Children of the Sun di Morris West nella traduzione italiana curata da Salvatore Di Maio

Lunedì 23 gennaio 2023 alle ore 18.00 presso la libreria The Spark Creative Hub in piazza Giovanni Bovio n. 33, Napoli, pomeriggio con Salvatore Di Maio curatore  dell’edizione italiana del libro di Morris West “Children of the Sun” del 1957.

La pubblicazione del volume, dal titolo “Figli del Sole”, è stata promossa oltre che dal curatore, dall’editore “La Città del Sole” e dalla Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus che ha organizzato l’incontro.

A portare i saluti istituzionali saranno la prof.ssa Maura Striano, Assessore all’Istruzione e alla Famiglia del Comune di Napoli; l’avv. Roberto Marino, Presidente della Municipalità 2 del Comune di Napoli; il dott. Ciro Guida, Vice presidente e Assessore alla Culturale della Municipalità 3 del Comune di Napoli; il dott. Enrico Platone, Consigliere delegato alla Consulta delle Associazioni e delle Organizzazioni di volontariato della Municipalità 2 del Comune di Napoli.

Interverranno con il curatore della traduzione dott. Salvatore Di Maio, il prof. Antonio Lanzaro, Presidente della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus; Ms. Margareth Rush, Presidente del Comitato inglese della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus; il dott. Giordano Manes, Editore “La Città del Sole”; la dott.ssa Bianca Desideri, Giornalista e Direttore del Centro Studi e Ricerche “Mario Borrelli” della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus.

Il libro è il resoconto dell’esperienza vissuta da Morris West, accompagnato da uno scugnizzo, negli Anni ’50 per i vicoli di Napoli nella miseria dell’immediato dopoguerra.

 

 

(Foto: Si ringrazia Archivio Storico Diocesano di Napoli)

Napoli: la mostra di Edgar Degas, l’artista del 1800 che amava la città partenopea 

 Napoli è lieta di accogliere le straordinarie opere di uno dei più illustri pittori e scultori francesi tra gli  impressionisti del 1800: Edgar Degas. É la prima mostra a Napoli dedicata a Degas, nonostante il pittore abbia avuto da sempre un forte legame con la città partenopea; suo nonno, e gran parte della sua famiglia viveva a Napoli, e l’artista riteneva la città una delle più belle ed affascinanti al mondo, il luogo dove prendere maggiore ispirazione.

La mostra, inaugurata il 14 gennaio, si svolgerà all’interno del Complesso Monumentale San Domenico Maggiore a Napoli e terminerà il 10 aprile 2023, racconterà aspetti fondamentali della vita e della carriera del pittore attraverso i meravigliosi disegni dell’artista, alcune rare foto scattate da lui, litografie e xilografie e statue di bronzo.

Duecento le opere di Degas all’interno di questa mostra a Napoli, che saranno, durante l’esposizione, divise in diversi concetti: le tematiche che lo interessavano e incuriosivano e da cui prendeva suggerimenti per la sua creatività, la sua forte connessione con Napoli e la sua vita a Napoli.

Degas è riconosciuto in particolar modo per i suoi dipinti che raffigurano ballerini e, infatti, la fonte di ispirazione maggiore per lui era assistere a spettacoli di danza; l’eleganza, gli abiti, e i movimenti aggraziati delle ballerine catturavano la sua attenzione più di ogni altra cosa e suscitavano in lui un forte sentimento di tenerezza e ammirazione, tanto da volerne ricreare l’immagine con le sue stesse mani.

La vita di Degas

Edgar era figlio dei De Gas una nobile ed illustre famiglia della Linguadoca. I De Gas erano cavalieri del prestigioso ordine degli Orleans e, in merito a questo, l’intera famiglia si trasferì a Meung (provincia di Orleans). Poco tempo dopo, nacque Renè Hilaire, il nonno di Edgar ma, quando Renè diventò adulto, durante la rivoluzione francese, venne condannato alla ghigliottina  (in seguito alla condanna a morte della sua promessa sposa considerata nemica della nazione,  Renè venne considerato suo complice). Renè, si rifugiò a Napoli dove lavorò come agente di cambio riuscendo, col tempo, a conservare una notevole somma di denaro tanto da riuscire ad acquistare l’intero palazzo Pignatelli di Monteleone. (centro storico di Napoli). Renè era ben voluto e molto stimato da tante famiglie napoletane e, da lì a poco, sposò  Giovanna Teresa Freppa con la quale diede alla luce ben 7 figli tra i quali Auguste, padre di Edgar. Auguste, si trasferì in Francia poiché era direttore della filiale della banca parigina. Nella capitale francese, Auguste sposò Célestine Musson e poco tempo dopo nacque il loro primogenito Edgar. Purtroppo, però, Célestine venne a mancare quando Edgar era ancora troppo giovane e, distrutto dal forte dolore per la perdita della madre, decise di dedicarsi agli studi frequentando il liceo classico parigino Louis le Grand.

