Nomination Oscar 2018, l’Italia in corsa con il film “Chiamami col tuo nome”

Sono state annunciate le nomination ai premi Oscar 2018, i premi cinematografici più prestigiosi, giunti quest’anno alla loro 90ª edizione,  assegnati dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. La cerimonia degli Oscar si terrà il 4 marzo 2018 al Dolby Theatre di Los Angeles e sarà condotta dal comico Jimmy Kimmel, che aveva già condotto la precedente edizione. A contendersi la statuetta come miglior film,  “Dunkirk”, “Get Out”, “Il filo nascosto”, “Lady Bird”, “La forma dell’acqua”, “L’ora più buia”, “The Post”, “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, “Chiamami col tuo nome”.

“Chiamami col tuo nome”, film di Luca Guadagnino, ha ricevuto quattro nomination agli Oscar: per migliore film, per la canzone originale, Sufjan Stevens – Mistery of love, per la migliore sceneggiatura non originale, adattata da James Ivory, e per il migliore attore, lo statunitense TimothéeChalamet . “La Forma dell’acqua” di Guillermo del Toro , dopo aver vinto il Leone d’oro a Venezia, ha ricevuto il più alto numero di candidature per la novantesima edizione degli Academy Awards: ben tredici le nomination per il film che sarà al cinema in Italia dal 4 febbraio.

Con otto nomination “Dunkirk”, con sette nomination “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”; sei nomination per “L’Ora più buia”.

“Felici e molto orgogliosi, condividiamo queste fantastiche nomination con la nostra magnifica troupe e con il gruppo di attori che ha interpretato questi personaggi”.

Luca Guadagnino ha commentato così le quattro candidature agli Oscar del suo nuovo film: “E’ un percorso, quello di ‘Call me by yourname’ molto pacato, molto minimale, che ha avuto questo tipo di risultato e insegna come la passione e l’inaspettato vanno mano nella mano”, ha spiegato il regista in conferenza stampa.

Nicola Massaro

L’Isola dei Famosi vince la prima serata tra sorprese e abbandoni

Anche la seconda puntata dell’Isola dei Famosi ha raggiunto un buon risultato per quanto riguarda gli ascolti e la percentuale di share. 4.661.000 spettatori, pari al 24.8% di share, sono stati coloro che hanno assistito ai colpi di scena partiti sin dai primi minuti della diretta condotta su Canale 5 da Alessia Marcuzzi e proseguiti con l’incidente sexy del naufrago e i vari top e flop del caso. A rimetterci in termini di numeri è stato il gran finale di ‘Romanzo famigliare’, la serie tv di Rai Uno con Vittoria Puccini e Guido Caprino che  ha concluso il ciclo di sei puntate, totalizzando 4.994.000 spettatori pari al 19.8% di share.

La scorsa settimana, nonostante l’esordio dell’Isola dei famosi con ottimi numeri, la vittoria era comunque andata alla fiction di Rai 1 che si era difesa bene, anche se gli ascolti dalla prima alla quinta puntata di Romanzo Famigliare sono stati sempre in calo, conquistando comunque il pubblico e vincendo la gara del prime time. Il secondo appuntamento con il reality più seguito di sempre, iniziato intorno alle 21,35 si è aperto con una vera e propria bomba sganciata dalla ex-pornostar Eva Henger. Alessia Marcuzzi non aveva neppure fatto in tempo a mostrare il suo stacco di coscia ed il suo outfit che Eva già parlava di droga portata sull’Isola dei famosi.

