A Buccino la magia della Smorfia in una mostra itinerante

 

Rendere ancora più affascinante la storia della Tombola Napoletana, reinterpretarne le peculiarità legate ad ogni singolo numero, è di per sé un obiettivo ambizioso, ma è anche lo scopo della mostra itinerante “Capitombolando”, nata dall’iniziativa dell’associazione Onlus Thule non solo doposcuola, di Castel San Giorgio in provincia di Salerno.

Questa manifestazione, che da tempo si svolge in giro per la Campania nel periodo delle vacanze natalizie, quest’anno si fa doppia, con un appuntamento speciale, in versione estiva, presso complesso degli Eremitani di Sant’Agostino, a Buccino, dal 12 al 9 settembre. Ma la particolarità di questo evento non è solo nel suo allestimento agostano, quanto nella trama della sua nascita.

Nel 1987, un gruppo di amici, tra cui i due artisti e coniugi svizzeri Barbla e Peter Fraefel, si ritrovarono a partecipare ad una tombolata a Campagna, con tutto il carico di allusioni, risate, leggende e aneddoti che comporta la messa in scena della Smorfia. Dopo quell’esperienza i due maestri, che hanno costruito con il territorio campano un intenso legame, decisero di mettere su tela il senso profondo di quel gioco con tutti i suoi reconditi significati. Prima quattro tele, poi la scelta definitiva di rappresentare tutti e novanta i numeri della Tombola. Un lavoro che è durato cinque anni  e che ha portato ad un risultato finale intenso, originalissimo e dalla resa visiva davvero sorprendente. Consci del patrimonio universale che rappresentano i numeri della Tombola Napoletana, i Fraefel donarono le novanta opere a quegli amici che con loro avevano condiviso il gioco per la prima volta, i quali, a loro volta, con la loro associazione Thule conclusero per una condivisione ancora più ampia di quel mondo ancestrale. Così nacque l’idea della mostra itinerante sulla Tombola Napoletana, all’inizio solo per esporre la visione di Barbla e Peter Fraefel, ma, con il tempo, la mostra si è trasformata in una competizione artistica.

La gara non ha regole, se non quella di seguire la propria fantasia nella rivisitazione dei novanta numeri della Smorfia, tutto è concesso, purché originale; quattro le categorie da premiare: pittura, scultura, fotografia e/o progettazione grafica, incisione. Ai primi classificati in ogni categoria un premio in denaro e l’acquisizione, dietro compenso, dell’opera, che va ad accrescere il valore ed il patrimonio artistico della mostra (e dell’associazione); ai secondi classificati, la possibilità di esporre in una personale una selezione delle proprie opere, oltre a quella in concorso.

Il Concorso è rivolto agli artisti italiani e stranieri, senza limiti di età, di sesso o di qualifiche culturali, nonché agli allievi di tutte le Istituzioni scolastiche, di ogni ordine e grado.

Anche la manifestazione agostana di Buccino prevede la possibilità di ammirare l’intera collezione itinerante, nonché di apprezzare e votare le opere attualmente in gara.

Rossella Marchese

La sfida dell’audiolibro

Si chiama Storytel ed è la piattaforma svedese di produzione, distribuzione e vendita di audiolibri; nata nel 2005 come startup, oggi è presente in 13 Paesi del mondo con più di 600mila abbonati. Ultima, l’Italia, che solo pochi giorni fa ha visto inaugurato in rete il servizio offerto dal canale Storytel.

Una storia nello smartphone, questo il motto di Storytel, nonché del suo fondatore, Jonas Tellander, ingegnere meccanico di Stoccolma, che nel 2005 creò la prima piattaforma per l’ascolto in streaming degli audiolibri, con un modello di business basato sull’abbonamento. Nonostante l’inizio difficoltoso e piuttosto in sordina, ciò che impedì il fallimento del progetto fu l’arrivo di Spootify, con la sua offerta di musica in streaming on demand, lanciato nel 2008 da una compagnia anch’essa svedese e, poi, dall’America, l’arrivo di Netflix, per film e serie tv. Questi due colossi di fabbricazione del tempo libero hanno permesso all’audiolibro di ritagliarsi con successo la propria fetta di mercato.

