Tammorre al Bosco

Giovedì 27 si è tenuto, sul Belvedere del Real Bosco di Capodimonte, il concerto del Trio Tarantae e lezione di danze popolari, per tutti, con Raffaella Vacca. L’appuntamento, che ha avuto per scopo precipuo la conoscenza, divulgazione e partecipazione attiva al patrimonio musicale popolare, conclude il ciclo di due incontri voluto e curato dalla cantante Aurora Giglio  e dall’associazione MusiCapodimonte da lei presieduta.

La storia straordinaria di Girolamo, l’italiano che sbarcò ad Honolulu

John Owen Dominis, principe consorte e governatore di Oahu, Honolulu, era di origini italiane, figlio di John Dominis, ovvero del conte Girolamo di Dalmazia, un italiano di fine Ottocento fuggito dalla dominazione austroungarica di quel periodo e sbarcato negli Stati Uniti, a Boston,  nel 1823. Lì, il conte Girolamo cambiò nome e sposò una certa Mary Jones, facoltosa figlia di mercanti bostoniani, dalla quale ebbe, appunto, suo figlio John Owen, futuro sovrano nel Pacifico. Questa storia, infatti, inizia come molte, immigrazione, ricerca di una vita migliore etc, ma poi prende una piega inaspettata e rocambolesca, degna di un romanzo salgariano. Da Boston, infatti, Mr. Dominis, fu conte di Dalmazia, salpò presto. Capitano esperto e coraggioso, fu tra i primi a riuscire a penetrare nel territorio dell’Oregon, dove importò per la prima volta pecore e semi di pesco e inventò uno strumento per calcolare la tela da impiegare nella fabbricazione delle vele; dall’Oregon alla volta di Honolulu, dove si trasferì con moglie e figlio nel 1846 e alla fine, come si conviene ad vero avventuriero, partì per un ultimo viaggio, non più come comandante ma come passeggero, con destinazione Manila e Cina, da cui non fece più ritorno.

Tuttavia la storia non finisce con la morte del capitano John Dominis; suo figlio sposò, poi, la principessa Lydia Kamaka’eha Pk e divenne principe consorte quando lei fu incoronata regina ad Honolulu.

Alla morte del principe consorte John Owen Dominis, la regina Lydia cercò di indagare sulle sue origini e su quelle del suocero, fino ad allora rimaste nel mistero. Scoprì, dunque, che i discendenti del capitano risiedevano a Zara ed erano originari dell’isola di Arbe, nella Dalmazia settentrionale, ancora sotto la dominazione austroungarica agli inizi del Novecento, assieme ad una porzione di nord Italia. La regina, affascinata dalla storia rocambolesca del suocero, scrisse a quei discendenti lontani per fargli visita, ma quelli, spaventati dall’indigena e non volendo compromettere il loro nome, le negarono il consenso. Lydia, nel frattempo destituita dagli americani, morì ad Honolulu 1917 senza scoprire le origini del marito e del suocero.

Eppure questa strana ed esotica storia si è salvata ed è arrivata fino a noi, assieme ad altre tutte raccolte in un volume dal titolo Storie straordinarie di italiani nel Pacifico, a dimostrazione di quanto valga il detto scolpito in tre righe sulla facciata del Palazzo della Civiltà Italiana: “popolo di Santi, poeti e navigatori”.

Rossella Marchese

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