E viste le tante accuse fatte da Wanna Marchi e Stefania Nobile, le orecchie di tutti, si sono subito aperte come antenne paraboliche per non perdere nessun dettaglio. E immaginiamo che molti spettatori abbiamo cambiato canale per capire di che cosa si stesse parlando. Eva Henger ha accusato il tenebroso Francesco Monte di aver portato della marijuana nella casa dove vivevano prima che il gioco iniziasse. Un argomento serio nella prima serata di Canale 5, che è stato superato da parte della produzione, scegliendo di far passare in secondo piano il tema con la scusa “quello che è successo nella casa era prima dell’Isola per cui nulla ha a che fare con il gioco e con il regolamento”. E invece Eva ha svelato quello che di certo tutti sapevano. Alessia Marcuzzi non ci aveva detto che i concorrenti in quella casa erano spiati h24? Le telecamere funzionavano solo per mostrare il rebus di Paola di Benedetto e Francesco Monte e non per riprendere i ragazzi mentre fumavano? Ai posteri l’ardua sentenza. In ogni caso questa rivelazione di Eva potrebbe aver influito sugli ascolti di questa seconda puntata che ha visto il trionfo dell’ Isola per buona pace della fiction Rai.

Nicola Massaro

La Napoli Velata di Ferzan Ozpetek nelle sale italiane

Alcuni parlano di come anche Ozpetek, ultimo solo in ordine di tempo, si sia lasciato contagiare dalla”napolimania” che sembra riguardare un po’ tutti: attori, registi, produttori, politici e grandi griffe.

La sua Napoli Velata, in questi giorni nelle sale cinematografiche, è la storia di una passione travolgente che incrocia un delitto inspiegabile e affonda le sue radici nella superstizione, nella leggenda e nel mistero. Insomma, pare che gli ingredienti per un noir d’effetto siano stati tutti onorati.

In aggiunta a ciò, l’occhio della macchina da presa indugia sui luoghi suggestivi della città, regalando allo spettatore tanta altra “grande bellezza” e, proprio come un gran tour, un po’ decadente un po’ cliché, ecco Cappella Sansevero, la Certosa di San Martino, i palazzi dei signori, la farmacia degli Incurabili e pure la metropolitana più bella del mondo.

Anche nel film di Ozpetek il richiamo della città è forte, come era forte quello della Roma matrona ed opulenta di Sorrentino, eppure, mentre Jep Gambardella (Tony Servillo) si perdeva beato nel suo viaggio in una città visionaria e quasi rassicurante, Adriana (Giovanna Mezzogiorno), medico legale e protagonista del film di Ozpetek, corre spaventata e in cerca di risposte in una Napoli che fa paura perché incomprensibile.

Luce ed ombra, la cadenza binaria dell’opera di Ozpetek è tutta qui. Come per la città; troppa storia, tanta arte, ma anche tante leggende e tanti miti ed un folklore talmente radicato da considerarsi parte della vita quotidiana.

Nessun richiamo letterario per la sceneggiatura di Napoli Velata, niente che possa far pensare a qualcosa nello stile Izzò-Marsiglia, bensì soltanto un racconto narrato dallo stesso Ozpetek alla base del soggetto del film: dopo un incontro avvenuto ad una cena, il regista si era intrattenuto a parlare con una ragazza, da lui definita molto interessante e molto sensuale, che a fine serata se ne era andata rivelando di essere un medico legale; sorpreso di quel contrasto così netto tra quella personalità così seduttiva e un lavoro così freddo, iniziò a costruire questa storia, meditando sul soggetto per dieci anni.

La colonna sonora del film è interamente curata dal compositore partenopeo Pasquale Catalano e vanta la presenza di Vasame, la canzone di Enzo Gragnaniello, interpretata per l’occasione da Arisa in lingua napoletana.

Rossella Marchese

Enzo Moscato al Teatro San Ferdinando

Fino a domenica 7 gennaio 2018 sarà in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli  quella che si può definire la surreale vicenda di due travestiti e due delinquenti narrata in “Ragazze sole con qualche esperienza”.

Lo spettacolo, prodotto da Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e Teatri Uniti,  porta in scena il testo  di Enzo Moscato  del 1985 per la regia di Francesco Saponaro con Veronica Mazza, Carmine Paternoster, Lara Sansone, Salvatore Striano.

Quali gli ingredienti? Amore, eros, violenza e sangue, incastonati in una tragica ma esilarante condizione di solitudine.

“Ragazze sole con qualche esperienza” è stato scritto da Enzo Moscato, figura di spicco del teatro contemporaneo e capofila della nuova drammaturgia napoletana insieme ad Annibale Ruccello.

