Marilyn il mito americano sotto il riflettore di Enzo Grano

Marilyn il fenomeno biondo che ancora oggi affascina ed appassiona gli amanti del cinema e perché no quelli del gossip è la protagonista del libro-dramma di Enzo Grano.

Nella lunga e “corposa” attività letteraria, di commediografo e sceneggiatore, oltre che di saggista e docente di Enzo Grano non poteva mancare un lavoro sul biondissimo mito americano che ha fatto sognare tante generazioni e che resta ancora oggi un’icona di bellezza e di mistero, soprattutto per la sua tragica morte.

Norma Jeane Baker Monroe al secolo Marilyn Monroe è una figura complessa e non ancora completamente scoperta. Una infanzia sicuramente difficile, con una paternità incerta e non presente. Infanzia trascorsa tra affidamenti ad alcune famiglie e la presenza di una madre ricoverata in ospedale psichiatrico, matrimoni, amanti alcuni illustri, aborti.

Una vita artistica di successo anche se fatta spesso di compromessi come il mondo del cinema, per stessa ammissione dell’attrice, prevedeva. Chi non ricorda alcuni dei film che l’avevano consacrata diva: Giungla d’asfalto, Eva contro Eva, Nata ieri, Matrimoni a sorpresa, Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde, Come sposare un milionario, La magnifica preda, Quando la moglie è in vacanza, A qualcuno piace caldo, solo per citarne alcuni.

Una tragica fine ancora avvolta da una nube di mistero e supposizioni. Questa è la donna protagonista del libro-dramma di Enzo Grano.

Già dalla copertina si presagisce l’andamento dell’intera sceneggiatura che attraverso le parole dei protagonisti e le indicazioni per la messa in scena traccia la figura della donna che ha ispirato anche Andy Warhol.

Protagonista la donna, la sua “fragile” figura, la sua immagine pubblica ma anche e soprattutto quella privata, la sua sofferenza e la sua morte per suicidio o almeno così riportano le cronache e il referto del medico.  Ma fu vero suicidio? Questa è la domanda che si pongono i personaggi anche sulla scena.

Il processo inscenato da Enzo Grano per la morte di Marilyn vede scomporsi, in un’altalenante contraddittorio fra i personaggi, la vita di Norma Jean – Marilyn portando allo scoperto dubbi, aspetti noti e meno noti della sua vita di donna e del suo percorso di attrice sotto i riflettori della macchina del cinema e nel buio della propria solitudine.  Amatissima, ma non effettivamente amata si sentiva probabilmente Marilyn, questo dubbio emerge anche nel corso degli interrogatori in scena. Sposa giovanissima, poi di nuovo sposa e stavolta non di un operaio di una fabbrica ma dello sportivo di successo Joe Di Maggio e poi ancora dello scrittore Arthur Miller.

Carica di amore ma anche di fisicità. Nonostante la fama e la gloria, era solo Norma, anzi come viene più volte rimarcato dal presidente nel processo scenico, Marilyn.

L’apertura del secondo tempo del dramma nel volume è preceduto da una frase di Marylin che sintetizza la sua carriera artistica, parole velate da amarezza.

Miller, uno dei personaggi in scena, parla anche del desiderio di Marilyn di essere madre, il desiderio di un figlio che non ebbe e che forse “avrebbe compensato la sua ansia di rassicurazione”.

La voglia di una vita normale prendeva sempre più piede nella mente dell’attrice, per una donna senza radici che invece voleva metterle in un luogo, non importava quale, con un uomo e con un figlio che l’avrebbe “rassicurata” e che avrebbe proseguito la sua esistenza mortale oltre la morte. Ma ciò non le fu dato di ottenere dalla vita. Successo sì tanto, ammirazione sì tanta, felicità poca.

La sintesi del rapporto tra Miller e la Monroe emerge nel secondo atto quando i due protagonisti, il Presidente della Giuria e Miller, parlano del lavoro dello stesso Miller “Dopo la caduta”.