Il suo primo approccio all’arte fu grazie a Henri Rouart, figlio di un famoso collezionista che possedeva molti importanti dipinti. Edgar fu ammirato e incantato da queste opere e desiderava con tutto il suo cuore intraprendere gli studi di arte ma, per volere di suo padre, iniziò il percorso universitario presso la facoltà di legge.

Il giovane aspirante pittore, però, studiò legge sei mesi e ci rinunciò, convinse il padre che la sua strada sarebbe stata quella che lo avrebbe portato a diventare un bravo artista ottenendo, finalmente, il consenso di Auguste.

Il suo percorso di studio artistico iniziò con il pittore Félix-Joseph Barrias, che gli insegnò la pittura dei nudi e della storia. Edgar voleva però crescere nell’ambito e soprattutto trovare un suo stile personale. Decise, così, di seguire gli insegnamenti di Louis Lamothe e, nel 1855, riuscì a farsi inserire nella prestigiosa École des Beaux-Arts. (Tempio dell’arte ufficiale dell’epoca). Tuttavia, dopo solo sei mesi, per Edgar gli insegnamenti all’interno dell’accademia di arte non stavano appagando appieno le sue esigente, non erano stimolanti ai fini di poter esprimere le sue emozioni attraverso la sua arte e, quindi, decise di trasferirsi in Italia dove solo lì avrebbe potuto trovare completezza nello studio dell’arte, soprattutto in quella antica e grazie ai maestri del rinascimento.

La vita a Napoli

Nel luglio del 1856, l’artista arrivò a Napoli dove venne ospitato da suo nonno Renè. Edgar era felice di passare del tempo con suo nonno, in particolar modo perché quest’ultimo lo incoraggiava e sosteneva costantemente durante il suo percorso di studi d’Arte a Napoli.

La vita di Edgar era oramai focalizzata unicamente sullo studio dell’arte e, la città partenopea, non faceva altro che essergli complice con il suo meraviglioso clima, con i suoi incantevoli panorami, con la piacevole e divertente musica, con il buon cibo e, soprattutto, l’entusiasmo che il popolo metteva in ogni cosa che faceva erano, per Edgar, di grande incitamento per la realizzazione delle sue opere. D’altro canto, uno dei dipinti in cui l’artista è riuscito a manifestare gli insegnamenti della città partenopea fu proprio il ritratto di Hilaire De Gas, (ritratto di suo nonno Renè) iniziato e terminato proprio a Napoli.

Napoli, per Edgar, è stata la città dove è riuscito ad esprimere tutto ciò che da sempre desiderava comunicare attraverso l’arte e i suoi dipinti e, le sue parole, riescono a trasmettere forte e chiaro le sue emozioni: “Lasciando Civitavecchia il mare è azzurro, poi è mezzogiorno, e diventa verde mela con tocchi di indaco al lontano orizzonte: all’orizzonte una fila di barche a vela latina sembra un nugolo di gabbiani o di gavine per tono e forma… il mare un po’ agitato era di un grigio verdastro, la schiuma argentea delle onde, il mare si dissolveva in un vapore il cielo era grigio. Il Castel dell’Ovo si elevava in una massa dorata. Le barche sulla sabbia erano macchie color seppia scura. Il grigio non era quello freddo della Manica ma piuttosto simile alla gola di un piccione”.

Alessandra Federico

 

 

 

Giornata in ricordo: Giosi Amirante e gli studi sull’architettura napoletana tra Sei e Settecento

Mercoledì 25 gennaio 2023 alle ore 10.00 presso la Società Napoletana di Storia Patria in Castelnuovo si terrà l’incontro dal titolo “Giosi Amirante e gli studi sull’architettura napoletana tra Sei e Settecento” a cura di Maria Gabriella Pezone e Giuseppe Pignatelli.

