Ance: approfondire gli strumenti offerti dall’UE

Pronti a partire per Lussemburgo, Bruxelles e Londra per essere sempre più al fianco delle aziende nel percorso dell’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane.
Il settore delle costruzioni ha una lunga tradizione nel nostro Paese e per favorire lo sviluppo del settore che può rappresentare un vero e proprio volano per la ripresa vanno ricercati sempre migliori strumenti e promosse le essellenze presenti. Proprio per questo Gerardo Biancofiore, presidente delle Pmi dell’Ance Comitato Estero (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e presidente di ANCE Puglia e Foggia guiderà la delegazione impegnata in una vera e propria missione strategica per approfondirne ulteriormente la conoscenza e per veicolare idee e richieste delle aziende in programma dal 20 al 22 settembre. Trasporti, energia e ambiente, turismo, edilizia residenziale e commerciale, saranno i settori prioritari sotto i riflettori, esaminati alla luce delle opportunità di finanziamento.
“La nostra iniziativa – spiega Gerardo Biancofiore – avrà un taglio istituzionale e al tempo stesso pragmatico. Abbiamo da tempo messo in atto una strategia finalizzata alla crescita della presenza internazionale delle nostre PMI, con missioni in diversi Paesi, particolarmente in un’area dalle grandi prospettive di sviluppo per il comparto, come l’Est Europa. Con la prossima missione vogliamo consentire alle nostre imprese di affinare gli strumenti a loro disposizione, con una migliore comprensione delle diverse modalità di finanziamento assicurate dall’UE e delle molteplici forme di partnership realizzabili per dare concretezza ai progetti delle pmi. Come sempre, agiamo in un’ottica di sistema” Biancofiore prosegue dicendo “crediamo che favorire le aggregazioni tra le imprese e il consolidamento di relazioni proficue con realtà istituzionali e intermediari creditizi, a ogni livello, possa permettere al grande patrimonio di creatività e di spirito imprenditoriale dei nostri iscritti di continuare a manifestarsi con successo, proseguendo una crescita estera già in atto, anche per gli effetti della nostra azione”.
Alessandra Desideri

Donald Trump critica le nuove sanzioni contro la Russia

Il Presidente statunitense Donald Trump pur non avendo posto il veto al testo votato dal Congresso, reputa rischiose le nuove sanzioni contro la Russia: potrebbero causare un riavvicinamento tra Russia, Cina e Corea del Nord.

Mercoledì 2 agosto, il Presidente Donald Trump ha firmato la legge che il Senato statunitense ha adottato contro la Mosca a causa dell’ingerenza della Russia nelle elezioni presidenziali americane. In aggiunta a tale motivazione vi è anche l’ingerenza russa in Ucraina e l’annessione della Crimea. Le sanzioni riguardano il settore economico russo, in particolare quello energetico.

La legge – che sanziona anche l’Iran e la Corea del Nord – rappresenta un forte segnale di adesione non solo repubblicano, ma anche democratico e complica un eventuale riavvicinamento con la Russia desiderato dal Presidente statunitense. Donald Trump, essendo coinvolto in un affare di presunti legami tra la sua equipe e Mosca, vive una condizione di estremo controllo su tutto ciò che potrebbe apparire come una potenziale concessione in favore di Vladimir Putin.

Il Presidente statunitense ha scelto di non utilizzare il suo potere di veto (che il Congresso avrebbe potuto facilmente superare rivotando il progetto con una maggioranza dei due terzi) e, dopo aver firmato, ha evidenziato come tali sanzioni siano imperfette poiché potrebbero riavvicinare Russia Cina e Corea del Nord. Trump, in un comunicato, ha affermato come tale legge limiti i margini d’azione dell’esecutivo, ostacolando il raggiungimento di un buon accordo per il popolo americano.

Alcune critiche circa le sanzioni contro la Russia provengono anche da una parte dell’Unione europea che teme per i propri approvvigionamenti di gas (denunciando un’azione unilaterale USA). Tuttavia, Donald Trump ha voluto evidenziare come per la nuova formulazione, le osservazioni degli alleati europei siano state prese in considerazione. Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha affermato di essere soddisfatto di tale ammorbidimento, ma ha promesso una celere risposta nel caso in cui le sanzioni dovessero ledere alcune imprese europee.