Anche lo spostarsi da un personaggio all’altro dell’inquadratura dell’occhio di bue, la musica di sottofondo, le immagini di film che scorrono, il cambio di luci fa sì che l’attenzione venga di volta in volta attratta non solo dalle parole ma anche dai gesti e dai movimenti dei protagonisti, dalla scena, dai particolari.

La conclusione del processo-dramma è lasciata a Mister X, una donna vestita da uomo, che ripercorre gli ultimi tragici mesi della vita di Marilyn, con le testimonianze di coloro che propendevano per la tesi che non si trattò di suicidio ma di suicidio indotto per farla tacere su verità scomode che avrebbero potuto sconvolgere l’establishment americano, come ad esempio la storia della gravidanza e dell’aborto in Messico poco prima della sua fine.

Con il suo Marilyn  Enzo Grano come scrive in coda al volume ha “cercato di mettere in scena i fatti”, ha “cercato di chiamare alla ribalta le persone, per conoscerle. Fatti e persone, a loro modo,hanno inteso raccontarmi una storia. La più vera possibile, atteso che le parole impiegate,pur dovute ai fatti, sgorgano, sorgive, dal fonte battesimale dell’Autore, che si alimenta dal ripetersi meccanico, senza tempo, della storia stessa”.

Bianca Desideri

Ritorna a Napoli il Festival Internazionale “Artecinema”

Arrivato alla sua 21ma edizione, “Artecinema” a Napoli rappresenta l’evento per eccellenza che unisce Arte, Architettura e Fotografia sotto un’unica espressione, quella del linguaggio cinematografico.

Anche quest’anno i partner del progetto sono: il Museo Madre, tramite la Fondazione Donnaregina, la Società Campana per i Beni Culturali, la Regione Campania ed il Mibac. Tantissime le proiezioni gratuite, dal 6 al 9 ottobre, presso il Teatro Augusteo, e tantissime le iniziative promosse dagli organizzatori della manifestazione, Artecinema per il sociale, che per questo 2016 ha portato i film nel carcere di Poggioreale e nell’Istituto Penale Minorile di Nisida, e ancora, gli incontri con gli artisti ed i dibattiti presso l’Istituto Francese di Napoli.

Ad inaugurare l’intera manifestazione, durante una serata speciale tenutasi presso il Teatro San Carlo, il 5 ottobre, due produzioni d’eccezione: “Audioghost68” di Giuseppe Lanno e Giancarlo Neri, una performance di luci e suoni e mille comparse per far rivivere il Grande Gretto di Gibellina, l’opera incompiuta di Alberto Burri, in occasione del centenario dalla nascita del Maestro; e “Frame by Frame”di Mo Scarpelli e Alexandria Bombach, una coproduzione USA-Afghanistan intensa e drammatica, alla scoperta della vita di quattro fotoreporter, nel paese dell’ex URSS dove scattare fotografie è stato considerato reato sotto il governo talebano.

Tra gli ospiti della serata d’apertura i registi delle due opere proiettate e due dei quattro protagonisti di “Frame by Frame”, Farzana Wahidy e Massoud Hossaini, vincitore del Premio Pulitzer 2012 per il suo scatto rubato con una bambina in primo piano, subito dopo un attentato kamikaze ad Herat, durante una processione religiosa sciita.

Il Festival Internazionale “Artecinema” ha ricevuto una medaglia di riconoscimento dal Presidente della Repubblica e conferma se stesso come una prestigiosa finestra europea sull’arte nel cinema contemporaneo.

 

Rossella Marchese

 

Ricordando i valori delle Quattro Giornate

Una pagina della storia di Napoli ancora viva e pulsante, quella delle Quattro Giornate di Napoli. Una pagina che ha fatto sì che la nostra città fosse insignita della Medaglia d’Oro al valore militare nella tragica stagione che la vide protagonista, in quel lontano settembre del 1943 di una rivolta popolare per liberare la città dalle truppe naziste e che è stata ricordata con numerosi eventi promossi dall’Istituto Campano per la Storia della Resistenza dell’Antifascismo e dell’Età Contemporanea “Vera Lombardi” (www.istitutocampanoresistenza.it). Ne parliamo con il presidente dell’Istituto, professor Guido D’Agostino.