L’incontro vuol ricordare e mettere in luce i principali aspetti della figura della scomparsa “storica dell’architettura e raffinata studiosa che ha curato nel 2008 con Mariella Pessolano (recentemente scomparsa) il volume su “Territorio, fortificazioni, città” che – come sottolinea Giuseppe Pignatelli il quale insieme a Maria Gabriella Pezone cura la giornata del 25 – rappresenta un testo fondamentale per l’analisi delle architetture fortificate e dei programmi difensivi nel regno di Napoli fra Sette e Ottocento”. Quattro i focus:

Giosi Amirante e gli studi sull’architettura napoletana tra Sei e Settecento

Maria Gabriella Pezone – DiLBeC
L’allieva, la studiosa, la docente nel ricordo degli amici
Alfonso Gambardella – fondatore e già preside della Facoltà di Architettura SUN
Cesare de Seta – professore emerito dell’Università di Napoli Federico II
Gennaro Ferrara – già rettore dell’Università di Napoli Partenope
Pasquale Belfiore – già ordinario di Composizione architettonica SUN
Gli studi di Giosi Amirante nel ricordo dei colleghi

Anna Giannetti –  DADI – per l’Università della Campania Luigi Vanvitelli
Alfredo Buccaro –  DiArch-CIRICE – per l’Università di Napoli Federico II
Pasquale Rossi – DipSU – per l’Università Suor Orsola Benincasa
Adele Fiadino – Dd’A – per l’Università di Chieti-Pescara G. d’Annunzio
Città e territorio negli scritti di Giosi Amirante
Giuseppe Pignatelli – DiLBeC

Orsola Grimaldi

In ricordo di Mario Borrelli alla libreria The Spark Hub presentazione del volume “Figli del Sole”

Lunedì 23 gennaio 2023 alle ore 18.00 presso la libreria The Spark Creative Hub in piazza Giovanni Bovio n. 33, Napoli, pomeriggio con Salvatore Di Maio curatore  dell’edizione italiana del libro di Morris West “Children of the Sun” del 1957.

La pubblicazione del volume, dal titolo “Figli del Sole”, è stata promossa oltre che dal curatore, dall’editore “La Città del Sole” e dalla Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus che ha organizzato l’incontro.

A portare i saluti istituzionali saranno la prof.ssa Maura Striano, Assessore all’Istruzione e alla Famiglia del Comune di Napoli; l’avv. Roberto Marino, Presidente della Municipalità 2 del Comune di Napoli; il dott. Ciro Guida, Vice presidente e Assessore alla Culturale della Municipalità 3 del Comune di Napoli; il dott. Enrico Platone, Consigliere delegato alla Consulta delle Associazioni e delle Organizzazioni di volontariato della Municipalità 2 del Comune di Napoli.

Interverranno con il curatore della traduzione dott. Salvatore Di Maio, il prof. Antonio Lanzaro, Presidente della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus; Ms. Margareth Rush, Presidente del Comitato inglese della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus; il dott. Giordano Manes, Editore “La Città del Sole”; la dott.ssa Bianca Desideri, Giornalista e Direttore del Centro Studi e Ricerche “Mario Borrelli” della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus.

Il libro è il resoconto dell’esperienza vissuta da Morris West, accompagnato da uno scugnizzo, negli Anni ’50 per i vicoli di Napoli nella miseria dell’immediato dopoguerra.

“In quella Napoli – evidenza il prof. Antonio Lanzaro, presidente della Fondazione – un uomo, Mario Borrelli, un gigante del suo tempo, dà una scossa ad una società incerta e travagliata. Egli, noncurante delle convenzioni, disattendendo i canoni della Chiesa, consapevole del totale disinteresse delle istituzioni, “inventa” uno spazio incredibile nel quale restituisce dignità a quei bambini e li fa diventare “persone”, come dice Di Maio. Cosicché quella Napoli dolente, tragica, si illumina con il suo sole e quei bambini diventano Children of the sun”.

Melaine Bryan, figlia dello scrittore Morris West, introduce alla lettura del volume con la sua prefazione. “L’esperienza della sua indagine rese mio padre ancor più determinato a portare all’attenzione del mondo la difficile situazione degli Scugnizzi di Napoli e gli sforzi instancabili di Padre Borrelli per costruire, per loro, una casa. …. Ero quindi molto emozionata quando Salvatore Di Maio ci ha contattato per la traduzione di Children of the Sun in italiano”.