Nello spazio ideato dallo stesso Saponaro, con i costumi di Chiara Aversano, le luci di Cesare Accetta e il suono di Daghi Rondanini, recitano Veronica Mazza (nel ruolo di Bolero Film), Carmine Paternoster (in quello di Cicala), Lara Sansone (Grand Hotel), Salvatore Striano (Scialò). La voce di Giuseppina Bakèr è di Gino Curcione.

La trama: due coppie di emarginati che si incontrano per dare sfogo a un folle e inebriante appuntamento d’amore. “Un plot surreale ed eccentrico – scrive nelle note Francesco Saponaro – nel quale due travestiti, Grand Hotel e Bolero Film, ricevono nella loro alcova Scialò e Cicala, due strampalati delinquenti in fuga da un agguato di camorra; un pretesto narrativo apparentemente inverosimile per raccontare, con impareggiabile qualità profetica, uno spaccato del tempo presente. L’arrivo di Scialò e Cicala mi fa pensare all’irruzione di due scellerati al soldo dell’attuale ‘sistema’ criminale in un appartamento dei Quartieri Spagnoli dove abitualmente si consuma il meretricio. Come in una tragicomica discesa agli inferi, dai giorni bui che attraversiamo si precipita fino a quello spaccato sociale del dopo terremoto nella Napoli degli anni ottanta, caldera virulenta dei mali e delle contraddizioni da cui siamo ancora infestati e grottesco girone infernale senza via d’uscita né scampo”. “La lingua che Moscato abilmente porta in scena – sottolinea il regista – è costituita da un napoletano creolo che pullula di comici turpiloqui e da un uso sapiente di espressioni mutuate da altre radici idiomatiche, dall’immaginario dei fotoromanzi e dalle soap-opera. La vita di questi personaggi estremi, custodi di un’umanissima saggezza popolare ma artefici di crudeli misfatti, si muove con stupefacente teatralità, sospesa tra una straordinaria eloquenza drammatica e un corrosivo e irresistibile umorismo”.

Uno spettacolo di sicuro successo che va visto e seguito con la necessaria attenzione al mix generato dal testo e dalla messa in scena che  offrono a coloro che sono al di là del palcoscenico scene e scambi verbali di particolare interesse.

Alessandra Desideri

Una Napoli da sogno: grazie Sirene

Una Napoli da sogno, una Napoli che fa sognare e che si ricollega, seppur solo per il personaggio protagonista, al mito della sua nascita. Sirene, la miniserie di Rai1 è riuscita a coinvolgere il pubblico italiano con il suo misto di romanticismo e fantasy e a far scoprire  una Napoli molto diversa da quella presentata nella serie Gomorra, il lato positivo e bello della città, una città di arte e cultura con una storia plurimillenaria legata al mito della sirena Parthenope.

Le riprese sono iniziate il 24 agosto 2016 nell’ex palazzo della Provincia in piazza Matteottie hanno visto protagonista alcune delle più belle zone del centro storico di Napoli, la città della sirena Parthenope. Suggestive anche le riprese della città dall’alto. Altre scene sono state girate a Cuma. La serie  è stata presentata al pubblico il 20 luglio 2017 al Giffoni Film Festivale la programmazione Rai si è conclusa da poco e molti sperano che possa esserci un Sirene2.

La trama di questo mix romantico-fantasy ha visto Yara, una giovane sirena, protagonista di una storia d’amore complessa e difficile. La sirenetta è giunta sulla terraferma con la madre e due sorelle minori alla ricerca del suo promesso sposo il Tritone Ares che ha avuto una crisi di identità e si è rifugiato a Napoli.

La storia mette a confronto due tipi di società completamente opposti uno matriarcale quello delle sirene, dotate di poteri magici e di una vita lunga centinaia di anni,  e uno, quello dei mortali in cui non esistono poteri magici, la vita ha una durata limitata e le donne devono rapportarsi agli uomini spesso in una condizione non paritaria.