Mosca aveva reagito alle nuove sanzioni americane annunciando l’espulsione di 755 diplomatici statunitensi e affermando che un cambiamento in positivo nei rapporti USA-Russia difficilmente sarà raggiunto nel breve periodo. Il ministro degli affari esteri russo ha descritto come pericolosa la linea politica intrapresa dagli Stati Uniti d’America e, il Premier russo Medvedev ha accusato gli USA di aver scatenato – mediante l’impiego di sanzioni insensate – una vera guerra commerciale contro la Russia.

Danilo Turco

Maison Signore in crescita cerca personale

Maison Signore (www.maisonsignore.it) è un’azienda con ottimi numeri, che continua a crescere e in un panorama economico complesso offre lavoro: sono 15 le posizioni ricercate per per l’inserimento in organico entro il 2017: Sarte premiere, Sales Consultant, Responsabile Eventi per le sedi di Napoli e Caserta.
300 modelli di abiti da sposa, più di 40 anni di attività nel mondo del bridal fashion, nuove acquisizioni, 2000 metri quadrati di esposizione, quattro collezioni – EXCELLENCE – SEDUCTION – VICTORIA F. e GIOVANNA SBIROLI, storico marchio Italiano acquisito solo pochi mesi fa.
Un Made in Italy realizzato rigorosamente a mano da sarte e ricamatrici esperte. Tra i punti di forza dell’azienda, la personalizzazione del prodotto. A richiesta, tessuti, materiali e pietre preziose possono essere scelti dalle clienti.
Le collezioni 2018 sono state presentate in anteprima assoluta a New York e è stato fatto conoscere alle esigenti spose americane il design, l’artigianalità e la professionalità italiana che caratterizza la Maison.

“Siamo molto soddisfatti – dichiara il fondatore della Maison Gino Signore – di proseguire la nostra crescita offrendo opportunità di sviluppo in un’area che, dopo anni di difficoltà, comincia a mostrare graduali ma duraturi segni di ripresa. Il prodotto made in Italy, che mixa eccellenza artigianale e sguardo rivolto al futuro può costituire l’arma in più per la crescita del Mezzogiorno.

“Cerchiamo sarti perché crediamo fermamente nel talento dei giovani”, dichiara il Direttore generale della Maison Geri Natale, . “C’è bisogno di creatività, che è fatta di idee, di capacità di sognare e di credere nella realizzazione dei sogni. Sono i giovani che possono dare un’immagine concreta alla bellezza del nostro Made in Italy, continuare a perpetuarne fama e riconoscimenti all’estero. Dalla loro energia nascerà l’avvenire del comparto, così come una nuova stagione di rilancio del Sud. Cerchiamo ragazzi che sappiano coniugare cervello e sentimenti, idee e abilità manuale per profili come sarti, modellisti in modo contemporaneo e cioè utilizzando sì ago, forbici, filo ma anche laser, da veri artigiani della contemporaneità. Dobbiamo saper inventare, avere visione.
Per i sarti, in particolare, la ricerca è più difficile, perché per anni si è trascurata la dimensione artigianale, a torto ritenuta poco qualificante a dispetto di lavori più intellettuali dove l’uso delle mani non è richiesto. In realtà anche e soprattutto per il lavoro di sartoria, è richiesta la testa, oltre che il cuore. I nostri giovani lo hanno capito e, a poco a poco, stanno tornando ad amare questo antico, nobilissimo mestiere.
Maison Signore, azienda leader a livello internazionale nella produzione di abiti da sposa di alta manifattura e completamente Made in Italy, è sempre in cerca di nuovi talenti e risorse intelligenti, motivate e con tanta voglia di entrare nel nostro team per aiutarci e supportarci nel nostro percorso di crescita. L’area JOB nasce per dare opportunità e visibilità a giovani e meno giovani che hanno voglia di misurarsi con grinta con il favoloso mondo dell’alta moda sposa.”
E allora in bocca al lupo alle candidate e ai canditati alla ricerca di personale.

