Un addio partecipato a Paolo Villaggio, il mite Fantozzi,

Omaggio della politica e dello spettacolo per la scomparsa del grande attore Paolo Villaggio.

“Addio a #PaoloVillaggio e ai suoi personaggi, maschere amare di un certo costume italiano entrato nel nostro lessico e nella nostra memoria” ha scritto su Twitter la Presidente della Camera Laura Boldrini, mentre il presidente del Senato Pietro Grasso, sempre sul social, ricorda: “#PaoloVillaggio ci ha fatto ridere del peggio di noi stessi, smascherandolo e trasformando in comico il lato ‘tragico’ della vita”. Aveva 84 anni. Nato a Genova il 30 dicembre del 1932 è stato interprete televisivo e cinematografico di personaggi legati a una comicità paradossale e grottesca, come il professor Kranz, il timido Giandomenico Fracchia e il ragionier Ugo Fantozzi. L’Italia piange tutti i personaggi da lui interpretati magistralmente, ma soprattutto il ragionier Ugo Fantozzi uscito prima dalla sua penna e poi come trasposizione cinematografica. Ma Villaggio è stato anche l’interprete scelto da Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Nel 1992, in occasione della 49 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera ed il Pardo d’onore alla carriera a Locarno. Fratello gemello di Piero Villaggio, morto nel 2014, nasce a Genova dal padre, un ingegnere edile palermitano e la madre, insegnante veneziana di lingua tedesca. Dopo gli studi ha diverse esperienze lavorative: da cameriere a speaker della BBC a Londra, fino a diventare cabarettista e intrattenitore sulle navi della Costa Crociere, insieme con l’amico Fabrizio De André. Era stato profetico e rivelatore, Villaggio, nel corredare idealmente ciascuno di noi di una sfigatissima nuvoletta, di congiuntivi improbabili e obblighi succubi, vergognosi e sempre più alienanti, nel parlare di posto fisso con toni apocalittici e mai buonisti. Ci lascia in eredità un cinismo prezioso, che sapeva farsi sguardo sul mondo e chiave di lettura illuminante, senza tramutarsi in astio bilioso né tantomeno in ironia ammiccante e a buon mercato, facilona e dunque puntualmente innocua. Una lezione più che mai fondamentale, specie di questi tempi. Tra i registi che hanno lavorato con lui c’è stato Carlo Vanzina, che ha conosciuto Villaggio quando era assistente alla regia di Monicelli sul set Brancaleone alle crociate, poi per il film con il padre Steno (Dottor Jekyll e gentile signora) e lo ha diretto in due titoli (Io no spik english e Banzai). “Era un uomo intelligentissimo, con la maschera Fantozzi ha raccontato la frustrazione ma anche la goliardia dell’ambiente dei colletti bianchi. Posso dire che era l’uomo più divertente che abbia mai conosciuto e con questo lavoro di persone divertenti ne ho conosciute parecchie”.

Nicola Massaro

Amburgo, G20: strumenti legittimi di difesa commerciale

I Paesi del G20 hanno raggiunto un accordo per quanto riguarda la stesura del comunicato finale del vertice di Amburgo, anche nel settore del commercio internazionale.

Prendendo atto della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo di Parigi, gli altri Paesi del G20 hanno riconfermato ad Amburgo il loro impegno per un’integrale attuazione degli impegni previsti dall’accordo. Anche se il protezionismo è stato condannato, allo stesso tempo, il G20 ha riconosciuto ai Paesi il diritto di difesa e di contrasto alle pratiche commerciali illegittime. Tale posizione rappresenta un compromesso con gli USA riluttanti a impegnarsi esplicitamente in una lotta contro il protezionismo all’interno del sistema G20. Donald Trump ambisce a proteggere i salari americani dagli effetti della globalizzazione. Pertanto gli USA – durante il G20 di Amburgo – hanno ottenuto una concessione in cambio di una loro variazione: sarà riconosciuto ai Paesi il diritto d’impiego di strumenti legittimi di difesa commerciale. Tuttavia, questi strumenti non rappresenterebbero un’alterazione dello scenario economico mondiale, piuttosto sarebbero un terreno di intesa all’interno dell’attuale sistema.