A mano a mano che conoscono gli esseri umani e imparano ad amare la vita che conducono sulla terra rimangono affascinate da questo strano mondo e vorrebbero non più tornare al loro.

Bravi  e simpatici tutti gli interpreti. Ne ricordiamo solo alcuni.

Yara, interpretata da Valentina Bellè, la sirena protagonista della serie. Disperata e furibponda per la scomparsa di Ares, cerca in ogni modo di ritrovarlo ma col passare del tempo si innamora di Salvatore, l’umano che con lei trascorre molte ore. Alla fine dell’ultima puntata da quest’ultimo avrà due gemelli.

Marica, interpretata da Maria Pia Calzone. È la madre di Yara, Irene e Daria. Autoritaria, mostra disprezzo verso gli umani, ma ne è attratta. Cercherà e troverà le quattro persone che aveva salvato dall’annegamento circa trent’anni prima. Dopo la partenza di Ingrid è diventata la sovrana delle Sirene del Mediterraneo.

Irene, interpretata da Denise Tanucci, sorella minore di Yara e seconda figlia di Marica, equivale ad una sedicenne in età umana. Va molto d’accordo con Michele, un suo compagno di classe malato di cuore che poi muore. Alla fine inizia una storia con Ares ricambiata.

Daria, interpretata da Rosy Franzese, è la sorella più piccola di Yara. Fa amicizia con una bambina di nome Elena, a cui racconta, la sua vera identità.

Ingrid, interpretata da Ornella Muti, è la zia di Marica, Yara, Irene e Daria, trasferitasi a Miami per poi tornare a Napoli.

Salvatore Gargiulo, interpretato da Luca Argentero, è un professore di educazione fisica che allo stesso tempo gestisce un bed & breakfast, nel quale ospita le sirene. E’ sempre in compagnia di Yara ma a causa di un incantesimo non se ne innamora, se non quando, pronto a sposare Francesca, l’ex fidanzata di Ares, la lascia sull’altare perché, spezzato l’incantesimo, si accorge di essere innamorato di Yara.

Ares, interpretato da Michele Morrone. Il tritone, dopo aver abbandonato Yara e il mare, ha assunto il nome di Gegè de Simone e lavora come modello di intimo e giocatore di pallanuoto, fidanzato di Franescea che poi si innamora di Salvaore. Ares seppur in ritardo si rende conto di essere ancora innamorato di Yara che però nel frattempo ama Salvatore.

La serie si conclude con il lieto fine per Salvatore e Yara.

 

Alessandra Desideri

Cristina d’Avena ritorna con un nuovo disco e svetta in cime delle classifiche

Gli anni Ottanta sono tornati di moda. O forse “non se ne sono mai andati”, dice Cristina D’Avena, icona di quell’epoca che pare non conoscere tramonto. Radiosa e sorridente, un po’ fatina e un po’ mamma, la cantante s’è appena dilettata in un progetto che, per chi negli anni Ottanta è venuto al mondo, ha il gusto bello del revival attuale. Per festeggiare i trentacinque anni di carriera, Cristina D’Avena esce con un nuovo disco Duets. Tutti cantano Cristina, prodotto da Warner Music, dove duetta con i grandi cantanti del momento, molti dei quali giovanissimi, cresciuti con le sue canzoni. “Li ho portati nel mio mondo” dice la D’Avena riferendosi agli amici che hanno collaborato al disco, in ordine di apparizione: J-Ax, Giusy Ferreri, Francesca Michielin, Loredana Bertè, Baby K., Arisa, Annalisa, Emma, Michele Bravi, Elio, La Rua, Noemi, Benji& Fede, Chiara, Ermal Meta, Alessio Bernabei.

“Duets”, il nuovo album di Cristina D’Avena, è il primo nelle classifiche musicali italiane: un successo che tutti si aspettavano visto che la sua nuova fatica non è un lavoro come tanti o un semplice cd con le sigle dei cartoni animati.

“Duets” riprende le canzoni più amate da grandi e piccini e le trasforma in brani adattati al mondo di oggi: per questo Pollon è stata intonata da J-Ax, Jem da Emma Marrone e Occhi di Gatto da Loredana Bertè.