Nella premessa, Salvatore Di Maio, si chiede: “… perché non fosse mai stato tradotto in lingua italiana. Eppure l’autore è noto, mi dicevo, con molti suoi libri tradotti, ben venduto, in Italia. Rileggendolo, poi, con maggiore attenzione, credo di aver trovato la risposta a quel quesito e, ne sono certo, anche il lettore non faticherà a coglierla. … Si tratta di una rappresentazione della realtà osservata, messa su carta in modo crudo e libero, una denuncia senza appello per i “signori” di quegli anni ed occorreva coraggio a diffonderlo. … A differenza dei grandi visitatori di Napoli, non si sofferma sulle bellezze del golfo e non trasforma in poesia le immagini di miseria che è costretto ad osservare, rimandandole per quel che sono in tutta la loro drammaticità”.

“Come Fondazione abbiamo fortemente voluto l’organizzazione di questo pomeriggio in libreria per presentare nuovamente il volume curato da Salvatore Di Maio. Questa iniziativa si inserisce nel calendario delle celebrazioni per il centenario della nascita di Mario Borrelli che la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus ha inaugurato il 19 settembre, giorno della nascita di Borrelli, e che proseguirà con altri eventi fino al 19 settembre 2023 – evidenzia Bianca Desideri, Direttore del Centro Studi “Mario Borrelli” della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus –“.

Un intero anno dedicato ad un uomo, Mario Borrelli, il quale ha speso tutta la sua vita in difesa e supporto dei diritti dei più deboli, dei bambini, delle donne e della pace e che, partendo da quella “Casa dello Scugnizzo” da lui fortemente voluta nel cuore di Materdei, è diventato una figura di livello internazionale conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.

 

(Foto: Si ringrazia Archivio Storico Diocesano di Napoli)

Il Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” presenta un libro di Giovan Battista Cavallari

Si presenta oggi sabato 14 gennaio 2023 alle ore 17.30 a Nola, nel Salone Mozzillo del Complesso conventuale di Santa Chiara Via Santa Chiara n. 28, il volume “De Morbo epidemiali nolano” Nola e il suo territorio nella testimonianza di Giovan Battista Cavallari di Maria Carolina Campone con un saggio medico-scienti­fico di Eduardo Verrillo, organizzata dal Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” con il patrocinio morale del Comune di Nola.

“Nell’anno 1600 un’epidemia, dovuta alla scarsa cura del territorio, devastò Nola. A distanza di anni,  la situazione non sembra cambiata. La pubblicazione del volume del dotto medico Giovan Battista Cavallari è l’occasione per riflettere insieme su un problema che riguarda tutti noi” è quanto sottolineano gli organizzatori.

La ristampa del prezioso testo secentesco è un importante momento culturale. Il volume edito nel 2012 a cura degli stessi autori e ristampato nel presente anno sociale è inserito nella collana “Quaderni e strumenti” diretta dal Prof. Saverio Carillo dell’Università della Campania sarà presentato al pubblico.

A portare i saluti: Dott. Aniello Manzi, Presidente Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”; Mons. Pasquale Capasso, Vicario generale della Diocesi di Nola; Dott. Carlo Buonauro, Sindaco di Nola; Dott.ssa Antonia Solpietro, Direttrice dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Nola; Dott. Ciro Ciaccio, Presidente Zona 5 Distretto 108Ya; Avv. Giusy Lanzaro, Presidente II Circoscrizione Distretto 108Ya; Dott. Pasquale Bruscino I Vice Governatore Distretto 108Y.

Le relazioni saranno tenute da: Prof.ssa Maria Carolina Campone, Prof. Ordinario Scuola Militare “Nunziatella”  e Dott. Eduardo Verrillo, Medico nefrologo ed esperto di problematiche ambientali del territorio.

I lavori saranno moderati dalla Dott.ssa Autilia Napolitano Giornalista – Direttore Mondadori Nola.

Le conclusioni sono affidate al Prof. Dott. Franco Scarpino Governatore del Distretto 108Y.