Danilo Turco

La profezia musicale dei Kraftwerk, inventori del pop elettronico

Sono tra i gruppi di musica pop più influenti della storia, anche se quasi nessuno li conosce, i Kraftwerk, tedeschi doc, a loro è attribuita l’invenzione del pop elettronico. Pionieri del genere, hanno incominciato ad usare strumenti elettronici, da loro stessi realizzati, alla fine degli anni Sessanta. E mentre la storia, in quella fine di decennio, ancora impregnato di controcultura, era ancora ispirata dalle utopie sessantottine, i quattro pionieri dell’elettronica di Dusseldorf, con visionarietà estrema e predisposizione alla profezia, descrivevano un futuro che è il nostro presente.

Si sono sempre fatti chiamare Kraftwerk, gli “uomini macchina” ed a loro si sono ispirati artisti del calibro di David Bowie, Iggy Pop, U2, Coldplay, ognuno dei quali ha dedicato loro dei brani, ma anche Michael Jackson, Depeche Mode, Daft Punk, fino alla insospettabile Madonna.

Tuttavia è più interessante seguire come i Kraftwerk abbiano sviluppato l’intuizione di un’integrazione tra l’uomo e la macchina, tale da condurre ad un processo di alienazione inquietante ed affascinante. Nella Dusseldorf a cavallo tra Sessanta e Settanta, nell’artisticamente fecondo clima della guerra fredda nella Germania divisa, i Kraftwerk sconvolsero il mondo con i loro primi 2 album che parlavano di alienazione in un mondo dominato dalle macchine. Nel 1978 si presentarono, anzi non si presentarono, ad una conferenza stampa per il lancio del loro nuovo cd, facendosi sostituire da dei robot, ancora rozzi nelle finiture ma perfettamente identici nell’aspetto e nell’espressività ai quattro musicisti.

Il mondo dei Kraftwerk è così, completamente spersonalizzato e venato di ironia, molto simile a quello tratteggiato da Andy Wharol e dalla sua tecnica di riproduzione meccanica delle opere d’arte.

Lo scorso anno il Moma di New York ha deciso, per la prima volta nella storia, di dedicare ai vati della musica elettronica una retrospettiva di 7 serate, con 7 spettacoli 3D, uno per ogni cd della band, in cui l’uomo macchina profetizzato Quaranta anni fa  è stato definitivamente consacrato come emblema di uno status quo che spaventa e che è diventato reale.

Andare ad un loro concerto, ancora oggi vuol dire vedere esibirsi dei robot e non degli uomini, sotto un bombardamento tridimensionale di numeri e algoritmi su enormi maxischermi. Le braccia meccaniche dei sostituti dei Kraftwerk on stage, gli occhi fissi e la glacialità della loro musica ripetitiva e sottilmente angosciante, forniscono una sintesi perfetta dell’apocalittico archetipo del post-umano, che se nel 1970 poteva apparire in linea con la perdita di identità della Germania divisa, oggi è quanto mai atteggiamento globalizzato, quasi a precisare che il mondo attuale non ha più bisogno dell’uomo che lo ha reso autosufficiente con la sua stessa produzione; basti pensare alle stampanti 3D che possono realizzare protesi umanoidi bioniche per quasi ogni parte del corpo.

Il mondo dei Kraftwerk è fatto da ex divinità in esilio, gli esseri umani, sostituite dalle loro stesse creature, le macchine, che si divertono, fanno musica, lavorano..tutto esattamente come i creatori, ma senza essere umani del tutto: metà essere e metà macchina, come i Kraftwerk stessi.

Rossella Marchese

Teatro TRAM: presentato il nuovo cartellone

La sala di via Port’Alba proporrà anche una serie di eventi e avvierà una scuola di recitazione.

Presentato alla stampa il cartellone della seconda stagione del TRAM (TeatroRicercaArteMusica), la sala posizionata in Via Port’Alba, nel cuore del centro storico napoletano, da sempre considerata un simbolo della cultura della città.

Per il 2017/2018 la tag line sarà “Il teatro ti trasporta”. È quello che il TRAM ha cercato di fare fin dalla sua recente apertura, sei mesi fa: offrire al pubblico spettacoli emozionanti, coinvolgenti, sorprendenti, che trasportino gli spettatori nella dimensione dell’evento unico e irripetibile; spettacoli che appartengano al teatro indipendente, creati da compagnie giovani che non abbiano paura di osare e di sperimentare.

Oltre alle rappresentazioni teatrali, il TRAM proporrà anche una serie di eventi, concerti, appuntamenti, seminari, reading, festival, rassegne.