 Professore, quale valore assume il ricordo delle Quattro Giornate di Napoli oggi?

Come per un singolo essere umano avere compiuto, ad un dato momento della propria vita qualcosa di particolarmente  difficile, ardito e fuori dell’ordinario quotidiano rappresenta  la consapevolezza  non più effimera di essere stato capace di un gran gesto, così per una intera comunità è fondamentale avere “deciso di decidere”, avere voluto riprendersi la guida del proprio destino nelle proprie mani ribellandosi e proponendo se stessa alla funzione di governo, insomma insorgendo dal basso. Tutto questo oggi va ricordato, fatto ricordare o sapere a chi non c’era, va fatto rivivere richiamando alla mente  di chi è venuto dopo ed ha il diritto, prima e più che il dovere, di sapere e di sentirsi  parte, dal passato verso il presente, di una unica storia comune.

Una pagina gloriosa che va ricordata e fatta conoscere ai giovani, quali iniziative possono essere messe in campo perché la memoria non si perda?

Le iniziative messe e da mettere in campo sono di varia natura e vanno dagli incontri tradizionali con testimoni, protagonisti, studiosi, alla visione di documenti, foto e filmati, o del gran film  di Nanni Loy, all’occasione fornita dagli anniversari. Beninteso, ai ragazzi e ragazze della scuola va data soprattutto la opportunità di farsi più partecipi e protagonisti stimolandoli a compiere ricerche  sul tema nelle forme espressive di loro maggiore gradimento. L’anno scorso si è provato con successo, in collaborazione con l’Assessorato alla Scuola del Comune, una sorta di invito-concorso sul tema: avere 16 anni nel 1943, o anche  altre età corrispondenti alla fascia d’istruzione; al riguardo sempre più mi convinco che musica, arte, letteratura, piccole realizzazioni multimediali possono dare risultati incoraggianti.

Napoli città Medaglia d’Oro al valor militare, secondo Lei i valori che hanno portato a quei quattro giorni di settembre possono essere ancora vivi?

Ho detto prima che i valori di una volta, e che si sono fatti vivere in un dato momento, non solo possono ritornare nelle forme attuali, ma rappresentano un patrimonio prezioso di risorse cui attingere, con orgoglio e secondo le circostanze. In questo senso  mi piace ricordare la manifestazione dei precari della scuola sotto le finestre del palazzo romano dove ha sede il Ministero. I tanti napoletani convenuti per la protesta sindacale inalberavano scritte e striscioni in cui si leggeva:”ricordatevi cosa siamo stati capaci di fare 70 anni fa”!. Trovo straordinario il ricorso e il ritorno a quel momento del passato magicamente tornato presente.

Un programma ricco quello portato avanti  dall’istituto Campano per la Storia della Resistenza dell’Antifascismo e dell’Età Contemporanea “Vera Lombardi” per l’anniversario 2016, ce ne può parlare?

L’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dellì’Età Contemporanea, intitolato a Vera Lombardi , è sorto nel 1964. In oltre mezzo secolo di vita non ha mai smesso di promuovere storia, memoria, conoscenza, valori civili, dappertutto e a favore di chiunque nefosse interessato o ne avesse bisogno. Lo facciamo con mezzi scarsi, scarsissimi ma resistiamo, è il caso di dire visto il nome che portiamo e la ‘mission’ che ci siamo assegnati; ovviamente, ci rivolgiamo soprattutto ai giovani ai quali non ci stanchiamo di ripetere che il nostro dovere è e resta quello di consentire a loro l’esercizio di un diritto, il diritto sacrosanto alla memoria.

 

Bianca Desideri

Roma Film Festival 2016, ospiti internazionali e grandi film

Grande ritorno per la Festa del Cinema di Roma che si terrà dal 13 al 23 ottobre 2016. La programmazione, sarà spalmata su dieci giorni e le opere che si potranno gustare saranno in tutto quarantacinque tra documentari e film. Tra gli ospiti più attesi alla Festa del cinema di Roma 2016, vi saranno Tom Hanks che riceverà il premio alla carriera 2016, Don De Dillo e David Mamet. E ancora Bernardo Bertolucci, Viggo Mortensen, Meryl Streep, Jovanotti e Oliver Stone.

