Conferenza ministeriale WTO a Buenos Aires: la WTO viaggia in ripresa?

L’undicesima Conferenza ministeriale della Wto aperta a Buenos Aires non sarà come le altre. Non tanto perché è la prima in un Paese sudamericano, e nemmeno per i risultati che produrrà. Tutto questo è la cornice del vero dibattito, il faccia a faccia con l’Amministrazione americana con la sua fase di aperto riflusso della globalizzazione e di ritorno ai nazionalismi.

La Conferenza è terminata il 13 dicembre. I negoziati di preparazione svolti a Ginevra non hanno prodotto un testo condiviso di dichiarazione. E i lavori sono stati bloccati dagli Stati Uniti, reticenti a continuare gli esercizi e  intenzionati a evitare forse il sostegno al sistema multilaterale del commercio.

Gli Stati Uniti contribuiscono al bilancio della Wto per l’11%. Germania, Francia, Spagna e Italia da sole pesano quasi il doppio (20%). Se dagli Usa non si può prescindere, gli altri 163 soci della Wto non sono però disposti a subire i suoi atteggiamenti. La Ue vive con insofferenza le dichiarazioni dell’Amministrazione Trump e la Cina si è già proposta come campione del liberismo. Il Giappone e gli alleati asiatici di Washington devono ancora digerire il ritiro dalla Trans Pacific Partnership, che gli Usa avevano già siglato con 11 Stati del Pacifico.

Gli attacchi della Casa Bianca alla World Trade Organization hanno dato seguito alla retorica del candidato Donald Trump, che in campagna elettorale minacciò di portare gli Stati Uniti fuori da un’organizzazione «inutile», «disastrosa», «dannosa». A questo si è aggiunto il meccanismo di risoluzione delle dispute commerciali, che ha colpito al cuore con il boicottaggio della nomina di nuovi giudici nella “corte d’appello” (Appellate Body), ormai quasi alla paralisi. Mai nei suoi 70 anni di vita (l’accordo sul Gatt, precursore della Wto, fu siglato il 30 ottobre del 1947), l’Organizzazione ha vissuto una minaccia così pericolosa come l’aperto ripudio del Paese leader che nel dopoguerra ha progettato la struttura del sistema multilaterale.

Danilo Turco

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