Banche centrali: verso la fine del sostegno monetario

La Banca Centrale Europea (BCE), così come il Federal Reserve System (FED) statunitense, prepara gradualmente il ritiro del suo supporto economico monetario. Tuttavia, secondo Benoît Cœuré – membro dell’Executive Board dell’European Central Bank –, questo cambiamento sarà molto prudente finché l’inflazione sarà reputata troppo debole.
Sia i mercati, sia gli Stati membri dell’Ue, vivono da molto tempo una lenta e continua iniezione di moneta che alcuni riservatamente si augurano essere senza fine. Tuttavia, da qualche settimana le banche centrali dell’eurozona e degli USA incrementano i segnali di pianificazione per un ripiegamento prudente di queste eccezionali misure di aiuto all’economia, che (sin dalla crisi) hanno consentito un abbassamento del costo del credito e l’allontanamento della deflazione.
Lo svezzamento non sarà indolore. Nei prossimi mesi, FED ha intenzione di ridurre il volume dei debiti e dei titoli finanziari acquistati per alleviare il settore finanziario durante la crisi. La pubblicazione – giovedì 6 luglio – del rapporto BCE sulla riunione di giugno ha rivelato la fiducia dell’Istituto di Francoforte sulla solidità della ripresa. Questo, secondo alcuni economisti, potrebbe annunciare una nuova riduzione in autunno dei programmi di riacquisto dei debiti pubblici e privati nel 2018.
Cœuré – membro dell’Executive Board dell’European Central Bank – evidenzia come già lo scorso dicembre la BCE abbia ridotto l’estensione dell’acquisto dei beni senza mettere in questione il sostegno economico. L’Istituto di Francoforte ha già adattato la sua politica monetaria e continuerà a farlo – adeguando qualitativamente e quantitativamente i suoi strumenti alla flessibilità – in modo molto prudente e in funzione dell’inflazione (vacillante nell’eurozona). In questi ultimi mesi, l’indice dei prezzi si è avvicinato all’obiettivo del 2% per effetto dell’aumento del costo del petrolio e delle misure BCE. Secondo Cœuré, le elargizioni monetarie della BCE non hanno alimentato bolle speculative; inoltre, i tassi negativi non danneggiano gli Istituti finanziari (ai quali però spesso sono particolarmente invisi).
Infine, Cœuré afferma che la BCE comunicherà in modo trasparente le misure e le sue percezioni in ambito economico per confermare agli investitori e ai governi il fatto che essi devono prepararsi a rinunciare al sostegno monetario. Tuttavia, questi ultimi saranno informati con largo anticipo in modo da potersi organizzare adeguatamente.
Danilo Turco

Russia: Mosca sospende il suo contributo al budget del Consiglio d’Europa

La Russia ha annunciato venerdì 30 giugno la sospensione del suo contributo al budget del Consiglio d’Europa.

Sergueï Lavrov – Ministro russo degli affari esteri – ha avvertito (in una conversazione telefonica) Thorbjorn Jagland – Segretario Generale del Consiglio d’Europa – che la Russia non contribuirà al budget del Consiglio finché la restaurazione totale dei diritti della delegazione russa nell’istituzione di Strasburgo non sarà ripristinata. I rappresentanti russi dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE) sono spogli del diritto di voto da aprile 2014 (una conseguenza delle sanzioni inflitte a Mosca per l’annessione russa della penisola della Crimea). L’APCE è priva di potere legislativo e si occupa di favorire il dialogo soprattutto su questioni inerenti alla democrazia e ai diritti umani. L’Assemblea ha sede a Strasburgo e si riunisce 4 volte l’anno durante una sessione plenaria della durata di una settimana. L’APCE è composta dai rappresentanti designati dai Parlamenti nazionali dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa.

La risposta di Mosca alla votazione sulle sanzioni è stata il boicottaggio dei lavori dell’Assemblea parlamentare cui i delegati russi non partecipano da più di 3 anni. Daniel Holtgen – porte-parole di Thorbjorn  Jagland – ha informato che il Segretario Generale, dopo essere stato avvisato da Sergueï Lavrov, discuterà le implicazioni di tale decisione con il Comitato dei Ministri.

I dissidi tra la Russia e il Consiglio d’Europa non sono recenti. L’Istituto di Strasburgo ha da qualche tempo accusato Mosca di non impegnarsi fino in fondo nella lotta contro la tortura e contro le violazioni dei diritti umani in Russia (soprattutto in Cecenia). Mosca, invece, ha accusato regolarmente il Consiglio d’Europa di una politica fatta di due pesi e due misure: eccessivamente critica verso la Russia e troppo indulgente verso i Paesi occidentali.

Danilo Turco

 

 

 

Amburgo, G20: strumenti legittimi di difesa commerciale

I Paesi del G20 hanno raggiunto un accordo per quanto riguarda la stesura del comunicato finale del vertice di Amburgo, anche nel settore del commercio internazionale.

