Pechino Express 2018, è pronto a partire, presentando il cast al completo

Pechino Express 2018, scalda i motori, l’adventure game targato Rai 2, prodotto da Magnolia (Banijay Group), sarà condotto dal confermatissimo Costantino della Gherardesca. Dopo le vicissitudini dei giorni scorsi e la conseguente rimozione di Eleonora Brigliadori, entra nel cast una coppia formata dalle Signore della TV: le conduttrici Patrizia Rossetti e Maria Teresa Ruta. Le due presentatrici, hanno molto in comune a partire da carriere lunghissime e di successo ma un po’ appannate negli ultimi anni.

Quasi coetanee, Patrizia Rossetti è del ‘59 e Maria Teresa Ruta del ’60, hanno iniziato tutte e due a lavorare in tv nel 1981. Da allora per loro tante trasmissioni, con Rossetti volto femminile di Mediaset e Ruta protagonista della Rai. Per entrambe anche un reality in curriculum, la Fattoria nel 2005 per la presentatrice toscana e la prima edizione dell’Isola dei Famosi nel 2003 per la conduttrice torinese . A completate il cast ufficiale della 7a edizione ci sono: Le Coliche (Fabrizio e Claudio Colica); I Mattutini (Adriana Volpe e Marcello Cirillo); I Promessi Sposi (Roberta Giarrusso e Riccardo Di Pasquale);  Le Mannequin (Linda Morselli e Rachele Fogar); I Poeti (Mirko Frezza e Tommy Kuti); I Surfisti (Andrea Montovoli e Francisco Porcella) e infine I Ridanciani (Tommaso Zorzi e Paola Caruso). Con le new entry Ruta e Rossetti la Rai e Magnolia dimostrano di scegliere concorrenti più rassicuranti e chiudono con le polemiche che avevano infiammato il web nei giorni scorsi. Obiettivo: Eleonora Brigliadori, criticata per le sue posizioni pseudoscientifiche sulle malattie, soprattutto il cancro.

Il pubblico non le aveva mai perdonato le sue posizioni e i social si erano da subito scatenati per chiedere che non partecipasse alla settima edizione di Pechino, in onda il prossimo autunno. Richiesta accolta dopo l’ennesimo passo falso della Brigliadori, il commento su Facebook rivolto a Nadia Toffa, che la Rai ha condannato in un comunicato ufficiale. “Le suddette dichiarazioni – si legge – sono in evidente contrasto con la missione e i valori di servizio pubblico della Rai, con il codice etico aziendale e con la linea editoriale della Rete. Pertanto la coppia Madre e Figlio ,Eleonora Brigliadori, in arte Aaron Noel e Gabriele Gilbo, non farà parte del cast”. Quest’anno i concorrenti avranno la fortuna di esplorare l’Africa, viaggeranno in Marocco, Tanzania e Sudafrica, non ci resta che aspettare.

Nicola Massaro

Adele, battuto ogni record, potrebbe tornare con un nuovo album nel 2019

Secondo quanto riportato dal magazine inglese Sun, Adele sarebbe al lavoro sul suo nuovo album, ideale seguito di “25” uscito nel 2015. Stando a questa fonte, la cantante avrebbe già scritto alcune canzoni e dovrebbe passare tutta l’estate a scriverne altre per poi chiudersi in studio di registrazione. Inoltre Adele avrebbe già incontrato i suoi discografici per discutere e definire alcuni dettagli del nuovo progetto. Parlare al condizionale è d’obbligo, in quanto al momento non è arrivata nessuna conferma ufficiale da parte della pop star o del su team. Sono passati tre anni da “25”, il terzo lavoro di Adele, e la cantautrice britannica adesso è pronta a tornare al lavoro per la sua quarta fatica. Intanto la straordinaria cantante, dal talento indiscusso, potrebbe apparire come guest star nel prossimo album dei Foo Fighters. E’ stato Dave Ghrol, frontman del gruppo, a dichiarare che potrebbe esserci una possibilità in tal senso.