“Duets” non è un disco pensato solo per i bambini, ma una rivisitazione creata essenzialmente per gli adulti che sono cresciuti con i cartoni e che oggi possono sentire di nuovo le strofe di Sailor Moon, con una musica adatta al 2017.

È la prima volta che Cristina D’Avena è in vetta alle classifiche: ma quale Taylor Swift, ma quale Justin Bieber? In Italia è Kiss Me Licia che attira le masse e scatena il pogo ai concerti! “Abbiamo messo a queste sigle un vestito diverso. Sono state tutte riarrangiate da produttori molto importanti che ne hanno lasciato l’anima ma che gli hanno dato una veste più attuale. La prima cosa che volevo per questo CD era dare una freschezza e una veste pop più attuale – ha detto Cristina D’Avena a Radio Italia – Visto che i produttori erano molto in gamba, io mi sono fidata ciecamente del loro istinto e della loro creatività. Non ho fatto molta ricerca, ho solo spiegato a loro esattamente quello che volevo. Ho chiesto di fare in modo che ogni brano riportasse un pochino il mondo dell’artista che duetta con me e questa cosa è riuscita. “Piccoli problemi di cuore”, il brano con Ermal Meta, ad esempio, è una vera e propria canzone d’amore. Io gliel’ho proposta perché mi sembrava adatta a lui e infatti se l’è fatta molto sua. Ha dato al pezzo quel qualcosa in più che l’ha trasformato in un piccolo capolavoro”. La canzone che più gli artisti “si sono” litigati? Sailor Moon, ovviamente.

Nicola Massaro

 

Festival del Cinema di Roma,vince “Borg McEnroe” di“Borg McEnroe

 Si è conclusa la 12ma edizione della Festa del Cinema di Roma, uno dei principali festival italiani di cinema. Si è tenuta come sempre all’Auditorium Parco della Musica. Durante i dieci giorni di festa sono state presentate decine di film e sono passati attori e personaggi famosi, italiani e internazionali: tra questi Ian McKellen, Rosamund Pike, Dakota Fanning, Christoph Waltz, Xavier Dolan e David Lynch, ma anche Fiorello, Carlo Verdone, Nanni Moretti, Amanda Lear, Sabrina Ferilli e Silvio Muccino. Tutti scommettevano su Detroit di Katheryn Bigelow o su I, Tonya di Craig Gillespie con una Margot Robbie da Oscar, ma il pubblico del Festival del Cinema di Roma ha assegnato il Premio Bnl a Borg McEnroe di Janus Metz, film su una delle più straordinarie rivalità del tennis di tutti i tempi, quella tra Björn Borg e John McEnroe. Due modi diametralmente opposti di affrontare lo sport e la vita ma con un’unica comune ossessione: la vittoria. “ Ice vs fire ” titolavano i giornali sul finire degli anni ‘70, due poli opposti ma che irrimediabilmente si attraggono e quando vengono in contatto producono un effetto strabiliante, perfettamente colto da Metz che riesce a conquistare anche quel pubblico che non ha vissuto la storica finale di Wimbledon del 1980.

Dopo il flop del 2015 la dodicesima edizione, guidata dal direttore artistico Antonio Monda, si chiude con questi numeri: quest’anno gli incassi sono incrementati del 13% e il pubblico è aumentato del 31% in due anni. In aumento lanci di agenzia, i servizi ai tg (+22%) e in particolare gli articoli sui media internazionali (+56%). Boom anche per i profili social della Festa del Cinema che registrano un aumento di follower, specialmente Twitter con un +101% e Instagram con il +86%. Ottimo risultato considerando il budget di quasi tre milioni e mezzo, invariato rispetto allo scorso anno ma dimezzato rispetto al 2015.

Una festa sicuramente più popolare, quindi con poco glamorous e poche star internazionali sul tappeto rosso, anche se i party esclusivi paralleli in stile “Dolce vita” non sono mancati come quello organizzata da Fendi a Palazzo della Civiltà, ma sempre di qualità, attenta al gusto e alle problematiche attuali della gente più che degli addetti ai lavori.

