Domenica 30 ottobre dalle 7.41 la terra continua a tremare

Erano le 7.41 quando stamani una forte scossa di terremoto ha colpito l’Italia Centrale. 6.5 gradi della scala Richter hanno devastato quella parte d’Italia già gravemente colpita nel corso di questi ultimi mesi. La scossa di oggi è stata seconda solo a quella del 23 novembre 1980 pari a 6.8 gradi della stessa scala che devastò l’Irpinia facendo migliaia di morti e sfollati e distruggendo paesi e città. La scossa di oggi si è avvertita anche in Austria, distintamente a Roma e anche a Napoli.

Case, chiese, esercizi commerciali in polvere o pericolanti, patrimonio storico artistico devastato, ma fortunatamente il bilancio in vite umane è bassissimo. Le immagini delle suore e dei cittadini di Norcia inginocchiati a pregare stanno facendo il giro del mondo, la cattedrale non esiste più, Amatrice e agli altri paesi già gravemente colpiti non esistono più. Ovunque rovine, macerie, paurose spaccature nel terreno, strade interrotte, frane, rischio esondazione dei corsi d’acqua. Non è più possibile restare nei luoghi colpiti dalle scosse, le persone sono costrette a lasciare i loro paesi per essere trasferiti in luoghi più sicuri portando con sé il dolore della perdita e l’incertezza del futuro. La protezione civile ha messo in campo le sue forze coordinando i soccorsi unitamente con le autorità locali e i sindaci.

Un’altra fredda notte attende le popolazioni delle zone colpite dal terremoto, un continuo sciame sismico che non lascia tregua e speranza, forse potrebbe esserci un’altra scossa di magnitudo simile o superiore sembrano attendersi alcuni scienziati, ma si sa in tema di terremoti non si possono fare previsioni, forse per questo i fedeli di Norcia si sono inginocchiati a pregare.

 

Alessandra Desideri

Terra: figli miei mi manca il respiro!

Figli miei mi manca il respiro! E’ il grido che madre Terra rivolge ai suoi figli che la stanno distruggendo. Allarmanti, anzi molto allarmanti, i dati dell’ONU: record di CO2, superata ormai nel 2015 quota 400 per milione. E pensare che prima dell’era industriale nell’atmosfera erano presenti solo 278 pari di CO2 per milione. L’allarme per il surriscaldamento del pianeta era già stato lanciato alla soglia di 350 ppmm che rappresentava, per gli scienziati, il limite da non superare. I valori raggiunti non scenderanno sotto la quota 400 per molte generazioni  afferma il segretario generale del Wmo Petteri Taalas, secondo il quale i dati del 2015  “annunciano una nuova realtà climatica”.

Siamo stati bravi madre Terra, siamo stati davvero bravi, l’abbiamo superata quella soglia. Siamo ad un  punto di non ritorno? Sicuramente non possiamo andare oltre e non possiamo più continuare a rischiare di non consegnare alle generazioni che verranno dopo di noi il “respiro della Terra” o quello che oggi resta di esso.

I deserti avanzano, le popolazioni sono costrette a lasciare le loro terre, le loro case, tutto ciò che hanno, per cercare altrove la sopravvivenza, le temperature salgono influenzando la vita delle persone, le specie animali, la vegetazione e le coltivazioni.

Le immagini che in questi giorni abbiamo visto attraverso i media ci devono fare riflettere con molta attenzione sulle azioni che quotidianamente compiamo e che incidono tutte sul futuro del pianeta. Le rilevazioni dei satelliti mostrano immagini e colori quasi da incubo. Si susseguono gli accordi per mettere un freno alle emissioni: per l’eliminazione dell’uso dei gas pericolosi come ad esempio gli Hfc, per limitare quelli dell’aviazione, per ridurre le emissione dei gas fossili in favore delle fonti rinnovabili.

Speriamo solo che non sia troppo tardi madre Terra.

 

Alessandra Desideri

Decadenza della cittadinanza nell’Unione europea

In seguito agli attentati terroristici commessi in Europa la decadenza della cittadinanza è diventata un tema molto discusso. Nella maggioranza degli Stati europei è prevista la possibilità di privare un cittadino della sua cittadinanza, ma non esplicitamente nel caso del contrasto al terrorismo.