Di una collaborazione tra la cantante e le band si era parlato già in passato ma poi era sfumato tutto. “Sfortunatamente non era vero – ha detto Ghrol -, ma questa volta forse…”. Per Adele questo potrebbe essere un passo di riscaldamento in vista del ritorno sulle scene in prima persona. Secondo il “Sun” intanto però la macchina per il successore di “25” si è messa in moto: avrebbe avuto qualche settimana fa un incontro con i discografici per stendere un progetto, e sarebbero già stati contattati i musicisti che dovrebbero far parte del nuovo lavoro. L’album comunque non dovrebbe uscire prima della fine del 2019. D’altronde i tempi di lavoro della cantautrice, sono sempre stati abbastanza lunghi: tre anni tra il primo e il secondo album, quattro tra il secondo e il terzo. Una calma e un’attenzione che finora hanno portato bene, considerando che “25” è andato al primo posto in classifica in 32 Paesi, vendendo milioni di copie, anche in un periodo di crisi nera della discografia. Ripetersi diventa ogni volta più difficile, ma Adele ci ha abituati a battere ogni volta nuovi record.

Adele, che il mese scorso ha compiuto 30 anni, è riuscita a battere ogni record. Dal suo esordio nel 2008 con il disco “19” al successo mondiale con pezzi come “Rolling In The Deep” e la straordinaria ballata”Someone Like You”, la carriera dell’artista britannica è costellata di premi e riconoscimenti. Solo nel 2017, con il suo terzo album “25”, ha vinto Best Album Of The Year, Best Record Of The Year e Best Song Of The Year (“Hello”). Alla soglia dei 30 anni Adele non è solo una delle popstar più importanti della sua epoca ma anche una donna realizzata: mamma del piccolo Angelo e moglie di Simon Konecki. La superstar negli ultimi anni ha affrontato anche un enorme cambiamento fisico, dimagrendo di 30 chili e conducendo uno stile di vita più sano. Negli ultimi anni Adele si è anche battuta per importanti tematiche sociali: officiando per esempio la cerimonia di nozze di una coppia di amici omosessuali o partecipando alla Women’s March organizzata a Los Angeles contro le molestie subite dalle donne sul lavoro.

Nicola Massaro

The Voice 2018: vince Maryam

“Spero di continuare a vivere di musica, non ho un piano B e la musica è l’unico modo con cui riesco a comunicare le mie emozioni”. Queste le prime parole della vincitrice di The Voice of Italy 2018, il talent show di Rai2 che si è chiuso giovedì sera, 10 maggio. Il televoto le ha consegnato il 64,81% dei voti. La sua vittoria era nell’aria ma certamente è un segnale curioso: ha vinto la cantante più melodica dei finalisti. Una ragazza “burrosa”, lontanissima dalle immagini rockettare o dei rap di ultima generazione. Portatrice del bel canto.

La puntata si è aperta con un tributo ad Avicii: i quattro finalisti,  Maryam per il Team Al Bano; Andrea per il Team Cristina Scabbia; Beatrice, per il Team J-Ax; Asia, per il Team Francesco Renga, hanno cantato “Wake me up”. Quindi la prima manche, che ha visto Beatrice Pezzini cantare “I wanna dance with somebody”, Andrea Butturini cantare su “Dream on” (Aerosmith), Asia Sagripanti su “Con il nastro rosa” in mash-up con “Beat It” di Michael Jackson e Maryam Tancredi “No” (Meghan Trainor). Maryam ha ovviamente ringraziato il coach Al Bano “per avermi portato in finale e per i consiglii». Del resto Al Bano che dice di «averla amata fin dal primo ascolto”. Ed effettivamente lei alle Blind Auditions, momento in cui i ragazzi cantano e i giudici non li vedono, ma decidono se sceglierli o meno solo ascoltando la loro voce, ha osato proponendo “È la mia vita” brano proprio di Al Bano il quale dopo l’ascolto l’ha scelta immediatamente esclamando : “Sei Al Bano al femminile”. Durante una puntata, anche J-Ax, dallo stile ben diverso, dopo averla sentita cantare “Leave A Light On” (Tom Walker) ha detto: “Canti come se avessi un fonico già in gola, hai la voce già mixata”. È una che osa Maryam. Lo ha fatto con “Skyfall” di Adele e alla finale ha eseguito “No” (Meghan Trainor), “Ho difeso il mio amore” (Nomadi), “Too good at goodbyes”(Sam Smith), ha duettato con Al Bano in “The Prayer” (Andrea Bocelli e Celine Dion) e ha presentato il suo inedito “Una buona idea”. Il risultato è stato sempre lo stesso: applausi e standing ovation. Non ci resta che augurarle un futuro radioso nel mondo della musica non solo italiana ma anche internazionale.