Quest’anno la Festa del Cinema di Roma, sarà all’insegna della “varietà di generi, della qualità e dell’internazionalità”, ha spiegato il direttore artistico Antonio Monda.  Tra i temi quello della diversità, la politica, l’Olocausto, ma soprattutto il lavoro, e tre dei film italiani parleranno proprio di questo: “7 minuti” di Michele Placido, tratto da una storia vera, su undici lavoratrici di un’azienda tessile, il nuovo film di Daniele Vicari, “Sole cuore amore”, con due giovani donne nell’hinterland romano e “Maria per Roma” dell’esordiente Karen Di Porto. Il quarto italiano selezionato è il documentario “Naples ’44” di Francesco Patierno.

Saranno ventiquattro i film in anteprima mondiale. Nella Selezione ufficiale spiccano il film d’apertura “Moonlight” di Barry Jenkins, sulla diversità, “The birth of a nation” di Nate Parker, sulla schiavitù, “Denial” di Mick Jackson sullo storico negazionista David Irving. Non mancano grandi registi, come ha fatto sapere Monda: “Grandi registi che non sono mai venuti ma verranno alla Festa ad accompagnare i loro film, Andrzej Waida con l’ultimo film, Oliver Stone con “Snowden”, Stephen Frears e Werner Herzog”. Tanti ospiti in arrivo nella capitale, ma il direttore precisa: “Abbiamo scelto tutti i film e tutti gli incontri partendo da varietà e qualità, poi il red carpet, perché credo che non si parte dalla cornice, ma dal quadro. Avremo 32 personaggi di grande livello e non ci sarà una sera senza un red carpet di prima grandezza”. Tra i tanti, sfileranno Vanessa Redgrave e Ralph Fiennes, Juliette Binoche, Kristin Scott Thomas, per festeggiare i vent’anni de “Il paziente inglese”.

Grande protagonista sarà anche la musica, con nomi importanti, uno su tutti Michael Bublé. Per quanto concerne i biglietti sul sito ufficiale romacinemafest.it si evince che l’inizio della prevendita è previsto dal 6 ottobre. Come ogni anno, poi, vi saranno delle diverse possibilità di acquisto ovvero presso i punti vendita autorizzati, l’Auditorium Parco della Musica e le biglietterie telefoniche ed online.

Nicola Massaro

 

 

Nuovo remake per Assassinio sull’Orient Express

Nuovo remake per Kenneth Branagh Assassinio sull’Orient Express: nel cast Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Daisy Ridley e Judi Dench.

Dopo aver portato al cinema diversi film tratti dai drammi o dalle commedie scritte da William Shakespeare, dopo aver diretto Tom Cruise in Jack Ryan e il recente adattamento in live-action Disney, Cenerentola, il regista Kenneth Branagh torna in regia per il remake di Assassinio sull’Orient Express, celebre romanzo della scrittrice britannica Agatha Christie.

Il racconto della scrittrice inglese era già stato oggetto di un film diretto da Sidney Lumet nel 1974 dove spiccavano grandi nomi come Albert Finney, Lauren Bacall, Ingrid Bergman e Sean Connery. Non è da meno Kenneth Branagh che per la sua trasposizione sul grande schermo ha interpellato alcuni importanti attori del panorama cinematografico e che, come spesso accade, non si limiterà soltanto a dirigere il film, ma interpreterà in prima persona il detective belga Hercule Poirot. Le riprese del film inizieranno a novembre e si svolgeranno principalmente tra Londra e Malta. Alla sceneggiatura Michael Green, mentre alla produzione un team di nomi straordinari: Ridley Scott, Simon Kinberg, Mark Gordon e lo stesso Kenneth Branagh. Steve Asbell supervisionerà la produzione per la Fox, mentre James Prichard e Hilary Strong saranno produttori esecutivi.