Molteplici sono le motivazioni inerenti alla perita della cittadinanza in Europa, come ad esempio l’atto di slealtà o di tradimento verso lo Stato. Le disposizioni giuridiche sono differenti a seconda del Paese. Nell’UE, solo Francia, Paesi Bassi e Romania fanno riferimento in modo specifico al crimine di terrorismo. Ciò non significa che solo questi tre Stati possono privare della cittadinanza un cittadino che ha commesso un attentato terroristico. La competenza inerente alla decadenza della cittadinanza spetta al Ministro dell’Interno ed è discrezionale. Tuttavia il destinatario del provvedimento ha il diritto di fare ricorso. Il Belgio ha rinforzato le sue leggi nel 2015 affinché i crimini di terrorismo siano seguiti dalla decadenza della cittadinanza.

La frode nell’acquisizione della cittadinanza è un altro motivo che in Europa può privare una persona della sua cittadinanza. Tale condizione è prevista da 25 Stati UE, solo Croazia, Polonia e Svezia non la prevedono. L’impegno militare o l’integrazione in un servizio pubblico senza autorizzazione, sono per alcuni Paesi UE (Austria, Spagna, Francia, Grecia e Italia) cause di decadenza della cittadinanza.

Infine, diversi Stati membri limitano il possesso di più cittadinanze. La Germania ad esempio ancora oggi riconosce la doppia cittadinanza solo in specifici casi: coesistenza con la cittadinanza di altri Stati dell’UE e/o della Svizzera o, per i figli degli immigrati, che dal 2014 non devono più scegliere tra la nazionalità tedesca e quella del loro Paese d’origine prima dei 23 anni.

In particolari circostanze Germania, Austria, Danimarca, Spagna, Paesi Bassi e Paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), prevedono la decadenza di una cittadinanza nel caso in cui un cittadino ne ottenga un’altra.

Molti Stati UE vietano l’apolidia nel caso di decadimento della cittadinanza. Il contrasto all’apolidia è oggetto della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, della Convenzione di New York del 1961 sulla riduzione dei casi di apolidia e, della Convenzione europea sulla cittadinanza del 1997. Gli Stati che hanno ratificato la convenzione del 1961 vietano l’apolidia. Francia, Lettonia, Paesi Bassi e Malta hanno codificato l’impossibilità de rendere apolide un loro cittadino.

 

Danilo Turco

 

 

Refugee Facility: uno strumento per la cooperazione tra Unione europea e Turchia

 

La Turchia, data la sua posizione geografica, è un Paese particolarmente interessato dalle attuali dinamiche dei flussi migratori. Questo Stato ospita più di 2.5 milioni di persone tra rifugiati e richiedenti asilo e ha già speso più di 7 miliardi di euro delle sue risorse per far fronte a questa problematica. Il 15 ottobre la Commissione europea ha raggiunto con la Turchia un’intesa per un Joint Action Plan al fine di costruire una cooperazione nella gestione dei flussi migratori sulla base di sforzi coordinati e per affrontare in modo più adeguato la questione della crisi dei rifugiati. Al Consiglio europeo del 15 ottobre 2015, i Capi di Stato e di Governo dei 28 Stati Ue supportarono l’accordo e il Piano d’azione congiunto. L’Action Plan individua una serie di condotte prioritarie e urgenti che l’Ue e la Turchia devono attuare mediante azioni congiunte e coordinate al fine di gestire l’ampio numero di persone che, sul suolo turco, richiedono protezione.

La Commissione europea il 3 febbraio 2016 ha accolto l’intesa tra gli Stati Ue sui dettagli relativi ai 3 miliardi di euro del Refugee Facility per la Turchia, un supporto che la Commissione suggerì il 24 novembre sulla base di una proposta di cooperazione Ue – Turchia per la gestione dei rifugiati. La Commissione ha concordato di aumentare il suo contributo a 1 miliardo di euro, rispetto ai 500 milioni in origine proposti a novembre. L’Ue ora sarà in grado di stanziare velocemente nuove risorse finanziarie a sostegno delle comunità ospitanti per far fronte alla presenza in Turchia di rifugiati siriani sotto protezione temporanea.