Antonio Desideri

Una collana per conoscere i minerali del mondo

Quante volte ci siamo chiesti quando abbiamo avuto in mano un minerale o una gemma, di che minerale o di che gemma si trattasse. Possiamo scoprirlo consultando la pubblicazione periodica in edicola del National Geographic dal titolo “Minerali e gemme da tutto il mondo”.

Un modo per far stare insieme grandi e piccini, scoprendo un mondo fantastico e ricco di colori: ametista, quarzo rosa, agata, lapislazzuli, oro e molti altri ancora, imparando a identificarli, scoprendo come si formano e a cosa servono.

In ogni fascicolo in edicola è allegato un minerale o una gemma da conservare in espositori appositamente progettati e compresi nella collezione.

Una ricca collezione che porterà in giro per il mondo il lettore che potrà conoscere luoghi, materiali, usi e importanza per l’economia e per il pianeta.

National Geographic dal 1888 ad oggi ha finanziato oltre 12.000 ricerche, esplorazioni e progetti di preservazione della natura in tutto il mondo.

Con parte del ricavato di questa pubblicazione sarà finanziato uno dei progetti senza fini di lucro della National Geographic Society.

Antonio Desideri

Simone Zanchini e La filosofia di Fabrizio De André

“La filosofia di Fabrizio De André”, dai caruggi malfamati genovesi alle asperità montane della Sardegna: quali sono le tappe fondamentali in relazione ai luoghi in cui visse?

Fabrizio De André vive i suoi primi anni non a Genova e davanti al mare, ma in campagna, a Revignano d’Asti, dove la famiglia si era ritirata per sfuggire alla guerra dal 1941 al 1945. La campagna resterà sempre dentro la sua vita e dentro le sue canzoni che parlano spesso di fiori, profumi, spazi aperti e primavere. A Genova, nella sua adolescenza, scopre i carruggi e la vita del porto, le prostitute e il mondo della notte, il mare e le sue rotte. Ma la vita contadina, il rapporto con gli animali e la natura rurale resteranno sempre presenti. Proprio per questo, quando negli anni Settanta acquisterà una proprietà in Sardegna, sceglierà l’aspro entroterra e non la costa. Sebbene ci sembri naturale accostare De André al mondo dei carruggi non dobbiamo mai dimenticare questa vena campagnola che lo accompagnerà sempre e sarà lo sfondo di tante canzoni.

Le canzoni di De André narrano di “emarginati”, disgiunti da qualsivoglia ordinamento. La lotta politica, l’adesione ad una causa: i nostri tempi possono ospitare, a suo avviso, siffatti propositi di cambiamento sociale?

Il mondo degli emarginati è certamente stato spesso cantato da Fabrizio. Ma dobbiamo ridefinire il concetto di emarginazione: nel mondo di Fabrizio non c’è posto per la discriminazione perché lui non si riconosceva nel mondo del potere e dunque non ne adottava il metro di giudizio. Per lui esistevano gli uomini e basta. I nostri tempi potrebbero imparare da Fabrizio ad accogliere senza giudicare, e a vedere l’umano senza etichette. La sua è essenzialmente una lezione di libertà e civiltà. Chi giudica è un “uomo piccolo” come la canzone Un giudice simbolizza.

Pasolini sul Corriere della Sera scriveva ”… perché come sanno bene gli avvocati, bisogna screditare senza pietà tutta la persona del testimone per screditare la sua testimonianza…”.

Cosa non è stato ancora perdonato a De André?

Di essere un uomo integro e senza compromessi. Di essere un uomo libero e senza pregiudizi. De André non ha nulla che attende di essere perdonato perché non può essere giudicato con il metro di quel mondo borghese dal quale è uscito e che ha così tanto criticato durante la sua vita. La sua è un’etica della compassione e dell’accoglienza, non del peccato e del giudizio.

Il suo libro è stato stampato a circa sessant’anni dalla pubblicazione del primo 45 giri di Fabrizio De André: Nuvole barocche. Qual è stata la più grande lezione di De André?

Direi il pensiero critico, che poi è il pensiero filosofico stesso. De André non ha mai ceduto all’ovvio e al luogo comune. Ci insegna a guardare le cose con occhi sempre nuovi e a capire che forse c’è un mondo diverso che ci perdiamo quando accettiamo le cose senza riflettere con la propria testa. Qualsiasi cosa si pensi di De André, la libertà di pensiero è una lezione che ha vissuto e che ci invita a vivere sempre

Professore, ha un ricordo personale che può offrirci di De Andrè e del suo Lirismo?