Quest’anno il cartellone sarà articolato in due linee: la Linea Rossa, che sarà dedicata agli spettacoli in abbonamento e proporrà rappresentazioni selezionate tra le migliori proposte delle compagnie italiane e napoletane, al loro debutto assoluto o alla loro prima volta a Napoli; la Linea Blu, che sarà invece orientata sul territorio regionale e cittadino, proponendo una scelta tra gli spettacoli napoletani più interessanti e innovativi.

Tra gli eventi in programma “I corti della formica”, Festival di corti teatrali XII edizione che si svolgerà dal 17 al 22 ottobre, per la direzione artistica di Gianmarco Cesario.

Prevista anche la rassegna letteraria “Trame al Tram”, ideata e condotta dal giornalista Antonio Mocciola, e che vedrà alternarsi in palcoscenico autori teatrali e scrittori di narrativa che presenteranno al pubblico i loro nuovi lavori con la coinvolgente formula del reading.

A partire da ottobre, il TRAM attiverà una scuola di teatro per formare gli attori del futuro, un progetto ampio e articolato, multidisciplinare, con docenti esperti, ma saranno avviati anche laboratori di teatro, destinati alle diverse fasce d’età, per chi intenda avvicinarsi all’arte teatrale come attività ricreativa o formativa.

Domenico Raio

Apocalisse di fuoco in Portogallo, incendio senza precedenti devasta ed uccide

Una intensa ondata di caldo africano, unita a venti molto forti e un fulmine che in queste condizioni climatiche estreme ha innescato, nella notte tra il 16 e il 17 giugno, un incendio di proporzioni gigantesche nella foresta di Pedrograo, nella zona centrale del Portogallo, a 30 km dalla città patrimonio Unesco di Coimbra.

Per giorni le fiamme non sono state domate, tanto era estesa l’area colpita, ma ad oggi, pur con il fuoco circoscritto e comunque ancora attivo, il bilancio tra vittime e feriti è pesantissimo: 63 morti accertati, tra cui 4 bambini, e 119 feriti. Delle vittime accertate, tra cui intere famiglie che campeggiavano nella zona, buona parte sono state ritrovate carbonizzate nelle proprie automobili, sorprese e rimaste bloccate dalle fiamme sulla strada statale 236, che attraversa la fitta foresta di pini ed eucalipti e che si è trasformata in una trappola impenetrabile.

“La più grande tragedia con vittime in un incidente di questo tipo”, ha dichiarato il Premier Antonio Costa, mentre il Ministro della Difesa, Jorge Gomes, ha spiegato che la nube di fumo generatasi dalla vastità dell’incendio ha rallentato gli elicotteri e gli aerei antincendio nell’opera di spegnimento dei vastissimi focolai.  Intanto sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.

Tuttavia si è fatto il possibile e l’impossibile per domare le fiamme.

Il dispiegamento delle forze messe in campo è stato imponente: 700 pompieri attivi su quattro fronti, due ancora violenti, e squadre di psicologi a dare sostegno ai sopravvissuti, molti dei quali in stato di shock per la perdita dei loro familiari; ma anche l’Unione Europea sta facendola sua parte e il Presidente della Commissione Junker ha subito annunciato l’attivazione del meccanismo UE di protezione civile che porterà a Lisbona uomini e risorse. Spagna e Francia hanno inviato mezzi aerei per aiutare il Portogallo a lottare contro le fiamme e anche due canadair italiani sono partiti a dare manforte.

Escluso il dolo, la natura è, dunque, l’unica responsabile della tragedia, con delle condizioni climatiche estreme alle quali, evidentemente, l’uomo ancora non sa far fronte.

Tutto questo all’indomani dell’uscita degli Stati Uniti, secondo inquinatore globale dopo la Cina, dagli Accordi di Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici e dei tweet di Trump sul concetto di riscaldamento globale, inventato, a suo dire, da e per i cinesi con l’obiettivo di annullare la competitività dell’industria americana.