Lo strumento del Refugee Facility per la Turchia è la risposta alla richiesta del Consiglio europeo di un significativo finanziamento addizionale per supportare i rifugiati presenti sul suolo turco. Un meccanismo di coordinamento congiunto è previsto per le azioni finanziate con il budget dell’Ue e con i contributi nazionali degli Stati Ue al fine di garantire una gestione coordinata ed esaustiva delle necessità dei rifugiati e delle comunità ospitanti. Al fine di garantire il coordinamento, la complementarietà e l’efficacia dal punto di vista del finanziamento, il Comitato direttivo del Refugee Facility fornirà una guida strategica e deciderà quali tipi di azioni saranno supportate e mediante quali strumenti finanziari. Il Comitato direttivo sarà composto da rappresentanze della Turchia, degli Stati membri e della Commissione. Inoltre tale Comitato eseguirà il monitoraggio e la valutazione sull’implementazione del Refugee Facility.

L’assistenza fornita con il Refugee Facility sarà subordinata alla conformità da parte della Turchia dello Ue-Turkey Joint Action Plan, che mira a strutturare la gestione dei flussi migratori e ad arginare il fenomeno dell’immigrazione irregolare e, allo EU-Turkey Statement del 29 novembre 2015.

 

Danilo Turco

La nuova stagione di Professione Bancario

Professione Bancario, la storica testata dell’Organizzazione Sindacale UNISIN (Unità Sindacale Falcri Silcea) si è rinnovata ed affianca la testata online.

Nell’editoriale della nuova veste il Segretario Generale di UNISIN spiega le motivazioni che hanno indotto alla scelta. “Le continue sfide, sempre più complesse, che vedono quotidianamente impegnato il mondo del lavoro e quello sindacale ci hanno spinto ad immaginare una nuova stagione, meglio forse addirittura un nuovo inizio, per la nostra storica testata cartacea Professione Bancario, alla quale – come noto – già da alcuni anni, anche per dare all’informazione immediatezza e accessibilità, si è affiancato con grande successo Professione Bancario online. L’idea di fornire alle nostre Lettrici, ai nostri Lettori ed agli esperti del settore un ulteriore strumento di approfondimento, seppure più specifico e tecnico, legato al mondo del lavoro ed il desiderio di mantenere una funzione specifica per la testata cartacea ha solleticato la nostra attenzione e ci ha portati quindi ad una rivisitazione editoriale del giornale tradizionale”.

La grande incertezza che pervade la società attuale sia dal punto di vista economico-finanziario sia il mondo del lavoro in tutti i suoi aspetti richiede un’informazione sempre più capillare, immediata e al tempo stesso sempre più specialistica. Proprio per tali motivazioni diventa “vitale uno strumento – prosegue Emilio Contrasto – come quello che ci apprestiamo a varare. Un punto di riferimento importante per approfondire e discutere le varie problematiche e per proporre, insieme, anche nuove soluzioni in grado di fornire la migliore tutela alle nostre Colleghe ed ai nostri Colleghi e, perché no, ai Lavoratori in generale. Abbiamo quindi scelto, anche per la caratteristica degli argomenti che verranno trattati, una periodicità semestrale, che potrà essere ritarata in futuro in base allo sviluppo della testata”.  Si tratta di una rivista giuridico-scientifica “che fornirà, grazie all’ausilio di docenti universitari, di avvocati, di esperti, di chi opera quotidianamente in tali attività, un nuovo strumento per quanti seguono Professione Bancario. Diritti, lavoro, previdenza, pari opportunità, approfondimenti legali saranno, quindi, i protagonisti delle nostre pagine, con uno sguardo necessariamente rivolto al diritto internazionale e dell’Unione europea”.

Il Segretario Generale conclude il suo editoriale con un “ringraziamento particolare” “ai componenti del numeroso e altamente qualificato Comitato Scientifico che hanno aderito al progetto”.