Al momento Storytel è un’azienda di 350 dipendenti tra i vari Paesi ed ha acquistato Norstedts, la casa editrice più antica della Svezia (quella che, per capirci, ebbe tra i suoi autori Astrid Lindgren, creatrice di Pippi Calzelunghe).

La sfida per questo nuovo tipo di produzione culturale è quella di rendere fruibile, sempre ed in qualsiasi situazione, un prodotto come il libro che, generalmente, ha bisogno di tempo ed attenzione per essere “consumato”. Nel caso dell’audiolibro, non c’è più bisogno di leggere, si può ascoltare una storia in mobilità, senza necessità di concentrarsi, anche perché i nuovi lettori, o gli utenti in questo caso, ricercano sempre più l’intrattenimento e non l’analisi.

C’è spazio anche per generi nuovi in questo mondo fatto di file scaricabili: vengono offerti podcast e contenuti nativi, creati cioè, fin dall’inizio in formato audio; si chiamano “originals” e sono filoni di 10 episodi, strutturati come una serie tv da ascoltare a puntate, che adattano la narrativa alla nuova economia dell’abbonamento e alle abitudini di fruizione, un’alternativa sempre più apprezzata rispetto al libro intero. Oltre all’evasione pura e semplice ci sono anche i “Docs”, documentari che possono oscillare dai 30 ai 60 minuti, su temi di attualità, inclusa la lettura di articoli di giornale.

Stanno ritornando i tempi in cui si leggeva a voce alta per la diffusione del sapere, adesso ci sono canali di distribuzione per questo format.

Rossella Marchese

 

 

 

Per Alberto Angela prima serata su Raiuno e cittadinanza onoraria di Napoli

Alberto Angela è cittadino onorario di Napoli. La cerimonia si è tenuta nella Sala dei Baroni al Maschio Angioino, gremita di appassionati e fan dello scienziato e divulgatore. Ad accoglierlo, il sindaco Luigi de Magistris, il vice sindaco Raffaele Del Giudice e l’assessore alla Cultura Nino Daniele. “Da oggi, ha detto de Magistris, Aberto Angela è un nostro concittadino: attenzione, non perché nei suoi programmi abbia parlato bene di Napoli, ma perché è riuscito a comprenderla e a raccontarla a fondo, senza patinature folcloristiche, con la comprensione dello scienziato, la pazienza dello storico e la sensibilità di un uomo di cultura”. “Alberto Angela”, ha dichiarato il primo cittadino della città adagiata all’ombra del Vesuvio, “ha colto l’umanità di una città che è insieme Inferno, Purgatorio e Paradiso. Non è mai stata una lettura superficiale né improntata al folklore. Alberto Angela è riuscito a cogliere la complessità di Napoli con la comprensione dello scienziato, la pazienza dello storico e la sensibilità dell’uomo di cultura”.

Il divulgatore scientifico, ha evidenziato “l’emozione” che ha provato, “inaspettata” e, di conseguenza, “ancora più gradita”. Nel raccontare Napoli “abbiamo sempre fatto un lavoro sincero, vero, trasparente, perché la città ha questo volto”. “Devi entrare a Napoli per conoscerla, dichiara, ho compreso, negli anni, il suo vero volto che sono le persone”. Non nasconde i problemi di Napoli, “le tante complessità, ma quale città non le ha?”. Il conduttore non solo ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Napoli, ma nei giorni scorsi, ha ritirato anche il premio qualità del Moige, e presto tornerà in tv in prima serata, sulla rete ammiraglia.

“Proporre la cultura in prima serata il sabato sera su Rai1 è una bella sfida”, ha affermato Alberto Angela, ricevendo nella Sala della Regina della Camera dei Deputati il Premio qualità del Moige per il suo programma Meraviglie – La penisola dei tesorì.

Angela si appresta nella prossima stagione a portare su Rai1 anche il suo programma del sabato sera su Rai3, di “Ulisse, il piacere della scoperta”.

“È un’ulteriore evoluzione, spiega il direttore di rete Angelo Teodoli. Proponiamo un confronto fra cultura e spettacolo. Ha già funzionato, noi scommettiamo su quello”. Il primo evento, “sarà il 22 settembre, con “Una notte a Pompei”, la settimana seguente riprenderà la programmazione di Ulisse” ha aggiunto il direttore di Rai1.