Nicola Massaro

Billboard Music Award: trionfa Ed Sheeran, Janet Jackson regina dello show

La cerimonia è stata presentata da Kelly Clarkson che nel corso della serata è stata affiancata sul palco da tanti artisti tra i quali Hailey Baldwin, The Chainsmokers, Ciara, TyraBanks. La musicista texana ha aperto la serata ricordando le dieci vittime della sparatoria nella scuola di Santa Fe dello scorso 18 maggio, ma senza osservare il minuto di silenzio, come le era stato chiesto di fare. Piuttosto, Kelly Clarkson ha preferito parlare e sottolineare l’importanza di una legge sul controllo delle armi: “Sono stanca dei momenti di silenzio, ha dichiarato la cantante, perché non facciamo un momento di cambiamento? Perché non iniziamo a cambiare le cose?”.

Assegnati dalla bibbia musicale americana gli ambitissimi Billboard Music Awards 2018 che ogni anno premiamo i migliori artisti, i più conosciuti al grande pubblico che hanno battuto record nelle vendite musicali, nello streaming e hanno incassato più di tutti durante i tour. I loro brani sono passati tantissime volte alla radio, sulle diverse piattaforme musicali e hanno dominato in assoluto le classifiche di tutto il mondo. Dagli U2 a Drake, da Bruno Mars a Ed Sheeran le pop star dell’Olimpo erano tutte riunite e pronte a fronteggiarsi per i premi più ambiti e prestigiosi.

Sul palco l’assoluto trionfatore è stato il romantico e talentuoso Ed Sheeran che si è portato a casa 6 statuette tra cui il microfono d’oro. A pari merito con l’artista inglese ha festeggiato con ben sei riconoscimenti anche il rap Kendrick Lamar che con i suoi testi denuncia il razzismo e indaga le origini dell’identità afroamericana in America. Escono a testa alta conquistando ciascuno cinque premi: il cantante, ballerino e produttore discografico Bruno Mars e Luis Fonsi&Daddy Yankee in collaborazione con Justin Bieber che hanno fatto scatenare tutti con la hit  “Despacito”. Chiudono la lunga notte di musica e festa gli U2 che si sono aggiudicati due premi.

La serata si è svolta alla MGM Grand di Las Vegas, e a tra i performer si èesibito anche il cantautore e musicista canadese Shawn Mendes, che ha appena annunciato un tour internazionale con il quale presenterà l’ultimo disco e che toccherà l’Italia nei primi mesi del 2019. Sul palco si sono esibiti, oltre a Janet Jackson, John Legend, Christina Aguilera, Demi Lovato, Ariana Grande, Jennifer Lopez, Salt-N-Pepa e i BTS.

Nicola Massaro

Gli ABBA di nuovo insieme dopo una “breve pausa” di 35 anni

Con un post sulla loro pagina Instagram il gruppo svedese ABBA dà il grande annuncio del ritorno: “Tutti noi quattro sentivamo, dopo 35 anni, che sarebbe stato bello riunire le forze e ritrovarci in studio. Lo abbiamo fatto ed è stato come se il tempo non fosse passato e ci fossimo presi solo una piccola vacanza. Un’esperienza entusiasmante”.