Nicola Massaro

Capossela vince il Tenco. Massimo Ranieri premiato come operatore culturale

 Si è conclusa con grande successo l’edizione del Premio Tenco 2017 dedicata alle Terre di Mare. La più prestigiosa Rassegna della musica d’autore ha portato in un teatro Ariston di Sanremo pieno in ogni serata uno spaccato del cantautorato italiano trasversale con artisti che si sono cimentati in set unici e creati ad hoc come da tradizione del Premio Tenco vuole.

Vinicio Capossela, “artista dell’anno”, chiude l’edizione 2017 del Premio Tenco. “Ho portato qui a Sanremo la musica di risacca per un spettacolo che ho chiamato Cordàmi, fatto con strumenti di sole corde e pensato apposta per questa occasione”, aveva raccontato poco prima di salire sul palco dell’Ariston.  Tornato a Sanremo per la sua quinta volta  con un ensemble di musicisti e strumenti a corde tra i più vari per quasi un’ora di performance; nei panni di un “traghettatore di anime”, si è presentato seguito da Victor Herrero, Asso Stefana, Glauco Zuppiroli, Peppe Leone, dai greci Manolis Pappos e Dimitris Mistakidis, e da Jimmy Villotti, collaboratore di Paolo Conte, dando vita a un vortice di rebetiko, swing e blues, cavalcando onde di parole profonde come gli oceani che le hanno ispirate. E non è mancato un tributo al tango con ospite Flaco Biondini.

“C’avete pensato buono?” è la domanda di Massimo Ranieri poco prima di salire sul palco dell’Ariston a chi gli chiede se si aspettava di ricevere il Premio Tenco come operatore culturale. “Mi dimentico di avere 66 anni. E a ‘na certa età ricevere un tale riconoscimento ti permette di dire Io c’ero?”. Ranieri,  accompagnato dall’Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta da Mauro Pagani, che nel 2011 ricevette dal Club Tenco lo stesso Premio, si è esibito sulle note di “Nottata e sentimento”, “Marechiaro”, “Scètate”, “Guaglione”, “Spingule francesi”. “Il cast è stato scelto in base al tema Terre di Mare, aveva spiegato il responsabile artistico Sergio Secondiano Sacchi, trattandosi di una rassegna basata su un progetto e non su una semplice sfilata di cantanti, e volendo disegnare una mappa delle realtà musicali legate alle culture marinare più rappresentative, e non solo a quelle italiane, la costruzione del cast è diventata quasi automatica. Si tratta di una manifestazione che scava nella storia, nella geografia e nel mito e con la scelta dei vari interpreti si è voluto andare in variegate direzioni stilistiche, dalla canzone popolare al rock, amalgamando la lingua italiana ai vari dialetti. Si traccia così un profilo abbastanza articolato della ricca storia della nostra canzone d’autore che è fatta di tradizione e di sperimentazione, sia musicale che poetica”.

Nicola Massaro

La nuova Miss Italia 2017 è Alice Rachele Arlanch

È  Alice Rachele Arlanch la nuova Miss Italia 2017, seconda la bellunese Laura Coden di Feltre. Alice Rachele Arlanch in gara con il numero 7, ha 21 anni ed è miss Trentino Alto Adige 2017. Alta 1.78, ha gli occhi verdi e i capelli castani; studentessa di Giurisprudenza, sogna di diventare avvocato per tutelare i diritti delle minoranze. Ali­ce viene da una picc­ola frazione del comune di Vallarsa (Tn), un paesino di sole 14 anime.