Per Angela “in Italia è facile fare cultura, con il patrimonio artistico e culturale che abbiamo. Non facciamo che raccogliere una tradizione antica che appartiene anche alla televisione. Io ho respirato in casa tradizione di servizio pubblico, ma l’ho trovata anche nei direttori con cui ho lavorato”. Questo “è uno dei pochi Paesi che propone la cultura in prima serata, ha agginto. Qui funziona, il pubblico italiano è diverso e il servizio pubblico è uno specchio di quello che c’è dall’altra parte dello schermo. È importante non lasciare quel pubblico da solo”. Il premio “è un impulso ad andare avanti. Io non cerco ascolti, cerco di far arrivare una cultura che appartiene a tutti. Perché conoscendo tu proteggi, conclude, e questo è molto importante per il nostro futuro”.

Nicola Massaro

Mezzo secolo di Booker, a confronto con lo Strega

Il Booker Prize compie 50 anni. Il riconoscimento più prestigioso per la narrativa di lingua inglese fu istituito nel 1968 e nel 1969 espresse il primo vincitore: Percy Howard Newby con Something to Answer for.

Per questo cinquantennale il Booker ha festeggiato selezionando un titolo d’oro tra cinque individuati da una giuria ad hoc, uno per ogni decennio, e lo scorso 8 luglio è stato annunciato il primo classificato, scelto dai lettori: Il Paziente Inglese di Michael Ondaatje, che già nel 1992 vinse il Booker.

In Italia, solo qualche giorno prima era stato annunciato il vincitore del Premio Strega per il 2018, La ragazza con la Leica, della scrittrice tedesca naturalizzata italiana Helena Janeczek. Una coincidenza di appuntamenti, tra il Booker e lo Strega, che può suggerire una riflessione speculare: individuare anche per la Fondazione Bellonci un titolo per ogni decennio, così da poter celebrare, proprio come il Booker, il prossimo anniversario tondo, considerando pure che il Premio Strega è ben più longevo del corrispettivo anglosassone, avendo già compiuto 71 anni.

Il confronto tra i due premi può offrire un colpo d’occhio interessante sulla letteratura italiana e su quella d’area anglofona contemporanee; ad esempio, è significativo scoprire che quasi tutti i titoli vincitori del Booker siano stati tradotti anche in Italia, segno di una penetrazione della fiction inglese nella nostra cultura che non trova però corrispondenza così piena oltre Manica.

Rossella Marchese

Celebrazioni leopardiane a Torre del Greco: successo di pubblico

Successo di pubblico e di amanti della cultura per la tredicesima edizione delle “Celebrazioni leopardiane” tenutesi dal 14 al 30 giugno scorso a Villa delle Ginestre a Torre del Greco.

L’evento si è aperto il 14 giugno con l’inaugurazione della mostra “Storia di una casa di Campagna, tra oralità e scrittura” a cura della Fondazione Ente Ville Vesuviane in collaborazione con il Museo del Corallo dell’Istituto d’istruzione Superiore “Francesco Degni” e la Pro Loco di Torre del Greco.  La mostra è stata dedicata alla storia della Villa che, dalla famiglia Simioli ai Carafa d’Andria, “conserva nella semplicità degli arredi della stanza del poeta i ricordi dei personaggi che l’hanno abitata. Le parole, gli oggetti e segni che abitano la mostra, tradiscono un luogo dell’anima disegnato dai versi de La Ginestra e Il Tramonto della Luna” come hanno evidenziato gli organizzatori.

Nel ricco calendario di eventi programmati per la celebrazione: la rassegna di musica corale a cura dell’Associazione Regionale Cori Campani; la presentazione del volume “Infinito Leopardi” curato dal Agostino Ingenito a cura dell’Associazione culturale “Leopardi e Napoli, legame indissolubile”; lo spettacolo tra musiche e poesia “Dueottobremilleottocentotrentatre, Leopardi a Napoli, idee per uno spettacolo” con Giulio Monteleone, Lucio Nardi, Luigi Palomba, Shanna Rossi, Laura Valente coreografie a cura di Sabrina Pedrazzini.