Rossella Marchese

 

Si chiude un Giugno Giovani ricco di iniziative

Un ricco calendario quello che ha visto impegnate le realtà associative e non che hanno raccolto l’invito dell’Assessorato ai Giovani del Comune di Napoli di partecipare all’iniziativa promossa anche quest’anno.
Tanti gli eventi, tanti i luoghi e i giovani coinvolti. Tanto l’entusiasmo e la passione con cui si sono realizzati i numerosissimi appuntamenti. Il bilancio è positivo e molto incoraggiante.
Il 27 giugno presso la Galleria Principe di Napoli nel corso dell’incontro con i giovani attori e video makers di Casa Surace, si è parlato di creatività e start up.
Evento di chiusura il 30 giugno al Parco Totò di Bagnoli, nell’ambito dell’Iniziativa Music Life durante la quale sono intervenuti alcuni tra gli artisti più apprezzati della scena partenopea tra cui Mariotto e Dj Diego Barretta.
L’Assessore Alessandra Clemente, ancora una volta, ha fatto centro con l’iniziativa che è riuscita a coinvolgere per un intero mese giovanissimi, giovani e non più giovani in tante iniziative culturali, artistiche, musicali e non solo.
Appuntamento al prossimo Giugno Giovani.
Salvatore Adinolfi

Sviluppo del Mezzogiorno, per Confcommercio fondamentale la portualità

Non si può prescindere dalla portualità parlando di sviluppo ed in particolare di sviluppo del Mezzogiorno. Confcommercio ne è convinta tanto da riuscire a coinvolgere sul tema ben cinquecento operatori della logistica al convegno recentemente tenuto a Napoli.
“Napoli, la Campania e tutto il Mezzogiorno possono diventare centrali nel rilancio del sistema imprenditoriale attraverso la crescita di tutto ciò che ruota attorno alla portualità. Di qui l’esigenza di uno studio di analisi e proposta presentato da Confcommercio”, è quanto ha dichiarato il commissario di Confcommercio Giacomo Errico.
I porti rappresentano nel nostro Paese veri e propri nodi di interfaccia di un complesso sistema logistico. Confcommercio li ritiene uno dei più̀ interessanti temi da affrontare per lo sviluppo dell’economia delle Imprese e del Terziario avanzato.
“Le analisi sviluppate sul Porto di Napoli nel periodo 2008-2016, a cavallo della più̀ grave crisi finanziaria dell’ultimo secolo in un periodo connotato dall’assenza di una governace stabile dello scalo partenopeo, hanno evidenziato una sostanziale tenuta dei traffici marittimi, alcuni dei quali caratterizzati anche da una crescita; una stabilizzazione ed una parziale crescita del sistema imprenditoriale; volumi di fatturato aggregato che confermano che lo scalo partenopeo risulta ancora il primo datore di lavoro della Campania”. E’ quanto emerge dallo studio presentato alla Stazione Marittima dal commissario Giacomo Errico e dal Segretario Generale Conftrasporto e Direttore Confcommercio Imprese per l’Italia della Campania Pasquale Russo. I dati dello studio sono stati illustrati da Marco Di Stefano.
Il sistema di portualità rappresenta una vera e propria sfida per lo sviluppo del Mezzogiorno e presenta notevoli criticità che vanno analizzate e affrontate se si vuole creare valore economico per il Sud, sistema che può rappresentare un vero e proprio volano di sviluppo. Confcommercio ha quindi illusytrato le sue proposte per rendere operativi i progetti.
Presenti al convegno, tra gli altri, Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Pasquale Legora De Feo, Vicepresidente Assiterminal e Amministratore Delegato Conateco, Raffaele Aiello, presidente Fedarlinea, Paolo Uggè, presidente Nazionale Conftrasporto e Vice Presidente Confcommercio Imprese per l’Italia, Sergio Iasi, Amministratore Delegato CIS – Interporto, Francesco Pagni Direttore Operations presso Interporto Servizi Cargo Spa e il presidente della commissione trasporti della Regione Luca Cascone.
Salvatore Adinolfi

Stefano Rodotà: “la mia Napoli delle idee, nell’ingegno e nella vitalità la sua forza”

Quando, nel 2014, Stefano Rodotà partecipò alla “Repubblica delle Idee”, che si teneva a Napoli, con un intervento dal titolo “il tempo della democrazia ibrida”, egli era già l’encomiabile giurista, il grande accademico e il brillante politico conosciuto da tutti, nonché da tutti ribattezzato “il Garante”; tuttavia non tutti conoscevano l’intimo rapporto che lo legava a Napoli ed alla intellighenzia partenopea. Intervistato, alla domanda su quale delle iniziative di quella manifestazione avrebbe posto la sua attenzione, rispose: “vengo spessissimo a Napoli e una storia straordinaria, tra le altre, trovo che sia quella di Gerardo Marotta e il problema della biblioteca  deve trovare una soluzione. Napoli è piena di eccellenze. Se ne dovrebbe parlare di più fuori da Napoli: non possiamo chiuderla nelle difficoltà amministrative, nei problemi noti, perché c’è anche quest’altra. Esistono iniziative di punta nei campi che io frequento, del diritto e delle tecnologie: direi una vera Napoli delle Idee. A parte che è bellissima”. Legato a doppio filo con l’Avvocato Marotta, da stima e comunanza di vedute, Rodotà fu, tra le altre cose, anche parte viva dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici,  come membro del consiglio direttivo e non solo, spesso e volentieri anche come relatore; ultimo contributo lo scorso febbraio, con un suo intervento sui beni comuni e l’inaspettata rinascita degli usi collettivi.