La data di uscita del film è fissata per il 22 novembre 2017. Nell’attesa di scoprire maggiori dettagli sul film, ecco i primi attori scelti dal regista per interpretare i principali personaggi del nuovo Assassinio sull’Orient Express; Depp interpreterà la vittima, il ricco uomo di affari Ratchett, alla Pfeiffer andrà il ruolo di Mrs. Hubbard; la principessa Dragomiroff avrà il volto di Juli Dench e la nuova stella di Star Wars, Daisy Ridley, interpreterà invece la giovane insegnate inglese, Mary Debenham. In merito Branagh ha dichiarato: “Il romanzo della Christie è misterioso, avvincente e inquietante. Sono davvero onorato di avere questo fantastico gruppo di attori per dare vita a un materiale così dark da mostrare al pubblico odierno”.

 

Nicola Massaro

 

 

I Van Gogh ritrovati a Castellammare

Ritrovati i due dipinti di Van Gogh spariti nel 2002, un colpo da 100 milioni di dollari

A poche ore dal ritrovamento sensazionale di due dipinti di Vincent Van Gogh, a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, la notizia ha già fatto il giro del mondo.

Le due tele erano sparite il 7 dicembre del 2002, rubate dal Van Gogh Museum di Amsterdam, per mano di una banda specializzata nel traffico di opere d’arte e, nonostante l’arresto dei responsabili un anno dopo il colpo, la refurtiva non era stata recuperata.

Il ritrovamento, ad opera della Guardia di Finanza, è avvenuto a casa di un narcotrafficante di spessore.

Non è certo una novità che malavitosi di un certo calibro si rivolgano al mercato nero delle opere d’arte per investire e riciclare i propri lauti guadagni, provento delle loro riprovevoli azioni; è il caso della “Bella Addormentata”, sarcofago di epoca romana di enorme prestigio ritrovato dall’FBI in un magazzino nel Queens, a New York, pronto per essere spedito al suo acquirente giapponese che lo aveva acquistato da un collezionista e mercante d’arte vicinissimo ad un noto  mafioso, o ancora, le 125 tele d’autore, da Fontana a Carrà, De Chirico, Dalì e Sironi, confiscate ad uno ‘ndranghetista di Reggio Calabria, un patrimonio artistico inestimabile dal valore complessivo di circa 300 milioni di euro.

Per quanto riguarda i due dipinti di Van Gogh appena ritrovati, “La spiaggia di Sheveningen durante un temporale”, olio su tela del 1882, e “Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nouen”, olio su tela del 1884, le dichiarazioni di gioia e soddisfazione sono riecheggiate da Palazzo del Collegio Romano a Palazzo Chigi, fino al Vincent Van Gogh Museum, ma molte testate internazionali portano la notizia in prima pagina.

Finalmente il pubblico potrà ritrovare un altro pezzo del genio pittorico dell’artista olandese, soprattutto nell’opera “La spiaggia di Sheveningen durante un temporale”, la storia, infatti, narra che Van Gogh lo realizzò all’aperto in una giornata particolarmente ventosa e che dei granelli di sabbia furono trascinati dal vento direttamente sulla tela, mescolandosi irrimediabilmente alla vernice; questo avrebbe conferito a quel paesaggio fatto di onde e nuvole maestose un tumulto tangibile.

Rossella Marchese

ICSR: le Quattro Giornate di Napoli

Si concluderanno il 5 ottobre le celebrazioni per il 73° anniversario delle Quattro Giornate di Napoli.

L’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età contemporanea “Vera Lombardi” messo in campo in questa occasione numerose iniziative perché la memoria di quei giorni non si perda.

Ma cosa significa ricordare un episodio di 73 anni fa. Significa fare in modo che anche le giovani generazioni possano conoscere e rivivere attraverso le testimonianze episodi della nostra storia passata che hanno segnato il percorso di un popolo. I tragici giorni del 1943 in cui dal 27 al 30 settembre 1943 Napoli fu protagonista di un’insurrezione popolare per liberare la città di Napoli dall’occupazione delle forze armate tedesche. L’episodio valse alla città il conferimento della medaglia d’oro al valor militare.