Io non ho conosciuto personalmente De André, ma accompagna le mie giornate da molto tempo, sia come ascoltatore, sia come musicista. Ho un gruppo, che si chiama de André e la filosofia, con il quale condividiamo oltre che la passione per le sue canzoni anche il progetto di comunicare e portare la musica di Fabrizio ovunque ci sia la volontà di ascoltare e farsi coinvolgere dal pensiero di questo grande artista. Abbiamo suonato nelle carceri, nelle scuole, nelle università e nei centri di accoglienza, oltre che in tanti teatri e piazze. Abbiamo compreso che il lirismo, la musica, gli strumenti e le parole sono un tutt’uno in Fabrizio. E accostiamo sempre contenuti filosofici, che io narro al pubblico, con canzoni che poi suoniamo. Ne viene fuori un cammino, una navigazione insieme che non è solo una serata di musica ma anche di pensiero. Musica e filosofia.

 

Simone Zacchini è ricercatore confermato in Storia della filosofia presso l’Università di Siena. Si occupa del pensiero di Nietzsche, del tema della crisi dei fondamenti e di fenomenologia. Tra le sue pubblicazioni: Il corpo del nulla. Note fenomenologiche sulla crisi del pensiero contemporaneo (2005); La Collana di Armonia (2010) e numerosi saggi su Nietzsche, Bloch, Jankélévitch, Adorno, Husserl e Heidegger.

Giuseppina Capone

 

Il Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” presenta il volume “De Morbo epidemiali nolano”

Si terrà sabato 14 gennaio 2023 alle ore 17.30 a Nola, nel Salone Mozzillo del Complesso conventuale di Santa Chiara Via Santa Chiara n. 28, la presentazione del volume “De Morbo epidemiali nolano” Nola e il suo territorio nella testimonianza di Giovan Battista Cavallari di Maria Carolina Campone con un saggio medico-scienti­fico di Eduardo Verrillo, organizzata dal Lions Club Nola Host “Giordano Bruno” con il patrocinio morale del Comune di Nola.

A portare i saluti: Dott. Aniello Manzi, Presidente Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”; Mons. Pasquale Capasso, Vicario generale della Diocesi di Nola; Dott. Carlo Buonauro, Sindaco di Nola; Dott.ssa Antonia Solpietro, Direttrice dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Nola; Dott. Ciro Ciaccio, Presidente Zona 5 Distretto 108Ya; Avv. Giusy Lanzaro, Presidente II Circoscrizione Distretto 108Ya; Dott. Pasquale Bruscino I Vice Governatore Distretto 108Y.

Le relazioni saranno tenute da: Prof.ssa Maria Carolina Campone, Prof. Ordinario Scuola Militare “Nunziatella”  e Dott. Eduardo Verrillo, Medico nefrologo ed esperto di problematiche ambientali del territorio.

I lavori saranno moderati dalla Dott.ssa Autilia Napolitano Giornalista – Direttore Mondadori Nola.

Le conclusioni sono affidate al Prof. Dott. Franco Scarpino Governatore del Distretto 108Y.

Il volume è stato pubblicato dal Lions Club Nola Host “Giordano Bruno”, attivissimo sul territorio con iniziative di grande valore sociale e culturale.

Antonio Desideri

Il castello del Carmine tra storia e trasformazioni urbane di piazza Mercato

Curiosando tra le pubblicazioni dell’Istituto Italiano dei Castelli Sezione Campania ha colpito la mia attenzione il Quaderno n. 5 dell’Architettura Fortificata in Campania dal titolo “Il castello del Carmine tra storia e trasformazioni urbane di piazza Mercato”. Un agevole volume illustrato edito nel 2012 dal prestigioso Istituto. La pubblicazione è stata curata dall’architetto Luigi Maglio, attuale vice presidente e già più volte presidente della Sezione Campania.

Il Quaderno guida il lettore alla conoscenza dell’ultima fortificazione “in ordine di tempo ad essere stata realizzata a difesa di una delle zone più esposte sul perimetro della città alla fine del XIV secolo”. La zona urbana di piazza Mercato e del Carmine ha subito nel corso dei secoli grandi trasformazioni e oggi risulta completamente trasformata rispetto al suo aspetto originario.