Gli Abba si sono chiusi in studio per registrare nuove canzoni, dopo le ultime, tra cui la più famosa “One of Us”, contenute nell’album del 1981 The Visitors,l’ultimo dato alle stampe dal gruppo. Già lo scorso autunno, Benny Andersson aveva comunicato che nel 2019 ci sarebbe stato un tour della band sottoforma di ologramma. Ora “addirittura” la reunion.  “La decisione di andare avanti con l’entusiasmante virtual tour ha avuto “conseguenze inattese”, hanno affermato i cantanti.

Il nome ufficiale degli Abba è comparso per la prima volta nel 1974, con “Waterloo”, con cui il gruppo vinse a Brighton il Gran premio dell’Eurovision, imponendosi all’attenzione internazionale e scalando le vette delle classifiche mondiali. Del 1975 è l’album “Abba”, da cui è tratto il singolo “Mamma mia!”, a sua volta colonna portante, insieme ai grandi successi del gruppo svedese, dell’omonimo musical rappresentato in tutto il mondo e del film blockbuster. Il meglio deve però ancora arrivare. Dal loro quarto album realizzato nel 1976, “Arrival”, sono estratti tre singoli di grande successo: “Money, Money, Money”, “Knowing Me, KnowingYou” e la celeberrima “Dancing Queen”, che è presentata al Teatro dell’Opera di Stoccolma alla presenza del re di Svezia, la sera del 18 giugno 1976 alla vigilia del suo matrimonio con Silvia Sommerlath a cui è dedicato. “Dancing Queen” raggiunge la prima posizione in 14 Paesi, tra cui gli Stati Uniti.

Nel 1978 gli ABBA sono all’apice della carriera. Convertono un teatro inutilizzato costruendo uno studio di registrazione modernissimo a Stoccolma, e sono celebrati da numerosi altri complessi, tra cui i Led Zeppelin di “In Through the Out Door”. A maggio il gruppo fa un’intensa campagna promozionale negli Stati Uniti e canta allo show di Olivia Newton-John. Il singolo “Summer Night City” è nei primi posti delle classifiche e anticipa lo stile che gli ABBA stanno per adottare nel loro prossimo album. Nel gennaio 1979 Björn Ulvaeus e Agnetha Fältskog annunciano di aver deciso, di comune accordo, di divorziare. La notizia suscita grande scalpore tra i media e le speculazioni sul futuro del gruppo iniziano a fioccare. Ma gli ABBA assicurano fan e stampa: la band continuerà a suonare.Lo stesso anno esce anche il secondo Greates Hits del gruppo, “Greatest Hits Vol. 2”, che contiene il singolo “Gimme! Gimme! Gimme! (A Man After Midnight)”, ripresa nel 2005 da Madonna nel singolo “Hung Up”. La canzone è l’ennesimo successo commerciale e la loro più grande hit in stile Disco: arriva in cima alle classifiche di Francia, Svizzera, Belgio, Finlandia ed Irlanda e diventa il loro singolo a raggiungere la posizione più alta in Giappone. Nel settembre 1979 partono per un tour che tocca il Nord America, dove fanno 17 date tutte esaurite: 13 negli Stati Uniti e 4 in Canada. Il tour nordamericano termina con un concerto a Toronto davanti a 18 mila persone. A ottobre danno inizio alla parte europea del tour: 23 date, compresi sei concerti con il “tutto esaurito” alla Wembley Arena di Londra. Nel marzo 1980 approdano in Giappone, dove, appena arrivati all’Aeroporto di Tokyo-Narita, vengono assediati da migliaia di fan. Il gruppo fa dodici concerti nel Paese, i cui biglietti fanno il tutto esaurito. Sarà l’ultimo tour degli ABBA.