In attesa della prossima edizione non possiamo non evidenziare l’importanza di questo evento che tiene alto il ricordo di Leopardi e fa conoscere ad un pubblico sempre più vasto la meravigliosa Villa delle Ginestre.

Alessandra Desideri

 

 

La forza dell’amore, poesie per bambini

Mariarosaria Spinetti ha dedicato la sua vita all’attività didattica e scientifica presso l’Università di Napoli “L’Orientale” pubblicando saggi sulla letteratura medioevale e umanistica e interessandosi anche della cultura novecentesca.

Il volume che intendiamo sottoporre all’attenzione dei nostri Lettori, però, riguarda un’altra platea, non quella degli studenti universitari o degli esperti, ma quella dei bambini.

Con “La forza dell’amore. Poesie per bambini”, pubblicato da L’Orientale Editrice, la Spinetti si immerge con un linguaggio semplice nel mondo “dei fanciulli, frastagliato, variegato, capace di offrire sensazioni irripetibili, sia nella loro singolarità, sia nel confronto con il contesto circostante” evidenzia  nella prefazione Amalia Cecere.

Un volumetto agile, ricco di spunti dove i vari temi affrontati “vengono trattati con immagini proprie, adeguate per aderire alla delicata sfera psicologica dei bambini”.

Alessandra Desideri

Gli unicorni esistono: ritrovato il primo esemplare addomesticato in un antico papiro

Fra i sette animali disegnati sul frammento di papiro appena ritrovato ad El-Bahnasa in Egitto, compare forse uno schizzo preparatorio, per un mosaico o per un tessuto, di quella che è senza dubbio una delle prime immagini in assoluto nella storia di un unicorno, databile attorno al 450-550 d.C.

La posa dell’animale è elegante e altera, con la testa rivolta allo spettatore e il lungo corno appuntito con il tipico motivo a spirale, al collo è appeso un campanello, prova che è stato addomesticato. Tuttavia, non stiamo parlando del mitologico equino, figlio delle leggende del Nord Europa, l’unicorno in questione è più simile ad un gazzella, un orice con un unico corno; indicato da Aristotele come uno dei due unicorni in circolazione,oltre all’asino indiano,cioè il rinoceronte.

Il medico greco Ctesia, vissuto alla corte persiana tra il V e il IV sec a.C. Testimoniò che il corno dell’unicorno era ricercato in India per le proprietà medicinali; così come non era inusuale che gli studi zoologici dell’antico Egitto avessero illustrazioni di queste bestie, oppure i mosaici che rappresentavano animali, tipici degli ambienti scientifici di Alessandria, dove i re Tolomei crearono presso la loro reggia uno zoo sul modello del paradeisos, il parco di caccia dei re persiani.

Sempre ad Alessandria, il termine greco monokeros  (unicorno) fu adottato per tradurre l’ebraico re’em nella traduzione della Bibbia, anche in quel caso il riferimento era ad un animale con unico corno, più simile ad un bue che ad un cavallo. I padri della Chiesa raccontavano di questa bestia divina che si lasciasse catturare solo da una vergine.

Le sue raffigurazioni sono rare; si trova dipinto nei monasteri egiziani di Apa Apollo a Bawit e nel monastero bianco di Apa Shenoute, nonché in alcune chiese del IV sec in Siria e Libia, a volte insieme al pavone, altro emblema di bellezza ed immortalità; oppure intorno ad Orfeo o Adamo, eroi del monto classico e biblico, rappresentati al centro di paradisi e a colloquio con animali.

Rossella Marchese

I Sedili di Napoli alla Casa dello Scugnizzo

Le attività dell’Associazione Culturale Napoli è relative al progetto “Il Palio dei Sedili” proseguono con una mostra ospitata presso la Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus, presieduta dal professor Antonio Lanzaro.

Come spiegano gli organizzatori fino al 31 luglio sarà possibile compiere una passeggiata virtuale alla riscoperta dei Sedili di Napoli attraverso una mostra fotografica nell’ambito degli eventi previsti per il 2018 per l’iniziativa “Rivive la Napoli dei Sedili. Il Palio dei Sedili” nata nel 1997.