Prendendo atto della decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’accordo di Parigi, gli altri Paesi del G20 hanno riconfermato ad Amburgo il loro impegno per un’integrale attuazione degli impegni previsti dall’accordo. Anche se il protezionismo è stato condannato, allo stesso tempo, il G20 ha riconosciuto ai Paesi il diritto di difesa e di contrasto alle pratiche commerciali illegittime. Tale posizione rappresenta un compromesso con gli USA riluttanti a impegnarsi esplicitamente in una lotta contro il protezionismo all’interno del sistema G20. Donald Trump ambisce a proteggere i salari americani dagli effetti della globalizzazione. Pertanto gli USA – durante il G20 di Amburgo – hanno ottenuto una concessione in cambio di una loro variazione: sarà riconosciuto ai Paesi il diritto d’impiego di strumenti legittimi di difesa commerciale. Tuttavia, questi strumenti non rappresenterebbero un’alterazione dello scenario economico mondiale, piuttosto sarebbero un terreno di intesa all’interno dell’attuale sistema.

Danilo Turco

Sviluppo del Mezzogiorno, per Confcommercio fondamentale la portualità

Non si può prescindere dalla portualità parlando di sviluppo ed in particolare di sviluppo del Mezzogiorno. Confcommercio ne è convinta tanto da riuscire a coinvolgere sul tema ben cinquecento operatori della logistica al convegno recentemente tenuto a Napoli.
“Napoli, la Campania e tutto il Mezzogiorno possono diventare centrali nel rilancio del sistema imprenditoriale attraverso la crescita di tutto ciò che ruota attorno alla portualità. Di qui l’esigenza di uno studio di analisi e proposta presentato da Confcommercio”, è quanto ha dichiarato il commissario di Confcommercio Giacomo Errico.
I porti rappresentano nel nostro Paese veri e propri nodi di interfaccia di un complesso sistema logistico. Confcommercio li ritiene uno dei più̀ interessanti temi da affrontare per lo sviluppo dell’economia delle Imprese e del Terziario avanzato.
“Le analisi sviluppate sul Porto di Napoli nel periodo 2008-2016, a cavallo della più̀ grave crisi finanziaria dell’ultimo secolo in un periodo connotato dall’assenza di una governace stabile dello scalo partenopeo, hanno evidenziato una sostanziale tenuta dei traffici marittimi, alcuni dei quali caratterizzati anche da una crescita; una stabilizzazione ed una parziale crescita del sistema imprenditoriale; volumi di fatturato aggregato che confermano che lo scalo partenopeo risulta ancora il primo datore di lavoro della Campania”. E’ quanto emerge dallo studio presentato alla Stazione Marittima dal commissario Giacomo Errico e dal Segretario Generale Conftrasporto e Direttore Confcommercio Imprese per l’Italia della Campania Pasquale Russo. I dati dello studio sono stati illustrati da Marco Di Stefano.
Il sistema di portualità rappresenta una vera e propria sfida per lo sviluppo del Mezzogiorno e presenta notevoli criticità che vanno analizzate e affrontate se si vuole creare valore economico per il Sud, sistema che può rappresentare un vero e proprio volano di sviluppo. Confcommercio ha quindi illusytrato le sue proposte per rendere operativi i progetti.
Presenti al convegno, tra gli altri, Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Pasquale Legora De Feo, Vicepresidente Assiterminal e Amministratore Delegato Conateco, Raffaele Aiello, presidente Fedarlinea, Paolo Uggè, presidente Nazionale Conftrasporto e Vice Presidente Confcommercio Imprese per l’Italia, Sergio Iasi, Amministratore Delegato CIS – Interporto, Francesco Pagni Direttore Operations presso Interporto Servizi Cargo Spa e il presidente della commissione trasporti della Regione Luca Cascone.
Salvatore Adinolfi

Brexit: la proposta di Theresa May e i cittadini dell’Unione europea

 

Il Presidente della Commissione europea accoglie con freddezza la proposta del Premier britannico Theresa May.

Al Consiglio europeo di giovedì 22 giugno a Bruxelles, il Primo Ministro Theresa May ha proposto di concedere ai cittadini europei non britannici uno status definitivo a condizione che questi ultimi abbiano risieduto legalmente nel Regno Unito per almeno 5 anni. Pertanto, secondo la proposta del premier britannico, dopo la Brexit, i cittadini dell’Unione europea potranno restare a vivere nel Regno Unito dove hanno costruito la loro carriera e la loro vita e contribuito alla società britannica. Il politicamente indebolito Primo Ministro May (avendo perso la maggioranza assoluta alla Camera dei Comuni in seguito alle elezioni anticipate dell’8 giugno) spera in questo modo di rinforzare almeno in parte la sua posizione all’interno delle negoziazioni sulla Brexit.