Scoprire la sua storia storico-architettonica anche attraverso le immagini e le piante aiuta chi vive la nostra città a comprendere l’importanza delle testimonianze storiche di cui è ricca, al rispetto e alla conservazione.

Antonio Desideri

Istituto Italiano dei Castelli, conoscere “Le parole del castello”

Parlare di castelli richiama immediatamente alla mente le fiabe della nostra infanzia con principi e principesse, luoghi incantati, ponti levatoi, cavalieri e dame. Quante volte avremmo voluto meglio conoscere il significato delle parole che descrivono le varie parti dei castelli, quelli veri, che arricchiscono l’Italia e molti altri Paesi, in particolare in Europa, e che sono famosi nel mondo intero. Grazie ad un’interessante testo pubblicato da Giannini editore e curata da Luigi Maglio e Domenico Taddei dell’Istituto Italiano dei Castelli è possibile conoscere nel dettaglio la nomenclatura castellana.

“Le parole del castello” questo è il titolo del volume ricco di illustrazioni che accompagna il lettore a conoscere il mondo della nomenclatura castellana. E sono proprio i curatori a evidenziare lo scopo di questo lavoro, uscito in seconda edizione nel 2018, “La decisione di riproporre questa piccola pubblicazione, edita per la prima volta nel 2004, scaturisce dal successo che essa ha all’epoca riscontrato, ma anche affinché essa possa essere di stimolo per un crescente e rinnovato impegno culturale e scientifico sia nell’ambito dell’Associazione sia per altri Ricercatori, e per promuovere ancor più la conoscenza di questa architettura specialistica sulla quale finalmente in questi ultimi anni, con molta soddisfazione di tutti (abbiamo iniziato a parlare di “castelli” nel 1964 – quando il tema era dai molti disatteso), è cresciuta progressivamente l’attenzione delle amministrazioni pubbliche in tante parti d’Italia, circa il recupero e la conservazione di questo straordinario patrimonio architettonico (e culturale)”. L’auspicio per tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del volume è che “questa “Nomenclatura castellana” possa essere un utile strumento a disposizione di chiunque voglia avvicinarsi alla corretta comprensione dell’affascinante universo della storia dell’Architettura militare”.

E nella presentazione alla seconda edizione Fabio Pignatelli della Leonessa, l’allora Presidente nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, evidenzia che “Gli sforzi prodotti per sensibilizzare sempre più il mondo civile sulle tematiche della salvaguardia e conservazione dei castelli e delle opere difensive si sono intensificati negli ultimi anni cercando di rendere più incisive alcune iniziative che sistematicamente l’Associazione promuove: le Giornate Nazionali dei Castelli, con aperture straordinarie di strutture fortificate in ogni parte d’Italia, il premio di laurea sull’architettura castellana, il concorso rivolto alle scuole “I castelli…raccontano”. Infatti c’è un bisogno costante di diffondere la conoscenza di queste testimonianze del nostro passato, che costituiscono uno dei fondamenti della nostra identità storica e culturale, e ciò può avvenire sia evidenziandone l’importanza nell’opinione pubblica che stimolando le nuove generazioni ad una migliore comprensione di questo patrimonio così straordinario, affascinante e suggestivo, la cui entità, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è seconda soltanto a quella dell’architettura religiosa”. E ancora la sua sottolineatura che “c’è un forte fermento ed interesse da parte delle istituzioni e del mondo civile intorno ai castelli ed ai borghi fortificati, ma appare doveroso ricordare che l’Istituto Italiano dei Castelli ha iniziato ad occuparsi di essi dal lontano 1964, riconoscendo l’importanza della loro salvaguardia e valorizzazione e le loro straordinarie potenzialità nella vita del nostro Paese quando pochissimi, se non nessuno, aveva rivolto il minimo sguardo su di essi”.

All’interno del volume contributi di Vittorio Foramitti, Flavio Conti, Marino Viganò, Domenico Taddei, Pietro Cardellino, Massimiliano Righini, Piero Marchesi, Roberto Corazzi, Luigi Maglio, Dino Palloni, Gianni Perbellini, Massimo Dringoli, Giusi Villari.

Un libro che non può mancare nelle biblioteche degli amanti di castelli e delle fortezze, degli studiosi d’arte e architettura, di tutti coloro che vogliono meglio conoscere l’architettura fortificata.

Antonio Desideri

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