Stefano Rodotà fu sempre sensibilissimo alle questioni sui diritti civili, intesi come essenziale  riconoscimento di libertà in democrazia, e fiero promotore della giustizia sociale, ma non solo, le sue serie battaglie libertarie hanno riguardato i temi della bioetica istituzionale e delle biotecnologie, nonché internet e la comunicazione telematica, con un’unica idea di fondo: la centralità del diritto di autodeterminazione e la sostanziale eguaglianza di accesso alle informazioni per tutti i soggetti.

Il diritto di avere diritti, titolo di un suo rinomato saggio, è la chiara summa del suo pensiero e della sua azione.

Con questo campione del pensiero laico se ne va un altro pezzo di quella “vecchia generazione” che tanto ha avuto a cuore il sentire delle nuove generazioni.

Rossella Marchese

Antonio Lanzaro: una vita da Presidente

 

Significativo titolo quello scelto da Antonio Lanzaro per il suo libro: “Una vita da Presidente. Ricordi di un Lasalliano, Napoletano e Democristiano”, il racconto della sua vita e dei suoi molteplici impegni.

Ne parliamo con lui nella sede della Fondazione Casa dello Scugnizzo onlus di cui è, appunto, Presidente.

Professor Lanzaro, come è nato questo libro autobiografico?

Ho iniziato a buttar giù le idee per questo libro molte volte, ma sempre, per un motivo o per un altro, nel corso di questi ultimi dieci anni ho dovuto desistere dal completarlo. Ora la mia creatura che racconta la storia della mia vita e dei miei molteplici interessi ed impegni ha visto la luce.

Ho voluto raccontarmi soprattutto per i miei nipoti, affinché sappiano chi è stato il nonno.

Ricordi di un Lasalliano, Napoletano, Democristiano…

Lasalliano perché ho studiato all’Istituto De La Salle e ho partecipato attivamente e fattivamente alla vita dell’associazione degli ex alunni, Napoletano non necessita spiegazione, Democristiano perché ho militato nelle fila della DC e ho avuto incarichi politici diventando anche consigliere comunale.

Attraverso la sua storia si ripercorre anche la storia di una città, Napoli, meravigliosa nelle sue mille contraddizioni?

Sì, ho dedicato il libro, alla mia Napoli. Attraverso gli eventi, i fatti, le vicissitudini della mia vita, ho voluto rendere omaggio a Lei, alla sua storia, alla sua cultura, alle sue tradizioni, alla poesia, alla musica, alla pittura e perché no anche al calcio.

Perché anche il calcio?

Con il calcio il popolo napoletano, quello vero, quello genuino che non tradisce, manifesta il suo amore per la città.

Una vita intensa la sua?

Sì, ho incominciato molto giovane a 19 anni a seguito della morte di mio padre, ho dovuto rimboccarmi le maniche e lasciarmi alle spalle quella che si può definire una vita dorata, ho dovuto studiare e mandare avanti le aziende familiari, e nel poco tempo rimasto cercare di vivere anche la gioventù. Marito felice e ancora innamorato di Anna e padre altrettanto felice di Bianca, Daniela e Ugo. Nonno orgoglioso di Antonio e Roberto, sono stato impegnato nell’associazionismo, nella cultura, nel sociale, nella politica e nell’insegnamento.

Professor Lanzaro è docente universitario, quanto importante è questa esperienza nella sua vita?

Fondamentale, nel 1982 cominciai la carriera universitaria, con passione, abnegazione, sempre vicino ai giovani: ne ho laureati circa 500. Ho tenuto contemporaneamente gli insegnamenti di Diritto dell’Unione Europea, Tutela internazionale dei diritti umani, Diritto internazionale privato presso la scuola di specializzazione della Facoltà di Giurisprudenza. E altri insegnamenti che sinceramente ora non ricordo più.