La prima dichiarazione: “Sono distrutta, ma felice”, la Miss ha affidato a Instagram Stories la prima dichiarazione “ufficiale” dopo essere stata coronata Miss Italia: “Sono distrutta, veramente stanca morta, ma sono altrettanto felice. Ringrazio tutte le persone che mi hanno scritto e che mi hanno sostenuto. Vi mando un bacione!”. Infine la 21enne, facendo vedere la corona tra le sue mani, sussurra: “E’ mia!”. Una ragazza semplice, con sani valori e principi, acquisiti crescendo nella piccola comunità di Anghebeni, comune di Vallarsa nel Trentino, ma racconta le sue splendide sensazioni da nuova regina della bellezza con spigliatezza e maturità. In quel paesino ci torna con frequenza anche se la sua esistenza è divisa tra Rovereto e Trento dove studia. Una vita che però da oggi cambia. Ma lei non si scompone. “Sono al secondo anno di Giurisprudenza, mi specializzerò in diritto internazionale, il mio sogno è lavorare alla Fao perché sono sensibile ai problemi delle minoranze. Mi ispiro ad Angelina Jolie, e voglio laurearmi nei tempi canonici”. E allora Miss Italia? “Questo mondo, spiega Alice Rachele, mi affascina ma non come possibile cantante o showgirl. Mi piacerebbe provare l’esperienza nella moda”. Poi c’è lo sport, soprattutto il calcio. “Ho una grande passione che mi è stata trasmessa dai miei genitori Silvano e Irene che sono milanisti. Anche io amo i colori rossoneri anche se il mio fidanzato Andrea è juventino. Conosco regole e schemi pallonari. Mi vedo bene in un ruolo di opinionista tecnica come Melissa Satta”. Ma Alice Arlanch sperava di diventare Miss Italia? “Mi sono messa in gioco perché ci credevo anche se la mia favorita era la Miss Milano Francesca Valenti. Volevo riportare la corona in Trentino 11 anni dopo Claudia Andreatti e ci sono riuscita”. Le regione che ha collezionato il maggior numero di vittorie è la Sicilia, con ben 11 miss. Seguono il Lazio e la Lombardia con 10, il Veneto con 6, il Friuli e la Calabria con 5, il Piemonte e la Toscana con 4 a testa, Campania e Marche con 3, Emilia Romagna, Liguria, Sardegna ed Umbria con 2 ed infine Puglia e Abruzzo con una sola miss.

Nicola Massaro

Presentate le nuove veline per il prestigioso bancone del tg satirico: Shaila e Mikaela

Come da tradizione, una è mora e una è bionda: alla partenza di Striscia la notizia, fissata per il prossimo 25 settembre, mancano ancora alcuni giorni, ma dopo la conferma di Michelle Hunziker, è tempo di conoscere le nuove veline. Sono la mora Shaila Gatta, 21 anni, e la bionda Mikaela Neaze Silva, 23 anni, le nuove Veline di “Striscia la notizia”. “Tv, Sorrisi e Canzoni” le ha intervistate in anteprima e ha scoperto che Shaila si è trasferita da Napoli a Roma per seguire la sua passione per la danza, Mikaela è anche lei ballerina e ha un passato da giramondo: ha infatti vissuto in Russia, Angola, Italia e Cina.

“Sono nata a Secondigliano, un quartiere di Napoli. La mia passione è sempre stata la danza e a 16 anni mi ha spinto a trasferirmi a Roma dove ho studiato danza moderna” ha raccontato Shaila “Nella capitale ho fatto le mie prime esperienze televisive, come Amici e Ciao Darwin”.

Più itinerante invece la vita della compagna Mikaela: “Sono nata a Mosca perché lì mio papà, che è dell’Angola, e mia mamma, che è afghana, si sono conosciuti mentre studiavano medicina. Sono tornata a vivere in Angola fino a sei anni e poi ci siamo trasferiti a Genova. Qui ho vissuto e studiato danza, poi sono partita per una tournée in Cina”.

Le due ragazze che presto saliranno sul bancone più famoso d’Italia sono già note al pubblico. Entrambe hanno infatti già avuto diverse esperienze televisive.

Shaila è stata una delle allieve della quattordicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, mentre Mikaela, padre angolano e mamma afghana, ha fatto parte del corpo di ballo di Zelig Circus e della trasmissione di Sky “Dance dance dance”.

Nicola Massaro

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