Nicola Massaro

 

 

Fabrizio Frizzi: Carlo Conti, commosso ricordo di Frizzi a L’Eredità

Carlo Conti: “Non vorrei essere qui… ma lo show deve continuare”. A pochi giorni dalla sua scomparsa, l’Eredità è tornato in onda senza Fabrizio Frizzi. Il pubblico di Rai1 ha mostrato tristezza e sgomento nonostante abbia ritrovato l’amichevole volto di Carlo Conti che andrà avanti solo fino al termine della stagione primaverile. Il programma poi, potrebbe ritornare condotto da altri volti TV e si parla già di Amadeus e Alessandro Greco. Proprio l’ex deejay, ha recentemente dedicato grandi parole di stima nei confronti di Frizzi, scomparso il 26 marzo per colpa di una emorragia cerebrale. “Se ne va un amico, un collega, una persona con la quale ho condiviso momenti bellissimi. Noi abbiamo la fortuna di fare un lavoro bellissimo e quindi quando condividi delle cose, sono grazie a Dio cose belle e quelle rimangono. Penso alla famiglia, alla moglie, alla bambina piccola e penso che è tutto ingiusto. Poi penso anche alla sua forza di andare in trasmissione, all’affetto del pubblico che ho visto oggi e trovo che sia giusto perchè era l’amico di tutti. Fabrizio era buono, che fosse bravo lo sapevamo tutti, ma era anche veramente buono”, ha affermato il presentatore dei Soliti Ignoti nel corso dei funerali dell’amico.Rita Dalla Chiesa ha ricordato in modo toccante e molto bello Fabrizio Frizzi. “L’ho sempre chiamato ufficiale e gentiluomo, come un film che abbiamo amato molto”, le parole in studio da Maria De Filippi. “Lo chiamavo ufficiale per la correttezza nel rapportarsi con gli altri e per il rispetto per qualunque persona gli fosse davanti. Fabrizio ha avuto una vita bellissima dal punto di vista professionale, ma ha conosciuto anche momenti di caduta, vissuti con estrema umiltà e voglia di ricominciare. Non ha provato mai rancori, probabilmente ha avuto delle malinconie, che nascondeva anche molto bene. E soprattutto voleva bene davvero a tutti”. Infine, ha concluso la Dalla Chiesa, era “un gentiluomo perché i sentimenti valgono nella vita”.Dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Gianni Letta, al ministro Marianna Madia, a Luca Cordero di Montezemolo, al direttore di Repubblica Mario Calabresi, al presidente del Coni Giovanni Malago’. Sono tante le personalita’ che finora hanno reso omaggio al compianto Fabrizio Frizzi. A loro si aggiungono i numerosi vip del mondo dello televisione e dello spettacolo, attori, conduttori, produttori e manager: Beppe e Rosario Fiorello, Giancarlo Leone, Tiberio Timperi, Flavio Insinna, Alessandro Haber, Lorenza Lei, Bianca Guaccero, Cristina Parodi, Riccardo Rossi, Stefano d’Orazio (dei Pooh), Giulio Scarpati, Max Giusti, Emilio Carelli, Bruno Vespa. E ancora: Giancarlo leone Andy Luotto, Francesca Fialdini, Marco Liorni, Manuela Aureli, Amedeo Goria, Mario Limongelli (industria discografica indipendente), Andrea Scrosati, Paola Perego, Amadeus, il maestro Pinuccio Pirazzoli, Paolo Belli, Kaspar Capparoni, Enrico Vaime, Sergio Friscia, Michela Miconi, Simona Agnes. Quindi Luca Zingaretti, il produttore Carlo degli Esposti, Riccardo Cucchi, Roberta Lanfranchi, Silvia Salemi, Manuela Villa, Enrico Brignano, Massimo Giletti.