Anche la sua attività di conferenziere è stata ricca?

Sì, ho tenuto moltissime conferenze.

Veniamo alla Fondazione Casa dello Scugnizzo…

Ho assunto la presidenza della Fondazione Casa dello Scugnizzo perché ritengo importante, nel panorama napoletano e non solo, questa esperienza fondamentale per il territorio su cui insiste. Sono consapevole delle tantissime quotidiane difficoltà in cui ci dibattiamo ma sono certo che la Fondazione, anche con l’aiuto di tutti coloro che vi collaborano, sta svolgendo, seppure fra grandi difficoltà economiche, la sua missione.

Alessandra Desideri

 

 

 

 

A Los Angeles è stato acceso il bat-segnale per salutare Adam West, ed anche Napoli omaggia l’attore statunitense

È stato il volto di Batman per un’intera generazione, icona del piccolo schermo prima che il cinema si appropriasse dei tormenti interiori e delle prodezze di Bruce Wayne. Adam West, protagonista della sere tv Batman, è morto a 88 anni dopo “una breve ma coraggiosa” battaglia contro la leucemia. L’annuncio è stato dato dalla famiglia: “Nostro padre si è sempre visto come il Cavaliere luminoso, aspirava a influenzare in modo positivo la vita dei suoi ammiratori, è stato e resterà il nostro eroe”.

William West Anderson era nato a WallaWalla, Washington, e a 15 anni si era trasferito con la madre a Seattle, dopo il divorzio dei genitori. Alla fine del servizio militare l’approdo a Hollywood. Cambia il proprio nome il Adam West, inizia a lavorare nelle serie tv, da Bonanza a Perry Mason Bewitched. Nel 1966 Batman debutta sulla Abc, West  è il protagonista e Burt Ward interpreta Robin. Sullo sfondo Gotham City e, intorno, cattivissimi dai costumi eccentrici e coloratissimi. Il telefilm fu subito un successo, grazie allo stile ironico, camp, lontano dalle atmosfere dark che in futuro avrebbero caratterizzato le produzioni cinematografiche dedicate al personaggio. Scazzottate a tempo di musica, le scritte onomatopeiche a mo’ di fumetto, il tema musicale composto da Neal Hefti: questi alcuni degli elementi che contribuirono a rendere un cult la serie che si rivolgeva soprattutto a un pubblico di giovani e giovanissimi ai quali ricordava, ad esempio, l’importanza di allacciare le cinture di sicurezza, di bere latte, di mangiare verdure, di fare i compiti.Molti gli omaggi in suo ricordo. La promessa è stata mantenuta, di fatti a poche ore dalla sua scomparsa, il cielo di Los Angeles si è illuminato per salutare il divo. Una commemorazione che non poteva essere fatta altrimenti.

Alla presenza del sindaco della città degli angeli, Eric Garcetti, e del capo della polizia, Charlie Beck, il Bat-segnale – la trovata del commissario Gordon per chiedere aiuto all’eroe col mantello per vegliare su Gotham City – è apparso sulla facciata del municipio. Il primo cittadino, come racconta The Hollywood Reporter, ha dichiarato alla folla scesa in strada per ricordare West: “Come voi, tutti noi abbiamo trascorso molte ore davanti alla tv, alla stessa Bat-ora, sullo stesso Bat-canale. Adam West ci ha insegnato che ognuno di noi ha un cuore d’oro”.

Anche Napoli non si è sottratta all’onere, infatti Lorenzo Ruggiero, disegnatore Dc Comics e Marvel, firma un nuovo tributo a Batman-Adam West prendendo spunto dall’omaggio fattodalla città di Los Angeles. Spiega la matita napoletana dei super eroi Usa: “L’idea alla base del mio disegno nasce dall’iniziativa della città di Los Angeles in collaborazione con la Warner Bros di concedere un ultimo saluto a Adam West, l’attore che ha interpretato Batman nella celebre serie tv degli anni ’60 e scomparso qualche giorno fa, accendendo il classico faro con il simbolo di Batman nel cielo della città californiana. Ho voluto tributare anche io un ultimo saluto a colui che resterà sempre per me l’interprete meraviglioso del Batman colorato della mia infanzia, illuminando il cielo notturno della mia città con il bat-segnale luminoso”.

Nicola Massaro

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