Secondo il cancelliere tedesco Angela Merkel, la proposta britannica rappresenta un buon inizio, tuttavia restano ancora molte questioni su cui negoziare. Il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker reputa il primo passo del Regno Unito insufficiente. Secondo il premier belga Charles Michel occorrerà aspettare i dettagli tecnici. La conservazione della competenza giuridica della Corte di Giustizia europea sui cittadini Ue sino all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, resta uno dei nodi centrali della negoziazione  sulla Brexit.

Danilo Turco

 

 

 

 

Unione europea: normativa roaming

Il 15 giugno l’Ue ha abolito i sovrapprezzi di roaming per coloro i quali si spostano all’interno dell’Unione europea. La nuova normativa Ue riguarda: servizi dati, telefonate, SMS e MMS.

La normativa europea sul roaming a tariffa nazionale – roam like at home – consente agli utenti  di non pagare costi supplementari all’interno del territorio Ue. I consumatori beneficiano di questo vantaggio per le telefonate (verso telefoni fissi e cellulari), per gli SMS e per il servizio dati secondo i termini previsti dal contratto sottoscritto. Un contratto con un operatore di telefonia mobile che include i servizi roaming, sarà automaticamente considerato un contratto di roaming a tariffa nazionale e ogni nuovo contratto di telefonia mobile dovrà applicare la tariffa nazionale ai servizi di roaming.

La nuova normativa Ue sul roaming itinerante è destinata alle persone che viaggiano occasionalmente all’estero e/o a quelle che hanno legami stabili (come lavoro o studio) anche con un altro Stato membro differente da quello in cui normalmente risiedono. Pertanto, la nuova normativa non riguarda il roaming permanente, ma le persone che trascorrono più tempo e usano di più il cellulare in uno specifico Stato Ue (quello in cui vivono abitualmente durante l’anno) invece che in un altro Stato membro. Per quanto riguarda il monitoraggio sull’uso corretto dei servizi di roaming, l’operatore è abilitato a monitorare l’attività di roaming degli ultimi 4 mesi dei suoi utenti. Se durante questo periodo un utente ha trascorso più tempo all’estero che nel suo Paese e il roaming supera l’uso nazionale, l’operatore può chiedere all’utente di chiarire (entro 14 giorni) la sua situazione.

I lavoratori transfrontalieri possono scegliere un operatore di telefonia mobile di uno dei due paesi che lo interessano e avvalersi del roaming a tariffa nazionale con una carta SIM del paese in cui vivono o di quello in cui lavorano. In entrambi i casi si applica la politica dell’uso corretto, a condizione che almeno una volta al giorno ci sia un collegamento alla rete nazionale, poiché varrà come giorno di presenza (anche se in quel giorno è prevista la partenza per l’estero).

Se un utente continua a trascorrere più tempo all’estero e ricorre di più al roaming rispetto che al traffico nazionale, l’operatore potrebbe applicare un sovrapprezzo al consumo in roaming. I sovrapprezzi sono soggetti ai seguenti massimali (IVA esclusa): 3,2 centesimi al minuto per ogni chiamata vocale effettuata, 1 centesimo al minuto per ogni SMS 7,70 euro per GB di dati (nel 2017).

Superata la frontiera tra due Stati Ue, l’operatore telefonico informerà l’utente sullo status del roaming e, inoltre, suggerirà di consultare le modalità per un uso corretto dei servizi roaming. La politica di un uso corretto del roaming consente agli operatori di applicare meccanismi di controllo equi, ragionevoli e proporzionali, al fine di evitare un abuso dei vantaggi previsti da questa normativa.

In caso del superamento di un particolare volume di dati roaming a tariffa nazionale, un sovrapprezzo potrebbe essere previsto, ma sempre pari al massimale previsto per i prezzi all’ingrosso in tutta l’Ue (7,70€ per GB nel 2017 – IVA esclusa – e, 6€ per GB – IVA esclusa – nel 2018). Il prezzo all’ingrosso per il roaming rappresenta il prezzo massimo che un operatore nazionale deve pagare a un altro all’estero, quando si usano i servizi di roaming dati. L’operatore telefonico è tenuto a fornire informazioni chiare sull’ammontare disponibile dei dati con il roaming a tariffa nazionale.