Nicola Massaro

David speciale a Diane Keaton, icona femminile dello star system americano

David speciale a Diane Keaton. Cominciò la carriera a teatro, per poi esordire al cinema nel 1970. Ottenne la sua prima parte di rilievo interpretando Kay Adams ne “Il padrino” (1972), ma fu il sodalizio artistico con Woody Allen a consacrarla definitivamente. La quarta pellicola in cui la Keaton e il regista statunitense collaborarono, “Io e Annie”, valse all’attrice il successo agli Oscar 1978 come miglior attrice. In seguito si dedicò a lavori che le permisero di non essere più identificata dal pubblico solo ed esclusivamente come la protagonista dei film di Allen. Si affermò come esperta attrice drammatica recitando in “In cerca di Mr. Goodbar” del 1977 e si guadagnò altre tre candidature all’Oscar alla miglior attrice per le interpretazioni in “Reds”, ne “La stanza di Marvin” e in “Tutto può succedere – Something’s Gotta Give”.

I film a cui la Keaton ha preso parte hanno guadagnato oltre 1,1 miliardi di dollari solo nell’America del Nord.Dopo l’annuncio del premio a Stefania Sandrelli, la 62esima edizione dei David di Donatello continua a celebrare le protagoniste femminili del cinema internazionale.

In accordo con il consiglio direttivo, lo ha annunciato Piera Detassis, Presidente e Direttore Artistico dell’Accademia del Cinema Italiano. Il riconoscimento è stato consegnato, nel corso della cerimonia di premiazione della 62ª edizione dei Premi David di Donatello, in diretta in prima serata su RAI 1, condotta da Carlo Conti.

“Dagli anni Settanta a oggi, Diane Keaton si è rivelata come una delle attrici più influenti del panorama cinematografico internazionale,ha detto Piera Detassis.  Icona femminile e splendida interprete, Diane Keaton è stata capace di dare vita a ruoli dalle mille sfumature, dalla lunga e proficua collaborazione con Woody Allen, segnata dal premio Oscar per Io e Annie, fino al successo come attrice tra le più intense e carismatiche al fianco di registi del calibro di Warren Beatty, Alan Parker e Paolo Sorrentino”. “Impossibile non ricordare la sua interpretazione nella saga Il Padrino di Francis Ford Coppola, che la rese celebre nel ruolo di Kay Adams – prosegue Detassis – un’artista a suo agio sul grande schermo come a teatro e in tv, capace di vestire di ironia le nevrosi contemporanee: è un onore consegnare questo premio a una donna che da quasi cinquant’anni emoziona le platee di tutto il mondo”.

L’edizione del 2018 dei Premi David di Donatello si è svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale per il Cinema, d’intesa con AGIS e ANICA e con la partecipazione di SIAE e Nuovo IMAIE.

Nicola Massaro

Oscar, il Miglior Film è “La forma dell’acqua” di Del Toro

La 90ma edizione degli Oscar ha incoronato La forma dell’acqua – The shape of water di Guillermo del Toro come miglior film. Regista messicano gentile e sognatore, che sa dar corpo ai suoi sogni, Gulliermo del Toro, sul palco del Dolby Theatre ha ricordato al mondo di essere solo un immigrato come tanti altri, ringraziando il Paese che lo ha ospitato e gli ha permesso di vincere l’Oscar più importante e di riuscire a lavorare in un universo che sognava da bambino. Il suo fantasy La forma dell’acqua – The shape of water, che esplora i temi della diversità, dell’amore inaspettato e della disobbedienza civile, ha vinto quattro Oscar, tra cui miglior film e migliore regia. “Sono cresciuto in Messico e ammiravo i film stranieri come E.T. o quelli di Frank Capra. E solo pochi giorni fa mi sono detto: se ti trovi sul podio non dimenticare che fai parte di un lignaggio di cineasti e così voglio dedicare questo premio ai giovani registi che ci fanno vedere tante cose nuove”, ha detto. “Ero un bambino, abitavo in Messico e non pensavo che mai mi sarebbe successo tutto questo, ma ci sono persone che sognano e con questi sogni si può parlare anche di cose reali se si ha immaginazione. Quest’ultima è una porta: apritela ed entrate”. E il messaggio per tutti: “Viviamo in un’epoca in cui ti viene detto che devi avere paura dell’altro, che l’altro è il tuo nemico, che è la causa dei tuoi problemi. Al contrario, l’altro è la soluzione ai tuoi problemi, l’altro è quello che rimane, che mostra la via”.

