli e Rapporti con Istituzioni ed Associazioni.

Festeggiati a Roma in Campidoglio gli 80 anni dell’AIMC con il convegno “Nell’identità…il futuro”

Nel 1945 Maria Badaloni, un’insegnante elementare romana, fonda insieme a Carlo Carretto l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC). L’obiettivo era quello di colmare le carenze della scuola elementare, combattendo l’analfabetismo, e di assumersi il compito di provvedere all’insufficiente formazione degli insegnanti, per far sì che l’educazione e l’istruzione diventassero leve per la ricostruzione del Paese.

Ottant’anni dopo, l’associazione ha celebrato il cammino percorso con un convegno dal titolo “Nell’identità… il futuro”, in calendario per il 3 gennaio 2025 a Roma in Campidoglio, presso la Sala della Protomoteca. Il giorno successivo, 4 gennaio 2025, vi è stato, in Vaticano, l’incontro con papa Francesco.

Nel corso di questi ottant’anni – spiega Esther Flocco, presidente nazionale dell’AIMC – “l’associazione ha contribuito in modo determinante alla formazione ed alla crescita nel mondo dell’educazione e della formazione su tutto il territorio nazionale, portando avanti i valori di solidarietà, formazione e cultura cristiana, con l’impegno costante per far sì che la Scuola della Repubblica sia sempre all’altezza della fondamentale missione che la Costituzione le affida per la promozione delle nuove generazioni”. Questo anniversario – conclude la Presidente – vuole rappresentare un momento di riflessione sul passato, di ringraziamento per i traguardi raggiunti, ma anche di proiezione verso il futuro, per continuare con rinnovato impegno a sostenere e valorizzare la missione educativa dei professionisti di Scuola”.

Protocollo d’intesa tra Distretto 108 Ya Lions International e RTI per l’Istituto Colosimo

E’ stato sottoscritto il 10 dicembre a Napoli il protocollo d’intesa tra il Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI), con Ente capofila Gesco Società Cooperativa Sociale, gestore dei servizi Socio-Formativo-Educativo presso l’Istituto Regionale Paolo Colosimo rappresentato da Giuseppe Pennacchio e il Governatore dei Lions International Distretto 108 YA Tommaso Di Napoli.

Un protocollo che si inserisce nell’attività di collaborazione con Istituzioni e Associazioni ormai consolidata del Distretto 108 Ya (Basilicata – Calabria – Campania) sul tema della disabilità che è di grande rilevanza in particolare per la vita delle persone e dei loro familiari e di tutta la società in cui viviamo.

Nel protocollo il Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI), con Ente capofila Gesco Società Cooperativa Sociale, gestore dei servizi Socio-Formativo-Educativo presso l’Istituto Regionale Paolo Colosimo e i Lions International Distretto 108 Ya stabiliscono di avviare percorsi di collaborazione volti a promuovere, valorizzare e supportare attività riguardanti, in particolare, le seguenti azioni:  promuovere la piena realizzazione dei diritti delle persone con disabilità; la formazione e l’inclusione sociale delle persone con disabilità; l’individuazione, la promozione e la valorizzazione di percorsi di inclusione nelle comunità locali; la divulgazione di buone pratiche territoriali inerenti la disabilità attraverso gli strumenti informativi; la realizzazione di tavole rotonde, workshop, percorsi formativi e informativi su temi afferenti la disabilità, per la promozione di una cultura dell’accoglienza e della solidarietà verso i più deboli e bisognose per l’abbattimento di barriere culturali e sociali legate alla disabilità; la realizzazione di Progetti comuni per lo sviluppo delle abilità delle persone disabili e per la loro attiva partecipazione alla vita sociale, culturale ed artistica delle comunità; la collaborazione con Istituzioni ed Associazioni per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, anche al fine di sollecitare eventuali interventi legislativi.

Le parti si sono date reciproco impegno per la durata del protocollo a collaborare sinergicamente con un confronto attivo e continuo nell’individuazione degli obiettivi da raggiungere. Il protocollo è stato promosso dalla Delegata del Governatore del Distretto 108Ya Lions International Dott. Tommaso Di Napoli per Disabilità, Protocolli e Rapporti con Istituzioni ed Associazioni Dott.ssa Valeria Mirisciotti.

Inizia un nuovo anno di FOTOIT

Gli appassionati di fotografia possono sfogliare le pagine del numero di dicembre 2024 – gennaio 2025 di FOTOIT la rivista della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) ricca di articoli e informazioni su mostre ed eventi organizzati dai Circoli fotografici aderenti alla Federazione.

Fulvio Merlak fa un resoconto di un importante evento giunto alla 21ma edizione: Portfolio Italia. Nel corso dei dieci Festival  che hanno aderito all’iniziativa hanno partecipato ben 504 autori provenienti da 16 regioni con 622 portfolio. Un impegno rilevante che ha riscosso successo. A vincere l’edizione 2024 il portfolio “Teren zielony (Green zone) di Fabio Domenicali. Il secondo premio ex-aequo è andato a “Un metro e venti” di Delia Aliani e “Cosa c’è di vivo” di Teresa Bucca.

Graziano Perrotti è l’autore con “Un urlo di gioia” scelto da Irene Vitrano per raccontare la storia di una fotografia, e ancora Giovanni Ruggiero parla di Mario Amura, Giuliana Mariniello della mostra “Spectacular. Un’esplorazione della luce” dell’artista tedesca presso la Fondazione Mast a Bologna.

Cristina Sartorello parla della mostra che sarà visitabile fino al 26 gennaio a Palazzo Roverella a Rovigo dedicata a Henri Cartier-Bresson incentrata sul nostro Paese.

Renato Longo parla dell’opera di Margaret Bourke – White, mentre Isabella Tholozan intervista Giacomo Sinibaldi, ingegnere e fotografo.

Antonio Desideri

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