Con una carta prepagata per il cellulare, la tariffa roaming sarà uguale a quella nazionale, ma l’operatore potrebbe applicare un limite al traffico dati se il prezzo pagato è per unità e il prezzo unitario nazionale dei dati è inferiore a 7,70 € per GB.

Per conoscere il volume di dati utilizzabile all’estero senza sovrapprezzo, bisogna applicare una formula: dividere il prezzo del forfait per la tariffa all’ingrosso del gigabyte in vigore (7,7€ per GB nel 2017 IVA esclusa) e moltiplicare il tutto per 2. Ad esempio, se un piano telefonico comprende un volume illimitato di chiamate, SMS e dati pari a 42€ al mese (cioè circa 35€ IVA esclusa), il consumatore in questo caso beneficerà di almeno 9,1 GB di dati [2 x (35/7,7) = 9,1] senza sovrapprezzo all’interno dell’Ue.

Nel caso di tariffe molto convenienti (meno di 3,85 euro per GB nel 2017), l’operatore potrebbe applicare un limite di salvaguardia – uso corretto – del roaming. L’operatore deve informare l’utente preventivamente sul limite e avvisarlo anche al momento del suo raggiungimento oltre il quale sarà applicato il sovrapprezzo che corrisponderà al massimale previsto per i prezzi all’ingrosso (una ulteriore riduzione dei massimali è prevista dopo il 2018).  Nel caso poi, dei sistemi satellitari (privi di collegamento a una rete terrestre di telefonia mobile) non è prevista alcuna applicazione della normativa Ue sul roaming a tariffa nazionale.

Danilo Turco

BCE: finisce l’era dell’abbassamento dei tassi

Giovedì 8 giugno la BCE ha riesaminato le sue previsioni sull’aumento della crescita, tuttavia resta prudente sull’inflazione.

Riunitosi l’8 giugno a Tallinn (capitale dell’Estonia), il Consiglio dei governatori della Banca Centrale Europea (BCE) ha lievemente modificato la sua comunicazione. L’Istituto di Francoforte ha affermato la conservazione del livello attuale dei suoi tassi per un periodo prolungato, ma in contrasto ai suoi precedenti comunicati, ha omesso ogni riferimento a un possibile abbassamento. Il tasso che principalmente determina il prestito del denaro non sarà inferiore allo 0%, mentre il tasso di deposito (oggi -0,4%) non si abbasserà ulteriormente.

La BCE pertanto appare più ottimista sull’attività economica. Il suo Presidente, Mario Draghi, reputa scomparsi i rischi di deflazione e più forti le dinamiche della crescita europea. Gli economisti della BCE si dimostrano fiduciosi, stimando per il 2017 una crescita dell’1,9% nell’eurozona (contro l’1,8% stimato di marzo), dell’1,8% nel 2018 (1,7%) e dell’1,7% nel 2019 (1,6%).  In aprile l’inflazione era pari a 1,4%, pertanto lontana dal valore del 2% stabilito dalla BCE.  La crescita dei prezzi osservata all’inizio dell’anno dipendeva dalla ripresa dei prezzi del petrolio, che oggi si sono stabilizzati. L’inflazione è nuovamente compressa e, quest’anno, secondo la BCE non dovrebbe superare 1,5% (1,3% è la soglia massima stimata per l’anno prossimo).

Tuttavia, il tasso di disoccupazione dell’unione monetaria (9,3%) resta ancora troppo elevato e molti degli impieghi creati non sono di buona qualità essendo contratti part-time e/o molto precari. Occorreranno ancora alcuni mesi prima di assistere a un rialzo dei salari.  In una tale situazione l’Istituto di Francoforte reputa positiva la continuazione del suo programma quantitative easing di riacquisto dei debiti pubblici e privati (60 miliardi di euro al mese) almeno fino a dicembre, riservandosi il diritto di incrementarne l’entità se necessario. Il QE contribuisce a mantenere bassi i tassi di prestito per gli Stati e le imprese al fine di favorire gli investimenti e le assunzioni. I cambiamenti e le strategie future circa il ritmo di riacquisto dei debiti saranno definiti il 7 settembre, durante la prossima riunione della BCE

Danilo Turco

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