“Anche quest’anno abbiamo voluto proporre un viaggio fotografico attraverso le vie dei Sedili di Napoli. La mostra nasce da un lungo percorso di ricerca storico-architettonica coordinato dall’architetto Laura Bourellis – evidenzia il presidente dell’Associazione Culturale “Napoli è” Giuseppe Desideri – come per il passato intende proporre una suggestiva visione di Napoli tra passato e presente attraverso le immagini di alcuni fotografi. Siamo, inoltre molto soddisfatti della preziosa sinergia con la Fondazione Casa dello Scugnizzo e con l’I.S. G. Marconi di Giugliano in Campania che quest’anno grazie ai bravissimi docenti e allievi ha realizzato un corto dedicato ai Sedili”.

La mostra è intitolata “Napoli e i Sedili: i luoghi” ed è coordinata dall’arch. Laura Bourellis, con la collaborazione di Orsola Grimaldi e Rossella Marchese, sono presenti fra gli altri i lavori fotografici di Nicola Massaro, del fotoreporter Enzo Barbieri e il lavoro di ricerca condotto dagli studenti dell’I.S. “G. Marconi” di Giugliano in Campania.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni, ad ingresso libero, dalle 10.30 alle 13.00 il lunedì-martedì-mercoledì-venerdì , il giovedì dalle 15.30 alle 18.30.

Alessandra Desideri

Museo di Napoli, museo delle cose

Ricordi della città vissuta nel “Museo di Napoli” non a caso intitolato così in omaggio ai cittadini napoletani, alla loro vita vissuta.

Nato per passione, per amore e realizzato dal giornalista Gaetano Bonelli, il museo è ubicato nella “Casa dello Scugnizzo”, a Materdei, nel cuore della città, nella zona ancora meno turistica e frequentata.

Nella raccolta di Bonelli vi sono incredibili locandine di spettacoli, biglietti, cartoline, monete e giochi come tombole molto antiche. Reperti dimenticati delle cose quotidiane, come interruttori di alberghi e campanelli per la servitù.

Un luogo nel luogo, dove l’impegno per il sociale, con l’aiuto di operatori con diverse professionalità e promotori di iniziative, lavorano fianco a fianco per un intento comune: quello di preservare la cultura napoletana.

Questa collezione, unica nel suo genere, speriamo sia resa presto sempre più accessibile facendola conoscere il più possibile alle nuove generazioni che sembrano dimenticare i ricordi.

La comunicazione sempre più veloce tramite i social network non lascia più una traccia tangibile della vita vissuta. È molto facile cancellare tutto con un semplice click.

Claudia Infante

Emozione alla cerimonia delle lauree in piazza a Sassari

Si è ripetuta anche quest’anno a Sassari la cerimonia della laurea in piazza.

Un evento atteso oltre che dalle neo dottoresse e dai neo dottori anche dai loro familiari e dalla cittadinanza. Il 6 luglio l’emozione ha preso forma e la quarta edizione di  “Laurea in Piazza” ha visto protagonista nella sua interezza l’Università degli Studi di Sassari. L’evento è stato aperto dal saluto del Magnifico Rettore Massimo Carpinelli e il culmine emozionale si è avuto con il lancio del “tocco” in aria.

La cerimonia è stata arricchita dall’uscita del corteo accademico dal palazzo della Provincia, sottolineata dall’inno “Gaudeaumus igitur” intonato dall’Associazione Coro dell’Università di Sassari, diretto da Laura Lambroni.

Presenti anche l’Arcivescovo metropolita di Sassari, Mons. Gianfranco Saba, il Sindaco Nicola Sanna e il Presidente del Consiglio Regionale, Gianfranco Ganau che hanno fatto il loro intervento di saluto.

Studente più meritevole dell’anno accademico 2016-2017 è risultato Angelino Marras, al quale il Rettore ha consegnato un premio di 1000 euro. Il giovane ventiquatrenne si è laureato in Economia e Management il venti luglio 2017, distinguendosi tra 2014 laureati per puntualità e regolarità negli studi, media ponderata dei voti riportata negli esami.

Alessandra Desideri

 

(Foto: Luigi Coppola)

1 40 41 42 43 44 54
seers cmp badge