Il Teatro Popolare Napoletano

Alcune compagnie teatrali amatoriali napoletane stanno preparando per il prossimo anno un programma comprendente antiche  farse napoletane intendendo con esse rappresentare l’amore, la felicità, il sogno impossibile di un cambiamento di fortuna e di ceto, la lotta aspra e salace contro un potere che è tanto più forte quando più si nasconde dietro un latinorum da leguleio o sotto vesti  stinte  di una nobiltà spuria: tra questi elementi i personaggi delle farse si  muoveranno, carichi di anni  e ingenui come fanciulli, nell’alone magico di quell’illusione  eterna che è il teatro.

Gli elementi della farsa sono antichi come il teatro. Lo sberleffo, la risata, il grottesco che il ghigno dell’attore esalta con autoironica compiacenza sono, da sempre, gli ingredienti di un teatro sapido, gustoso che riesce anche a ridere di se stesso. E’ così per i tipi, non certo ora inventati, che da millenni calcano, con sfrontata sufficienza, le tavole del palcoscenico.

Nessuna operazione dunque né pretesa di rivalutazione di un teatro che vorrebbero classico e popolare, tutt’al più una riabilitazione in toto del teatro senza ulteriori aggettivi. Non laboratorio né università, non podio politico né efficace digestivo. Teatro! Dove da sempre una umanità vive la sua giornata tra il riso e il pianto, tra il sogno e il patetico,

Al  di là di una ideologia che potrebbe mostrarsi deformante e restrittiva, il Teatro Popolare Napoletano, dopo anni di ricche esperienze intende mostrare, grazie a questi giovani artisti, nella duratura illusione di uno spettacolo, l’aspetto comune, quotidiano, ineffabile di figure umane colte nel momento di un lazzo, di un ammiccamento, tanto più oggi che un cosiddetto e frainteso ritorno al privato sembra privilegiare l’individuo nei suoi  momenti più banali e sacri.

Aspettiamo di gustare questi lavori  in  siti che non  saranno necessariamente  solo  teatri, ma anche  luoghi  dove si svolge la vita quotidiana.

Alessandra Federico

 

seers cmp badge