L’Italia, arrivata con quattro nomination targate Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, torna a casa con il premio Oscar conquistato dal maestro americano James Ivory per il suo adattamento dal romanzo di André Aciman: “Ringrazio Luca Guadagnino per la sua sensibilità di regista” ha detto dal palco.

Esplode il colore sul red carpet, dopo gli abiti neri che hanno caratterizzato i Golden Globe e dei premi Bafta, in segno di protesta contro le molestie e in difesa delle donne per il movimento Time’s Up e Mee Too, sul tappeto rosso degli Oscar si rivedono il bianco e tutte le sfumature di colore. Anche se si torna a parlare della denuncia e del movimento che ad oggi ha raccolto fondi per 20 milioni di dollari a favore delle donne vittime di violenza e molte delle star portano la spilla appuntata sulla scollatura. Sulla passerella che introduce al Dolby Theatre dominano negli abiti delle star soprattutto tutte le sfumature del rosa, dal pallido al fucsia, del rosso e del viola in particolare. C’è anche molto bianco, scelto ad esempio da Jane Fonda, che ha consegnato quest’anno il premio al miglior attore, e che ha indossato anche la spilla di Time’s Up che in tante portano in bella vista. L’ultra violet, che è il colore Pantone del 2018, è stato scelto da molte delle attrici come Ashley Judd. Oppure in sfumature meno accese, come il glicine di Salma Hayek. Ma non sono mancate neanche il verde e l’indaco, come quello dell’abito di Helen Mirren con gioielli di regale eleganza.

Nicola Massaro

Baglioni e San Remo 2018: vincitori e premi

 

Sanremo 2018 ha battuto tutti i record. Anche la finale della 68esima edizione del festival, che ha incoronato vincitori la coppia Ermal Meta e Fabrizio Moro con il loro brano “Non mi avete fatto niente”, ha registrato ascolti alle stelle: sono stati 12 milioni 125mila i telespettatori sintonizzati su Rai1, con uno share del 58,3%. Un risultato in linea con quello dello scorso anno, quando gli spettatori della finalissima erano stati 12 milioni 22mila e lo share del 58,41%. E che conferma i dati positivi collezionati sera dopo sera dal trio Baglioni-Hunziker-Favino: gli ascolti della quarta serata, per citare l’ultima, hanno registrato uno share mai così alto dal 1999.

Ermal Meta e Fabrizio Moro sono stati i vincitori di Sanremo 2018. Il duo, già dato per favorito e  “assolto” dai sospetti di autoplagio, ha avuto la meglio su Lo Stato Sociale arrivati secondi ed Annalisa che si posiziona al terzo posto.