Ricordiamo gli eventi di questo 73° anniversario:

– 28 settembre: Mostre fotografiche e documentarie su Gaetano Arfè e Roberto Bracco. Omaggio- ricordo: “Gaetano Arfè tra politica e storia”. Complesso di San Domenico Maggiore.

– 29 settembre:  rappresentazione teatrale: Coraggio, ci vuolea cura della compagnia “La Carrozza d’Oro”. Casina pompeiana, Villa comunale.

– 30 settembre: “Cacciatori di memorie”: Le Quattro Giornate di Napoli nei libri di Aldo De Iaco e nel film di Nanni Loy. Sede dell’ICSR “Vera Lombardi” (via Costantino 25).

– 3 ottobre: Cerimonia in onore di Salvatore Sabella “un napoletano messicano. Sala Giunta – Palazzo San Giacomo (Comune di Napoli), ore 11.00.

– 5 ottobre: Omaggio- ricordo: “Roberto Bracco, pacifista e antifascista”. Complesso di San Domenico Maggiore , ore 16,30.

Salvatore Adinolfi

 

Alla scoperta di Agropoli e Castellabate

Un nuovo appuntamento per soci e simpatizzanti è quello che l’Istituto Italiano dei Castelli ha organizzato per sabato 22 ottobre incentrando la sua attività culturale su un’escursione esclusiva ad Agropoli e Castellabate. Antonio Capano, già soprintendente archeologico in Basilicata, guiderà la visita al bellissimo borgo medievale ad al castello, uno dei più importanti in area cilentana.

Seconda tappa Castellabate dove l’architetto Giuseppe Ianni e lo storico locale Gennaro Malzone, guideranno i visitatori alla scoperta del centro storico e del castello. “Entrambi i castelli, tra l’altro,  ben rappresentano con le loro poderose torri circolari scarpate la fase cruciale nella storia dell’architettura militare definita di Transizione, che trovò ampia diffusione anche nel regno di Napoli, in età aragonese. Le interessanti caratteristiche difensive – si legge nel comunicato dell’Istituto Italiano dei Castelli – dei due complessi saranno commentate dall’arch. Luigi Maglio, vicepresidente nazionale del Consiglio Scientifico dell’istituto Italiano dei Castelli”.

Salvatore Adinolfi

 

 

 

Acropoli dei Giovani e scuola medica salernitana

Domani 1° ottobre 2016  riprendono gli appuntamenti dell’Acropoli dei Giovani – Primo Presidio Permanente Palomonte, nato nel 2014 dalla collaborazione fra l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e il Comune di Palomonte con il sostegno del gruppo spontaneo di cittadini “Amici della Biblioteca Palomonte”.

L’Acropoli dei Giovani nasce dall’esigenza di diffondere la cultura nel senso più ampio del termine, in modo particolare il sapere filosofico.

Un ricco calendario di appuntamenti è stato svolto sin d’ora a partire dal 18 ottobre 2014, giorno di inaugurazione dell’Acropoli dei Giovani Primo Presidio Palomonte, quando in una magnifica sala affollata di giovani studenti, l’avvocato Gerardo Marotta e i componenti del comitato scientifico, il prof. Gerardo Grossi e la dott.ssa Bianca Desideri, responsabile a livello nazionale, davano il via a quello che fu definito un vasto progetto di formazione, di promozione e di crescita rivolto alle giovani generazioni nell’obiettivo di un sempre maggiore sviluppo culturale, sociale, economico e produttivo del territorio, nel rispetto dell’ambiente e nella continuità della tradizione storico-culturale.

1-ottobre-2016-acropoli-definitivaPer questo nuovo incontro dal titolo: “Primati e attualità di un’istituzione medievale di eccellenza: la Scuola medica Salernitana”, che si terrà nell’aula consiliare del Comune di Palomonte, a partire dalle ore 10.30 di sabato 1° ottobre 2016, si è voluto porre l’attenzione sulla più antica e importante istituzione medica d’Europa. Dopo i saluti della dott.ssa Bianca Desideri, responsabile scientifico nazionale dell’Acropoli dei Giovani-Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del prof. Gerardo Grossi, coresponsabile scientifico dell’Acropoli dei Giovani Primo Presidio Permanente Palomonte, interverrà il dott. Umberto Greco, primario del reparto di Urologia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria OO.RR. San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona di Salerno, che illustrerà primati e attualità della Scuola medica Salernitana nel pensiero medico moderno.