La rivista può essere consultata e scaricata in formato pdf dai siti di Unisin (www.unisin.it), di Professione Bancario online (www.professionbancario.it), della Segreteria Regionale Unisin della Campania (www.unisinregionalecampania.it).

 

Salvatore Adinolfi

 

A Porto Torres nuovo Presidio dell’Acropoli dei Giovani

 

Continua il successo dell’iniziativa nata nel 2014 per volere dell’avvocato Gerardo Marotta, presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e che vede la creazione di un nuovo Presidio dell’Acropoli dei Giovani a Porto Torres. E’ stato infatti siglato tra il Comune e l’Istituto un protocollo d’intesa per la collaborazione culturale tra l’Ente locale e l’Istituto di via Monte di Dio a Napoli. Uno degli obiettivi del progetto è quello di creare una rete di Comuni in tutta Italia per favorire la crescita culturale e il confronto tra i giovani e non solo.

Attraverso l’accordo, l’amministrazione comunale di Porto Torres si è impegnata a mettere a disposizione i locali idonei per lo svolgimento delle attività formative, mentre l’istituto dovrà predisporre un quadro generale di proposte da realizzare con l’ausilio delle professionalità necessarie.

«L’intesa con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici – sottolinea il Sindaco Sean Wheeler – è un’opportunità per i nostri giovani. Siamo convinti che la cultura possa essere lo strumento per sviluppare una nuova coscienza e costruire le basi per il futuro di una città come la nostra, che ha bisogno di ripartire dalla formazione».

Per l’Assessore alla Pubblica Istruzione, Antonella Palmas, «la collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici potrebbe portare alla nascita di progetti condivisi anche con le scuole cittadine. L’Istituto da oltre quarant’anni è operativo nel Paese e contribuisce alla crescita sociale, morale ed etica degli studenti, diffondendo lo studio della filosofia, una scienza che permette di affrontare la realtà con un approccio critico, aiutando il cittadino a non accettare qualunque verità e a non dar nulla per scontato. Abbiamo voluto stipulare questo protocollo per creare in città un nuovo spazio di approfondimento e di confronto, aperto sia a studenti portotorresi che a giovani provenienti da altri comuni della zona e d’Italia».

«Con il presidio di Porto Torres proseguiamo il progetto nato nel 2014 con l’istituzione del Primo “Presidio dell’Acropoli dei Giovani” nel comune di Palomonte, in provincia di Salerno, e che vede oggi la presenza dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici oltre che in Campania, Calabria, Lazio anche in Sardegna. Il progetto delle Acropoli dei Giovani si affianca alla esperienza delle Scuole Estive», dichiara l’avvocato Gerardo Marotta, Presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

«L’interesse con il quale le Istituzioni locali hanno accolto l’iniziativa – prosegue  Gerardo Marotta – è segno dell’attenzione e della forte sintonia di intenti che si è stabilita su un tema di importanza vitale per lo sviluppo della società moderna: la cultura e i giovani in un’epoca dominata dalla tecnologia e dall’economia. La firma del protocollo d’intesa tra il Comune di Porto Torres e l’Istituto costituisce un momento importante per il riappropriarsi di valori e per fornire alle giovani generazioni sempre più ampi “strumenti” di conoscenza che favoriscano lo sviluppo del pensiero ed una sempre maggiore coscienza storica e sociale. Questo Presidio permanente avrà il compito, fra gli altri, di far propri i risultati della storiografia, concentrandosi inizialmente sulla storia patria e in particolare sulla storiografia umanistica. La creazione di una grande “rete culturale” che mette in contatto le diverse realtà territoriali e culturali dei presidi dell’Acropoli dei Giovani presenti in diverse regioni del nostro Paese è uno dei fondamentali scopi del progetto – conclude – che è seguito a livello nazionale per l’Istituto dalla studiosa e giornalista Bianca Desideri».

Un impegno lodevole che ha sicuramente bisogno del supporto di tutti coloro che vogliono partecipare e sostenere l’iniziativa dell’Acropoli dei Giovani (www.acropolideigiovani.it)..

 

Salvatore Adinolfi

 

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