L’edizione numero 68 del Festival della canzone italiana premia la loro “Non mi avete fatto niente”, invito a non aver paura del terrorismo dopo gli attentati degli ultimi anni (dal Bataclan a Londra e Barcellona). Un messaggio sociale forte come quello portato in scena, nel corso della serata finale, da Pierfrancesco Favino con il suo monologo dedicato agli “stranieri in patria” tratto dall’opera “La notte poco prima delle foreste” del drammaturgo Bernard-Marie Koltès. Tra i momenti clou del Sanremo targato Claudio Baglioni (e già campione di ascolti) resterà comunque anche lo show di Laura Pausini, capace di concludere la sua esibizione tra la gente sul red carpet. Ron è stato il vincitore del Premio della critica “Mia Martini” della sezione Campioni. Il Premio “Sergio Endrigo” per la migliore interpretazione è andato a Ornella Vanoni mentre il Premio “Sergio Bardotti” della giuria degli esperti è stato assegnato a Mirkoeilcane. Va invece a Max Gazzè il Premio “Giancarlo Bigazzi” per la migliore composizione musicale assegnato dall’orchestra del festival. Oltre ai numeri, il direttore artistico della 68esima edizione, Claudio Baglioni, è stato “promosso” anche dal collega Adriano Celentano, che ha affidato ad un messaggio, tutta la sua ammirazione: “Ciao Claudio! Finalmente un FESTIVAL! Complimenti!!! I cantanti possono, come un tempo, ritornare a non essere più i valletti dei grandi ospiti. Un’impresa non facile che solo a un ‘Passerotto’ come te poteva riuscire. Oltre che un grande cantante, hai dimostrato di essere un grande organizzatore e direttore artistico. La Rai, ha sottolineato Celentano, non potrà più fare a meno di te. Della tua bravura, del tuo gusto e della tua classe!”.

Nicola Massaro

  Il ritorno dei Jethro Tull

Ian Anderson presenterà i 50 anni dei Jethro Tull in un tour mondiale, per celebrare l’anniversario d’oro della leggenda del rock-progressive. Il tour farà tappa anche in Italia per cinque live a luglio: il 18 a Porto Recanati (Macerata), il 19 a Roma, il 21 a Cagliari, il 23 a Milano, il 24 a Firenze. I concerti che si terranno in celebrazione dell’anniversario saranno caratterizzati da un mix di materiali, alcuni dei quali incentrati sul periodo formativo e soprattutto sui “heavyhitters” del catalogo Tull dagli album ThisWas, Stand Up, Benefit, Aqualung, ThickAs A Brick, Too Old to Rock And Roll: Too Young To Die, Songs From The Wood, HeavyHorses, Crest Of A Knave e persino un tocco di TAAB2 del 2012.

Ian Anderson sarà accompagnato dai musicisti della Tull band David Goodier (basso), John O’Hara (tastiere), Florian Opahle (chitarra), Scott Hammond (batteria), e da special guests virtuali.I Jethro Tull sono un gruppo rock progressivo, originario di Blackpool in Inghilterra, fondato nel 1967 dallo scozzese Ian Anderson (flauto traverso e polistrumentista).

La formazione prende il nome dal pioniere della moderna agricoltura, l’agronomo Jethro Tull (1674-1741). La loro musica è contraddistinta dalla presenza dominante del flauto traverso, suonato dal virtuoso leader Ian Anderson. Dopo un esordio all’insegna del richiamo al blues, i Jethro Tull hanno attraversato la storia del rock, sperimentando vari generi; dal folk rock all’hard rock, dal progressive rock alla musica classica. Hanno venduto più di 60 milioni di album in tutto il mondo. Nel mese di aprile 2014 Anderson ha dichiarato che i Jethro Tull come band non esistono più e la volontà di lasciare l’eredità del nome continuando la sua carriera solista. Il nome del gruppo non fu scelto da Ian Anderson, ma fu sostanzialmente dettato dal caso. Come lo stesso Anderson spiega, forse con una buona dose di autoironia ed esagerazione, all’inizio della carriera la loro musica non era un gran che, e i Jethro Tull stentavano a ottenere ingaggi. Per poter essere chiamati per nuove serate, dovevano ogni volta fingere di essere un altro gruppo, e quindi dovevano settimanalmente cambiare nome alla band: tali denominazioni erano di solito suggerite dal loro agente, ma sembra che talvolta suonassero senza neanche sapere come si sarebbero dovuti chiamare. La prima volta che un loro concerto fu apprezzato da chi gestiva un locale, nella fattispecie da John Gee del Marquee Club di Londra, e che furono reinvitati a suonare, la band dovette tenere il nome della settimana precedente: “Jethro Tull“.

Nicola Massaro

 

 

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