Scrivere in Jazz 2016, a Sassari Enrico Rava

“Non sono seduto perché sono stanco ma perché sono vecchio…”. Così la sequoia gigante dalla chioma bianca e fluente, rompe il silenzio e, riposta la tromba, saluta il pubblico accorso ad applaudirlo.

Per una occasione importante, a Palazzo di Città, il Teatro Civico, gioiello fine incastonato nella Sassari vecchia, Enrico Rava ritrova la sua Orchestra Jazz di Sardegna ventidue anni dopo la sua ultima collaborazione. Tanti gli anni trascorsi da quel 1994 quando fu protagonista nel progetto originale di Bruno Tommaso “Seven steps about Carmen”.

L’occasione è data dal doppio appuntamento (8 e 9 settembre) serale per le fase finale della quattordicesima edizione di “Scrivere in Jazz”,  il concorso internazionale di composizione ed arrangiamento  organizzato dall’associazione Blue Note Orchestra di Sassari. Il concorso propone a compositori di qualunque estrazione artistica e provenienza geografica di misurarsi con il jazz attraverso la realizzazione di arrangiamenti per un organico orchestrale di 20 elementi.dsc_0055-jazz2

Alle due serate realizzate con il contributo del Comune di Sassari, della Regione Sardegna, del MIBACT e della Fondazione di Sardegna ha partecipato un variegato  pubblico di appassionati e i tanti finalisti che hanno avuto l’occasione di ascoltare  per la prima volta le loro composizioni eseguite dall’Orchestra jazz della Sardegna diretta da Paolo Silvestri.

Nella serata conclusiva dell’8 settembre, si è consumato un vero capolavoro con il musicista triestino, torinese di adozione. Un evento memorabile il concerto  “OJS Meets Rava”.

La big band sassarese fra le più longeve d’Europa, ha proposto alcuni brani storici del repertorio del grande jazzista internazionale arrangiati da Paolo Silvestri, in questa occasione direttore d’orchestra. L’evergreen “Senza Fine” è stato il preludio di standard entusiasmanti che hanno esaltato l’interplay degli orchestrali sardi.  “Adulti e con figli, davvero molto bravi” – ha ricordato al termine Rava. Non nascondendo la velata malinconia della prima volta con la stessa OJS, all’epoca foriera di quegli stessi  “bravi ragazzi che sono cresciuti davvero bene”, Rava ha dedicato “dialoghi” con tutti i musicisti della band. Alti i fraseggi in duo con l’altra tromba Giovanni Sanna Passino, con la chitarra elettrica di Antonio Pitzoi.  Senza dimenticare i virtuosismi al piano di Mariano Tedde efficaci con i tamburi di Luca Piana e tutto l’ensamble  nella entusiasmante versione di “My Funny Valentine”.

La serata ha acceso il pubblico, in estasi nei fantasiosi assoli del trombettista, superbo in alcune sue composizioni: “Spider Blues”, “Il Viaggio” e “Certi Angoli Segreti”.  Ovazione all’epilogo per l’indimenticabile “Cidade Do Amor Demais”.  Di chiaro respiro europeo, il concorso ha premiato rappresentanti di Germania e Spagna nelle competizioni in gara. Christina Fuchs (classe 1963,  Monaco di Baviera, Germania), con “Newton’s Cradle”,  sì è aggiudicata il premio per le composizioni originali a tema libero. Per la sezione ai temi della musica etnica della Sardegna, quest’anno dedicata al “Canto a chitarra”, si è imposto lo spagnolo Eduardo Rojo Gonzàlez  con  “Images from Sardinia”.  Per la terza sessione, dedicata in questa edizione agli arrangiamenti di brani appartenenti al repertorio del Maestro Rava, nessun finalista si è invece aggiudicato il premio. A giudizio della commissione i brani non raggiungevano infatti gli standard richiesti dalla giuria. “Questi musicisti sono degli eroi  – ha detto il presidente di giuria Mario Raia l’Orchestra Jazz della Sardegna è una rarità in Italia, una delle pochissime realtà a portare avanti progetti culturali preziosi e fondamentali per la musica jazz  esistenti in Italia”.

Durante le premiazioni Gavino Mele, presidente OJS e giurato aggiunto nella commissione esaminatrice,  ha confermato con soddisfazione di avere raggiunto l’obiettivo della tradizionale rassegna biennale: dare luce ai migliori talenti musicisti sparsi nel mondo.  

Decisiva l’esperienza di Mario Corvini, fra i migliori trombonisti in circolazione nel mondo, che a Roma sta portando avanti con grandi sacrifici ed enormi soddisfazioni un laboratorio aperto a tutti i giovanissimi talenti italiani, innamorati di Jazz. Chiudiamo con il pensiero del pianista Mariano Tedde, decano OJS, affidate ai social network, a poche ore dal calare del sipario : “essere coinvolti in un contesto come questo può solo giovare alla salute musicale oltre che mentale. Grazie quindi a tutti quelli che ci hanno sostenuto, prima di tutto il pubblico e poi tutti gli altri. Alla prossima!…”.

Luigi Coppola

I costi della violenza sulle donne

Più che una piaga sociale, la violenza contro le donne mina non solo la sfera della pubblica morale, della legge e dei diritti umani, ma i danni ricadono anche in ambito economico, con costi di spesa altissimi per il nostro Paese in termini di mancato sviluppo economico. Ad affermarlo un interessante dossier commissionato dall’Associazione Onlus WeWorld dal titolo esplicativo “Quanto costa il silenzio?”, la prima indagine stesa in Italia per dare sistematicità ai dati che indicano i costi economici e sociali della violenza contro le donne, non solo per le singole vittime, ma per la comunità nel suo complesso.

Con questo nuovo punto di vista la ricerca è stata in grado di stimare i costi economici più evidenti: salute, farmaci, giustizia, legali etc.., gli effetti moltiplicatori economici, quali quelli legati alla mancata produttività, i costi sociali, stimati in base ad una simulazione di risarcimento danni, nonché il valore degli investimenti nella prevenzione. Uno strumento di indagine, questo dossier, certamente perfettibile, data la povertà dei dati di partenza che non vengono raccolti in maniera sistematica dalla varietà di istituzioni e soggetti che si occupano della questione, ma che può costituire l’inizio di una nuova valutazione del fenomeno, partendo da un punto di vista diverso per stimolare nuove strategie i  vista di una sempre più fattiva ed efficace azione di contrasto alla violenza di genere. Dei 17 miliardi di euro di costi diretti e indiretti calcolati in “Quanto costa il silenzio?”, la percentuale più alta è rappresentata dal costo umano e di sofferenza che le donne subiscono lungo tutto l’arco della loro vita e che si ripercuote inevitabilmente e inesorabilmente sull’intera società. Le conseguenze esistenziali patite dalle donne in termini di danni fisici, morali e biologici e l’impatto sui figli e sulle figlie e sulle generazioni future ci costano approssimativamente 14,3 miliardi di euro.

Il progetto prende il via dall’unica ricerca nazionale sul fenomeno (Istat 2006). Partendo da quei dati e con il conforto di alcuni pionieristici studi internazionali e la validazione di un Comitato Scientifico multidisciplinare, si è potuto ricostruire un valore approssimato, per difetto, dei costi della violenza sulle donne in Italia.

L’intera ricerca è fruibile gratuitamente online sul sito www.weworld.it.

 

Rossella Marchese

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