A conclusione dell’incontro, lo scrittore salernitano Carmine Mari, parlerà della sua prima fatica letteraria: Il regolo imperfetto. Intrighi e alchimie alla Scuola medica Salernitana, un’opera letteraria edita da Atmosphere libri, un avvincente thriller storico ritenuto dalla critica: “un giallo veramente ben costruito, con più piani di azione che si intrecciano e con la giusta dose di suspense, ambientato in un medioevo presentato con ricercatezza e dovizia di particolari. Il regolo imperfetto ha anche il pregio di presentarci un mondo, quello della medicina e delle scuole mediche medievali, e un ambiente storico-geografico – la Salerno del XIII secolo – di solito poco conosciuti ed esplorati dalla narrativa.”

Modera l’incontro la giornalista Valentina Risi, conduttrice radiofonica – Radio Mpa -, nonché appassionata volontaria della biblioteca comunale di Palomonte.

Ogni appuntamento è un’occasione per poter conoscere e apprezzare la biblioteca comunale e il suo patrimonio librario di circa 3500 volumi, in modo particolare, il Fondo Marotta, 130 volumi donati dall’avv. Gerardo Marotta con l’intento di nutrire il desiderio di conoscenza, soprattutto, dei giovani studenti. La biblioteca comunale di Palomonte è una realtà culturale curata e valorizzata da un gruppo spontaneo di cittadini di cui si possono seguire le attività collegandosi alla pagina facebook Amici della Biblioteca Palomonte.

Trasparenza fiscale tra UE e Principato di Monaco

Il 22 febbraio scorso l’Unione europea e il Principato di Monaco hanno siglato un nuovo accordo in materia di trasparenza fiscale. Tale intesa rappresenta un successivo passo in avanti nella lotta contro l’evasione fiscale.

L’accordo prevede nel 2018 lo scambio automatico, tra Monaco e gli Stati membri, delle informazioni sui conti finanziari dei loro residenti. Questi dati saranno raccolti dal primo gennaio 2017. La formale sottoscrizione di questo nuovo accordo è prevista prima dell’estate, una volta che il Consiglio avrà autorizzato tale firma su proposta della Commissione. L’accordo evidenzia la volontà politica del Principato di Monaco di progredire verso una maggiore trasparenza fiscale.

Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli affari economici e finanziari, fisco e dogane, afferma che “questo accordo rappresenta l’inizio di una nuova era nei rapporti tra Monaco e l’Unione europea. Noi condividiamo il medesimo obiettivo, combattere la frode a beneficio dei contribuenti onesti. Tale accordo concretizza il nostro obiettivo in modo equo ed efficace”.

Jean Castellini, Consigliere economico e finanziario del governo del Principato di Monaco, ha indicato che “questa sigla costituisce un nuovo esempio di politica gestita da Monaco al fine di contrastare l’evasione e la frode fiscale internazionale, onorando l’impegno di concludere accordi, in materia di scambio di informazioni, nel rispetto degli standard internazionali sviluppati dall’Unione europea e dal Forum mondiale dell’OCDE.”

All’interno del quadro del nuovo accordo, gli Stati membri riceveranno i cognomi, gli indirizzi, i numeri di identificazione fiscale e le date di nascita dei loro residenti che hanno dei conti presso il Principato di Monaco. Tra le altre informazioni condivise vi sarà anche il saldo di questi conti. La procedura prevista è conforme alla nuova normativa mondiale dell’OCDE e del G20 sullo scambio automatico di informazioni. L’incremento nella condivisione delle informazioni di questo tipo consentirà alle autorità di contrastare più efficacemente le frodi, fungendo contemporaneamente da deterrente per coloro i quali ambiscono a occultare capitali all’estero. L’Unione europea ha firmato accordi simili l’anno scorso con la Svizzera, San Marino, il Liechtenstein e nel 2016 anche con Andorra.

Diego Turco

 

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